martedì 20 agosto 2013

Crate surfing - remix

Vacanze finite, riprendo da dove mi ero fermato due settimane fa: ricordi sparsi di crate surfing.

- quando quello davanti a voi era lentissimo, tipo che ci metteva trenta secondi per ogni disco invece di due.
Perchè due secondi era la velocità media accettata per il buon surfer: occhiata generica alla copertina, decisione al volo (non mi interessa)
Ammessa la pausa intorno ai trenta secondi per approfondire un disco passibile di essere comprato, con prelievo e spostamento all'inizio dello scaffale, insieme agli altri candidati all'acquisto.

- quando quello davanti faceva la cosa detta qui sopra con quel cazzo di disco che tu non avevi e ti avrebbe cambiato la vita se.
E allora cercavi di influenzarlo mentalmente, pensando fortissimo "mettilo giù, non è bello, mettilo giù, bastardo!"
Che una volta ha pure funzionato, e il tipo ha messo giù il cd di "Chorus" dei Flying Saucer Attack, l'ho comprato io e mi ha cambiato la vita.
Vabbè no, ma almeno i quaranta minuti dedicati all'ascolto, sì.

- quando quello davanti (vedi caso precedente), invece di metterlo giù, il disco lo "nascondeva", mettendolo ad esempio nello scaffale di una lettera diversa...
Ma tu l'avevi seguito in giro per il negozio, e allora alla lettera "T", nascosto sul fondo, ultimi dieci dischi, c'era, per dire, "Rid of Me" di PJ Harvey, così nuovo che era uscito da meno di una settimana e tu non l'avevi ancora visto nemmeno nei negozi del nuovo.
E anche di questo non potevi assolutamente fare a meno. Almeno per quei quaranta minuti etc.

- quando finalmente riuscivi (dopo aver speso in dischi decine di stipendi) a entrare nel giro delle conoscenze (non dico amicizie, quelle erano un'altra cosa) del negoziante, che non solo ti salutava, ma addiritura arrivava a tenerti da parte quei due dischi che oggi non ciò abbastanza soldi, torno settimana prossima e li prendo.

- quando arrivavi al top della conoscenza col negoziante, che ti ammetteva al giro ristretto di quelli che potevano dare un'occhiata ai dischi non ancora esposti, compresi magari quelli messi da parte per gli amici, dischi in cui i comuni mortali non avrebbero mai avuto il piacere di imbattersi durante il crate surfing.

- quando, molto tempo prima, diciamo verso i sedici anni, avevi messo in piedi con alcuni amici un sistema infallibile per distrarre il negoziante, e al prezzo di un lp ne portavate fuori dal negozio quattro o cinque alla volta, nascosti tra zaini e sacchetti.
E non vi hanno mai beccato eh, che a ripensaci adesso vi vengono i brividi di terrore...

- quando (e qui mi ripeto, ne avevo già scritto nei commenti al post precedente) sognavi di notte (ma non per modo di dire, lo sognavi sul serio) di essere nel tuo negozio di dischi usati "ideale".
Che era un misto di quelli che frequentavi regolarmente, solo più grande, più bello, più fornito e con prezzi migliori.
E trovavi tutti quei dischi di cui avevi solo letto su Rockerilla o sul Mucchio, e potevi pure comprarli perchè costavano pochissimo e per qualche sconosciuta ragione tu eri ricchissimo.
E li compravi, tutti: il 45 introvabile e il bootleg del concerto che non eri riuscito a vedere e il nuovo lp in edizione limitata del più grande gruppo della storia del rock.
Poi ti svegliavi, e per qualche minuto ti rimaneva adosso un acuta sensazione di perdita: perchè quei dischi lì, che avevi comprato e te li eri rigirati tra le mani, aspettando solo di arrivare a casa per metterli sullo stereo e finalmente ascoltarli, non erano mica veri.
E il negozio in cui li avevi comprati non esisteva, e tu non eri mica ricchissimo.
E pensa un po' che inconscio del cazzo che avevo, invece di farmi sognare di trombare con fighe stratosferiche e girare in Ferrari, mi faceva sognare di comprare dischi in un negozio dell'usato...