martedì 29 giugno 2010

La Storia del Rock



Storia
Quella classica, che si studia a scuola: quelli che ne fanno parte erano, chi più chi meno, assassini, bastardi, sfruttatori e figli di puttana, da Giulio Cesare a Napoleone, da Tutankhamon a Hitler.

Storia del Rock
Per proprietà transitiva, mi viene il dubbio se fare parte della "Storia del Rock" sia una cosa di cui essere fieri.

Storia
La storia è fatta di massima di politici e militari: chi decideva quando si dovevano fare un tot di morti, e chi si dava da fare per mettere in pratica gli ordini.
E, di solito, più alto è il numero dei morti in questione, più i personaggi storici sono famosi e conosciuti.

Storia del Rock
Per fortuna qui i morti non sono un metro di giudizio utilizzabile. Potremmo, approssimando, dire che i personaggi musicali sono famosi e conosciuti in relazione al numero delle copie di dischi vendute?
E allora, ecco qui una classifica di vendita "generale" dei dischi di musica non-classica, tratta da Wikipedia.
Il numero tra parentesi indica le vendite (in milioni di copie)

Michael Jackson - Thriller (110)
AC/DC - Back in Black (50)
Pink Floyd - The Dark Side of the Moon (45)
Meat Loaf - Bat out of Hell (43)
The Eagles - Their Greatest Hits (1971-1975) (42)
Various Artists / Whitney Houston - The Bodyguard (42)
Various Artists - Dirty Dancing (42)
Various Artists / Bee Gees - Saturday Night Fever (40)
Backstreet Boys - Millennium (40)
Andrew Lloyd Webber - The Phantom of the Opera (40)
Fleetwood Mac - Rumours (40)
Shania Twain - Come on Over (39)
Led Zeppelin - Led Zeppelin IV (37)
Guns N' Roses - Appetite for Destruction (34)
Alanis Morissette - Jagged Little Pill (33)
Michael Jackson - Dangerous (32)
Mariah Carey - Music Box (32)
The Beatles - Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (32)
Céline Dion - Falling Into You (32)
Linkin Park - Hybrid Theory (32)
Céline Dion - Let's Talk About Love (31)
Bon Jovi - Slippery When Wet (31)
Madonna - The Immaculate Collection (30)
Michael Jackson - Bad (30)
The Bee Gees - Spirits Having Flown (30)
Dire Straits - Brothers in Arms (30)
James Horner - Titanic (30)
The Beatles - Abbey Road (30)
Bruce Springsteen - Born in the U.S.A. (30)
Pink Floyd - The Wall (30)
Backstreet Boys - Backstreet's Back (28)
Olivia Newton-John / Various Artists - Grease (28)
ABBA - ABBA Gold - Greatest Hits (28)
Santana - Supernatural (27)
Nirvana - Nevermind (26)
The Eagles - Hotel California (26)
Hootie & The Blowfish - Cracked Rear View (26)
Simon & Garfunkel - Bridge Over Troubled Water (25)
U2 - The Joshua Tree (25)
Britney Spears - ...Baby One More Time (28)
Iron Butterfly - In-A-Gadda-Da-Vida (25)
Mariah Carey - Daydream (25)
Queen - Greatest Hits (25)
Metallica - Metallica (25)
Whitney Houston - Whitney Houston (25)
Madonna - True Blue (24)
Britney Spears - Oops!...I Did It Again (24)
Madonna - Like a Virgin (23)
Ace of Base - Happy Nation/The Sign (23)
Spice Girls - Spice (23)
Elton John - Goodbye Yellow Brick Road (22)
Carole King - Tapestry (22)
Oasis - (What's the Story) Morning Glory? (22)
Dido - No Angel (21)
Michael Jackson - HIStory: Past, Present and Future - Book I (20)
Norah Jones - Come Away with Me (20)
Michael Jackson - Off the Wall (20)
Usher - Confessions (20)
Lionel Richie - Can't Slow Down (20)
Bob Marley & The Wailers - Legend: The Best of Bob Marley & The Wailers (20)
Billy Ray Cyrus - Some Gave All (20)
Prince & the Revolution - Purple Rain (20)
George Michael - Faith (20)
Blondie - Parallel Lines (20)
Céline Dion - The Colour of My Love (20)
Tina Turner - Private Dancer (20)
Cher - Believe (20)
Spice Girls - Spiceworld (20)
Def Leppard - Hysteria (20)
Supertramp - Breakfast In America (20)
Tracy Chapman - Tracy Chapman (20)
Janet Jackson - janet. (20)

Ora: ho già usato questo argomento una volta, ma va benissimo anche qui.
Stanotte vi rubano tutta la musica (vinili, cd, mp3) che avete in casa: quanti dei dischi qui sopra riportati andate a comprare al volo, appena possibile?
Io, direi: Sgt. Pepper. Gli altri, hmmm. Forse, ma non subito, anche Abbey Road, Nevermind e LZ-IV.
In compenso, ne ho contati almeno 55 che non ascolterei mai, neppure sotto tortura. [1]

Di solito si dice "ma non è necessario che un album sia brutto solo perchè ha venduto tanto". In effetti, no. Però la classifica qui sopra mi sembra dimostri in maniera inconfutabile che se un album ha venduto tanto, molto probabilmente è perchè è brutto.
E di solito si dice anche "ma [un album qualsiasi di quelli qui sopra, specialmente quelli classificabili come "classic rock"] ha venduto milioni di copie, quindi è bello".
Posso essere d'accordo, però la conclusione logica è che "Thriller" sia un disco 2 volte e rotti più bello di "Dark Side...", e che "Ooops..." di Britney Spears sia bello più o meno quanto "Goodbye..." di Elton John.
Perchè o le copie sono sempre sintomo di qualità artistica, oppure non lo sono. In entrambi i casi però il criterio deve valere per tutti i dischi, e non solo per quelli che ci piacciono o no.


Note e links:
[1] E' anche vero che la distinzione tra le due cose (tortura ed ascolto) sarebbe veramente sottile...

lunedì 28 giugno 2010

Torta iPod



Uno degli aspetti più interessanti legati al rock è quello della gastronomia. Questa torta, a forma di iPod Touch, è solo un bellissimo esempio. Ciò che la cultura rock ancora oggi rappresenta nell'immaginario collettivo, lo deve moltissimo alla gastronomia. Ai cuochi che hanno saputo cogliere l'attimo o, come in questo caso in cui l'iPod Touch è pronto per essere ascoltato/mangiato, che hanno saputo costruirlo ad arte.
Ecco, il rock è un'arte che ne scatena molte altre. E quella del cibo, spesso, mi appassiona molto di più di quella che lo racconta. In una torta non c'è un giudizio di fondo, non c'è critica, non ci sono sentenze. Tutto è lasciato al nostro gusto, a quello che vuole sentire, a ciò che la nostra fantasia può immaginare o i nostri ricordi riescono a riportare a galla. Quel momento diventa nostro, come quando ascoltiamo una canzone. Il rock non cambierebbe di una virgola senza i quadri di Bob Dylan, ma quanto sarebbe più magro senza le torte prima del caffè?


Note e links:
P.S.: sembra che questo post possa ricordare questo altro post sul blog di Maurizio Pratelli, ma ogni somiglianza è evidentemente frutto di fortuite coincidenze :)

giovedì 24 giugno 2010

Gerontorock

Nella foto: il ben conservato rocker Mick jagger (in piedi) rende omaggio a un amico ancora in ottima forma: Rod Stewart (seduto)

Ovvero: se uno ha fatto un disco carino o due, diciamo trent'anni fa, e poi ha fatto cagate orrende per tutto il resto della sua carriera musicale, ottenendo in cambio carrettate di soldi e di figa; [1]
1 - E' possibile senz'altro dire che trattasi di paraculo della madonna (buon per lui)
2 - Ma è anche possibile dire che sia un "artista"? "Rock"? "Leggendario"?

Se la risposta alla seconda domanda è "sì", si pongono una serie di interessanti quesiti.
1 - Elvis a Las Vegas, soffocato da ciccia, lustrini e paillettes [2], era ancora un grande rocker?
2 - Elton John con i suoi sobri occhialini/parrucchini/completini e le sue gradevoli ballate dedicate a Lady D (!), è sempre un grande rocker?
3 - Oppure i Pooh, che da giovani suonarono di sguincio anche del beat, sono sempre grandi rocker?
4 - Eric Clapton, già slowhand e già dio della chitarra, dopo decenni di mediocrissimi dischi pop, è ancora un grande rocker?
5 - E Vasco Rossi, che una volta ha fatto una bellissima cover di "Smoke on the Water", è sempre un grande rocker?

O anche, sintetizzando:
6 - chiunque da giovane abbia più o meno suonato del rock, per poi sputtanarsi in seguito la carriera con le peggio cose, rimane sempre e comunque un grande rocker?
7 - ovvero, lo satus di rocker è aere perennius? [3]

Nel caso di risposta affermativa alle ultime due, si aprono ulteriori ed interessanti scenari:
8 - Marco Carta, che una volta da piccolo ha cantato una cover dei Guns'n'Roses ("Knockin' on Heaven's Door" [4]), diventerà per questo un grande rocker?
9 - Valerio Scanu, che una volta ha fatto una cover di un brano di Julio Iglesias, che a sua volta da giovane, quando ancora giocava a calcio, in un paio di occasioni ha canticchiato "We are the Champions" dei Queen, diventerà per questo un grande rocker?
10 - Giusy Ferreri, che quando faceva la cassiera non so dove una volta ha battuto uno scontrino ad un cliente che si era comprato un cd di Vasco Rossi, anche lei, per la proprietà transitiva fin qui illustrata, diventerà una grande rocker?


Note e links:
[1] Qualora la descrizione appena riportata vi ricordasse un cantante biondo scozzese che ha recentemente suonato in Italia, di cui per non fare il nome mi limito a fare il cognome: Stewart, ebbene sì, è proprio a lui che sto pensando.

[2] Fors'anche ricchi premi e cotillons...

[3] Dio quanto sono figo, questo è puro ginnasio... :)

[4] Sì lo so che è di Bob Dylan, andate un po' a spiegarlo a Marco Carta...

In estrema sintesi, un teorema, due corollari e una proprietà:
Teorema del gerontorock: chiunque, in un qualunque momento della sua vita, per cause anche indipendenti dalla sua volontà, abbia realizzato un disco rock, acquisisce e mantiene a vita lo staus di "grande rocker"
Primo corollario al teroema del gerontorock: qualunque sia il livello di rincoglionimento geriatrico o lo sputtanamento seguente alla realizzazione citata nel teorema precedente, lo stesso non ne è affetto affatto.
Secondo corollario al teorema del gerontorock: chiunque, in un qualunque momento della sua vita, abbia realizzato un disco anche brutto ma ispirato a Bob Dylan o Bruce Springsteen, rientra nel campo di applicazione del teorema.
Proprietà transitiva del teorema del gerontorock: chiunque sia venuto in contatto anche virtuale con un grande rocker, ne acquisisce lo status in via definitiva ed irrevocabile.

mercoledì 23 giugno 2010

Bruce about himself


Niente da aggiungere all'opinione autografa di Bruce Springsteen. Rispetto chi lo apprezza, ma trovo che la vita sarebbe meno triste senza la musica e la poetica di Springsteen.
Meno tristezza senza Bruce. [1]


Note e links:
[1] Ma che vita sarebbe senza Nutella?

lunedì 21 giugno 2010

Artistimmensamentebravichenonmipiaccionoproprio: Bruce Springsteen


Nella foto: un gruppo di pacifici fan del Boss pronti per una civile discussione con (qualora esistesse) un non-fan dello stesso.

Nuova rubrica, quell'altra creava troppe polemiche inutili già sul titolo e non sui contenuti. [1]
Qui, fin dal titolo ("Artistimmensamentebravichenonmipiaccionoproprio"), sia messo subito in chiaro che:
- sto parlando di artisti/gruppi/dischi bravissimi e bellissimi;
- allo stesso tempo, i suddetti non mi piacciono neanche un po'.
Nel corso dello svolgimento della rubrica, tenterò di spiegare perchè a me questi artisti/etc. - sicuramente bravi e da molti giustamente apprezzati - non piacciono neanche un po'. [2]

Quale miglior punto di partenza che lui, il Boss?
Probabilmente l'artista che gode del maggior numero di fans adoranti ed irriducibili [3], per i quali neppure si pone il dubbio che a qualcuno possa, semplicemente e sinceramente, non piacere Bruce.

Io, ad esempio, sono venuto a contatto con Springsteen per la prima volta nel fatidico anno 1980. [4]
In quegli anni, sul Mucchio Selvaggio esisteva solo il Boss. Poi c'era Bruce, al terzo post Springsteen. Longeque inferior etc... :)
E allora me lo sono comprato, "The River".
E ho pure provato ad ascoltarlo. Alla fine della facciata A già mi chiedevo "'mbe?", alla fine della facciata B rimpiangevo i soldi spesi. La facciata C e D non sono mai arrivato ad ascoltarle, magari c'erano su dei capolavori assoluti, ma non ce l'ho fatta: immediatamente riciclato al Discomane...

Ma lo contestualizzo, eh: lo stesso anno scoprivo ed ascoltavo, ad esempio ed in rigoroso ordine alfabetico:
  • Bauhaus: In The Flat Field
  • Birthday Party
  • Clash: Sandinista
  • Clock Dva: White Souls
  • Colin Newman: A-Z
  • Comsat Angels: Waiting For A Miracle
  • Cramps: Songs The Lord Taught Us
  • Crass: Stations Of The Crass
  • Dead Kennedys: Fresh Fruit For Rotting Vegetables
  • Durutti Column: Return Of
  • Echo And The Bunnymen: Crocodiles
  • Feelies: Crazy Rhythms
  • Joy Division: Closer
  • Killing Joke: self-titled
  • Lydia Lunch: Queen Of Siam
  • Pere Ubu: Art Of Walking
  • Pop Group: For How Much Longer
  • Psychedelic Furs: self-titled
  • Soft Boys: Underwater Moonlight
  • Sound: Jeopardy
  • Talking Heads: Remain In Light
  • Teardrop Explodes: Kilimanjaro
  • Tuxedomoon: Half Mute
  • U2: Boy
  • X: LA
  • XTC: Black Sea
  • Young Marble Giants: Colossal Youth
"The River", mah... tutti quelli ricordati qui sopra mi interessavano di più.
C'erano dentro più cose, musicalmente e non solo.

Qualche anno dopo, impossibile evitare di ascoltare "Born in the usa" e "Dancing in the Dark".
E magari i testi erano bellissimi, e c'erano vibranti critiche contro ciò che di sbagliato esisteva negli USA, oppure fantastiche descrizioni di storie di adolescenti in fuga sulla Route 66, o commoventi e partecipate tragedie su padri di famiglia licenziati dalla fabbrica di Detroit, e via stereotipando.
Ma la musica?
Il peggior "Rock-FM" anni '80, batteria marziale con rullantoni gated, synth plasticosi e la solita pomposa e roboante retorica "rock" fatta di sudore, fascia per i capelli e schitarratone.
E magari gli altri pezzi erano bellissimi, e mi sono perso un capolavoro. Ma se quello che si sente in giro è così pessimo, manca - a me - lo stimolo ad approfondire.
Perchè a me è sempre piaciuta l'America in tono minore di Kerouac, di cui le Cadillac e la strada fanno senz'altro parte, ma che a quelle non si riduce...

Avendo nel frattempo smesso di leggere il Mucchio per esaurimento della (mia) pazienza alla sequela di santini mensili su Springsteen, ho pacificamente e senza fatica provveduto a ignorare per i decenni seguenti ciò che faceva il buon Bruce.
Sì, di tanto in tanto capitava di sentire un pezzo nuovo alla radio o alla tv, ma erano tutte cose facilmente trascurabili.
L'anno scorso, ad esempio, ho con orrore sentito "Workin' on a Dream", il classico pezzo che ti incoraggia a non ascoltare l'album da cui è tratto.
Se non avessi cominciato a frequentare questo "giro" di blog, non avrei mai saputo che c'è ancora chi considera Bruce Springsteen una delle massime espressioni della musica rock.
Credetemi, ci sono rimasto abbastanza male... :)


Note e links:
[1] Troppe educande in giro per il web, ma solo quando il "...dimmerda" è riferito a uno dei loro "eroi"...

[2] Provo a prevenire pure l'accusa di "montare ad arte" delle polemiche.
Con due argomenti:
  • Cosa diavolo ci guadagnerei dalle polemiche? Non capisco, davvero.
  • Sono convinto che le cose che non ci piacciono ci definiscono altrettanto bene di quelle che ci piacciono. Non mi sembra nè inutile nè polemico scrivere di quello che mi piace e di quello che non mi piace, e soprattutto motivarlo. Liberi tutti di non essere d'accordo con entrambe le opinioni.
[3] Ed anche un po' "Talebani del rock"
Quindi la reazione solita è quella già riportata nei commenti al post precedente: se dici che non ti piace Bruce, vuol dire che
  • ti piacciono Ramazzotti e Pausini
  • non capisci nulla di musica
  • non è vero che non ti piace il Boss (perchè è impossibile) e quindi lo dici solo per provocare.
[4] Vedi ad esempio il già più volte ricordato post di Lucien sulla musica di quell'anno.

venerdì 18 giugno 2010

Comunismo e mp3


Fantastica.
Spero sia vera: me lo sentivo che gli mp3 avevano qualcosa di intrinsecamente "buono" rispetto a vinili e cd :)


Note e links:
Per chi non lo sapesse, la "Recording Industry Association of America" o RIAA è l'equivalente della nostra SIAE.

giovedì 17 giugno 2010

Gl'importante e il cotenuto, micca la forma.


Anche il artista che vi parlo oggi è forte oh, di quelli di cui spaccano il culo ai passeri quando suognano.
Ebbene sì, vi stessi parlando di Bruce Springsteen, menestruello folkrock dei Stati Uniti. Nebrascha. O Niu Gersi, bho, non èmportante.
Perchè quelo che conti e la forza della sua musicha, le lirice che siano quasi delle poesie. Rock, ma poesie.
Ma no nel senso dei Pascoli e dei Foscoli, propprio nel senso di storie di cui ti appartengano, i quali faccino parte del tuo sentire, del tuo modo dessere.
E se ci sarebbe un artista degno di rapresentare cuesto tipo di rock, quello fosse senz altro lui, il Boss.
Sempre vestito come noi, ginzemaietta, nonostante che ci avrebbe ormai l'età dei datteri, ma anchora in forma smagliata, come se sarebbe un giovinotto.
Un esempio per tuti, belli o bruti (ahah, ciò fatto l'arrima! Sarei anchio un pò poeta rock!)
Dai discchi dei esordi ad oggi, senza haver mai sbaliatto un colpo, coerente fino in fonto con le sue idee, con la sua storia, la sua musicha.
In una sola parola: un vero e grande eroe dei nostri tempi.
Grazzie desistere, Bruce!


Note e links:
Eh? Non è mica note, è anchora pomerigio! Laltra parola non lo so.

Constellations / Himalaya


Let's go sullo sconosciuto today, nella speranza che diventi un "Out of the Unknown" [1] per i Constellations / Himalaya.
Col moniker "Constellations" sono stati messi out a couple of cd-r, peraltro molto belli, e ora, dopo il name-change, sono diventati "Himalaya" e il loro first cd "Never Give Up" è available presso la Dead Pilot Records al price di 5 British Pounds.
Gli Himalaya sono fondamentalmente Will Samson che viene helped da alcuni friends per i live gigs, e possiamo metterli in the same box con Message to Bears o Soul's Release, because simili sono le "Atmospheres" [2] e le "Sonic suggestions" [3] che si riflettono in questi lavori.
I primi two cd sono purtroppo piucchesauriti, but the ultimo one è il migliore di questo "Wild Bunch". [4]
Prima ho citato Message to Bears e Soul's Release: simili le sonorità, simili le assolute eccellenze reached dalle songs contenute nei records proposti, cosa uncommon nel "mare magnum" [5] delle produzioni che mescolano folk, elettronica, ambient, drone e "Modern classic", troppe delle quali affogano nella banalità. Mai ci fu occasione migliore per citare "Adparent rari nantes in gurgite vasto" [6]: pochi davvero are quelli che sono able to survive alla già citata banality, sempre in agguato "around the corner". [7]


Note e links:
[1] Citazione di una track dei Died Pretty, ottima band aussie degli eighties/nineties

[2] Citazione di una song dei Joy Division (che is al singolare, ma I needed it to essere plurale)

[3] La prima word ("Sonic") è una citazione multipla, dai Sonics a Fred "Sonic" Smith ai Sonic Youth, and who more ne ha more ne metta.

[4] Citazione multilivello: film di Sam Peckinpah, ma anche nome (tradotto) di una nota italian magazine di musica rock

[5] Oops, mi è scappato, it is latino e not inglese.

[6] Oops due, ma this time ho fatto apposta, citazione dall'Eneide. E già che ci siamo, pure dall'Odissea: "Ἦμος δ' ἠριγένεια φάνη ῥοδοδάκτυλος Ἠώς"

[7] Citazione di I don't remember quale song di quale band, ma figuratevi se non esiste almeno una canzone con queste words :)

lunedì 14 giugno 2010

Angliano


Sembra che l'uso inutile e pretestuoso dell'inglese dia fastidio solo a me. Boh.
A me continuano a piacere gli italiani che scrivono in italiano e gli inglesi che scrivono in inglese, le vie di mezzo faccio fatica a capire il perchè.
Mi sembra così provinciale, così vorrei ma non posso, così francamente inutile usare parole o espressioni inglesi quando non ce n'è nessuna necessità.
E non sto parlando di parole come Taxi, blog, hotel o computer, ma di cose che - a me - sembrano ridicole
Se mi scappa di farlo notare mi si risponde così [1]:
"I love vagina - ad esempio, è mezzo italiano e mezzo inglese, ma è anche total brit."
"Quanto all'inglese in linea di principio concordo sia meglio che gli italiani scrivino in italiano ma spesso scattano degli automatismi incontrollabili (almeno se vivi all'estero e parli e leggi in inglese per la maggior parte del giorno)... e ci sono delle espressioni impossibili da rendere in italiano se non con giri di parole mostruosi."


Bene, allora andiamo a vedere un po' di esempi [2]:
"Mercoledì sera sono busy a fare foto somewhere else, sorry!"
"E se lo dice Zambo, it means a lot!"
"Aspetteremo altri 45 anni forse, ma vincere così è più bello. Because the night belong to us."


Ecco, la terza la posso capire. E' una citazione diretta di una canzone famosa, ok, ci sta.
La seconda, già mi da fastidio. Non è una citazione (se lo è, è per me incomprensibile), ma una cosa che, anche detta in italiano, mi sembra vada bene uguale.
La prima, mi fa venire l'orticaria. E' una roba da "uotsammericakansassity" cinquant'anni dopo.
"Espressioni impossibili da rendere in italiano"? Cioè "occupato" per "busy", "da qualche altra parte" per "somewhere else" e "spiacente" per "sorry"?
Come dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo: ma va là, va là, va là (but let's go, let's go, let's go)


Note e links:
[1] e [2] Non cito gli autori delle frasi perchè, giuro, non mi interessa parlare male di nessuno.
Però mi interessa parlare male di un modo di scrivere che trovo brutto e sgradevole.
Se gli autori si riconoscono e si offendono, chiedo anticipatamente scusa, non era mia intenzione attaccare nessuno: però di qualche esempio avevo pur bisogno...

domenica 13 giugno 2010

Curiosità


Ho una curiosità che mi piacerebbe soddisfare. Di fronte a cose come, ad esempio:
  • legge bavaglio
  • esternazioni sulla costituzione
  • progetto di "riforma" della giustizia
tutti i rivoluzionari duri e puri, per cui tanto peggio tanto meglio, che destra e sinistra sono uguali e meglio astenersi che votare questi qui.
Sempre convinti che siano tutti uguali?
Sempre convinti che il centro-sinistra avrebbe fatto cose altrettanto gravi di quelle che sta facendo il centro-destra?

sabato 12 giugno 2010

Referendum


Ne aveva parlato silvano un po' di tempo fa nel suo post "La difficoltà di essere liberi" del quale riporto alcuni passaggi:

E' difficile essere liberi. Liberi veramente. E' difficile per me esserlo persino sul blog dove mi accorgo di autocensurarmi, di autolimitarmi.
Così decido di non pubblicare un post che probabilmente non verrebbe capito o frainteso, o mi astengo dal compiere azioni (semplici commenti e confronti), su altri blog.
La strada per la libertà è lunga, anche per una libertà di piccolo cabotaggio come quella dei diarii on line.


Ora, in questi giorni in cui si parla di censure ben più grandi delle piccole autocensure che tutti ci imponiamo scrivendo, anche queste piccole (e poco importanti) rinunce alla mia/nostra libertà mi danno fastidio.
Ci sono diversi post già pronti nelle pagina delle bozze di Place to Be, che, proprio per i motivi così ben descritti da silvano, non ho ancora deciso di pubblicare.
Alcuni titoli sono:
  • CappuccettoRosso e i Lupi Cattivi
  • Angliano
  • Certo che sul web si trova veramente di tutto...
  • La rivoluzione digitale
Quindi, è una sorta di refendum: che devo fare?
Rischio che qualcuno si offenda e pubblico, o lascio stare?
Ogni vostro consiglio è il benvenuto :)

venerdì 4 giugno 2010

Sub-cultura e contro-cultura


Una distinzione fondamentale per me è sempre stata quella tra sub-cultura e contro-cultura.
Sono due categorie che possono essere facilmente adattate anche all’analisi dell’espressione musicale, ed allora vediamo un po’ come è possibile usarle.

Cominciamo con le definizioni:
Sub-cultura è una manifestazione coerente coi valori di fondo della cultura dominante.
Un movimento sub-culturale crea specifiche manifestazioni legate ad esempio all’età dei suoi componenti che si pongono in diretto rapporto di sussidiarietà rispetto ai valori ufficiali della società.

Esempi: negli anni ’80 c’erano i “Paninari” e gli “Yuppie”, cioè movimenti che avevano come valori fondanti il conformismo, il successo economico, l’omologazione dei consumi, la mancanza di ideali politici.
Un Paninaro si preparava a diventare un giovane Yuppie, il quale aspirava a diventare “classe dirigente” per soddisfare esclusivamente i propri tornaconti economici, realizzando una catena di sub-culture organiche alla visione predominante della società (allora, ma non solo) contemporanea.

Contro-cultura è una manifestazione in opposizione ai valori di fondo della cultura dominante.
Anche un movimento contro-culturale tende a creare manifestazioni specifiche, che però hanno il denominatore comune di essere alternative a quelli che sono i valori ufficiali della società.

Esempi: gli hippie degli anni ’60 o i punk degli anni ’70.
Pur con le dovute differenze, in entrambi i casi i movimenti erano caratterizzati dal rifiuto del conformismo o del successo economico fine a se stesso, legati anche ad una forma di consapevolezza anche politica (anche il punk del “no future” si rifaceva in fondo all’anarchia).
Un hippie o un punk non si preparavano a diventare classe dirigente (non consapevolmente almeno) perché gli ideali erano di fondare una nuova società o di rifiutare la società tout-court.

Naturalmente il pericolo che una contro-cultura venga assimilata e trasformata in una semplice sub-cultura è ben presente: è un meccanismo classico di difesa della cultura dominante, che cura la minaccia alla sua sopravvivenza incorporando in sé gli elementi inizialmente eccentrici.
Un po’ di marketing qui, un po’ di banalizzazione lì e inevitabilmente hippie e punk vengono “normalizzati”, diventando anch’essi una versione banalizzata e limitata agli espetti esteriori e visivi dei movimenti originali.
Che però in un certo modo sotterraneo resistono, nei gruppi che rimangono fedeli agli intenti originari o nelle nuove contro-culture che inevitabilmente si sviluppano anno dopo anno.
Perché fondamentalmente una contro-cultura è, per molti, un passaggio obbligato della crescita.
Tra l’infanzia e l’adolescenza esiterà sempre un passaggio fatto di ribellione, che cercherà un modo di contrapporsi all’ordine costituito.

Il quadro mi sembra più o meno chiaro – la sua trasposizione musicale è più o meno immediata: il pop non è mai contro-cultura, il rock a volte riesce ad esserlo.
Prendiamo un gruppo famoso come i Pink Floyd: non è fin troppo facile dire che “The Piper…” è contro-cultura, “Dark Side” è sub-cultura, e “The Wall” è cultura dominante?
Ma anche il percorso inverso è possibile: i primi Beatles sono sub-cultura, “Sergent Pepper” è un tentativo contro-culturale, pur controverso fin che volete e quasi immediatamente assimilato dalla cultura dominante.

giovedì 3 giugno 2010

Adolescenza


"Penso che si rimanga vivi nella misura in cui si riesce a mantenere l'atteggiamento che si aveva da adolescenti." [1]

Per me lo spirito dell'adolescenza (riferito ma non limitato alla musica) era la curiosità di scoprire un mondo che sembrava tutto nuovo.
E' lo spirito di cui ho già parlato in uno dei primi post di questo blog, quello per il quale si continua a cercare stimoli nuovi, a costruire un percorso, un filo che lega quello che ti piaceva prima a quello che apprezzi ora.
E' il motivo per il quale mi trovo spesso a polemizzare con chi invece la frase sopra l'ha capita come "rimanere eternamente adolescenti, senza cambiare mai".
E che di conseguenza continua ad anni di distanza a parlare bene e ad apprezzare solo quello che gli piaceva allora, senza distinguere da ciò che era buono in sè e ciò che semplicemente gli ricorda i suoi sedici anni.
Ci sarebbero troppi esempi da fare qui, dal feticismo per il vinile ai tanti dinosauri del rock di cui è vietato parlare male...

Questo l'ho scritto rispondendo su un altro blog, ma il discorso non interessava ed è stato lasciato cadere:
"Come mi sembra che troppe persone si fermino, senza accorgersi di ripetere le stesse critiche preconcette che venivano rivolte negli anni '30 al jazz (musica da negri) poi al rock'n'roll (musica da debosciati) poi alla psichedelia anni '60 (musica da drogati) etc.
Lo trovo preoccupante.
Ciclico, ma non per questo meno preoccupante: perdere la curiosità di scoprire cose nuove, di ascoltare cose inaspettate e spiazzanti, rifugiandosi nel comodo nido del già sentito e dei propri vent'anni.
Io, finchè ci riesco, preferisco continuare a muovermi."


E, sempre finchè ci riesco, cerco sempre di non parlare male "dei giovani d'oggi". Che sono più o meno, in percentuali più o meno costanti, come eravamo noi giovani di ieri, e come a loro volta erano i nostri bisnonni: nihil sub sole novi... [2]
Il giorno in cui comincerò a farlo, beh, allora sì che sarò diventato vecchio.


Note e links:
[1] Richard Hell, in un intervista con Lester Bangs del 1978, da "Guida ragionevole al frastuono più atroce".
Lester Bangs non è d'accordo e poi commenta: "L'adolescenza è uno dei momenti peggiori della vita, è la nube della non conoscenza e uno stato di goffaggine totale". Ma il punto non è l'adolescenza, è lo spirito dell'adolescenza. Anche il Lester mica sempre ci prendeva :)

[2] Se devo tirarmela con le lingue, che sembra faccia molto figo, rispolvero il latino. E prossimamente qualcosa in greco, così la metto giù dura anche con l'aver fatto il Liceo Classico, etc. :)