venerdì 28 settembre 2012

Guardando i dischi che girano

Di tanto in tanto si trova, nei post in cui malinconici quaranta/cinquantenni rimpiangono i bei tempi in cui tutto era meglio e loro avevano vent'anni, qualcuno che parlando dei dischi in vinile ci racconta che "passava ore ad osservare il vinile che girava, perchè così vedevi girare la musica" - o qualcosa del genere.

Ad esempio ho appena letto questo post, ne riporto un estratto:

"...Sì, scusate, sono vecchio, per me i “dischi” sono quei cosi neri lì, che quando li racconto ai ragazzini (“un lato durava venti minuti e poi dovevi voltarlo!”) mi guardano come una specie di reduce dalla campagna di Russia. Anche chi non ne compra più da trent'anni; chi non è legato a nessun ricordo d'infanzia; anche chi non ha perso ore della sua vita ad ascoltare il crepitio della polvere sui solchi ipnotizzato dalla label rossa di Tommy che ruotava su sé stessa all'infinito mentre Roger Daltrey implorava adeguate cure mediche; anche chi ricorda benissimo che fatica fosse pulirli e con che facilità si graffiassero, s'imbarcassero, un bambino nella scuola materna di mia madre mozzò il lobo di un orecchio al compagno; anche chi fucilerebbe tutti i nostalgici che tengono ancora in vita il mercatino dei dischi in vinile; anche costui deve ammettere che l'oggetto era bello in sé. Era nero. Rifletteva la luce. Lo guardavi girare. Vedevi la musica, un solco spiraliforme e misterioso che conteneva il mistero del tempo..."

Ora.
Io ciò i miei bei quarantanoveanni passati, ormai.
Non ho mai ascoltato un disco guardandolo girare.

Un attività che mi sembra non solo inutile, ma anche qualcosa di cui vergognarsi un poco, tipo "smettila di guardare i dischi che girano chè poi mi diventi cieco"

Magari son strano io, eh.
Però stavolta direi proprio di no.

mercoledì 26 settembre 2012

Il valore della musica

"Quanto vale la musica che acquistiamo?" è il titolo di un bel post sul blog The Evil Monkey's Records.

Il post in realtà parla non tanto del valore quanto del costo dell'acquisto di musica al giorno d'oggi.[1]

Io vorrei invece affrontare proprio la questione del valore come sinonimo di qualità: quanto "vale" un disco in termini di qualità della musica contenuta?

Alcuni giorni fa si parlava su Facebook del solito problema: come si può dimostrare oggettivamente che la musica di Bach è più bella di quella di Pupo (o che un libro di Shakespeare è più bello di un libro Moccia. Ma vale per qualsiasi forma d'arte: è il più grosso dilemma dell'estetica).
Io sono ormai convinto che la dimostrazione sia impossibile.

Se fosse possibile dare un giudizio oggettivo su un'opera d'arte non dovrebbe poter esistere un'opera brutta, perchè nessuno vorrebbe averci a che fare.
Di conseguenza, l'unico giudizio possibile sull'arte è (purtroppo) "mi piace/non mi piace".

E qui siamo d'accordo in molti: Bach ci piace più di Pupo e Shakespeare di Moccia.
Ma che uno sia meglio dell'altro, non siamo capaci di dimostrarlo.

Il mercato della musica è un campo davvero adatto a questo discorso: il prezzo di un prodotto "nuovo"[2] è anelastico sia rispetto alla domanda sia rispetto alla qualità.
Ovvero:
1 - un disco nuovo costa X, sia che se ne vendano milioni di copie sia che se ne vendano poche centinaia.
2 - un disco nuova costa X, sia che si tratti della migliore registrazione fatta dalla più grande orchestra del mondo sia che si tratti del debutto dell'ultimo cantante nazional-popolare da classifica.

Lasciando perdere il primo punto, che riguarda casomai l'idiozia dei dirigenti delle case discografiche, occupiamoci del secondo.

Tutti i dischi nuovi costano allo stesso modo, senza che la "qualità" di un disco entri minimamente tra le varaibili che ne determinano il prezzo.
E qui per "qualità" possiamo intendere tutto: la qualità della registrazione, della composizione, della confezione, dell'esecuzione o degli esecutori.
E, soprattutto, la qualità della musica contenuta.[3]

Se la qualità non conta, la conclusione logica è che la qualità non esiste.
Oppure, se esiste, non è percepibile in maniera oggettiva, e quindi è come se non esistesse.

Perchè se la qualità contasse, se un disco di Bach fosse oggettivamente superiore a uno di Pupo, non ci sarebbe nessuna ragione per cui qualcuno dovrebbe comprare, allo stesso prezzo, un disco di qualità inferiore.
Sarebbe un assurdo economico: chiunque cerca di comprare la qualità migliore dato un certo prezzo.

E quindi, se non possiamo dimostrare oggettivamente la qualità assoluta, tocca per forza accontentarci dei più semplici e relativi "mi piace/non mi piace".

Rimarrebbe il discorso del valore come corrispettivo monetario.
Qui il discorso riguarda solo i dischi come fenomeno collezionistico: un normale disco nuovo viene venduto come usato a circa la metà del prezzo del nuovo, cioè viene pagato a chi lo vende circa un quarto del prezzo pieno.

Per i dischi da collezione, il discorso è diverso e molto più semplice, e in fondo è comune a qualsiasi cosa da collezione.
Il disco che vi manca e che volete a tutti i costi costa almeno il doppio di quanto incasserete quando vorrete rivenderlo...


Note e links:
[1] In sintesi, comprare un cd nuovo da Amazon o gli mp3 da iTunes costa, grosso modo, lo stesso (un pelino meno di 10 euro su iTunes, circa 10 euro e mezzo su Amazon)
Che in ogni caso è circa la metà di quanto costavano i cd una ventina di anni fa.
Quindi sì, la rete ha portato un indiscutibile ribasso dei prezzi.
Anche se il vero concorrente è il download "illegale", che ha abituato tutti a considerare "zero" il prezzo di un file mp3.
Ma la discussione la potete leggere al link sopra riportato.

[2] Ricordo: stiamo parlando di un normale disco "nuovo".
Certo, esistono e sono esistite edizioni a prezzo ridotto "imposto", ristampe economiche, dischi di importazione, dischi usati e dischi "rari".
Sono però tutte eccezioni, che non cambiano il discorso fondamentale sul prezzo del nuovo.

[3] Il collezionismo naturalmente fa molte differenze tra un disco e un altro: ma tutte basate su fattori extra-musicali.
Un disco è "collezionabile" se raro, se è una prima edizione, se è una edizione particolare.
Tutta roba che non c'entra nulla con la musica in esso contenuta.

lunedì 24 settembre 2012

Velvet Underground e Sex Pistols

E' ufficiale: esce il 30 ottobre, ma potete già comprarla.

L'edizione mega-iper-de-luxe di "The Velvet Underground & Nico", in 6 cd.
La trovate ad esempio qui, su Amazon.

A 91,60 dollari, circa 70 euro, un pelino più di quello che immaginavo quando ne abbiamo parlato un paio di mesi fa.

Magari insieme con "Never Mind the Bollocks Here's the Sex Pistols", versione 35° anniversario in 3 CD, 1 DVD, singolo a 7", poster, adesivi, con inevitabile remaster, singoli, inediti, live e puttanate assortite.

Quest'ultimo viene via, sempre da Amazon, per 168,07 dollari, circa 130 euro.

Direi che ormai è assodato: per le case discografiche noi appassionati di musica siamo degli imbecilli, da cui spremere fino all'ultima goccia di denaro con edizioni sempre più assurde e costose dei soliti dischi.

Basta.

E viva il download illegale.

Aggiornamento
Scusate, aggiornamento obbligatorio, l'ho appena visto, su Amazon uk questa volta: "Lark's Tongue in Aspic" dei King Crimson, edizione per il 40° anniversario.

Disponibile dal 15 ottobre, e piuttosto economico, in realtà: 94 sterline, cioè 118 euro: sono 13 (tredici!) CD più un DVD e un Blue-Ray.

Mix originali, remix, master e remaster, first takes di tutti i pezzi, cd live in studio, concerti già su bootleg (solo di questi, 8 cd)

Ora.
Seriamente.
Bel disco eh.

Ma chi ha il tempo e/o la voglia di ascoltarselo in 15 tra CD e DVD?
A occhio sono una ventina di ore di roba.
Non è un pelino troppo?

mercoledì 19 settembre 2012

Suonare le canzoni di Nick Drake

Avevo già scritto una volta che non è difficile "fare" Nick Drake: gli ingredienti necessari per suonare come lui non sono per nulla complessi.[1]
E infatti ci hanno provato in tanti: non so quante volte ho letto l'etichetta "il nuovo Nick Drake" in una recensione.
Tutte le volte ci casco, provo ad ascoltare pensando "hai visto mai"...
E tutte le volte vengo regolarmente deluso: come Nick Drake non c'è ancora stato nessuno.

Quindi, lasciamo perdere i vari nuovi Nick Drake, e limitiamoci a qualcosa di più semplice: suonare le sue canzoni.

Le accordature non-standard sono fondamentali per suonare "come Nick Drake"
E, naturalmente, per suonare le canzoni di Nick Drake.[2]

Diversi suoi pezzi diventano davvero difficili se suonati con accordatura standard, mentre con la giusta accordatura sono tecnicamente banali.

Intendiamoci: tecnicamente banali vuol dire semplici da suonare, stiamo parlando di sola tecnica esecutiva e non, assolutamente, di giudizio "artistico" sui pezzi in sè.
Alcuni passaggi di accordi, alcune risonanze di corde libere suonano "giusti" solo con l'accordatura usata da Nick, e in standard tuning suonano molto meno affascinanti e naturali.

Una fonte ottima per trovare guitar tabs di Nick, guarda un po', è il sito "Nick Drake Tabs".

Quasi tutti i pezzi di Nick Drake possono essere suonati, con la giusta accordatura, con non più di un paio di dita della mano sinistra, mentre in accordatura standard richiedono non poco equilibrisimo tecnico. [3]

Due esempi perfetti: Place to Be e Pink Moon.
Se non sapete leggere un guitar tab, tutti gli zero significano corda suonata a vuoto, senza premere nessun tasto sul manico della chitarra: dovrebbe risultare per tutti immediata la "facilità" tecnica di queste due canzoni.

Pink Moon
(Tuning: CGCFCE capo 2nd fret)

"Riff"

|-----0----------|
|-----0----0-----|
|--02-2----0-0-0-|
|--0--0----2-0-0-|
|--0--0----0-2-0-|
|--0--0----0-0-2-|

"Chord"

|-----0----|
|-----0-0--|
|--02-2-2--|
|--0--0-0--|
|--0--0-0--|
|--0--0-0--|

"Verse"

|--7--7----7--7--7-5--5----5--5--5-|
|--7--9----7--9--7-5--7----5--7--5-|
|--9--7----9--7--9-7--5----7--5--7-|
|--7--7----7--7--7-5--5----5--5--5-|
|--7--7----7--7--7-5--5----5--5--5-|
|--7--7----7--7--7-5--5----5--5--5-|


Place to Be
(Tuning: DADGAF# capo 3rd fret or CGCFGE capo 1st fret)

"Verse 1"

|0--0--0--0--0
|0--0--0--0--0
|0--02-0--02-0
|02-0--04-0--04
|02-0--0--0--0
|02-0--0--0--0


"Verse 2"

|0--0--0--0--0--0
|0--0--0--0--0--0
|02-4--2--4--0--0
|4--4--4--4--2--2
|4--4--4--4--2--2
|4--4--4--4--2--02


Uno dei miei pezzi preferiti di Nick Drake è "Northern Sky".
Accordatura non standard ed esecuzione piuttosto semplice anche qui:

(Tuning: BEBEBE capo 4th fret)

"Main riff/verse"

|---0--|
|4--0--|
|2--0--|
|0--4--|
|2-----|
|0--2--|

"Chorus"

|2-----0--|
|2-----0--|
|2--5--0--|
|2--5--0--|
|2--5--0--|
|---5-----|

Ho però trovato sul web anche una tab in standard tuning non troppo complessa, qui sotto:

(Tuning: standard capo 1st Fret)

Accordi:

D 000232
Em7 022030
Asus4 002230
A 002220
C 032010
G 320003
G6 022033

Per chi non volesse dover riaccordare la chitarra per suonare un solo pezzo questa è una buona alternativa, ci sono alcuni accordi che suonano particolarmente bene e non sono troppo comuni (Em7, Asus4, G6) ma sono piuttosto facili da suonare.

Per suonare le canzoni di Nick Drake rimane necessaria una buona tecnica di finger-picking, e questa si può acquisire solo con l'esercizio.
Il modo di suonare (tempi, figure ritmiche) è piuttosto particolare, ma ci si può arrivare tranquillamente tramite l'ascolto dei dischi.


Note e links:
[1] Una tecnica che usava moltissimo era anche il cantato che non seguiva il "giro" della chitarra, iniziando spesso a metà tra due accordi del giro, creando un effetto spiazzante.

[2] Certo, sembra che questo gli avesse creato più di un problema nelle esecuzioni live: suonando con una sola chitarra gli era necessario riaccordarla tra un pezzo e l'altro, e dal vivo è una vera mazzata sulle palle del pubblico.
Non per niente i Sonic Youth viaggiavano con una ventina di chitarre, pronte per i diversi pezzi nelle varie accordature non standard.

[3] Del quale, avete indovinato, nulla mi frega, e quindi ben vengano le accordature non standard.
Sarebbe interessante sapere dai fanatici della tecnica strumentale se l'accordatura alternativa è vista un po' come un tradimento della purezza tecnica: ovvero, se posso suonare gli stesse linee/accordi facendo meno fatica, forse diventano meno belli perchè sto usando un "trucco"?

martedì 18 settembre 2012

Solo su cassetta

La Heath Death Records è (o era, non è che sia chiarissimo) una piccola etichetta diy di cui si è già parlato[1] qui su Place to Be.
In questi giorni è nata una nuova etichetta diy che sostituisce/si affianca alla HDR: Dark Era Tapes.

Lasciando stare motivazioni, qualità artistiche, presenza o assenza del funk, etc.

Invece di cd-r/vinili/download la nuova DET userà un solo formato audio: la cassetta.

Con bellissima confezione tipica da diy, ma, cazzo!
La cassetta!

Non ho più un registratore funzionante in casa da almeno 15 anni, tanto è vero che per trasferire in digitale le cassette di vm ho dovuto farmene prestare uno.

Ora, come cazzo si fa a vendere un prodotto solo in cassetta?

Che è vero che in alcune aree geografiche la cassetta è ancora il mezzo più comodo e diffuso.

Qui (europa) è un mezzo obsoleto.
Capisco la componente snobbistica della produzione solo su cassetta, che è anche più snob di quella su disco in vinile (perchè quella su vinile comincia ad avere un appeal commerciale, quella su cassetta no: è solo una roba underground che più underground se poeu minga)

Ma se io compro della musica, mi piacerebbe poi poterla ascoltare senza dovermi comprare un nuovo mezzo di riproduzione sonora a seconda del grado di indie-snobbità di chi l'ha prodotta.

Io eh.
Poi a qualcuno inevece va bene così, pace ed amen.
Ce ne sono già diverse di produzioni "super-cool" solo su k7...


Note e links:
[1] Questi sono i post in cui si è parlato di produzioni Heath Death Records.

giovedì 13 settembre 2012

La leva calcistica della classe '68

Avete presente "Tre uomini e una gamba" di Aldo, Giovanni e Giacomo? La scena in macchina, con Giovanni che ascolta "Luci a San Siro" e piange per la commozione, balbettando "Non ce la faccio... troppi ricordi..."

Ecco, ieri mattina mi è successo uguale preciso.
Non con Luci a San Siro, con un altra canzone.

"La leva calcistica della classe '68" di De Gregori.
E pensare che non l'avevo mai sentita davvero, prima: avevo una vaga idea del pezzo, niente di più.[1]

Mi è uscita a tradimento dall'autoradio, mentre collegavo l'iPod.

L'inizio fa così:

"Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove."


L'ho già scritto diverse volte: fin verso i quattordici/quindici anni, noi si giocava a pallone.
Se no a calcio.
A volte a football.
Ma più che altro a pallone: a scuola, a casa, settimana e weekend.

Avevamo un campo di calcio "autocostruito"[2] che era esattamente così: poca erba, terra e polvere tra i palazzi in costruzione.

E' stato un attimo: mi sono rivisto su quel campo con la maglia del Milan, insieme con tutti i ragazzi "della Via Piemonte".
Mio fratello, poi Robertino, Andrea, Ivan, Fabione, Adelio, Ernesto, Marco, Livio, Giuliano, Loris, Roberto, Massimino, Roberto, Silvio, Paolo, Fiore, Attilio, Dario, Tiziano...

E' stato un attimo: mi sono tornate in mente infinite giornate lunghissime passate su quel campo, e ho cominciato a piangere.
In macchina, in coda...
Vergognandomi non poco, eh!

Magari c'entrava un po' anche il fatto di aver appena accompagnato il "piccolo" (ex-piccolo, ormai...) di casa al suo primo giorno di scuola media.

Comunque.
Ieri sera ho messo sull'iPod una raccolta di De Gregori.
Questa mattina non ho avuto il coraggio di riascoltare la canzone, però è lì.
Domani vediamo...


Note e links:
[1] Poi mi sono documentato: è un pezzo uscito nell'82, cioè il periodo in cui il mio rifiuto per la musica dei "cantautori" era al massimo storico: Venditti, Dalla, Vecchioni, De Andrè, Guccini erano roba vecchia per chi era preso tra rock, punk e new wave.

[2] Nel senso che avevamo falciato un campo incolto, poi i più grandi avevano preso a prestito dai cantieri lì intorno dei pali a sezione rotonda per fare due bellissime porte con le traverse, e un paio di sacchi di cemento armato per rinforzare le buche in cui avevamo piantato i pali.
I muratori erano, a ripensarci adesso, ragazzotti poco più grandi di noi: invece di incazzarsi per il furto, quando smontavano dal lavoro spesso venivano a sfidarci sul campo...

mercoledì 12 settembre 2012

Non-ascolti recenti: settembre 2012

Sembra siano usciti negli ultimi tempi i nuovi dischi di:
  • Bruce Springsteen
  • Patti Smith
  • Bob Dylan
  • Mark Knopfler[1]
Purtroppo i giovani non hanno più passione per il rock e tendono a ignorare questi capolavori di musica contemporanea (ai loro nonni).

E' un segno inequivocabile della decadenza dei tempi moderni: i ragazzi non apprezzano più i classici.

Mica come noi, che quando eravamo giovani invece di ascoltare i musicisti a noi contemporanei (tipo Springsteen, Smith, Dylan, Knopfler) ascoltavamo i grandi del passato: Bing Crosby, Dean Martin, Frank Sinatra.
Ecchecazzo.


Note e links:
[1] Età media dei quattro: 66 anni

martedì 11 settembre 2012

Audio Central Magazine

Gran bel magazine on line/blog questo Audio Central Magazine dedicato a strumenti musicali e simili, con l'accento sulla parte elettronica: quindi synth ed effetti (reali e virtuali) e apparecchiature varie da studio.
Spazio anche a Vintage, tutorials e al "Drone Department".

Ci scrive una figura per me mitica: Enrico Cosimi, che scriveva su "Fare Musica", rivista da tempo defunta, e che è stata per anni, insieme con "Strumenti Musicali",[1] la mia fonte di conoscenza sul mondo del "Music gear".
Cosimi era il recensore dei synth: ricordo il primo Fare Musica che avevo comprato, 1982 o 1983, c'era la prova del primo campionatore Ensoniq Mirage, e di tutto l'articolo avevo capito si e no il 10%.

Negli anni succesivi mi sarei nutrito di tutta la terminologia tecnica necessaria, ma allora c'erano tutte queste cose "nuove" ed affascinanti che non conoscevo.
Per dire, termini come adsr, midi, gate, vco, vca, vcf, lfo e via di seguito.

Da lì ho sviluppato la passione per "fare" la musica, cioè andare oltre il semplice suonare la chitara.
Era (e lo è ancora, forse più) un mondo affascinante: la registrazione in primo luogo, e gli apparecchi per riprodurre, modificare, creare i suoni.

Ritrovarlo su questa bella rivista on-line mi ha fatto davvero piacere: lettura davvero interessante.[2]

Note e links:
[1] Senza contare che su Fare Musica scriveva già Franco Fabbri: ricordo un suo articolo sull'uso creativo del delay, i cui consigli uso ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza.

[2] Purtroppo solo su computer e gratuita, accidenti, non si può avere tutto dalla vita: come sarebbe stato meglio se fosse stata su carta e a pagamento...




mercoledì 5 settembre 2012

La musica è una cosa seria

Non è colpa mia, giuro.
Sono loro che continuano a darmi spunti irresistibili.
Sto parlando dell'eroico manipolo di giornalisti che da vita alla rivista "Suono".

Che nel nuovo numero, con una scommessa azzardata e a rischio di perdere i lettori più tradizionalisti, hanno coraggiosamente dedicato un inserto di 16 pagine a un fenomeno nuovo, tale musica "grunge" (?) che purtroppo non conosco, cercherò di documentarmi...

Ma la vera notizia è che hanno aperto un canale Youtube.

Ci sono già due bellissimi video.

Uno sul Cyber Clean.

"Pulizia dei dischi in vinile con il prodotto Cyber Clean: toglie la polvere e le cariche elettrostatiche lasciando un gradevole profumo. Leggi l'articolo completo su www.suono.it."

Ma come, lascia un gradevole profumo?
Di che cosa?
Coprendo così l'esperienza sensoriale dell'annusamento dei dischi in vinile e delle loro fantastiche copertine in cartone?
Un deodorante per vinili, insomma?
Pollice verso.

L'altro si intitola "La musica è una cosa seria".

Leggiamo la descrizione, che ne vale la pena.

"Tutti concordano sulla necessità del ruolo di una critica che non solo indirizzi e selezioni le scelte all'interno di una enorme offerta musicale ma che contribuisca alla formazione del percorso individuale di ognun di noi.
Ne hanno parlato, sulle pagine di SUONO, Neil Young, Pete Townshend; Greg Calbi e molti altri e noi continueremo (per molti altri anni ancora) a svolgere questo ruolo."


Tutti concordano?
Il ruolo della critica?
La formazione del percorso individuale?
L'hanno detto anche giovinotti nel pieno possesso delle loro facoltà mentali come il pedofilo Pete e l'inventore di nomi per nuove tecnologie musicali Neil?
Chi cazzo è Greg Calbi?

Ma soprattutto, cosa vi abbiamo fatto di male per meritarci la minaccia in puro stile mafioso di continuare a svolgere questo ruolo per molti altri anni ancora?


Note e links:
[1] Spero abbiate notato l'eleganza con la quale ho evitato di fare battute giocando sul titolo e sulla serietà della rivista in questione.

martedì 4 settembre 2012

Nuove idee, vecchie idee

Serve la traduzione?
Penso di no, chi tra il popolo dei bloggers italiani non parla perfettamente l'inglese?

Comunque:
"Non capisco perchè le persone abbiano paura delle nuove idee.
Io ho paura di quelle vecchie.
John Cage"


Dedicato a tutti coloro che preferiscono vivere nel passato piuttosto che nel presente, con bello spirito da antiquari, perfettamente rappresentati in musica dagli amanti del "Classic Rock" e vecchiume vario su dischi rigorosamente in vinile.