domenica 30 maggio 2010

Provocazioni sparse


Polemiche varie ed eventuali, non meritano ognuna un post intero, ma così me le levo di torno:

1 - I Led Zeppelin sono un gruppo moscio e pesante, con un cantante che prende per il culo il pubblico ed un chitarrista con cipiglio matricolato da supermusicista borioso.

2 - Mick Jagger è sempre stato un falso rivoluzionario e ricco sfondato, indecente, stupido, assurdo e vagamente arrogante.

3 - Exile on Main Street è un disco oscenamente presuntuoso.

4 - David Bowie non potrebbe mai ridursi a parodia di sè stesso perchè è stato una parodia fin dall'inizio. Ampolloso e deprimente.
Ho sempre pensato che tutta quella menata di Ziggy Stardust, checca da Aldebaran, fosse una gran merda. Credo che abbia scritto i testi peggiori della storia del pop-rock.

5 - Bob Dylan è sempre stato falso. Ha passato tutta la sua carriera a fingere: la sola differenza è che una volta lo faceva bene e ora fa schifo.

6 - Il finto blues, il folk, il jazz, i "virtuosi dello strumento" sono così noiosi che mi chiedo come cazzo faccia ad ascoltarli chiunque abbia anche solo un grammo di cervello.

7 - Il principale difetto di Springsteen sono le smancerie melodrammatiche e le vacue teatralità del suo rock omogeneizzato dagli arrangiamenti dei miei coglioni.
Per chi invece si affanna a cercare il "nuovo Springsteen", continuo a pensare che al mondo non servisse neanche il primo.


P.S. (lunedì 31/5, ore 20 circa)
Note e links:
Tutte le frasi qui sopra (con le quali peraltro sono abbastanza d'accordo) non sono mie, ma sono tratte da "Guida Ragionevole al frastuono più atroce", tranne l'ultima che è da "Deliri, desideri e distorsioni", due dei tre libri di Lester Bangs pubblicati in italiano dalla Minimum Fax.

giovedì 27 maggio 2010

Giardini di Mirò - Altri Giardini


I Giardini di Mirò sono, senza alcun dubbio, un gruppo di veri appassionati di musica.
Solo a persone un po' così, un po' come noi che scriviamo e leggiamo questi blog che trattano principalmente di musica, sarebbe potuto venire in mente un progetto come questo.
Perchè dopo aver pubblicato singoli, Ep ed Lp su vinile, cd, cd-r o sotto forma di download digitale [1], compilation, remix, collaborazioni, colonne sonore, l'unica cosa che mancava era il disco-tributo.

E allora i GdM hanno chiamato a rileggere i loro pezzi gruppi appartenenti all'underground indipendente italiano, compresi alcuni gruppi ancora senza contratto, alla prima "realizzazione" ufficiale.
Il disco si intitola "Altri Giardini", e non è disponibile in maniera convenzionale - non ancora: il cd sarà venduto durante le date del tour estivo, ma per il momento si può ascoltare in streaming [2], diviso su vari siti che si occupano, più o meno, di musica italiana "indipendente". [3]

Come in tutti i dischi tributo la qualità è varia ed eventuale, con cose che proprio non mi piacciono e altre carine ma scontate, e alcune sorprese: su tutti, gli Albanopower, i Musica da Cucina e Stefano Pilia, quest'ultimo tra Richard Skelton e Oren Ambarchi - da approfondire.


Note e links:
[1] Orrore ;)

[2] E quindi, come tutte le cose in streaming, non è difficilissimo salvare gli mp3, anche se la qualità è bassina (metà delle canzoni sono a 128 e l'altra metà a 160)

[3] Questo il post sul sito dei GdM, con tutti i link ai portali musicali coinvolti nel progetto.

lunedì 24 maggio 2010

The Soul's Release


Siamo dalle parti di Message to Bears (con i quali, non a caso, hanno diviso uno split-cd per la Dead Pilot Records) e Daisuke Miyatani: The Soul's Release è lo pseudonimo usato dal californiano Alex Rich per pubblicare la sua musica.
Le composizioni sono sparse tra diversi ed esauritissimi cd e cdr, che fortunatamente Alex ha reso disponibili attraverso Bandcamp. [1]
A parte "Where The Trees Are Painted White", l'ultimo lavoro da poco pubblicato [2], potete scaricare tutti gli altri lavori [3] aggratis - oppure, volendo, potete anche lasciargli un importo a vostra scelta con PayPal.
Alex è parco di composizioni: le canzoni si rincorrono di lavoro in lavoro, in un "riciclo" creativo che trova un precedente negli Spacemen 3 di inizio carriera [4], quelli che rielaboravano continuamente più o meno le stesse canzoni tra singoli, ep e i primi due Lp, attraverso cambiamenti a volte minimi, fino a trovarne la forma definitiva.
Particolarità di The Soul's Release è la ricchezza di arrangiamenti e suoni, che li rende una versione più barocca e lussureggiante del minimalismo folk dei gruppi citati in apertura.

Note e links:
[1] Ho già parlato di Bandcamp a proposito dei Leanan Sidhe, per i dettagli vedete lì.

[2] Per chi volesse comprarlo, i link sono disponibili sul sito MySpace di The Soul's Release.

[3] Ovvero i cd-ep "Demo", "Sometime, Somewhere", lo split con i Message to Bears, il singolo "Awake Among The Sleeping". Li trovate tutti su Bandcamp.

[4] Musicalmente qui non c'è nulla che ricordi gli Spacemen 3, sia chiaro: The Soul's Release sono nei dintorni del post-rock agli inizi, poi più decisamente diretti verso territori tra folk e modern classical.

venerdì 21 maggio 2010

Quattro gatti (2 secondo la questura)


Stavo pensando: ma è importante in quanti ascoltano/comprano qualcosa?
Anche a prescindere dai discorsi sulla qualità del disco [1], sia esso bello o brutto: ma che differenza fa per te che in quel momento lo stai ascoltando?
Sapere che altri fanno o no lo stesso cambia la tua percezione di quel disco?
Lo fa diventare più o meno bello o interessante? [2]

Perchè mi sfugge il rapporto tra numero di ascoltatori e qualità della proposta musicale: se è sbagliato dire che chi vende tante copie fa automaticamente brutta musica, dovrebbe valere lo stesso ragionamento anche per chi di copie ne vende poche. Mica necessariamene deve fare brutta musica.

Come dice DiamondDog sul blog di unwise, è vero che cerco di parlare di musicisti il cui pubblico è formato dai classici quattro gatti.
Ma ne parlo per due motivi: la speranza che i gatti diventino otto, e la certezza che il mio parere sull'ultimo disco di Bob Dylan o dei Rolling Stones non interessa a nessuno e sarebbe quindi perfettamente inutile. [3]

Per questo continuerò a perseguitare chi passa di qui con i dischi di Richard Skelton, Stefano Giaccone, Message to Bears, Leanan Sidhe: tutta gente che non vende certo milioni di copie, ma che - in un mondo diverso - meriterebbe di farlo.


Note e links:
[1] Argomento già affrontato a lungo sul blog di Lucien qualche mese fa quello del rapporto tra numeri di copie vendute e qualità, e finito senza conclusioni condivise.

[2] Citare "The velvet Underground & Nico" è banale, ma quello è stato commercialmente un flop assoluto. Ed è uno dei dischi più importanti della storia del rock.

[3] Con questo mica voglio dire che il mio parere su Sylvain Chauveau o Mitsuyoshi Matsuda interessi a qualcuno, ma se non altro questo può diventare utile nel momento in cui anche una sola persona si incuriosisce e li ascolta.

martedì 18 maggio 2010

Something about Joy Division


Tra i primi dischi della Vox Pop, di "Something about Joy Division" si parla su Rolling Stone on line, dove è anche possibile ascoltare in streaming tutto il cd (da sentire almeno le due cover di Afterhours e Carnival of Fools).
Il link l'ho trovato nel post di Joyello (grazie!), e la parte più interessante è - a mio parere - l'intervista a chi quella compilation l'aveva pensata e realizzata: tra gli altri, Giacomo Spazio e Charlie, dei quali si era già parlato a proposito di Vinile.

venerdì 14 maggio 2010

Audiofilia


Sono le casse che determinano come suona il tuo sistema hi-fi. Non l’amplificatore, non il pre-amplificatore, non il lettore CD o DVD, ma solamente le casse.
Gli altoparlanti, anche i migliori, sono molto meno accurati in termini di “output rispetto all’input” di qualsiasi altro componente. Le casse sono invariabilmente l’anello debole della catena, l’anello che limita la qualità della riproduzione sonora.
Sono sempre cinicamente divertito quando un audiofili si porta a casa un amplificatore nuovo di pacca con le sue manine che scottano, lo connette trattenendo il respiro alle sue piccole e brutte casse, non più grandi di quanto sua moglie gli permetta, e finalmente fa partire la musica. Il suono è esattamente lo stesso di prima, con l’amplificatore più vecchio, più economico e meno bello da vedere, ma lui naturalmente non lo ammetterà mai. Se invece avesse speso i suoi soldi per un paio di casse migliori, il miglioramento del suono sarebbe stato indiscutibile.
” [1]

Dunque, premessa: questo post nasce dalla discussione che potete trovare nei commenti al post “cd o vinile” – quindi molte cose sono ripetizioni di argomenti già discussi lì, ma avevo promesso varie volte di fare un post specifico sull'argomento.

Le opinioni da me espresse qui sono, per quanto possibile, corredate da una giustificazione documentale tecnico/scientifica – nel tentativo di portare un po’ di razionalità ed oggettività in un campo dove sembra esisterne poca.
Poi, intendiamoci: se uno sente – o immagina, ma è lo stesso - ugualmente le differenze, anche dove è tecnicamente dimostrato che non esistono, va bene lo stesso: ognuno è libero di spendere i suoi soldi nella maniera che preferisce!

Da un forum in inglese: “Audiophilia isn't even about the sound, it's an obsessive compulsive disorder.”
Cioè “L’audiofilia non ha nemmeno a che fare con il suono, è un disordine ossessivo-compulsivo.”
Forse un po’ eccessivo come parere – però proviamo a partire da una divertente passeggiata tra le assurdità più evidenti (alcune al limite della truffa vera e propria) leggendo questo articolo, completo di tutti i link necessari per farsi quattro sane risate sul mondo audiofilo.

Insomma, qui troviamo una manopola del volume in legno (!) da 485$ che è puro genio commerciale, oppure i mitici cavi della corrente da 13.400$, gli ultra tweeters da 1Ghz (!) di frequenza da 400$ (nella foto qui sopra), il demagnetizzatore di dischi in vinile da 418$, e via di seguito, di puttanata in puttanata :)

Questa branca della patafisica (o della magia) in inglese viene chiamata anche “Audiophoolery” [2] termine che purtroppo è impossibile tradurre…

Comunque, una volta finita l’edificante lettura reperibile al link citato prima, qualcuno potrebbe cominciare a chiedersi se, anche al di là di queste evidenti esagerazioni, magari anche le apparecchiature “audiofile” meno estreme non soffrano della stessa sindrome.
Perché cercando i nomi delle apparecchiature hi-fi citati da silvano si trovano sui siti presentazioni degli apparecchi (Meridian e Krell, da quanto ho capito, “audiofili” ma non di fascia estrema) che hanno più a che fare con la magia che con qualunque altra branca del sapere umano: come diavolo fa un lettore cd a “correggere gli errori fatti durante la registrazione o il mastering” o un pre-amplificatore ad avere “Una larghezza di banda che si estende a 300 khz [3], promuovendo una bassa distorsione [4] e una fase corretta [5] nella banda udibile”?
La prima è pura magia, la seconda è fuffa pseudo-scientifica.

Bene, cercando in rete si trovano vari e dettagliati studi scientifici [6] che dimostrano come le differenze tra, ad esempio, un amplificatore da 500$ ed uno da 5.000$ [7] non sono percepibili in un test ABX [8] eseguito correttamente [9].

Qui mi permetto di sottolineare ancora una volta l’importanza di un test ABX eseguito correttamente.
La psicoacustica esiste, e dimostra alcune cose – ad esempio che tra due segnali audio di diverso volume, quello più alto sembrerà sempre migliore.
E state certi che il negoziante che sta cercando di vendervi un ampli da 5.000 euro questa cosa la sa, e o è stupido o la sfrutta a suo favore… o pensate davvero che abbia un qualsiasi interesse a dimostrarvi il contrario e vendevi un ampli da 500 euro? :)

E d’altronde le orecchie funzionano in modo curioso, l’effetto placebo (dato dal sapere cosa stai ascoltando o dal vedere l’apparecchiatura che sta suonando) esiste, ed è possibile essere perfettamente convinti che quello che “deve” suonare meglio suoni effettivamente meglio!
Proprio per questo un test ABX è l’unica maniera per togliere tutti gli elementi ambigui dalla valutazione comparativa.
Un generico test in un negozio (senti il Pioneer – e adesso il Meridian… Ah si come suona meglio il secondo!) non dimostra un bel nulla, con buona pace di tutti.
Poi si può scegliere, naturalmente: se uno crede, crede! Di fronte alla religione o alla magia, nessuna dimostrazione scientifica sarà mai riconosciuta valida :)

La stessa cosa si può dire, grossomodo, per tutti i componenti elettrici ed elettronici (siano essi analogici o digitali) nel percorso di un segnale audio, la cui realizzazione materiale è ragionevolmente vicina al 99,99% di accuratezza”.
Discorso diverso per le casse (o le cuffie) che sono il limite estremo del percorso di un segnale audio, fondamentalmente una massa vibrante che trasforma un impulso elettrico in uno spostamento di aria – e qualsiasi realizzazione in questo campo non può che essere – sempre – ben lontana da un accuratezza paragonabile a quella raggiunta in tutti gli altri anelli della catena.

Ma per gli audiofili tutto questo non ha significato – se hanno speso 10.000$ per un amplificatore che rispetto a quello di prima offre (a livello di specifiche tecniche) per esempio un miglioramento nel THD dello 0.01% - beh, allora deve suonare diverso! Anche solo per l’effetto placebo, ma mica potrai ammettere con te stesso che hai buttato via 10.000$ e non senti nessuna differenza :)
Quindi ti auto convinci, cominci a credere ai fantasmi ed alle fate, “come non la senti la differenza? Ma dai, è chiarissima!”
E non esiste una sola prova documentale di un test in cui queste differenze siano state rilevate all’ascolto.
Poi, intendiamoci, le differenze nelle specifiche tecniche ci sono – solo che nessuno può ascoltarle.


Note e links:
[1] Alla parola “casse” si può anche sostituire la parola “cuffie”, il risultato non cambia: questo più o meno riassume quello che io penso dell’argomento.
Tratto da "The Audiocritic"

[2] Da “fool”, stupidotto, sempliciotto: in inglese il primo aprile è “Fool's Day”

[3] L’orecchio umano può arrivare a sentire frequenze fino a circa 20 khz, e il limite cala con il passare degli anni: un adulto normalmente arriva a 16/18 khz.
Gli ingegneri della Philips mica hanno scelto la frequenza di campionamento del CD a casaccio: 44,1 khz cioè, in base al Teorema di Nyquist-Shannon, il doppio della più alta frequenza riproducibile pari a 22,05 khz – cioè qualcosina in più di quello che un orecchio umano è in grado di sentire. La scelta della frequenza di 48 khz per il DAT (e poi dall’ADAT) è dipesa più da ragioni commerciali che da considerazioni psico-acustiche.
Tutte le altre frequenze di campionamento sono multipli di una di queste due di “base” (88 e 176 piuttosto che 96 e 192) ma non servono a nulla.
Esauriente spiegazione matematica di quanto detto fin'ora qui.
La bit-depht (16 o 24) invece rappresenta solo la gamma dinamica registrabile: a 16 bit la gamma dinamica (differenza tra il suono di volume più basso al suono di volume più alto) è di 96 db, a 24 bit è di 144 db teorici (limitati nel mondo reale a 120 db)

[4] La distorsione non ha evidentemente nulla che vedere con la risposta in frequenza.

[5] In un impianto audio la fase o è corretta oppure no, non esistono vie di mezzo. Dipende solo dal fatto di rispettare o meno la polarità dei connettori che vanno dall’ampli alle casse. E oltretutto l’orecchio umano la ignora quasi completamente: in studio di registrazione non è insolito registrare un cantante che ascolta la base non attraverso una cuffia ma attraverso due casse collegate in opposizione di fase – provare per credere, se il microfono è piazzato correttamente non c’è praticamente leak della base nella traccia del cantato, perché i due segnali in opposizione di fase si cancellano una volta registrati – ma il cantante sente lo stesso la base sulla quale canta.

[6] Ovvero svolti con metodologie e condizioni documentate e riproducibili.

[7] In particolare questo studio sugli amplificatori.

[8] Ripeto la definizione tratta dal post sugli mp3: Il test ABX o doppio cieco consiste nel paragonare due fonti audio conosciute (A e B) ad una terza (X) selezionata di volta in volta a caso tra le prime due.

[9] Un altro mitico test in doppio cieco metteva a paragone un cavo audio per collegare le casse da 10.000$ al metro con una stampella in metallo per abiti – indovinate un po’? Esatto, nessuna differenza percepibile…

giovedì 13 maggio 2010

E tutto il resto è brutta musica fatta solamente con la batteria


"Senza parole"


Note e links:
La batteria in foto è quella di tale Mike Portnoy, che (direi per fortuna) non conosco...

martedì 11 maggio 2010

Sylvain Chauveau - Singular forms (sometimes repeated)


Scoperto grazie al solito metodo [1] sono, per una volta, estremamente perplesso.
Il nuovo disco di Sylvain Chauveau, appena scaricato ed ascoltato, è bellissimo.
Ci sono un pianoforte, pochi interventi di elettronica, lievi rumori ambientali a legare il tutto: sette pezzi per poco più di 30 minuti di musica, il formato perfetto per i vecchi amanti degli "album". [2]
Le canzoni sono fatte del materiale già maneggiato da musicisti come Sakamoto, Fennesz e David Sylvian, diciamo una versione meno estrema di "Manafon"?
Ma quello che mi stupisce davvero è la voce di Sylvain Chauveau: bellissima.
Ma uguale precisa identica a David Sylvian, ed usata in modo leggeremente meno enfatico; ma il timbro è quello.

Non so se questo sia un plagio o una fortunata combinazione, o forse un misto delle due cose: d'altronde ognuno ha la voce che si ritrova, e averne una praticamente uguale a quella di David Sylvian è una bella fortuna.
Poi usarla per esplorare territori musicali come minimo contigui a quelli dell'originale, mah...
Forse una irripetibile congiunzione astrale, forse una botta di culo: il francese Sylvain Chauveau questa voce ha, e la usa. Benissimo.
Per il momento [3] di questi dubbi me ne sbatto e ascolto il disco con grande piacere :)


Note e links:
[1] What?

[2] Che mancano anche a me, con i loro 30/40 minuti di musica, invece dell'ora abbondante che è diventata lo standard con i cd.

[3] Nel frattempo mi sto procurando gli altri lavori di Sylvain Chauveau, ho sentito il primo, "The Black Book Of Capitalism", originariamente pubblicato nel 2000 e appena ristampato, ottimo lavoro più tradizionalmente tra minimalismo e glitch, più dalle parti di Fennesz che di David Sylvian, vista anche l'assenza del cantato.

lunedì 10 maggio 2010

Mitsuyoshi Matsuda - Small Sketch


Per chi avesse apprezzato l'ep di Daisuke Miyatani, ecco un altro lavoro da scaricare che appartiene grosso modo alla stessa area espressiva: "Small Sketch" [1] di Mitsuyoshi Matsuda.
Dopo "Scene", il cd 3" con sei pezzi pubblicato qualche mese fa dalla piccolissima etichetta Heath Death Records [2], il nuovo lavoro di Mitsuyoshi prosegue l'esplorazione del primo lavoro: siamo dalle parti del già citato Miyatani o di Message to Bears.
Ovvero chitarre, field recordings, qualche raro synth qui e lì, uno xilofono a punteggiare alcune delle composizioni, una melodica. [3]
Cose così, piccole, minime. Bozzetti di canzoni ("Small Sketch", giustamente), appunti musicali - proprio le cose che preferisco ascoltare in questo periodo...


Note e links:
[1] Pubblicato dalla totokoko label, nuovissima net-label giapponese che ha reso disponibili - in forma totalmente gratuita - già altri 3 lavori di artisti orientali (Giappone, Thailandia, Singapore):
  • Kraffa - Thailandese, territori musicali simili a Mitsuyoshi Matsuda, con maggiori influenze glitch/ambient;
  • Sonicbrat - da Singapore, i più ambient ed ostici del lotto;
  • Tanaka Makoto - 4 ninna-nanne (lullabies) per solo pianoforte, brevissime.

[2] Ma piccolissima davvero, pubblica mini-cd 3" in confezioni completamente diy, in tirature di 30/50 copie.

[3] "Small Sketch" è disponibile solo come download, in formato digitale e gratuito. Per le controindicazioni potetete confrontare il precedente post su Daisuke Miyatani.

sabato 8 maggio 2010

Rolling Stones- Exile on Main Street - rimasterizzato



Dal web:
"Dal prossimo 14 maggio sarà disponibile in Italia la versione rimasterizzata di uno degi album più significativi della storia del rock. Si tratta di “Exile on main street” dei Rolling Stones.
Il disco viene pubblicato rimasterizzato in diverse versioni:

1) STANDARD EDITION (1 CD): track-list originaria, confezionato in super-jewel case. Il cd è rigato personalmente da uno dei membri del gruppo. Comprate almeno la DELUXE EDITION, morti di fame che non siete altro...

2) DELUXE EDITION (2 CD): il secondo CD contiene ben 10 tracce inedite, recentemente riscoperte fra le registrazioni effettuate durante la preparazione dell’album; confezione in elegante digipack a 3 ante e libretto di 12 pagine

3) SUPER-DELUXE EDITION (2 CD + 2 LP + DVD): il dvd include un documentario filmato di 30 minuti con il making of di “Exile” e clip dai film “Ladies & Gentlemen: The Rolling Stones” e l’inedito “Cocksucker Blues”; nella lussuosa confezione è incluso un libro di 52 pagine con copertina rigida, rilegato in brossura, ed alcune cartoline da collezione

4) MEGA-SUPER-DELUXE EDITION (2 CD + 2 LP + 2 DVD): il secondo dvd contiene un documentario filmato di 60 minuti, "The making of the new bank account of Mick Jagger" e l'inedita fotocopia dell'estratto conto del linguacciuto cantante al 31/12/2009; nella confezione è incluso un libro di 512 pagine rilegato in brossura con copertina in marmo di Carrara e medaglie in oro 24k dei componenti della band incastonate nella controcopertina

5) OSTIA-PIU'-DI-LUSSO-DI-COSI'-NON-SAPREI (2 CD + 2 LP + 2 DVD + APPARTAMENTO IN MULTIPROPRIETA' IN SARDEGNA): la multiproprietà, in zona signorile e ben servita, è completa di piscina e giardino privato. Vista sulla Villa del Premier.

6) BERLUSCONI-EDITION: oltre al contenuto della OSTIA-PIU'-DI-LUSSO-DI-COSI'-NON-SAPREI contiene una puttan una zocc una escort a vostra disposizione per 30 giorni

7) VINYL EDITION (2 LP): stesse track-list e confezione della versione originale

8) WAX CILINDER EDITION (36 Rotoli di cera): stessa track list della versione originale, ascoltabile su qualsiasi fonografo Edison

9) PURE ANALOGIC VERSION (1 Cassetta Philips, 1 nastro STEREO-8, 1 bobina per registratore GELOSO + il contenuto della versione 7 ed 8): per i veri appassionati della purezza del suono analogico, contiene una versione in tutti i formati obsoleti possibili.

10) TRUE REMIX VERSION (1 tape 24 TRACKS 2"): contiene il nastro multitraccia originale 24 piste, ascoltabile su qualsiasi registratore 24 tracce da studio per raealizzare i propri remix del disco. Riservato ai più creativi, che non possono non avere a disposizione una macchina così comune in tutte le case."
[1]


Che dire, è bello vedere che dopo tanti anni esistono ancora artisti integerrimi, così affezionati ai loro fan da realizzare operazioni così pure e lontane financo dalla più piccola ipotesi di ambiguità.
Qui è tutto chiaro fin da subito: lo fanno solo per i soldi.
Altro che riedizioni economiche a prezzo ridotto: qui si tratta di inventarsi una maniera per rivendere ancora una volta la stessa cosa agli stessi fan.
Ma diamine, differenziamo il prodotto! Ci sono fan che nel frattempo sono diventati ricchi o benestanti, sfruttiamo anche loro.
Non sembra un disco, ma una macchina, tante sono le versioni e gli "optional"...

E pensare che come dice lo stesso Keith Richards [2]:
"Per riuscire a realizzare un disco di inediti abbiamo dovuto far finta di riesumare delle registrazioni dell'epoca, che però erano così scarse che siamo stati praticamente costretti a reincidere e ricantare il tutto".

La purezza disinteressata di questa operazione artistica, che non contiene neppure un'ombra di sospetto di speculazione, non può che commuovere ogni fan dei Rollinston. Mano al portafogli, e ricompriamo questo disco per l'ennesima volta, chè il Mick ed il Keith c'hanno da pagare le bollette pure loro.

Note e links:
[1] Occhio che quattro di queste versioni sono vere :)

[2] Traduzione a senso, l'originale è su wikipedia.
Un estratto:
Richards continuing, "There wasn't much to be done and I really didn't want to get in the way of what was there. It was missing a bit of body here and there, and I stroked something on acoustic here and there. But otherwise, I really wanted to leave them pretty much as they were. Mick wanted to sort of fix some vocal things, but otherwise, basically they are as we left them 39 years ago."

venerdì 7 maggio 2010

Bollette, pagnotta e recensioni


E' già successo altre volte: nei commenti a un post nasce una discussione su un argomento che mi dispiace lasciare nascosto lì.
Ad esempio nei commenti al post Recensioni "musicali" è nata la discussione che provo a riassumere così:
I giornalisti musicali in Italia, con grande sforzo personale e sprezzo del pericolo, portano avanti un lavoro sporco e pericoloso, a prezzo di inenarrabili sofferenze personali.
Certo, non scrivono proprio quello che vorrebbero o quello che effettivamente pensano, perchè se vogliono essere pubblicati (e pagati, mi verrebbe da aggiungere) devono fare quello che gli dice il cattivo caporedattore.
Così funziona il mondo reale, ed è inutile (anzi, deleterio) muovere qualche critica a questi missionari della propria pagnotta: mica lo fanno per scherzo, loro, lo fanno come lavoro. Quindi gli si deve rispetto. Automaticamente. Con tutta la merda che già gli tocca mangiare per lavorare, ci mancherebbero anche le critiche da parte dei loro lettori.

A questo punto, mi vengono alcuni dubbi [1]:
1. se chi fa un lavoro non può essere criticato - perchè non è uno scherzo, è un lavoro! - allora in base a quale meccanismo è possibile dire che un disco non è bello? Perchè un musicista, chiunque esso sia, quando pubblica un disco lo fa come lavoro. E quindi non può essere criticato?

2. ovvero: "se devo mangiare lasciami stare, qui non si parla di arte, passione e libertà, ma di bollette, spesa al supermercato e affitto da pagare. E quindi faccio qualsiasi compromesso necessario, e guai a chi mi dice qualcosa?"
Ma allora anche i killer professionisti fanno un lavoro per mangiare, come, non so, i mafiosi o i militari o i produttori (e anche gli operai addetti alla costruzione, volendo) di mine antiuomo.
Tutti "assolti" nel nome della bolletta del gas?

3. la libertà di stampa è una cazzata assoluta, invocata (anche) dai giornalisti così tanto per ridere? Se neanche scrivendo una minchia di una recensione di un disco si è liberi di scrivere quello che si vuole (perchè c'è il caporedattore, che dovrà rispondere al direttore, che dovrà rispondere al proprietario, che dovrà etc.) che cosa diavolo leggiamo a fare articoli di politica o economia? A quali proporzionali ricatti saranno sottoposti i giornalisti che parlano di tali argomenti, se già il semplice parlare di musica è sottoposto a tutte queste pressioni?


Note e links:
[1] Al di là del tono scherzoso, mi sembrano dubbi seri...

giovedì 6 maggio 2010

Chitarre



Ne sono sopravvissute due [1] ai tempi del gruppo: le foto le ho prese dal web per comodità, ma sono proprio uguali alle mie.
A sinistra la Gibson ES-335 Dot Black, a destra la Fender Telecaster Japan.
Due leggende.

La Gibson ES-335 - una elettro-acustica nata per il jazz ed il blues - è diventata la macchina da feedback preferita da gruppi come Jesus & Mary Chain.
La Fender Telecaster è stata la prima chitarra della Fender ed è legata a doppio filo ai gruppi country da una parte e ai Clash dall'altra (Joe Strummer suonava una Telecaster).

La Gibson è sicuramente più famosa per altre chitarre (Les Paul, SG "diavoletto") e la Fender per la Stratocaster - ma sono chitarre che a me sono sempre sembrate molto più pacchiane di queste due "signore" della musica.

Obbrobri moderni tipo chitarre a 7 o 8 corde e le varie Jackson-style da metallari per me potrebbero tranquillamente non esistere :)


Note e links:
[1] Ci sarebbe anche la Yamaha acustica, ma non mi è mai veramente piaciuta, prima o poi la vendo. Qualcuno è interessato? :)