giovedì 28 giugno 2012

E quindi?

"I dinosauri sono già stati messi in croce trent'anni fa e sono trent'anni che si riscoprono le chicche sconosciute dei '60: che senso ha oggi dire che palle "Blonde On Blonde" o "Harvest" o "Dark Side"? Che senso ha parlare di musica alternativa e sperimentale?"[1]

Ma anche: che senso ha parlare di musica?
E, perchè no, che senso ha parlare di qualsiasi cosa?

Sul serio: sono un po' stanco.
O forse annoiato.
Ma non riesco più a ritrovare il senso di tutto questo.

Spero sia solo stanchezza, o noia.

E' che tutte le discussioni[2] su questo (e su tutti gli altri blog, volendo) si riducono a:
- a me piace il disco X (il film, il libro, quello che volete voi)
- a me il disco X non piace (il film, il libro, quello che volete voi)

Opinioni entrambe legittime e rispettabilissime, ma poco comunicanti tra di loro.

Spesso la discussione prosegue così:
- se a te piace/non piace il disco X (il film, il libro, quello che volete voi) sei uno stronzo.

E qui di solito è dove a me a me girano i coglioni, ovvero al passaggio dalla discussione sull'oggetto (disco, film, libro, quello che volete voi) alle qualità personali di chi apprezza/non apprezza il disco X (film, libro, quello che volete voi)

In alternativa, si comincia a parlare dell'inutilità dell'esprimere opinioni contrarie alle proprie.

Ecco.
Oggi tutta 'sta roba mi sembra più inutile e inspiegabile del solito.
Perchè continuiamo a farlo?
A quali risultati positivi porta tutto questo?

Cui prodest? (Un po' di latino, tanto per non perdere l'abitudine)
Davvero, ne vale la pena?

Tanto, una discussione potrà essere sempre ridicolizzata da un bel "e chi se ne frega di quello che pensi tu" o da un bel "che senso ha parlare di queste cose?"
Che sono parenti stretti di altri artifici retorici simili (dal mitico "it's only rock'n'roll but I like it" all'efficacissimo "e quindi?" buttato lì per ammazzare un qualsiasi discorso)

Mi chiedo, non sarebbe forse meglio evitare del tutto di esprimere le proprie opinioni?
E quindi?
;)


Note e links:
[1] Questo post nasce da alcune domande fatte da W nei commenti alla vecchia discussione su "Dark Side of the Moon"

[2] Al netto, evidentemente, dai blog agiografici, dove sono previsti solo post e contributi alla discussione di tono positivo.

mercoledì 20 giugno 2012

Sunday Morning

Visto che si sta parlando di Sunday Morning negli ultimi commenti: l'ho già scritto quasi tutto qui, tra post e commenti, lo ripeto così è più semplice trovarlo.

Sunday Morning è purtroppo morto di solitudine: mi sembrava un bell'esperimento, ma invece di diventare un blog collettivo era diventato il blog di allelimo con qualche contributo esterno, e giustamente non è sopravvissuto al mio ritiro.

Se qualcuno è interessato io chiudo immediatamente "Place to be" e ricomincio a scrivere su "Sunday Morning".

Se però deve essere come prima, con tutti che (legittimamente, eh!) prima pensano al proprio blog e poi al blog collettivo, quest'ultimo non ha senso.

Secondo me c'è spazio per far crescere un vero blog musicale collettivo che sia una via di mezzo tra un blog e una rivista on-line, sul modello di SentireAscoltare o OndaRock, ma con in più lo spazio per le discussioni che in una rivista come quelle citate non c'è.
Però dovrebbe essere un progetto condiviso, ovvero quello che Sunday Morning non è mai diventato.

Se dobbiamo rifare il blog di allelimo con qualche contributo esterno, allora preferisco scrivere qui; se diventa invece un progetto condiviso, partecipo più che volentieri e chiudo il mio blog personale.

Per come la vedo io, non ha molto senso cercare di creare un blog collettivo e continuare a mantenerne uno personale.

Mi sembrerebbe molto più logico e intelligente unire le forze e creare qualcosa di più grande della somma delle parti, facendo confluire diversi blog in uno solo.

E' del tutto legittimo pensarla diversamente, e magari partecipare al blog collettivo saltuariamente, più da "collaboratori" che da "proprietari" del blog.
Però ci vuole una squadra di almeno tre/quattro persone che rinuncino al proprio blog per (ri)dare vita a "Sunday Morning", e farlo diventare davvero un blog collettivo.

A queste condizioni partecipo, e mi occupo come prima anche della parte "tecnica".

La mail "collettiva" di Sunday Morning è ancora attiva, chi è interessato può scrivere lì:
info PUNTO sunday PUNTO morning CHIOCCIOLA gmail PUNTO com

martedì 19 giugno 2012

Nuove riviste

Messe di nuove riviste in edicola!
Correte a prenotare le vostre copie, magari due o tre a testa, che l'eroica editoria italiana soffre della crisi, della concorrenza del web, delle piaghe d'egitto e soprattutto della propria ignavia...

Titolo: Playstation Boy
Argomenti: Figa e videogiochi.
Sinossi: Due argomenti che si fondono alla perfezione.
RSVP: Ideale per qualsiasi italiano maschio tra i 14 e i 18 anni.

Titolo: Il Guerin Sporchino
Argomenti: Calcio e figa.
Sinossi: Due argomenti che si fondono alla perfezione.
RSVP: Ideale per qualsiasi italiano maschio.

Titolo: MicroMega
Argomenti: Politica e dimensioni del pene.
Sinossi: Due argomenti che.
RSVP: Ideale per qualsiasi maschio.

Titolo: Red Bull
Argomenti: Tauromachia, Formula Uno e bibite energetiche.
Sinossi: Tre argomenti di classe.
RSVP: Ideale per qualsiasi.

Titolo: Radiocorriere Cucù
Argomenti: programmi televisivi e orologi a pendolo.
Sinossi e RSVP: Due argomenti ideali per la fusione perfetta.

Titolo: Blow Me Up
Argomenti: Musica rock e pompini.
Sinossi: Due argomenti da leccarsi.
RSVP: Ideale.

Titolo: Onda Rock
Argomenti: Nuoto e musica rock.
Sinossi: Chi non ha mai ascoltato musica allenandosi in piscina?
RSVP: Ideale per nuotatori rockettari non-fidanzati di Federica Pellegrini (per loro, meglio il precedente)

Titolo: Muschio Selvaggio
Argomenti: Profumi e popoli nativi primitivi
Sinossi: Due argomenti che per metterli insieme ci vuole un po' di fantasia.
RSVP: Tarzan e Chanel n°5

Titolo: Porckerilla
Argomenti: Salumi e rock alternativo.
Sinossi: Due argomenti che grufolano alla perfezione.
RSVP: Ideale per amanti di sagre paesane (salamella e gruppo indie sfigato)

Titolo: Buscadero
Argomenti: Classic Rock
Sinossi: Bollettino pubblicitario a pagamento di negozio di dischi lombardo.
RSVP: Questo fa decisamente più ridere di tutti: la cosa fantastica è che esiste davvero.

lunedì 18 giugno 2012

Suono - parte seconda (e ultima, giuro)

Questo post è, per una volta, espressamente scritto per far polemica, quindi sì, chi vuole si offenda pure.
E' in edicola il numero 465 di Suono, il "nuovo" mensile di Max Stefani di cui si era già parlato qualche giorno fa.
Tra le tante (auto)presentazioni lette in rete, la più delirante è quella dalla quale traggo le seguenti righe.[1]

Cito:
"... nasce oggi SUONO rivista di musica, direttore il mitico Max Stéfani. Numero 1 perché è bella da sfogliare, divertente da leggere e già autorevole..."

"...In questo numero 1 i contenuti rock e quelli hi-fi si fondono alla perfezione..."

"... una rivista per chi ama il vinile, le copertine, i CD, gli impianti stereo e i giornali di carta. Acquistatene due copie, una da leggere ed una da collezionare, in attesa del numero 2..."


Potrebbe essere un esercizio inutile, ma per chi non avesse colto, vorrei far notare che:
  • Suono è "già autorevole". Perchè? Perchè se lo dicono da soli. Ah beh, sì beh.
  • "Rock e Hi-Fi si fondono alla perfezione" è una frase che può essere partorita solo da qualcuno a sua volta già fuso. Completamente.
  • Questa è bellissima: "Suono" è una rivista per chi ama qualsiasi cosa (vinile, copertine, cd, impianti stereo e giornali di carta) non sia la musica. Scusate se è poco.


Note e links:
[1] Non svelo la fonte, perchè non mi interessa l'autore ma le cazzate che scrive.

[2] Mi spiace solo che su questa rivista scriva uno dei pochi giornalisti musicali italiani degni di rispetto.

giovedì 14 giugno 2012

Dischi minori

Ovvero: quando ci si appassiona a qualcosa, di solito lo si fa partendo dai "big".
Poi si comincia a scavare, a cercare qualcosa di nuovo che dia le stesse (vabbè, più o meno) emozioni, e si finisce per scavare sì, ma sempre più nella serie b del genere.

Nei primi anni '80 ho comprato una quantità di dischi di wave/post-punk/dark di cui non ricordo nemmeno una canzone, ma che al momento mi sembravano indispensabili.
Prima, un buon numero di dischi di rock/beat/glam/prog/blues/etc. di cui non ricordo nemmeno una canzone, ma che al momento mi sembravano indispensabili.
Dopo, anche: nei secondi anni '80 ho comprato un sacco di dischi di garage/psichedelia/stooges di cui non ricordo nemmeno la copertina, ma che al momento mi sembravano indispensabili.
Negli anni '90 ho comprato decine di dischi noise/grunge/shoegaze/indie/alternativi di cui non mi ricordo nemmeno il nome, ma che al momento etc.

Adesso sto cercando di limitare l'acquisto/download di folktronica/noise/drone/etc. alle cose fondamentali, per evitare di riempire l'hard disk di file di cui domani non ricorderò nemmeno l'esistenza etc.

Certo, c'è il problema che le cose fondamentali, quelle che rimangono, le puoi identificare solo a posteriori.
Fortuna che c'è il download, più o meno legale, che aiuta molto a "provare" un po' tutto senza sbattere via vagonate di euro (che in ogni caso non avrei a disposizione) e quindi a cancellare senza troppi rimpianti le cose mediocri.

Però è un fenomeno curioso, no?


Note e links:
[1] Se qualche juventino si offende per la foto, è lì apposta!

martedì 12 giugno 2012

Microphones in the Trees

Microphones in the Trees[1] è un blog che frequento da diversi anni, e tramite il quale ho scoperto alcune cose bellissime e svariate vaccate sesquipedali.[2]
Ma le vaccate non sono importanti, perchè MitT è un blog di quelli che mi danno la speranza, al contrario dei concerti di Springsteen, che la musica non morirà mai.
Perchè fino a quando ci saranno persone che si occuperanno di quello che succede da un punto di vista "obliquo"[3], guardando di lato e ai margini della "storia del rock", beh, il rock potrà continuare a scriverne una significativa, di storia.

MitT esiste da ben sette anni, e ha sempre proposto l'ascolto di musiche poco conosciute: etichette diy, autoproduzioni, edizioni limitate (spesso esaurite e quindi non più acquistabili).
Stando sempre ben attenti a offrire, quando possibile, la scelta tra il download gratuito e l'acquisto, fornendo i link per entrambe le cose, la maggior parte delle volte con il benestare dell'etichetta o dell'artista.
E' lo spirito della condivisione, della scoperta, quello che da sempre ha fatto dire a ognuno di noi agli amici "senti questo disco che ho scoperto oggi".
E' il bello della musica: poterla condividere con gli altri.

MitT ha avuto dei problemi ultimamente, qualcuno non ha apprezzato che un suo disco fosse stato condiviso (rubato, piratato, etc.) e, nonostante sia possibile ottenere con una semplice mail la rimozione del download, ha voluto creare problemi più grossi al blog, che per un breve periodo è stato chiuso.
Qualche dettaglio maggiore sulla chiusura e su - fortunatamente - la sua successiva riapertura lo potete trovare qui.


Note e links:
[1] Il blog lo potete leggere qui: Microphones in the Trees

[2] "Sesquipedali" mi piace molto, volevo usarlo da un po'. Tra le cose bellissime citerei i Message to Bears e i Beggin’ Your Pardon Miss Joan, per le vaccate evito i nomi.

[3] Come si diceva negli anni '70 e '80, chi si ricorda della "musica obliqua"?



venerdì 8 giugno 2012

La morte del rock

Ecco, per una volta lo dico io: il rock è morto.
Ieri sera a San Siro si è tenuta la celebrazione della sua morte con il concerto di Bruce Springsteen.
Mica l'ho visto, eh.
C'era lo spettacolo di fine anno scolastico dei miei figli, e anche ammesso che avessi dovuto scegliere, avrei scelto quello, mica il Boss.
Perchè poi, a leggere i resoconti di chi c'è stato, il genere di spettacolo era lo stesso: intrattenimento per famiglie, bambini sul palco, genitori e nonni tra il pubblico.
Che vi devo dire.
Il rock non è intrattenimento per famiglie.
Perlomeno, non è nato così.
E' nato "contro".
Era la musica che non piaceva ai tuoi genitori, era la musica che serviva, almeno un po', a darti un'identità, a ribellarti.
Il rock per famiglie, accipicchia.
Che brutta fine.

giovedì 7 giugno 2012

Micro-melodia

Una cosa che ho sempre trovato affascinante è la presenza, in alcune canzoni, di micro-strutture melodiche a sè stanti, che non si ripetono durante il resto del pezzo, ma restano un unicum che lo caratterizza anche più di un riff o di un hook più tradizionali.
Non so se esista un termine musicale appropriato per questo, e se esiste non lo conosco.[xx]
Meglio quindi partire dagli esempi, che non è facilissimo da descrivere a parole.

Beatles - Hey Jude
Intorno alla metà della canzone McCartney canta "So let it out and let it in", e anche se in realtà sulla stessa piccola variazione melodica viene cantato un altro verso più avanti, è solo con questa frase che si realizza quella micro-struttura perfetta di cui voglio parlare. Tanto è vero che, nel peraltro inutile e innaturale disco "One" di qualche anno fa, George Martin ha clonato questa microstruttura ripetendola più volte, e rendendola infinitamente meno efficace rispetto all'originale.

David Bowie - Five Years
E' il punto in cui Bowie canta "Smiling and waving and looking so fine", verso la fine della canzone.
Anche qui il cantato realizza una micro-melodia all'interno della melodia principale, che non si ripete in nessun altro punto del brano, ed è estremamente caratterizzante: anche dal vivo Bowie rimarca particolarmente questo passaggio, che ha in comune con quello già ricordato prima un'immediata orecchiabilità.

Swervedriver - Ejector Seat Reservation
Questo è meno famoso dei primi due, il pezzo è tratto dall'omonimo album del 1995, che è uno dei punti più alti dello shoegazing[2] tutto.
La micromelodia è realizzata dalla frase "We're so earthbound in every town", in realtà unico sprazzo di quasi melodia nella strofa di un pezzo molto "parlato/recitato", che come già gli altri due ti spinge a voler riascoltare da capo la canzone.

La differenza tra questi micro-passaggi e il classico hook è che quest'ultimo viene generalmente ripetuto più volte durante la canzone, mentre questi esempi di micro-melodie sono degli unicum all'interno del pezzo.
Per chi non avesse familiarità con il concetto di hook, c'è una bella descirizone su wikipedia in inglese (in italiano la voce manca):
"A hook is a musical idea, often a short riff, passage, or phrase, that is used in popular music to make a song appealing and to "catch the ear of the listener". The term generally applies to popular music, especially rock music, hip hop, dance music, and pop. In these genres, the hook is often found in, or consists of, the chorus. A hook can, in general, be either melodic or rhythmic, and often incorporates the main motif for a piece of music."

Note e links:
[1] Ma se qualcuno ne sa di più, ben vengano le correzioni/spiegazioni.

[2] Etichetta che non amo, ma giusto per capirsi.