Credo che esista una vasta non-conoscenza di argomenti tecnici legati alla musica anche tra chi si dice "appassionato", sia per quello che riguarda gli aspetti musicali in senso stretto (composizione, arrangiamento) che per quello che riguarda gli aspetti tecnici legati alla realizzazione dei supporti fonografici (registrazione e produzione fisica).
Secondo me, sono cose che aiutano a capire meglio la musica. Probabilmente lo penso solo perchè sono sbruffone e pedante, ma con la mia tipica spocchia ne parlo lo stesso.
Quindi, come si produce un disco?
In sintesi:
1 - Si registrano i diversi strumenti su un registratore multitraccia (multitrack recording)
2 - Si mixa la registrazione su due tracce (mixdown o stereo mixdown)
3 - Si masterizza il mixdown (master)
Il "master" può essere differente tra la produzione di un cd o di un vinile.
Partendo dal master, per produrre un cd:
4 - Si prepara un "Glass master" (immagine positiva)
5 - Dal Glass master si ricavano diverse matrici di stampa, in metallo (immagine negativa)
6 - Dalle matrici si ricavano, per mezzo di una pressa, i cd (immagine positiva)
Per produrre un vinile:
4 - Dal master si ricava la "lacca" (lacquer) tramite un apposito "giradischi" (lathe cutting) (immagine positiva)
5 - Dalla lacca si ricava la "matrice" (master matrix) (immagine negativa)
6 - Dalla matrice si ricavano le "madri" (mothers) (immagine positiva)
7 - Dalle madri si ricavano le "stampatrici" (stampers) (immagine negativa)
8 - Dalle stampatrici, per mezzo di una pressa, si ricavano i dischi in vinile
Per una web release
4 - Si mette online una copia del master, codificata in mp3 o flac (o uno dei diversi formati audio possibili)
Naturalmente, ogni passaggio da 1) a 4) può essere fatto in forma analogica o digitale.
Più probabilmente, mista.
L'argomento di cui vorrei discutere oggi è quello che succede nella fase che porta da 3) a 4)
Abbiamo il nostro master (su nastro o su file), equalizzato e ben livellato, con i pezzi in sequenza pronti per essere messi su un "disco".
Diciamo che per ragioni nostre vogliamo realizzare un disco in vinile.
Ci rechiamo in uno studio in grado di trasferire il nostro master su una lacca.
Al giorno d'oggi, il master è caricato su una DAW[1], elaborato all'interno del dominio digitale e splittato in due segnali identici: uno che va al computer che calcola la distanza tra due solchi successivi, e l'altro, ritardato del tempo necessario ad una rotazione del piatto, al cutter della lacca.
Le risoluzioni usate dalla DAW sono generalmente 24 bit a 44,1 Khz.
Cioè, neppure quelle risoluzioni "estreme" (e completamente inutili) che i costruttori di apparecchiature audio "spingono" (32 bit a 192 Khz) per poter vendere qualcosa di nuovo...
Cioè 2, praticamente tutti i "vinili" prodotti adesso sono generati a partire da un segnale digitale.
Ma la cosa più bella è che fino agli anni '70 per il cut delle lacche si utilizzavano macchine costosissime a doppia testina (tipicamente Studer) che generavano due segnali identici, uno per la lacca ed uno per il controller che decide lo spazio tra i solchi.
Per far funzionare il tutto, i due segnali dovevano essere perfettamente identici: e quindi era necessario avere, oltre al registratore, due set identici per il percorso del segnale: ovvero compressori, limitatori ed equalizzatori doppi, e un banco mixer con un doppio percorso per il segnale: in sintesi, costava una paccata assurda di soldi, e gli studi di cut erano pochissimi.
A inizio anni '70 iniziò la commercializzazione dei primi delay digitali: il primo in assoluto fu, nel 1971, il Lexicon Delta T-101 (banda passante di 10 Khz e s/n ratio di 60 db, ovvero, in termini odierni, una ciofeca, ma per l'epoca una rivoluzione).
In capo a pochi anni i delay digitali erano diventati abbastanza economici da poter essere usati in alternativa ai registratori a doppia testina: l'uscita dal mixer veniva splittata in 2, il segnale diretto ("analogico") veniva mandato al controller dello spazio tra i solchi, e il segnale in uscita dal delay ("digitale") veniva mandato al cut della lacca.
Ovvero, la lacca veniva incisa a partire da un segnale digitale, generato da un delay con caratteristiche tecniche largamente inferiori a quelle di una qualsiasi scheda audio integrata di un computer economico di oggi.
Da metà degli anni '70 in poi, il 99% dei dischi in vinile è stato realizzato così: partendo dal segnale digitale di un delay probabilmente a 14 bit, con ADC e DAC[2] di qualità comparabile.
Tutti dischi etichettati come "AAA" quando si usava riportare sul media il percorso di generazione del segnale.
Una registrazione completamente analogica, al giorno d'oggi, è praticamente impossibile: a un certo punto del percorso, il segnale passerà da qualche apparecchiatura digitale.
Voi comunque, continuate pure a parlare di superiorità di quello che volete e a illudervi che i dischi in vinile suonino meglio dei cd e degli mp3: il vantaggio della patafisica è che le spiegazioni non devono avere niente a che fare con la realtà...
Note e links:
[1] Digital Audio Workstation, cioè un computer con un software apposito o un apparecchio hardware dedicato.
una volta si definivano semplicemente "sequencer", adesso fanno molto di più ma sono fondamentalmente ancora la stessa cosa: registratori, più o meno sofisticati, di segnali midi o audio.
[2] Analog to Digital Converter e Digital to Analog Converter, cioè i due componenti che trasformano un segnale da analogico a digitale e da digitale ad analogico.
[3] Quelle scritte qui sopra sono naturalmente amenità e solita solfa di annessi e connessi.
La parte dei delay digitali usati per le lacche la trovate ad esempio descritta in questa intervista a Bob Weston, ex-componente degli Shellac di Steve Albini.
La parte sui primi digital delay e sulle loro specifiche tecniche è tratta da questo articolo sul Lexicon Delta T-101.
21 commenti:
Rettifico e senza polemizzare.
Ma perchè hai chiuso il tuo blog visto che lo stai cartacarbonando di qua?
finalmente qualcuno che lo dice, questo sunday m. altro non è che lo spin-off del blog chiuso a muso duro dal mai permalosetto allelimo, che ora altro non fa che scrivere i soliti post fiume allecentrici sui soliti argomenti, che se una volta strappavano una risata e simpatia per questo arzillo cinquantenne, ora stanno solo monopolizzando un progetto che era partito davvero bene, con autori spanne e spanne sopra a questo egotico borioso.
il progetto mi par buono e partito bene..il fatto che alle posti le sue cose non impedisce di certo a me o ad altri di postare le nostre..di conseguenza,scusa Steno,ma che diavolo dici?
se i post di alle non ti piacciono leggi quelli degli altri,mi par di facile comprensione e fattibilità..
Se ho capito bene, stai dicendo che comunque se acquisto un disco in vinile oggi, non è del tutto Analogico ?
No.
Sto dicendo che se acquisti un disco in vinile oggi, a meno che non sia stato completamente registrato e prodotto da un malato di mente solo con apparecchiature d'epoca (e quindi pre-1970), è sicuramente digitale in uno o più dei passaggi sopra elencati da 1 a 8.
E una volta che è digitale in un punto solo, non è più analogico.
Per fortuna, patafisicamente si può comunque sostenere senza nessun problema che un disco registrato con una consolle digitale, con effetti digitali, su un supporto di memorizzazione digitale, mixato e masterizzato in digitale, e poi digitalmente trasferito su vinile suona senz'altro meglio del corrispondente cd, quindi è tutto a posto... :)
e va bene allora allelimo continua coi tuoi post fiume giornalieri che tanto agli altri sei simpaticissimo. nulla di personale eh.
rispetti
"...E una volta che è digitale in un punto solo, non è più analogico..."
quindi se un cd è, poniamo, stato registrato in analogico e mixato e masterizzato in digitale (ADD) anche se è analogico in un punto solo necessariamente non è più digitale!
:-DDD
ciao Ale.
silvano.
silvano, si certo, c'è anche scritto: ADD o AAD, ma non capisco cosa vuoi dire.
Nessuno ha mai negato che nel percorso di un cd ci siano parti analogiche e parti digitali, non fosse altro perchè la musica è sempre analogica, e sempre da lì si parte.
Il post cercava di spiegare che tantissimi "vinili analogici" sono in realtà stati generati, da metà degli anni '70 a tutt'oggi, a partire da un segnale digitale.
Mi sembrano due cose ben diverse.
Se non è chiaro il passaggio dal delay digitale, posso scrivere una breve spiegazione di come funziona.
No per l'amor di Dio, ci crediamo sulla parola.
DiamondDog, io quando non conosco una cosa mi informo e cerco di saperne di più, tu accontentati pure dei tuoi luoghi comuni certificati dal "siamo tutti d'accordo che", non devi neanche perdere tempo a dimostrare niente :)
@ Allelimo la macchina nella foto del post cos'è esattamente?
A me non dispiacerebbe capirne un po' di più sul delay digitale ... grazie.
La macchina della foto è un "lathe cutter", cioè l'apparecchio che incide ("cut") la lacca, dalla quale si ricava poi la "master matrix" per la produzione dei dischi in vinile.
E' fondamentalmente un giradischi specializzato che "registra" invece di riprodurre: praticamente una versione più sofisticata dei primi fonografi Edison a cilindri di cera, che svolgevano entrambe le funzioni :)
per cortesia faresti un post sul tempo musicale, mi sento ignorante cosmico a non sapere a 40anni di ascolti cosa sia precisamente un 4/4, grazie
Ottima la proposta di Mauri, pensa che io sono un musicista amatoriale che non ha nessuna base scolastica di nessun tipo e ho sempre fatto tutto ad orecchio, ritmica inclusa.
Si, anch'io come mauri e Webbaticy da appassionato di musica mi piacerebbe essere introdotto a questi temi : 4/4, delay digitale ecc.
E' inutile che metti il sorrisino alla fine della frase sei più acido di uno yogurt scaduto.
:-)
Ohè guardate che io non ho studiato al conservatorio, le quattro cose che so vengono dalla pratica e dalle lettura di libri, riviste e web.
Qualsiasi studente al primo anno di composizione ne sa più di me: nonostante quello che alcuni pensano, sono piuttosto conscio dei miei limiti, e mi guardo bene dal tenere lezioni di teoria musicale.
Per chi è curioso, si può partire da wikipedia per una veloce introduzione, poi fortunatamente il web è pieno di risorse su questi argomenti.
Sul delay digitale posso anche preparare un post: appena ho voglia di farmi dare un'altra volta dell'egotico acido e borioso lo scrivo :)
Ehi di che ti lamenti, sei tu che cominciato dandomi del luogocomunista.
Ah ok, scusa. Preferisci luogofascista? :)
Seriamente invece: su come si fanno i "vinili analogici", c'è il link per leggere la versione originale della storia che ho raccontato.
Per la mitica "canzone chitarra e voce", ho letto un paio di giorni fa quello che scrive Franco Fabbri (il mio nuovo mito! Amo quest'uomo con tutte le mie forze) sull'argomento nel suo libro "Album Bianco" (post qui al riguardo appena lo finisco, mi mancano una cinquantina di pagine) alla pag. 60 e seguenti, dice più o meno quello che ti ha tanto scandalizzato quando l'ho scritto io.
Poi, libero di credere a quello che preferisci, anche se sono luoghi comuni. Ma libero io di dire che lo sono, spero... :)
@ Allelimo quasi quasi ti chiamavo Maestro Alessandro ma visto che non hai fatto il conservatorio resti Alessadro ;-)
Ma va a cagare Allelimo...
Posta un commento