lunedì 30 aprile 2012

I migliori anni della nostra vita (musicale)

Qual è stato il periodo migliore per la musica?
E' un dibattito appassionante, soprattutto perchè ognuno è profondamente convinto di avere ragione nell'identificare un suo "periodo d'oro" che, casualmente, coincide quasi sempre con il periodo dei suoi vent'anni.
Vi tocca la citazione dall'ultimo Reynolds, "Retromania": "Tutte le generazioni vogliono vedere riconosciuta come "arte" la propria musica."[1]
E intendiamoci: io non ho mai detto che "vecchio è brutto e nuovo è bello", ma mi da un fastidio enorme la posizione contraria ("vecchio è bello e nuovo è brutto") che è stupida esattamente quanto la prima. Anzi, parlando di rock, è anche più stupida.
E' tranquillamente ovvio che esistano dischi bellissimi realizzati negli anni '50, '60, '70, etc. - ma è assurdamente miope voler stabilire che da un certo momento la musica è "morta"...


anni '50, '60 e '70
Max
Una discussione tanto affascinante quanto fine a se stessa, una sorta di moto perpetuo del "meglio" e del "peggio"...ovviamente i gusti sono gusti, e a ognuno il suo, ma è indubbio che ora come ora praticamente tutto sa di "già sentito".
Comunque è innegabile quello che è successo tra gli anni '50 e '70 ha davvero stabilito i canoni di quella che possiamo definire "musica moderna" intesa come rivoluzione e novità assoluta rispetto alla musica creata fino ai primi del '900.
Musica fatta con autentica e viscerale passione pescando a piene mani nella culla musicale per eccellenza, il blues primordiale.
Certo , in senso generale la musica moderna fa schifo certamente, quando non ha radici blues ovviamente.


anni '60
Il padre di Eddie Piller
Eddie Piller ha continuato a lavorare come dj in Inghilterra ed Europa e conduce un programma radiofonico alla BBC.
In un'intervista ricorda come gli Small Faces fossero spesso a casa sua e che suo padre era un mod nel 1961.
Quando nel '79 gli fece ascoltare Jam e altri gruppi del mod revival gli disse, inorridito, che mod era Miles Davis e la Tamla Motown, non quella spazzatura pop.


1963-1966
pibio
Ma io vi dirò che la roba del 67 a me piace molto (byrds, LOVE!!, QMS, e altri miliardi di bands americane).
Ma io i brividi del sound uk 63-66 non li ho mai più ritrovati altrove.
(confesso che durante gli anni ho manomesso non male il mio Sistema Nervoso...) Ma per me quei 3 anni sono la musica.
Mio cugino per esempio mi dice: ma come cazzo fai ad ascoltare quei mocciosi inglesi ipopigmentati e frignanti!! l'Urban Blues dei 50 è musica, i 60 sonbo roba da chey!
Al che un mio amico di Sarmato gli dice sempre 'ma va caga, va...l'Urban Blues è Delta Blues sputtanato. Manca il cuore delle sessions sul Mississipi tra i 20 e i 30.
Teoricamente potrebbe passare qui un gerarca fascio e dirci 'musica da degenarati quella! dovete ascoltare giovinezza! e basta.


1967
Ursus
Personalmente le puttanate del 1967 (proprio in quell'anno POI !) forse le conto sulla punta delle dita...e non saprei nemmeno in quale ambito andare a parare,perchè anche nel cinema,nella grafica o in mille altre espressioni umane furono fatte cose IMMORTALI (basti pensare ai manifesti dei locali quali Fillmore west o Ufo club London,solo per citare i più noti).


anni '60 e '70
Tony Face
Personalmente non ritengo che fosse meglio "ai miei tempi".
Ma ci sono un sacco di cose, sia in ambito artistico che sociale, che ritengo migliori in determinati periodi.
Ovviamente generalizzando.
Ma la musica che preferisco e che reputo più creativa la trovo , NEI MIEI GUSTI, negli anni 60 e 70. Poi non ho trovato più nulla di particolarmente eccitante.
Non per questo non ascolto musica "nuova".


1977-1980
Carlo Casale, Frigidaire Tango
La cosa più bella degli anni ottanta è stata la loro fine.
Un decennio sterile, socialmente e musicalmente, che succede agli anni settanta e a tutta la loro debordante creatività. Il parallelo con i sessanta è appropriato per un certo senso di opulenza che pervadeva e si perdeva nelle persone comuni ma anche per il ripescaggio di musiche e moda tipicamente sixties. In senso strettamente musicale ciò che viene catalogato come “Post Punk” o in senso più allargato come “New Wave” e comunemente considerato come uno dei periodi artisticamente pìù interessanti del secolo scorso,viene erroneamente attribuito agli anni ottanta, in realtà i migliori dischi e le migliori band nascono tra il 77/80, di fatto dunque in periodi con un presente così vuoto ti si da la possibilità di guardare indietro e aumentare il tuo background, i gruppi migliori del periodo attingono a piene mani dal passato , dai Cramps ai Violent Femmes a tutta la scena Beat/garage di Fleshtones e Fuzztones.


1977-1985
GianLuca "Gaz" Galliani
Diciamo che il periodo più creativo si colloca a mio parere tra gli ultimi anni ’70 (dal 77 diciamo) per evolversi poi e sbocciare a colori o ancora in bianco e nero (goth/dark) soprattutto nella prima metà degli anni ’80, qualcosa anche dopo. L’esigenza di tutti i creativi di confrontarsi col mainstream determinò un collasso (oltre ai collassi per l’eroina…), molti smisero proprio, altri si adattarono malamente e…finirono lì, ancora malamente. Son stato protagonista diretto di quel periodo e posso dire che i ragazzi di oggi trovano molto più appeal nella musica di allora che in quella successiva (gli orrendi anni ’90)…il difficilissimo XXI secolo, dove nemmeno l’industria discografica esiste più. Di musica si muore oggi, pertanto perchè farla, perchè farla bene? Spendevamo tutto i nostro tempo per la musica, oggi non sarebbe più possibile per nessuno… (lasciamo stare quei 4-5 pirla italiani e i “mostri sacri” stranieri, ormai bolsi, vecchi, stanchi, ripetitivi, anacronistici.


Fino al 1984
Blue Bottazzi[2]
L'ho letto da qualche parte da adolescente: che la generazione precedente non è in grado di comprendere la musica (ed in generale l'arte) della generazione successiva. Lasciato perdere, per ovvietà, il test su Soft Machine, Yes e Pink Floyd, ascoltando Elvis (Presley) mi domandavo come potesse essere possibile non apprezzare il suo modo di cantare. Poi uno zio mi rivelò di non apprezzare Lucio Battisti perché "non sa cantare" e da allora ho dato per provata quella regola, prendendo per certo anche che prima o poi sarebbe successo anche a me. La prima volta che mi capitò di ascoltare un modo "diverso" di cantare fu nel 1984 con Morissey degli Smiths. Fino a quel momento tutti i cantanti che apprezzavo cantavano in definitiva nello stesso modo, da Chuck Berry a Bruce Springsteen, da David Bowie a Peter Gabriel, dai Beatles a Bob Dylan, da Lou Reed a Johnny Rotten: tutti cantavano con urgenza e con furore. Morissey cantava in un altro modo, cantava come se non ne avesse voglia. Allora non ne ebbi sentore ma oggi ne sono sicuro: la musica della generazione successiva alla mia la inventarono gli Smiths. Comprai il loro primo omonimo LP ma non mi conquistò, e lasciai perdere. Ci riprovai in epoca di CD con un'antologia di singoli, con la migliore intenzione di farmeli piacere, ma non riuscii a penetrare il loro segreto. Forse acquistai inutilmente anche un disco di Morissey ma non ne sono sicuro. L'unica loro canzone che posso dire di aver apprezzato l'ho sentita cantare da David Bowie su un suo disco del 1993. Da allora gli Smiths hanno avuto figli e nipoti e secondo me hanno inventato il rock degli anni zero, anche se non ho mai letto nessun critico musicale scriverlo.


anni '80
Lorant
Viva gli 80', erano i migliori!


anni '80 e '90
Overthewall91
Allora, anni 19.E anch'io faccio fatica ad ascoltare nuovi gruppi o artisti.Finisco sempre per ripescare vecchie perle degli anni ottanta e novanta, non so perché.I pochi gruppi nuovi che ascolto (A place to bury strangers,Skywave, Grizzly Bear,Black Lips ed altri) si rifanno inevitabilmente al passato, allo Shoegaze/Dream pop, al pop psichedelico, alla new wave o al garage degli anni sessanta.


anni '90
sassicaia molotov
La mia paura è che la scena musicale dai '60 fino ai '90 (col picco raggiunto da Seattle & derivati) ci abbia saziato talmente i sensi che ora fatichiamo ad assimilare il nuovo, con un discreto concorso di colpa da parte della quantità di spazzatura con cui radio e tv ci inondano quotidianamente, al punto che anche trovare una grande canzone POP è diventata un'impresa.
Cerco di fare ordine: il "picco" di Seattle indica la miglior rielaborazione degli stilemi rock trasmessi a livello di massa degli ultimi 20 anni, che mi piaccia o no, ROCK vuol dire il prolungamento spaziotemporale di quella musica "vecchia" di cui parliamo.


anni '00
Emiliano, anni 15
Con tutto il rispetto e la stima possibile, non sono granché d'accordo. La musica degli anni '00 a mio parere non solo non è da sottovalutare ma a mio parere da elogiare. Dopo tre decadi di musica stellare in cui si sono pian piano affermati signori del calibro di Keith Jarret, Gil-Scott Heron, Marvin Gaye, Husker Du, Gary Wilson, Dave Pajo, Mark Hollis, Vas Deferens Organization, Black Dog, Orb, ruscire ad incidere dischi come "Person Pitch", "Change" o "Beaches & Canyons" non mi sembra una robetta da poco. Dischi illuminanti, geniali, immensi. Per non parlare di tutta la scena Grime e Dubstep che proprio negli anni '00 ha messo radici, dando vita a un nuovo modo di vedere la musica elettronica. Infine impossibile non citare il Kanye West degli esordi e tutta la scuola Anticon (Clouddead su tutti), riusciti audacemente nell'intento di ringiovanire e rinfrescare una formula hip-hop che sempre più era destinata alla decadenza.
P.S. e quasi scordavo i Godspeed You! Black Emperor e il loro "Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven", probabilmente il miglior disco di musica prog, dopo il solo "Third" dei Soft Machine...


Note e links:
[1] Citazione a memoria e a senso, il libro l'ho già restituito alla biblioteca pubblica. Libro molto bello e interessante, facendo la tara delle cazzate dette su mp3, cd e vinile, sono d'accordo con moltissime delle cose che dice Reynolds - soprattutto quando ritrovo nel libro le stesse cose che sostengo "polemicamente" (?) da quando ho cominciato a scrivere su questo blog... ;)

[2] Il Blue Bottazzi si merita una nota tutta per sè: è il perfetto esempio, lui e il suo blog dedicato al "Classic Rock", del perchè certa stampa musicale (Mucchi Selvaggi e Buscaderi, per intenderci) è diventata completamente inutile... "critici" invecchiati male che parlano di musica vecchia, senza rendersi conto che i dischi di cui parlano con entusiasmo nostalgico erano, all'uscita, "musica nuova", avversata dai loro omologhi dell'epoca per le stesse esatte ragioni per cui loro adesso non capiscono la musica di oggi, ed erano suonati e cantati da "ragazzini brufolosi", categoria che oggi, da adulti, disprezzano in modo assoluto ("Non dovrò mica prendere sul serio la musica che fanno i ragazzini brufolosi di oggi!")
E io questo atteggiamento, tutto quello di cui cerca di parlare questo post, lo posso capire da parte di un "semplice" appassionato. Ma da parte di un "professionista" della musica, sia esso giornalista, musicista o altro, lo trovo semplicemente inaccettabile.

[3] Idea del post presa in prestito senza permesso da enri1968/sull'amaca
Mi ha richiesto un po' di fatica per il copia/incolla da diverse fonti, e a differenza dei post di Enrico è fatto con citazioni prese da conversazioni già esistenti. A me sembra carino.
Mi sono limitato a riprendere alcune conversazioni di cui mi ricordavo abbastanza bene, ma ovviamente si potrebbe andare avanti all'infinito, trovando citazioni di persone che, in assoluta buona fede, citerebbero qualsiasi anno o periodo come "migliore" della storia della musica.

[4] Immagine presa in prestito senza permesso dal blog di lozirion

[5] Alcune delle citazioni sono tratte dal - purtroppo chiuso - blog di Harmonica, Call of the West; tutte le altre sono raggiungibili tramite i link del post.

9 commenti:

brazzz ha detto...

fastidio enorme la posizione contraria ("vecchio è bello e nuovo è brutto") che è stupida

ecco appunto..non posso che concordare con te..sepenso alla mia età dell'oro,vado chiaramente fra il 77 e l'82..trovo sia stato un periodo grandioso,ma tengo fermo l'assioma che hai scritto....e concordare su tutta la linea...

Resto In Ascolto ha detto...

concordo sostanzialmente con max, a parte le decadi, perchè per me sono stati fondamentali gli '80 e soprattutto i '90 che ho vissuto da vicino. capisco perfettamente, però, che gli anni '60 e '70 rimarranno ineguagliabili in fatto di novità. ultimamente, però,viaggio un po' a compartimenti stagni, e a parte pearl jam, wilco e decemberists, fatico a trovare qualcosa che mi dia il tormento; sai quei dischi, quelle canzoni, che non riesci a toglierti dalla mente; hai bisogno di risentirli continuamente....beh insomma mi manca uno di quelli.
belle cose Alle.
gianni

allelimo ha detto...

Ma no, accidenti, la posizione di max è una delle meno condivisibili: c'è la solita banalità del blues come padre di tutta la musica, che è una pura e semplice cazzata (cfr. ad es. qualsiasi studio serio di musica popular, ad es. "Around the clock" di Franco Fabbri, per la paternità della stessa. Il blues è solo uno dei tanti padri della "musica moderna", che non nasce ai primi del '900 ma a metà circa dell'800.
"La musica moderna fa schifo quando non ha radici nel blues" è una posizione antistorica e banale, buona per Mucchi, Buscaderi e amanti del "Classic Rock".

Resto In Ascolto ha detto...

di certo non concordavo con l'ultima frase (il mio blog non avrebbe senso altrimenti). ero più in linea sul discorso di quanto si affascinante e fine a se stessa una discussione del genere e che tutto sommato sia stato ormai già detto e cantato tutto ( MA NON SOLO GRAZIE AL BLUES, ECCHECAZZO!!!! )

Alberto Casiraghi ha detto...

Quali siano i migliori anni della mia vita musicale è uno di quei quesiti che mi hanno accompagnato per tutta la mia ormai non più breve esperienza di ascoltatore. E la risposta purtroppo o per fortuna non sono mai riuscito a darmela, nel senso che in ogni decennio riesco a trovare cose che mi entusiasmano e cose per me discutibili. Non riesco neanche a sopportare l'antitesi tra vecchio bello e nuovo brutto (o viceversa) anche perché secondo questo assioma da anni avrei dovuto smettere di cercare qualcosa che giustificasse il mio essere un appassionato di musica e non un semplice ascoltatore nostalgico. E' tutto legittimo, ci mancherebbe, ma credo che una vera passione coincida con una curiosità estrema per tutto ciò che è nuovo. Poi, che il nuovo piaccia è un altro paio di maniche. So per esperienza che fatico a capire l'infatuazione per certi nuove proposte e nuovi fenomeni musicali, troppo spesso perché mi ricordano altro del passato e perché, appunto, non hanno per me il carattere di novità. Ovviamente più si è giovani è più si è meno preparati o smaliziati. Un po'come mi sentito io a 15 anni che consideravo tutto inedito il prodotto della contemporaneità per poi scoprire, tempo dopo con l'esperienza, che di fatto quasi tutto è derivato. Come c'è scritto in questo post, è vero anche il contrario, ossia che molta della ottima musica del passato che ho apprezzato non può avere la stessa importanza per le nuove generazioni.
Ritornando al tema principale, quando sentivo dire in epoca post punk che i 70 facevano schifo, non capivo. Quando oggi sento dire che gli 80 erano pessimi scuoto la testa. La mia carriera di appassionato nasce all'inizio dei 70 ascoltando i dischi dei Beatles di mio fratello, il beat e la psichedelia,la scuola di Canterbury, il punk americano, il punk inglese negli anni 70, negli anni 80 ascoltavo post punk, hardcore, post hardcore, il noise, il post rock nei 90 e così via, solo per riassumere. Se dovessi scegliere un periodo preciso, probabilmente a ogni stagione cambierei. Certo se potessi essere trasportato in un periodo a mio piacimento sarei in imbarazzo a scegliere, forse per ragioni anagrafiche, tra Haight-Ashbury e Londra nel 1967. Ma domani magari cambierò idea.

Harmonica ha detto...

Prima di tutto grazie per la citazione del mio "defunto" blog, che nonostante non sia più attivo da sei mesi, noto che è ancora visitato. Come la penso io sulla musica in generale lo sai, per me gli anni '70 sono stati il culmine dell'inventiva in ambito rock, dopo è stato tutto un riciclare di cose passate. Lo stesso dicasi per i suoni dei primi '80; quello che alcuni gruppi post punk fecero, ovvero prendere il funk ed inserirlo nella loro musica, era comunque un bignamino di quello che James Brown e soci crearono anni prima, magari propedeutico per far conoscere che esisteva un altro mondo al di fuori del rock e del blues.
Uno dei motivi per cui ho chiuso il mio vecchio blog è stata la consapevolezza di essere "to old to r'n'r", ovvero tutti quei dischi che prima mi esaltavano, per cui provavo emozione, ad oggi mi sembrano svuotati di senso e mi annoiano già al secondo ascolto - e forse qui potremmo aprire un altro discorso, correlato al rock e all'età anagrafica - trovo patetico scaldarmi per l'ennesimo riascolto di "Stairway to Heaven" ma anche di "Born to run", per inciso due miei vecchi amori giovanili. La prova del nove è stato il trovarmi a riascoltare vecchi cd di Miles Davis, Steely Dan e dei Kool and the Gang e scoprire che di certe sonorità ne avevo ancora voglia, da li la decisione di fare festa con Call of the West, per onestà nei miei e nei confronti dei lettori. Quindi, pur riconoscendo che senza il rock non saremmo qui a parlare, riconosco che oltre a tre accordi tre suonati a tutto volume, c'è un altro mondo di note che merita di essere scoperto e valorizzato.
Come detto sul mio profilo facebook, oggi ascolto soltanto funk, soul, jazz, northern soul e....merseybeat, ad oggi l'unico cordone ombelicale che mi tiene legato al rock. Per il resto, ho già dato.
Completamente d'accordo sulle riviste musicali: ti dico solo questo, da noi manca una rivista del calibro di Mojo, per restare in ambito classico e Wire se uno vuole approfondire suoni "altri". Meritevole, a chi piace il genere, Musica Jazz.
P.s. Altro argomento da approfondire: prossimamente avremo concerti con ologrammi di rocker defunti, ma non solo. Nel cartellone di Coachella 2013 infatti oltre a Jim Morrison, Janis Joplin e Michael Jackosn, pure Mozart...
vedere qui: http://globalgrind.com/music/coachella-hologram-lineup-deceased-legends-details

enri1968 ha detto...

Per prima cosa grazie per le citazioni dal blog, figurati se dovevi chiedermi il permesso.

Allelimo cosa ti devo dire?
Il tuo ragionamento per me non fa una piega, credo che spesso gli appassionati di musica prendano il proprio gusto e lo confrontino con quello che gli sta attorno e il giochetto è fatto, come ben descritto nel tuo post. Non è confronto ma presunzione, francamente queste cose le trovo sterili e non mi interessano.

I critici? E' mai esistita la critica musicale in Italia? Probabilmente più giornalisti e pubblicisti.
Infatti negli anni'80 preferivo risparmiare qualche lira e comprare le fanzine...
E' da anni che non compro una rivista musicale, l'unica che prendo è il mucchio extra che tutto sommato è un buon contenitore da leggere e/o sfogliare.

allelimo ha detto...

Alberto, sono così d'accordo con tutto quello che hai scritto che potrei prenderlo e pubblicarlo a nome mio.
Mi viene il dubbio che "la curiosità estrema per tutto ciò che è nuovo" non sia una cosa così comune tra gli "ascoltatori". Ho già fatto incazzare parecchie persone sostenendo che un musicista ascolta un disco in maniera diversa da un non-musicista, corro il rischio e affermo che probabilmente un musicista è più "curioso delle novità" di un non-musicista: perchè gli manca quel senso di reverenza, di ammirata incomprensione che spesso è propria del fan.
Anche la cosa che degli anni '70 se ne parlava malissimo "durante", grazie per averla scritta, mi ero ormai convinto di ricordarla solo io...

Harmonica, la tua posizione invece (ma non avevo dubbi in proposito) è perfettamente coerente con la tesi del post.
Aggiungo che, come non capisco chi ascolta "solo dischi degli anni 'XX", allo stesso modo non capisco chi ascolta "solo dischi di genere XXX". In entrambi i casi, ci si riduce ad ascoltare prima i dischi di serie B e poi quelli di serie C, come ben descritto da Simon Reynolds (nel suo libro già citato) a proposito della scena del "Northern Soul".
Ologrammi di artisti defunti: il programma da te linkato è uno scherzo. Epperò, se ci pensi bene, non è poi così scandaloso: cosa sono dischi e film se non mezzi che ti permettono di guardare e ascoltare persone morte da tempo?
L'ologramma è solo un tipo diverso di media. Tecnicamente diverso, sì, ma eticamente?
Quale sarebbe la differenza etica tra ascoltare un disco di James Brown, guardarne un filmato o un concerto fatto da un ologramma?

enri1968 e brazzz: grazie per aver capito la tesi del post. Ne aprofitto per precisare, casomai non risultasse chiarissimo da quanto scritto: non ho nulla contro chi dice che gli piace moltissimo la psichedelia del 1967 o il punk del 1977 o il noise del 1990 etc. Ci mancherebbe altro. E' la posizione di chi dice che non esiste niente di valido fuori dalla psichedelia del 1967 o il punk del 1977 etc. che trovo francamente assurda!

Alfonso ha detto...

Alle d'accordissomo con te, in un post di cui rinnovo la stima per uno che ne capisce di questo campo e che ha il coraggio di dire che basta con i passatismi la buona musica c'è anche oggi per quanto possa essere derivativa. basta con le lagne "ai miei tempi..", ognuno è affezionato al suo genere al suo periodo, giusto così, mi va benissimo, ma arroccarsi al passato boicottando il presente è, lasciatemelo dire, molto arrogante e presuntuoso.