E insomma, mi arrendo, dai.
Non ho più tempo-barra-voglia di aggiornare il blog.
E' stato bello scrivere qui, conoscere tante persone interessanti, partecipare a discussioni divertenti, e molto mi spiace non riuscire a continuare.
Ma di tempo ne ho sempre meno, e quando ne ho un po' libero vado su Facebook.
Che è meno approfondito etc., chi lo nega.
Ma anche tanto più veloce e meno impegnativo di un blog.
Per chi vuole, continuiamo a vederci di là.
Place to Be
Blog a chiusura estemporanea
("A mio parere, secondo me, io penso che, credo ma potrei sbagliarmi, la mia umile opinione è che, se non è troppo disturbo
mi azzarderei a sostenere che" - distribuire a piacere in ogni cosa da me scritta!)
giovedì 10 luglio 2014
martedì 25 marzo 2014
Del perchè non si vendono più dischi e biglietti per i concerti
a) Ai ventenni i concerti e la musica non interessano tanto quanto interessavano a noi alla lora età. Pace e amen.
b) Se tu suoni e la gente non viene a vederti (o non compra i tuoi dischi), ci sono le due seguenti spiegazioni:
1. tu sei bravissimo e la gente non capisce un cazzo
2. tu non suoni quello che la gente vuole ascoltare, o non lo suoni abbastanza bene.
La prima spiegazione ce la diamo tutti riguardo al perchè il nostro gruppo non sia primo in classifica, ma quella giusta è la seconda.
Note e links:
Post riciclato da un commento che avevo lasciato su Facebook qualche giorno fa, per la serie "autoconsapevolezza".
b) Se tu suoni e la gente non viene a vederti (o non compra i tuoi dischi), ci sono le due seguenti spiegazioni:
1. tu sei bravissimo e la gente non capisce un cazzo
2. tu non suoni quello che la gente vuole ascoltare, o non lo suoni abbastanza bene.
La prima spiegazione ce la diamo tutti riguardo al perchè il nostro gruppo non sia primo in classifica, ma quella giusta è la seconda.
Note e links:
Post riciclato da un commento che avevo lasciato su Facebook qualche giorno fa, per la serie "autoconsapevolezza".
giovedì 20 marzo 2014
Pareidolia acustica
Fantastico il post di Joyello di qualche giorno fa, che parlando di Funky Town dei Lipps, Inc. mi ha fatto scoprire il fenomeno della "pareidolia acustica".
La spiegazione è necessaria. Il primo verso della canzone, a 0'11" dall'inizio del video, in inglese, suona così:
"Gotta make a move to a town that’s right for me"
Se lo ascoltate guardando le parole scritte qui sopra, è chiarissimo.
Se invece lo ascoltate guardando la frase qui sotto:
"Caro amico mio, culattone, aspettami"
Beh, accidenti, è chiarissimo anche qui: dice proprio queste parole in italiano!
Ora, per "pareidolia acustica" si intende la capacità della mente di ingannare le orecchie (o il contrario), attribuendo un senso compiuto a qualcosa che non ha forma o ne ha un'altra completamente diversa.[1]
Su Facebook invece qualcuno ha postato l'immagine qui sotto:
La serie di Batman che prende a schiaffoni Robin è ormai un classico: in questo particolare caso si parla di un Minimoog originale contro la sua replica al computer sotto forma di strumento VSTi.
A mio parere il 99,99% delle persone (quorum ego) NON è in grado di distinguere in un disco una parte suonata con un vero minimoog da una suonata da una sua replica virtuale.
Così come il 99,99% delle persone non è in grado di distinguere una parte suonata con una Stratocaster pre-CBS da una suonata con una replica coreana o cinese, anzi: mi piacerebbe trovare qualcuno che da una registrazione su disco sia in grado di distinguere se una parte è stata suonata con una Fender o con una Gibson...
Quindi, tirando le somme: orecchie e cervello sono strumenti sofisticatissimi, eppure ingannarli è semplicissimo.
Ma gli appassionati di supporti fonografici, i musicisti, gli audiofili, sono tutti pronti a giurare che le loro convinzioni siano assolutamente oggettive: il tal supporto fonografico suona meglio di quell'altro, il tal modello di chitarra costruito nel tal anno suona meglio di quell'altro, il tale cavo per la corrente elettrica suona meglio etc.
Hanno quasi più ragione i collezionisti, che sono disposti a pagare di più la stessa identica musica se contenuta in una particolare edizione piuttosto che in un'altra: almeno non affermano che "si sente meglio"...
Note e links:
[1] Su Wikipedia c'è una buona spiegazione del fenomeno.
La spiegazione è necessaria. Il primo verso della canzone, a 0'11" dall'inizio del video, in inglese, suona così:
"Gotta make a move to a town that’s right for me"
Se lo ascoltate guardando le parole scritte qui sopra, è chiarissimo.
Se invece lo ascoltate guardando la frase qui sotto:
"Caro amico mio, culattone, aspettami"
Beh, accidenti, è chiarissimo anche qui: dice proprio queste parole in italiano!
Ora, per "pareidolia acustica" si intende la capacità della mente di ingannare le orecchie (o il contrario), attribuendo un senso compiuto a qualcosa che non ha forma o ne ha un'altra completamente diversa.[1]
Su Facebook invece qualcuno ha postato l'immagine qui sotto:
La serie di Batman che prende a schiaffoni Robin è ormai un classico: in questo particolare caso si parla di un Minimoog originale contro la sua replica al computer sotto forma di strumento VSTi.
A mio parere il 99,99% delle persone (quorum ego) NON è in grado di distinguere in un disco una parte suonata con un vero minimoog da una suonata da una sua replica virtuale.
Così come il 99,99% delle persone non è in grado di distinguere una parte suonata con una Stratocaster pre-CBS da una suonata con una replica coreana o cinese, anzi: mi piacerebbe trovare qualcuno che da una registrazione su disco sia in grado di distinguere se una parte è stata suonata con una Fender o con una Gibson...
Quindi, tirando le somme: orecchie e cervello sono strumenti sofisticatissimi, eppure ingannarli è semplicissimo.
Ma gli appassionati di supporti fonografici, i musicisti, gli audiofili, sono tutti pronti a giurare che le loro convinzioni siano assolutamente oggettive: il tal supporto fonografico suona meglio di quell'altro, il tal modello di chitarra costruito nel tal anno suona meglio di quell'altro, il tale cavo per la corrente elettrica suona meglio etc.
Hanno quasi più ragione i collezionisti, che sono disposti a pagare di più la stessa identica musica se contenuta in una particolare edizione piuttosto che in un'altra: almeno non affermano che "si sente meglio"...
Note e links:
[1] Su Wikipedia c'è una buona spiegazione del fenomeno.
lunedì 10 marzo 2014
Qualcosa
1) Diavolo, non ciò più tempo.. :(
2) Non per scrivere un intero post, comunque. A volte scrivo due stupidate su Facebook però.
3) Ho scaricato un due mesi fa The Beatles - The Stereo Remasters, da allora ascolto solo quello, quindi in ogni caso non avrei nulla di nuovo di cui parlare.
Verranno tempi migliori, sperèm.
Per il momento, boh.
2) Non per scrivere un intero post, comunque. A volte scrivo due stupidate su Facebook però.
3) Ho scaricato un due mesi fa The Beatles - The Stereo Remasters, da allora ascolto solo quello, quindi in ogni caso non avrei nulla di nuovo di cui parlare.
Verranno tempi migliori, sperèm.
Per il momento, boh.
lunedì 23 dicembre 2013
Buon Natale
Periodo un po' così, non trovo più il tempo di aggiornare il blog.
Speriamo nell'anno nuovo, che peggio di questo non sarà facilissimo...
Buon Natale e buon anno a tutti.
:)
Speriamo nell'anno nuovo, che peggio di questo non sarà facilissimo...
Buon Natale e buon anno a tutti.
:)
venerdì 8 novembre 2013
Suonare con il computer
Volevo chiedervi: quanti di voi suonano a casa con il computer?
Io lo faccio piuttosto regolarmente, un paio di volte alla settimana almeno indosso le cuffie e mi metto lì, con la mia chitarrina attaccata al computer.
Solo che, nonostante (o a causa di) le infinite possibilità che il computer offre, non combino mai un cazzo.
Perchè sono troppe, le possibilità.
Una volta, diciamo vent'anni fa, ti veniva voglia di provare a mettere un coso sulla chitarra, diciamo un chorus.
Andavi a vedere nel tuo negozio di strumenti i chorus, e se avevi una discreta confidenza[1] col negoziante potevi pure provarne uno o due.
A quel punto, se il risultato ti convinceva, compravi "Seconda mano" per un bel 15 giorni, in attesa che qualcuno vendesse usato un pedale come quello che serviva a te.
Oppure, in caso di disponibilità di suffcienti fondi, potevi addirittuta comprarlo nuovo.
Non succedeva quasi mai eh.
Diciamo che nel giro di due/tre settimane mettevi le mani sull'agognato coso.
Poi ci passavi un bel 15 giorni a provarlo, cercando di capirne possibilità etc. e finalmente entrava a far parte del tuo normale setup.
Prima di interessarti a un nuovo coso c'era l'intervallo fisiologico necessario a mettere da parte i soldi necessari all'eventuale nuovo acquisto, e tale intervallo fisiologico veniva usato per spremere dal coso tutte le sue possibilià.
Avevi solo quello, con quello dovevi giocare.
E, finito di giocare, di solito venivano fuori le canzoni.
Oggi, invece.
Anche volendo limitarsi agli strumenti virtuali gratuiti - che poi ci sono quelli a pagamento. E, naturalmente, quelli craccati. Ma io non li uso... - c'è sempre un nuovo coso.
Un nuovo ampli da provare, un delay da inserire, una combinazione di effetti da verificare.
Non smetti mai di giocare.
Così, invece di fare musica, provo i suoni.
Ho decine di "canzoni" con un accordo di chitarra processato in maniera sempre diversa.
(E quindi non sono "canzoni", ma registrazioni di accordi di chitarra processati etc.)
Canzoni complete, caspita: credo di non averne nemmeno una.
Possiamo fare un paragone tra l'abbondanza di dischi e l'abbondanza di dispositivi per fare musica?
Perchè i VST/VSTi sono per il musicista l'equivalente degli mp3 (gratuiti e/o a pagamento e/o rubati, il parallelo è prefetto anche qui)
Se esce il nuovo modello di ampli virtuale che suona come un Fender Twin Reverb del 1965, come fai a non provarlo?
Se esce il nuovo dely che riproduce il Roland RE201 del 1973 (con funzionamento a bucket brigade), come fai a non provarlo?
Se esce il nuov compressore modellato su quello delle console originali anni '60 degli studi di Abbey Road, come fai a non provarlo?
Se esce il nuovo pianoforte virtuale che etc. etc.
Per ogni prova van via le mezz'ore eh.
Quindi accendi il computer, fai partire la DAW, installi e colleghi i nuovi giocattolini da provare e registri un paio di accordi.
Poi giochi con i parametri per sentire cosa succede al suono.
Ci aggiungi questo e quello, magari improvvisi pure un po' sui due accordi messi in loop.
Alla fine hai un abbozzo di canzone, senza struttura nè niente, su cui probabilmente non tornerai mai.
Perchè la volta dopo accenderai il computer - magari anche con l'idea di riprendere in mano quella roba lì dell'altro giorno, che non era poi così male.
Non fosse che nel frattempo hai scaricato il nuovo coso e il nuovissimo robo, e non vuoi sentire come suonano anche questi?
Dopo un paio di mezz'orette, hai una nuova serie di accordi che non fanno mezza canzone, con magari un'idea carina che tanto non svilupperai mai più: perchè la prossima volta etc.
Poi oh, magari sono io che manco di disciplina e rigore compositivo, ma mi farebbe piacere sapere se c'è qualcun altro sulla mia stessa barca.
Magari con qualche idea per scenderne...
Note e links:
[1] Non era nemmeno difficilissimo: dopo aver comprato un paio tra chitarre, amplificatori e synth il negoziante cominciava a prenderti sul serio.
Io lo faccio piuttosto regolarmente, un paio di volte alla settimana almeno indosso le cuffie e mi metto lì, con la mia chitarrina attaccata al computer.
Solo che, nonostante (o a causa di) le infinite possibilità che il computer offre, non combino mai un cazzo.
Perchè sono troppe, le possibilità.
Una volta, diciamo vent'anni fa, ti veniva voglia di provare a mettere un coso sulla chitarra, diciamo un chorus.
Andavi a vedere nel tuo negozio di strumenti i chorus, e se avevi una discreta confidenza[1] col negoziante potevi pure provarne uno o due.
A quel punto, se il risultato ti convinceva, compravi "Seconda mano" per un bel 15 giorni, in attesa che qualcuno vendesse usato un pedale come quello che serviva a te.
Oppure, in caso di disponibilità di suffcienti fondi, potevi addirittuta comprarlo nuovo.
Non succedeva quasi mai eh.
Diciamo che nel giro di due/tre settimane mettevi le mani sull'agognato coso.
Poi ci passavi un bel 15 giorni a provarlo, cercando di capirne possibilità etc. e finalmente entrava a far parte del tuo normale setup.
Prima di interessarti a un nuovo coso c'era l'intervallo fisiologico necessario a mettere da parte i soldi necessari all'eventuale nuovo acquisto, e tale intervallo fisiologico veniva usato per spremere dal coso tutte le sue possibilià.
Avevi solo quello, con quello dovevi giocare.
E, finito di giocare, di solito venivano fuori le canzoni.
Oggi, invece.
Anche volendo limitarsi agli strumenti virtuali gratuiti - che poi ci sono quelli a pagamento. E, naturalmente, quelli craccati. Ma io non li uso... - c'è sempre un nuovo coso.
Un nuovo ampli da provare, un delay da inserire, una combinazione di effetti da verificare.
Non smetti mai di giocare.
Così, invece di fare musica, provo i suoni.
Ho decine di "canzoni" con un accordo di chitarra processato in maniera sempre diversa.
(E quindi non sono "canzoni", ma registrazioni di accordi di chitarra processati etc.)
Canzoni complete, caspita: credo di non averne nemmeno una.
Possiamo fare un paragone tra l'abbondanza di dischi e l'abbondanza di dispositivi per fare musica?
Perchè i VST/VSTi sono per il musicista l'equivalente degli mp3 (gratuiti e/o a pagamento e/o rubati, il parallelo è prefetto anche qui)
Se esce il nuovo modello di ampli virtuale che suona come un Fender Twin Reverb del 1965, come fai a non provarlo?
Se esce il nuovo dely che riproduce il Roland RE201 del 1973 (con funzionamento a bucket brigade), come fai a non provarlo?
Se esce il nuov compressore modellato su quello delle console originali anni '60 degli studi di Abbey Road, come fai a non provarlo?
Se esce il nuovo pianoforte virtuale che etc. etc.
Per ogni prova van via le mezz'ore eh.
Quindi accendi il computer, fai partire la DAW, installi e colleghi i nuovi giocattolini da provare e registri un paio di accordi.
Poi giochi con i parametri per sentire cosa succede al suono.
Ci aggiungi questo e quello, magari improvvisi pure un po' sui due accordi messi in loop.
Alla fine hai un abbozzo di canzone, senza struttura nè niente, su cui probabilmente non tornerai mai.
Perchè la volta dopo accenderai il computer - magari anche con l'idea di riprendere in mano quella roba lì dell'altro giorno, che non era poi così male.
Non fosse che nel frattempo hai scaricato il nuovo coso e il nuovissimo robo, e non vuoi sentire come suonano anche questi?
Dopo un paio di mezz'orette, hai una nuova serie di accordi che non fanno mezza canzone, con magari un'idea carina che tanto non svilupperai mai più: perchè la prossima volta etc.
Poi oh, magari sono io che manco di disciplina e rigore compositivo, ma mi farebbe piacere sapere se c'è qualcun altro sulla mia stessa barca.
Magari con qualche idea per scenderne...
Note e links:
[1] Non era nemmeno difficilissimo: dopo aver comprato un paio tra chitarre, amplificatori e synth il negoziante cominciava a prenderti sul serio.
giovedì 7 novembre 2013
I miei Beatles
I Beatles: argomentino niente facile eh.
Io li ho affrontati di sguincio un paio di volte, qui e qui
Ma fare un post sui Beatles e sui loro dischi, non sono capace.
Perchè qui sì, è già stato detto tutto.
Invece, in qualità di "Bitolsiano di rito Maccartiano" posso parlare dei "miei" Beatles, perchè ho più di un ricordo legato a loro.
Il primo (ma è un ricordo di seconda mano, raccontato da nonni e genitori) è di un allelimo tre-enne ubriaco di musica dopo aver ballato fino allo sfinimento il 45giri di "She Loves You". Fossi stato nei miei genitori, da lì avrei fatto in modo di tenermi il più lontano possibile dalla musica negli anni successivi...
Il secondo, un aneddotto letto su un giornale tipo "Oggi", parecchi anni fa, nella sala d'aspetto di un dottore.
Casa McCartney, tardi anni '70.
Una delle figlie ha un fidanzatino, tipo sui 13/14 anni, che viene a prendere la McCartney figlia per andare a una festa.
Paul lo intrattiene mentre aspetta che la figlia sia pronta per uscire, e gli domanda, così per rompere il ghiaccio, cosa fa di bello a parte la scuola.
Il ragazzo, timidamente: "beh ho un gruppo, suono la chitarra con gli amici"
E Paul: "Forte! Anch'io avevo messo su un gruppo con gli amici quando avevo la vostra età"
Ecco, a me sta cosa qui mi sembra l'esempio perfetto dell'english understatement.
Il terzo, quando li ho scoperti davvero.
Musicalmente parlando intendo.
Perchè fino alla fine degli anni '80 li ho ignorati.
Per me erano quelli "yè yè yè".
Sapete: i capelloni, le ragazzine urlanti, il caschetto e le giacche "alla Beatles", il fenomento mediatico.
La prima boy band della storia, in fondo.
Insomma i Beatles erano "il gruppo rock" che conoscevano tutti.
Anche quelli che non si interessavano alla musica sapevano chi fossero.
Per dire, sia i miei genitori che tutti i genitori dei miei amici avevano in casa almeno un disco dei Beatles.
A casa mia c'era il 45 di She Loves You, il Doppio Bianco e una raccolta di successi, probabilmente un disco del Reader's Digest.
Li conoscevano tutti, e quindi in realtà non li conosceva nessuno, perchè era una consocenza superficiale, limitata agli aspetti mediatici e non musicali.
Perchè in realtà loro avevano registrato "Tomorrow Never Knows" nel 1966, che se uscisse oggi sarebbe ancora avanguardia rock.
Poi mi è capitato di ascoltare, non ricordo perchè, "The Magical Mystery Tour".
Dico: "Strawberry Fields", "Penny Lane" e "I'm The Walrus".
Più "The Fool on the Hill", "Hello Goodbye" e "All you need is Love".
Ecco, li ho ascoltati per la prima volta "da musicista" (indegno, inadeguato, etc.) e insomma, altro che yè yè.
Un gruppo della madonna, musicalmente parlando.
Da allora, Paul McCartney è diventato il mio Beatle preferito, perchè era lui il vero musicista, il vero genio dietro le registrazioni dei Beatles.
Certo, John Lennon genio ribelle, George Martin arrangiatore, tutto quello che volete.
Ma quello con le idee, quello che teneva insieme il gruppo era Paul.
Note e links:
[1] Per capire l'arte dei Beatles, due libri:
Mark Lewisohn - Otto anni ad Abbey Road (The complete Beatles recording)
Ian MacDonald - The Beatles: l'opera completa (Revolution in the Head)
Il primo affronta tutte le loro registrazioni in ordine cronolgico, il secondo affronta tutte le canzoni nello stesso ordine.
Più orientato all'aspetto tecnico di studio uno e più all'aspetto tecnico musicale l'altro, messi insieme fanno capire cosa voglia dire "creatività".
"Otto anni" è purtroppo tradotto un po' alla cazzo, con quasi tutti i termini tecnici e musicali resi in modo ridicolo da qualcuno che non sa di cosa stia parlando, ma ci si passa sopra.
Io li ho affrontati di sguincio un paio di volte, qui e qui
Ma fare un post sui Beatles e sui loro dischi, non sono capace.
Perchè qui sì, è già stato detto tutto.
Invece, in qualità di "Bitolsiano di rito Maccartiano" posso parlare dei "miei" Beatles, perchè ho più di un ricordo legato a loro.
Il primo (ma è un ricordo di seconda mano, raccontato da nonni e genitori) è di un allelimo tre-enne ubriaco di musica dopo aver ballato fino allo sfinimento il 45giri di "She Loves You". Fossi stato nei miei genitori, da lì avrei fatto in modo di tenermi il più lontano possibile dalla musica negli anni successivi...
Il secondo, un aneddotto letto su un giornale tipo "Oggi", parecchi anni fa, nella sala d'aspetto di un dottore.
Casa McCartney, tardi anni '70.
Una delle figlie ha un fidanzatino, tipo sui 13/14 anni, che viene a prendere la McCartney figlia per andare a una festa.
Paul lo intrattiene mentre aspetta che la figlia sia pronta per uscire, e gli domanda, così per rompere il ghiaccio, cosa fa di bello a parte la scuola.
Il ragazzo, timidamente: "beh ho un gruppo, suono la chitarra con gli amici"
E Paul: "Forte! Anch'io avevo messo su un gruppo con gli amici quando avevo la vostra età"
Ecco, a me sta cosa qui mi sembra l'esempio perfetto dell'english understatement.
Il terzo, quando li ho scoperti davvero.
Musicalmente parlando intendo.
Perchè fino alla fine degli anni '80 li ho ignorati.
Per me erano quelli "yè yè yè".
Sapete: i capelloni, le ragazzine urlanti, il caschetto e le giacche "alla Beatles", il fenomento mediatico.
La prima boy band della storia, in fondo.
Insomma i Beatles erano "il gruppo rock" che conoscevano tutti.
Anche quelli che non si interessavano alla musica sapevano chi fossero.
Per dire, sia i miei genitori che tutti i genitori dei miei amici avevano in casa almeno un disco dei Beatles.
A casa mia c'era il 45 di She Loves You, il Doppio Bianco e una raccolta di successi, probabilmente un disco del Reader's Digest.
Li conoscevano tutti, e quindi in realtà non li conosceva nessuno, perchè era una consocenza superficiale, limitata agli aspetti mediatici e non musicali.
Perchè in realtà loro avevano registrato "Tomorrow Never Knows" nel 1966, che se uscisse oggi sarebbe ancora avanguardia rock.
Poi mi è capitato di ascoltare, non ricordo perchè, "The Magical Mystery Tour".
Dico: "Strawberry Fields", "Penny Lane" e "I'm The Walrus".
Più "The Fool on the Hill", "Hello Goodbye" e "All you need is Love".
Ecco, li ho ascoltati per la prima volta "da musicista" (indegno, inadeguato, etc.) e insomma, altro che yè yè.
Un gruppo della madonna, musicalmente parlando.
Da allora, Paul McCartney è diventato il mio Beatle preferito, perchè era lui il vero musicista, il vero genio dietro le registrazioni dei Beatles.
Certo, John Lennon genio ribelle, George Martin arrangiatore, tutto quello che volete.
Ma quello con le idee, quello che teneva insieme il gruppo era Paul.
Note e links:
[1] Per capire l'arte dei Beatles, due libri:
Mark Lewisohn - Otto anni ad Abbey Road (The complete Beatles recording)
Ian MacDonald - The Beatles: l'opera completa (Revolution in the Head)
Il primo affronta tutte le loro registrazioni in ordine cronolgico, il secondo affronta tutte le canzoni nello stesso ordine.
Più orientato all'aspetto tecnico di studio uno e più all'aspetto tecnico musicale l'altro, messi insieme fanno capire cosa voglia dire "creatività".
"Otto anni" è purtroppo tradotto un po' alla cazzo, con quasi tutti i termini tecnici e musicali resi in modo ridicolo da qualcuno che non sa di cosa stia parlando, ma ci si passa sopra.
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