lunedì 29 aprile 2013

Diaframma: anche in digitale

Poichè ne avevo parlato male quando era uscita la notizia, mi sembra giusto rettificare ora che ci sono novità.
L'etichetta Synthetic Shadows di Pierpaolo de Iulis approda su Bandcamp, per il momento solo con il disco "Demos 1982" dei Diaframma, ma si spera a breve anche con tutte le altre sue interessantissime realizzazioni.

Nel post precedente avevo detto, in sintesi, che molto mi dispiaceva non poter ascoltare questi dischi pubblicati esclusivamente su vinile.
In una conversazione via Facebook Pierpaolo aveva risposto che, qualora fosse stato possibile, avrebbe reso disponibili i dischi anche per il download digitale.
Ha mantenuto la promessa: non posso che applaudire e, coerentemente con quanto già detto, acquistare al più presto il disco in formato digitale: il prezzo di 9,90 euro mi sembra piuttosto equo.

Non parlo qui del disco perchè lo ascolterò nei prossimi giorni, ma come già nel post precedente, la qualità della proposta musicale non è in discussione.
Bello o brutto che sia, nulla ha a che fare con il discorso sui formati nei quali il disco è disponibile.
Ora che c'è la scelta tra formato fisico in vinile e download digitale, ognuno può scegliere liberamente il formato che più gli aggrada, e io ne sono contento.

martedì 16 aprile 2013

20 canzoni - appendice

Appendice alle puntate di 20 canzoni, perchè vedo ovunque fili che si intrecciano, si aggrovigliano, rimandano gli uni agli altri, proprio come succede nella vita: è tutto legato.
Quelli facili da annodare sono le relazioni che esistono tra gli autori delle 20 canzoni: c'è ad esempio un filo che parte da una sala prove di Via Piemonte a Monza, e lega insieme gli Afterhours e Cesare Malfatti, e poi Mauro "Joe" Giovanardi e Nick Cave, e poi Nick Cave a Blixa Bargeld degli EN e PJ Harvey, fino a collegare tutti gli autori delle 20 canzoni.

Poi c'è un altro filo, ma più cerco di tirarlo e più mi rimane in mano, senza portarmi da nessuna parte.
Quando ho cominciato a scrivere delle 20 canzoni, sono andato a riprendere "Alta fedeltà" perchè volevo citarne un paio di paragrafi.
Poi mi sono messo a rileggerlo velocemente, e ho trovato i paragrafi che ho poi citato negli ultimi post.

E questi ultimi estratti (puntate 7, 8 e 9) introducevano un tema: quanto è davvero importante la musica nella nostra vita?
Le conclusioni di Nick Hornby sono che sì, è importante, ma in fondo non è così importante.
C'è altro oltre alla musica.

Ora.
Io sono d'accordo eh.
Però: con riserva.
Perchè qualsiasi cosa ti sembri importante, è sempre possibile dire che c'è qualcosa di altro che importa veramente.
Il problema è che dipende da qui e ora, e da quale prospettiva si vogliono guardare le cose.
La musica, certo.
Ma anche la vita, l'amore, la famiglia, l'arte, la religione, la politica, quello che volete.

Ci sarà sempre qualcuno che ti dirà, con aria annoiata: si però, in fondo, è davvero così importante?
E allora, la mia risposta è: boh.
Non ce l'ho una risposta.
Qualcuno ne ha una?


Note e links:
[1] Per chi volesse invece ascoltare comodamente le 20 canzoni, la compilation esiste anche sotto forma di mp3, scaricabili da qui:
[2] Già che c'ero, ho messo lì anche il pdf di Alta fedeltà.

venerdì 12 aprile 2013

20 canzoni - decima parte

Siamo alla fine di questo viaggio in 20 canzoni.
Proprio perchè è l'ultima puntata, faccio la seconda eccezione alla regola del "mai mettere due canzoni di seguito dello stesso artista".
E sempre perchè siamo alla fine, metto uno di quelli più importanti in assoluto per me: Stefano Giaccone.
Sono due pezzi tratti dal suo disco del 1997 a nome Tony Buddenbrook che in realtà ho già messo una volta qui sul blog, ma li rimetto pari pari.


Perchè anche "Il sarto" è una canzone d'amore.
Magari di amore quieto, senza più rabbia ma con ancora un briciolo di speranza:

"è solo un gioco di specchi, un gioco di specchi
un'altra estate che finirà
un altro temporale che passerà"




"Cosa ci siamo persi" è amore misto a rabbia e rancore. E mentre "Dio da lassù si mette a gridare", mentre riflettiamo su cosa ci siamo persi, c’è anche qui ancora un po’ di speranza:  

"è l'amore che ci graffia e ci fa ammalare 
o è la paura di non poterci lasciare 
vedrai che domani anche questo cielo andrà bene 
anche questo andrà bene, lo sai"  

 



Sono due pezzi non facili, ma se dovessi tenerne solo due di tutta la compilation sceglierei questi due.
Che sono qui, alla fine, anche perchè dopo i diciotto precedenti magari non suonano così alieni come avrebbero potuto farlo all’inizio.

giovedì 11 aprile 2013

20 canzoni - nona parte

Penultima puntata e ultimo estratto da Alta Fedeltà.
Il discorso di ieri tra Rob e Laura continua, e per Rob finalmente è arrivato il momento di riconoscere che le cose possono cambiare, e che la musica è importante sì, ma in fondo non è l’unica cosa importante al mondo.

"Una volta le cose tipo Solomon Burke ti stavano molto più a cuore", le dico.
"Beh, sì. Un po’. E certo allora più di ora. Ma così va il mondo, no?"
"Però, vedi... per me quello è tutto. Non esiste nient’altro. Se non ti interessa più la musica, allora non c’è altro che possa interessarti. E allora che senso ha stare insieme?"
"Lo pensi davvero?"
"Sì. Guardami. Pensa alla mia casa. Cos’altro c’è, a parte i dischi e i cd e le cassette?"
"E ti piace che sia così?"
Scrollo le spalle. "In realtà no."
"Ecco che senso ha stare insieme. Tu hai un certo potenziale. E io sono qui per farlo emergere."
"Che potenziale?"
"Come essere umano. Hai tutti gli ingredienti base. Sei molto simpatico, quando ti ci metti. Fai ridere la gente, quando te ne prendi il disturbo, e sei gentile, e quando decidi che una ti piace, sai farla sentire come se fosse il centro dell’universo, e questa è una sensazione molto erotica. È solo che per la maggior parte del tempo non te ne prendi il disturbo."
"No", è tutto quello che riesco a dire.
"Il fatto è che tu non fai mai niente. Ti perdi dentro la tua testa, e te ne stai seduto lì a pensare, invece di impegnarti in qualcosa, e per la maggior parte del tempo pensi a delle scemenze. Sembra sempre che tu ti perda quello che succede davvero."



PJ Harvey - Civil War Correspondant
Le parole sono interessanti: parlano di quanto siano inutili le parole...

"Words leave my heart dry
Words can't save life
Love has no place here
No joy, no tears"


PJH è una delle poche grandi artiste uscite dagli anni ‘90: bellissima in quel suo modo strano, nonostante quel viso quasi cubista e i capelli sporchi del video di "Henry Lee" con Nick Cave.
Partita dai pezzi con la sua chitarra arrabbiata simil-grunge e reinventatasi più volte, questo è uno dei suoi pezzi che preferisco: due-accordi-due per tutta la canzone, ma interpretati e arrangiati impeccabilmente.




David Sylvian - Orpheus
Questo invece è il mio pezzo degli anni '80, quello che mi aveva fatto scoprire per la prima volta la bellezza di una chitarra acustica negli anni subito dopo il punk e il post-punk.
David Sylvian è uno dei pochi per cui l’etichetta di grande non è sprecata.
Non c’è molto da dire su "Orpheus": è una canzone perfetta.


mercoledì 10 aprile 2013

20 canzoni - ottava parte

Penultimo estratto da Alta Fedeltà: i due protagonisti (Rob e Laura) si sono lasciati, hanno avuto altre storie, si sono rimessi insieme.
Adesso stanno tirando insieme i fili della loro relazione a tre: lui, lei, la musica.
E Rob non è ancora convinto che esistano altre cose importanti oltre alla musica:

"Lascio passare un attimo prima di ricominciare a combattere quella che probabilmente sarà la più aspra di tutte le battaglie fra uomini e donne.
"Come è possibile che ti piacciano Art Garfunkel e Solomon Burke? È come dire che stai dalla parte degli israeliani e dei palestinesi."
"Che paragone campato in aria, Rob. Art Garfunkel e Solomon Burke fanno dischi di musica pop, gli israeliani e i palestinesi no. Art Garfunkel e Solomon Burke non sono impegnati in un aspro conflitto territoriale, gli israeliani e i palestinesi sì. Art Garfunkel e Solomon Burke..."
"Ok, ok. Ma..."
"E poi chi ti ha detto che mi piace Solomon Burke?"
Questo è troppo.
"Solomon Burke! "Got to get you off my mind"! La nostra canzone! Se stiamo insieme lo dobbiamo a Solomon Burke!"
"Davvero? Per caso hai il suo numero di telefono? Mi piacerebbe dirgli una parolina."
"Ma non ti ricordi?"
"Mi ricordo la canzone, ma non chi la cantasse."
Scuoto la testa, incredulo.
"Vedi, questo è uno di quei momenti in cui un uomo si sente proprio cascare le braccia. Davvero non riesci a capire la differenza fra "Bright eyes" e "Got to get you off my mind"?"
"Sì, certo. Una parla di conigli e nell’altra suona una banda..."
"Una banda! Una banda! È una sezione di fiati, cazzo!"
"Quel che sia. Lo capisco, sai, perché ti piace più Solomon che Art. Sul serio. E se mi chiedessero quale dei due è meglio, direi senza dubbio Solomon. È autentico, è nero, è una leggenda, e così via dicendo. Però mi piace anche "Bright eyes". Penso che abbia una bellissima melodia, e per giunta, non me ne importa granché. Ci sono così tante altre cose di cui preoccuparsi. Lo so che sembro tua madre, ma in fondo si tratta solo di dischi di musica pop, e preoccuparsi se un disco è migliore di un altro o no, beh, chi vuoi che lo faccia, davvero, a parte te, Barry e Dick? Per me, è come disquisire sulla differenza fra McDonald’s e Burghy. So che deve essercene una, ma chi se ne frega di scoprirla?"
La cosa terribile è che, ovviamente, io so perfettamente qual è la differenza fra McDonald’s e Burghy, e sull’argomento ho delle opinioni precise e complesse. Ma se mi metto a confrontare gli hamburger dell’uno con quelli dell’altro, sarà un po' come darle ragione, così lascio perdere.
Tuttavia la discussione prosegue, svolta gli angoli, attraversa la strada, torna su se stessa e alla fine termina in un punto dove né lei né io siamo mai arrivati prima - o almeno, non da sobri, e non nelle ore diurne."



Robert Wyatt - Shipbuilding
Robert Wyatt è una leggenda.
Underground e alternativa, certo, e quindi non "di moda".
Però è un personaggio di invidiabile coerenza e onestà, che ha sempre fatto grosso modo quello che voleva (almeno, questa è l’impressione che mi arriva dall’esterno) fottendosene allegramente di quello che gli sarebbe convenuto fare dal punto di vista commerciale.
Un personaggio che è diventato un verbo: in inglese "wyatting" descrive chi in un locale pubblico sceglie le canzoni più strane disponibili su un juke-box per disturbare gli altri clienti.
E i suoi dischi sono normalmente perfetti per lo scopo: strani e disturbanti per molte orecchie.
Lui l'ha presa bene: "Sono davvero onorato all'idea di essere diventato un verbo, è davvero una cosa divertente".
Sulla pratica del wyatting invece ha detto: "Davvero, non mi piace sconcertare la gente, ma anche quando cerco di essere normale la gente rimane ugualmente sconcertata"
"Shipbuilding" è una canzone di Elvis Costello, Wyatt si limita a cantarla.
Più che una canzone d’amore è una riflessione amara sulla guerra (è stata pubblicata al tempo della guerra delle Falkland), ma tanto è tutta la sua storia ad essere piena di tanti tipi di amore.
Canzone bellissima, nonostante i suoni siano leggermente datati, un po’ troppo pop-jazz anni ‘80.



Yo la Tengo - The Summer
Gli Yo la Tengo sono tre persone normali, ormai di mezza età, che suonano rock.
Normali nel senso che potrebbero essere davvero i tuoi vicini di casa: nessun atteggiamento da rockstar, immagine inesistente e ironia sparsa a piene mani nei loro video e nel loro modo di essere. Li adoro.
"The Summer" è uno dei loro pezzi che preferisco, e non casualmente è tratto da un loro album che è sicuramente appropriato definire "minore".
E’ un pezzo che suona come l’estate quando sta per finire, e tu cominci a pensare "tra poco ricomincia la scuola" (che è una sensazione completamente diversa da "tra poco ritorno a lavorare")

martedì 9 aprile 2013

20 canzoni - settima parte

Estratto da "Alta fedeltà", un altro brano.
In cui si parla dei primi cinque artisti Che Andrebbero Fucilati Se Venisse la Rivoluzione Musicale, e di come vengono viste le persone che hanno gusti musicali diversi dai nostri.
Qui siamo all’inizio del libro e la visione è ancora molto "ortodossa", poi le cose cambiano...
""Anna è una fan dei Simple Minds", confida Dick, incoraggiato dal successo con Richard Thompson.
"Oh, bene", non so cosa dire. Questa, nel nostro universo, è una notizia sconcertante. Noi li odiamo, i Simple Minds. Erano al primo posto nella nostra classifica dei primi cinque complessi o cantanti Che Andrebbero Fucilati Se Venisse la Rivoluzione Musicale. (Michael Bolton, gli U2, Bryan Adams, e, sorpresa sorpresa, i Genesis venivano tutti dopo i Simple Minds. Barry voleva sparare anche ai Beatles, ma gli feci notare che qualcuno l’aveva già fatto.) Non arrivo a capire come Dick si possa essere messo con una fan dei Simple Minds, è un po' come se si fosse fidanzato con un membro della famiglia reale, o un ministro del governo ombra: a sconcertarmi non è tanto l’attrazione in sé, quanto il pensiero di come abbiano fatto a conoscersi...
"Ma credo che stia cominciando a capire perché non dovrebbe esserlo. Vero?"
"Forse. Un po’."
Si sorridono. È una cosa piuttosto raccapricciante, a pensarci su."


Cesare Malfatti - Sembra quasi felicità
Canzoni di oggi: Cesare Malfatti, ex-chitarrista dei La Crus e molte altre cose, nel suo primo disco "solo" di un paio di anni fa.
Come cantante è al limite dell'improponibile, ma questa canzone, con il testo di Alessandro Cremonesi, cioè il terzo (e nascosto) La Crus, è un gioiellino.
E per una volta, è una canzone d'amore che lascia poco spazio alla tristezza: sembra - quasi - felicità...




Cowboy Junkies - Sun Comes Up, it's Tuesday Morning
Mentre con i Cowboy Junkies ci rituffiamo nella malinconia, aiutati anche dalle atmosfere country del pezzo. Peraltro, bellissimo, e il video credo renda molto bene le atmosfere della canzone. Nel testo, il significato della frase "I Kind of like the feel of those extra few feet in my bed" mi ha lasciato dubbioso per parecchio tempo. Per fortuna all'epoca avevo diversi amici inglesi, altrimenti non sarei mai riuscito a venirne a capo:: quel maledetto "feet" in inglese è anche una maledetta unità di misura, e il significato quindi è "quasi mi piace avere quei pochi centimetri di spazio in più nel mio letto".


venerdì 5 aprile 2013

20 canzoni - sesta parte

Oggi comincia il lato B della C90 virtuale, e sul lato B si possono mettere anche cose più particolari, meno immediate.
Si può osare un po’ di più, che le cose più "facili" sono già state usate sul lato A.

E allora, Nick Drake e Einsturzende Neubauten, accoppiata che musicalmente non ha davvero nulla in comune.
Eppure la loro sensibilità artistica è più simile di quanto possa sembrare

Nick Drake - Northern Sky
Nick Drake è tristezza e bellezza, insieme.
Una vita spezzata troppo presto, come purtroppo spesso capita agli artisti.
Una vita che ci ha lasciato tre dischi bellissimi, però, e allora, in un certo senso, può andare bene anche così.
Perchè Nick Drake, di fatto, è ancora qui: non è mai stato dimenticato, e i suoi dischi sono sempre rimasti disponibili per tutti quelli che, anno dopo anno, si innamorano della sua musica.
Ho scelto "Northern Sky" perchè è un pezzo bellissimo e perchè nel testo ci sono questi due versi:

"But now you're here
Bright in my northern sky."




Einsturzende Neubauten - Stella Maris
"Stella Maris" degli Einsturzende Neubauten è una canzone stupenda, ma ci vuole del tempo per entrarci.
Perchè è cantata in tedesco, non esattamente la lingua che in Italia associamo alle canzoni d’amore, anzi, alle canzoni in generale.
Non è mai bello auto-citarsi, ma visto che ne avevo già parlato qui sul blog, lo faccio lo stesso:
canzoni in tedesco: e l'effetto-Sturmtruppen, per noi italiani, è lì ad un passo, come anche l'effetto Vianello in calzamaglia che fa il cabaret (Kabarett?), chi ricorda "...und der Haifisch, der hat Zaehne..."?
E "Stella Maris" è pure una ballata, cantata in coppia con Meret Becker, secondo le più classiche convenzioni dei duetti tra voce maschile e femminile.
Riassumendo: ballata, in tedesco, suonata dagli EN. Il risultato dovrebbe essere una cosa inascoltabile.
E invece: è un pezzo bellissimo, a partire dal testo, che avevo sempre ignorato e ho invece scoperto leggendo un'intervista alla ragazza che ha tradotto in italiano, sul suo sito, tutti i testi degli EN. Imparando il tedesco apposta per.
Oltretutto, dopo averne "scoperto" il significato, i suoni acquistano una forza evocativa che in un'altra lingua sarebbe stata minore.


Il testo tradotto in italiano si trova qui, nel video c’è la traduzione in inglese.

"Ci siamo persi di vista nel sogno
Tu sogni me io te
Non aver paura non ti sveglierò
Prima che sia tu stessa a svegliarti
Per favore, per favore non svegliarmi
soltanto finchè io sogno tu esisti"



mercoledì 3 aprile 2013

20 canzoni - quinta parte

Siamo a metà di questo viaggio in dieci parti/20 canzoni, oggi due canzoni relativamente recenti: un trequattro anni fa per i Califone e un paio di più per Giampiero Riggio.
Due pezzi più "leggeri", dove l’importanza del testo è inferiore a quello della musica, che però alle atmosfere malinconiche aggiunge dettagli obliqui e inaspettati.

Califone - Funeral Singers
I Califone sono un gruppo di "indie rock adulto", se la cosa ha un senso.
Adulti che suonano qualcosa a mezzo tra rock e pop, ma senza rinunciare a non essere banali.
Mi danno l’impressione di essere gente vera e non "rockstar".
Per dire, come gli Yo La Tengo (e più avanti arrivano anche loro)
Questo è uno dei miei pezzi preferiti di questi ultimi anni: per il cantato che gioca tra gli accordi, per la chitarra acustica accordata aperta che guida la canzone, per quel battito di mani che sottolinea la metà del bridge centrale.

Giampiero Riggio - Separation IX (Springtime) Giampiero Riggio è un giovane (sui 30,ma giovane è evidentemente una categoria così reltativa...) artista siciliano che vive in Germania. Ha pubblicato alcuni piccoli gioielli di folktronica per alcune piccolissime etichette "do-it-yourself" italiane. "Separation IX (Springtime)" è tratto dal suo primo cd del 2007, recentemente ristampato e disponibile in download gratuito su Bandcamp. Canzone tra folk, elettronica, indie, pop e post-qualcosa, costruita su una chitarra registrata al contrario e sull’alternanza delle due voci. Il testo parla di primavera e dannazione, non esattamente una canzone d’amore in senso classico, ma sforzando un po’ la classificazione ci può stare lo stesso.
 

martedì 2 aprile 2013

20 canzoni - quarta parte

Mazzy Star - Fade Into You
Questa è la mia canzone degli anni ‘90.
E’ tutto un sogno, dalla voce di Hope Sandoval alla chitarra slide di David Roback che ricama sugli accordi dell’acustica.
Una canzone che parla di amore fin eccessivo, fin dal titolo: "svanire in te".
Un amore quasi drogato, non del tutto sano. Pare infatti che la stessa Hope abbia dichiarato che lo "You" della canzone sia in realtà l'eroina.
Una canzone che, comunque, dopo svariati anni di noise e distorsioni mi ha fatto riscoprire la forma-ballata e la chitarra acustica.

E poi era impossibile non innamorarsi almeno un po’ di Hope...



Billy Bragg - Greetings to the New Brunette
Billy Bragg è il cantautore col nasone che mi somiglia (non il nasone, il cantante. Ma anche il nasone in effetti...)
Lui negli anni ‘80 suonava da solo con la chitarra ma voleva essere un gruppo punk: voleva avere l’impatto dei Clash, anche senza basso e batteria.
Poi è diventato molte altre cose, impadronendosi della tradizione della “protest song” americana, tra folk, blues, Woody Guthrie e Bob Dylan (mi piace molto l’ultimo lavoro, uscito in questi giorni).
Ma già nel suo disco del 1987 c’era un pezzo come "Greetings to the New Brunette" che abbandonava le più consuete tematiche politiche per affrontare, guarda un po’, la canzone d’amore.
Molto inglese in questo caso, con un sentimento tra la malinconia e il rimpianto per quello che è stato e per quello che sarà:
“Here we are in our summer years
Living on icecream and chocolate kisses
Would the leaves fall from the trees
If i was your old man and you were my missus”