giovedì 11 aprile 2013

20 canzoni - nona parte

Penultima puntata e ultimo estratto da Alta Fedeltà.
Il discorso di ieri tra Rob e Laura continua, e per Rob finalmente è arrivato il momento di riconoscere che le cose possono cambiare, e che la musica è importante sì, ma in fondo non è l’unica cosa importante al mondo.

"Una volta le cose tipo Solomon Burke ti stavano molto più a cuore", le dico.
"Beh, sì. Un po’. E certo allora più di ora. Ma così va il mondo, no?"
"Però, vedi... per me quello è tutto. Non esiste nient’altro. Se non ti interessa più la musica, allora non c’è altro che possa interessarti. E allora che senso ha stare insieme?"
"Lo pensi davvero?"
"Sì. Guardami. Pensa alla mia casa. Cos’altro c’è, a parte i dischi e i cd e le cassette?"
"E ti piace che sia così?"
Scrollo le spalle. "In realtà no."
"Ecco che senso ha stare insieme. Tu hai un certo potenziale. E io sono qui per farlo emergere."
"Che potenziale?"
"Come essere umano. Hai tutti gli ingredienti base. Sei molto simpatico, quando ti ci metti. Fai ridere la gente, quando te ne prendi il disturbo, e sei gentile, e quando decidi che una ti piace, sai farla sentire come se fosse il centro dell’universo, e questa è una sensazione molto erotica. È solo che per la maggior parte del tempo non te ne prendi il disturbo."
"No", è tutto quello che riesco a dire.
"Il fatto è che tu non fai mai niente. Ti perdi dentro la tua testa, e te ne stai seduto lì a pensare, invece di impegnarti in qualcosa, e per la maggior parte del tempo pensi a delle scemenze. Sembra sempre che tu ti perda quello che succede davvero."



PJ Harvey - Civil War Correspondant
Le parole sono interessanti: parlano di quanto siano inutili le parole...

"Words leave my heart dry
Words can't save life
Love has no place here
No joy, no tears"


PJH è una delle poche grandi artiste uscite dagli anni ‘90: bellissima in quel suo modo strano, nonostante quel viso quasi cubista e i capelli sporchi del video di "Henry Lee" con Nick Cave.
Partita dai pezzi con la sua chitarra arrabbiata simil-grunge e reinventatasi più volte, questo è uno dei suoi pezzi che preferisco: due-accordi-due per tutta la canzone, ma interpretati e arrangiati impeccabilmente.




David Sylvian - Orpheus
Questo invece è il mio pezzo degli anni '80, quello che mi aveva fatto scoprire per la prima volta la bellezza di una chitarra acustica negli anni subito dopo il punk e il post-punk.
David Sylvian è uno dei pochi per cui l’etichetta di grande non è sprecata.
Non c’è molto da dire su "Orpheus": è una canzone perfetta.


2 commenti:

Lucien ha detto...

Orpheus "la canzone" del D. Sylvian più ispirato. La amo anch'io.

Cirano ha detto...

Pj Harvey una scoperta....amo la sua voce e il suo antidivismo!