giovedì 5 luglio 2012

E quindi - parte seconda


"I giornali inventano la meta' di quello che dicono...se poi ci aggiungi che non scrivono la meta' di quel che succede, ne consegue che i giornali non esistono!"
(Mafalda di Quino)

"La recensione musicale è una forma morta. A nessuno frega un cazzo di cosa pensi di un disco che hai recensito."
(Greil Marcus)

Sono due citazioni che mi giravano in testa da qualche giorno, e le trovo ottime per continuare il discorso del post precedente.
Insieme ci metto, come bonus, pure quest'altra: post/marchetta veramente agghiacciante.

"La musica rock nacque nel 1955, quando Rock Around The Clock fece il numero 1 delle classifiche nazionali USA; accompagnato da Maybellene di Chuck Berry, Baby Let's Playhouse di Elvis, Tutti Frutti di Little Richard e I Got A Woman di Ray Charles.
La musica rock se ne è (forse) andata dopo la sua luminosa e straordinaria parabola, negli anni 90 con gli ultimi capolavori di Wallflowers (Bringing Down The Horse), Dave Matthews (Before These Crowded Streets) e Phish (A Live One).
Da allora fingiamo che sia viva per poter continuare a ritirare la pensione.

Per quanto mi riguarda sono riuscito a tirarmi fuori dal laborioso dovere di rimanere aggiornato ad ogni costo a dischi che spariscono dopo una recensione ottimista, pochi ascolti e nessuna speranza di ritrovare la via dello stereo. Scegliere di rinunciare ad essere à la page è una libertà impagabile: quella di ritrovare un giorno il suono gutturale del r&b dei primi Stones ed il giorno dopo l'orizzonte aperto degli ultimi Beatles. Di abitare un giorno a Memphis e quello seguente nella swinging London, e quello dopo ancora ad Haight-Ashbury o all'Hope & Anchor, di seguire le tracce dei Temptations o dei Dr. Feelgood. Io ho trovato alla fine la rovente traccia del jazz, dopo averlo timidamente corteggiato now and then magari seguendo la pista dei Weather Report o dei Soft Machine.

Obietterete: se il rock è morto, il jazz cos'è?

Non si tratta di ricercare a tutti costi la novità futile per essere aggiornato, oppure per camuffare i propri gusti con quelli di una generazione a cui non apparteniamo, ma di essere liberi di spaziare, di viaggiare fra i generi e le vibrazioni di ogni buona musica, che sia, perché no, Mozart, Sibelius, Gershwin, Ellington, Mingus, Zappa o Warren Zevon... E se per motivi anagrafici le storie del rock le conosco nei dettagli, mi piace seguire il filo d'Arianna che mi conduce in territori solo annusati in passato, come l'hot jazz di New Orleans (Louis Armstrong Hot Five & Seven), le Big Band dello swing (Duke Ellington, magari at Newport), il bop di Gillespie e Charlie Parker (con il Quintet alla Massey Hall), il dinoccolato cool jazz di Gerry Mulligan e Chet Baker (ecco da dov'è nato Foreign Affairs di Tom Waits!), il Mingus di Pthecantropus, l'hard bop di Miles Davis e Art Blackey, il free di John Coltrane e Ornette Coleman: molte storie da udire e una miniera di capolavori da ascoltare.
Questo per premettere che non ho da scrivere recensioni e novità, ma ho una borsa piena di storie, storie di musica e di musicisti, e non solo rock. Se mi permetterete di narrarvele sulla mia nuova rubrica sul nuovo SUONO (in edicola)."



Agghiacciante per la compiaciuta prosopopea con cui l'autore annuncia di non ascoltare più musica nuova da circa 15 anni, ma si dichiara felice e contento di non dover più "rimanere aggiornato" e di "essere libero di spaziare tra i generi e le vibrazioni di ogni buona musica".
Basta che sia stata incisa non oltre gli anni '90.
Perchè lì è morto il rock (?): giù il sipario.
Da lì in poi, la buona musica ha cessato di esistere.
E lui spazia tra tutte le musiche ma solo se già morte, fuggendo a gambe levate dalla vita.
Che per fortuna, invece, continua.
A dispetto della marchetta finale per la nuova - e già mitica - rivista "Suono", la bibbia degli ultracinquantenni appassionati di classic-rock e alta fedeltà esoterica...

Conclusioni (provvisorie, naturalmente)?
Se è inutile scrivere recensioni e leggere i giornali, finchè c'è in giro gente che scrive cose come quella citata qui sopra, direi meglio continuare a scrivere sui blog.
Perchè c'è bisogno di informazione e pareri davvero indipendenti e slegati da ogni piccolo o grande compromesso derivante da valutazioni di opportunità economiche e commerciali.

E questa sì, mi sembra una cosa importante: poter leggere che il disco X è bello perchè è piaciuto a chi l'ha ascoltato, non perchè la redazione ha deciso che di quel disco si deve parlare bene per non perdere la pubblicità della casa discografica.
E poter leggere il parere di persone vive e curiose, non di zombie che, avessero avuto trenta o quarant'anni di più, non avrebbero mai "scoperto" l'esistenza del rock, perchè avrebbero tirato giù il sipario prima.

21 commenti:

Lucien ha detto...

Brutta bestia l'età che avanza!
Più che la rinuncia ad essere "à la page" qui vedo dei bei paraocchi, o meglio, la morte dei sensi.
Fra la "novità futile" e l'hot jazz di New Orleans esistono una serie di sfumature dignitose, interessanti e attuali senza che ci sia bisogno di "camuffare i propri gusti con quelli di una generazione a cui non apparteniamo".
E lo dice uno che ancora ascolta felice Neil Young e tanta musica degli anni '70 e '80.
Alla faccia del "nuovo" suono.
Agghiacciante, la trovo corretta come definizione.

brazzz ha detto...

agghiacciante marchettona...
unico dato positivo..questo ci dà la spinta x continuare a utilizzare i blog...
come (quasi)sempe siamo sulla stessa lunghezza d'onda...

TonyFace ha detto...

scusa, ma il nome dell'agghiacciante cosa ?
tanto per saperlo

allelimo ha detto...

Lucien e brazzz, che dire?
Ci si rincoglionisce tutti, prima o poi.
Triste, ma inevitabile.
Vederlo accadere "in diretta" mette un po' di malinconia...

TonyFace, il nome non l'ho messo di proposito.
Mi interessava di più il "cosa" che il "chi".
Però non è difficilissimo fare una ricerca su google usando anche solo il primo paragrafo della citazione... :)

enri1968 ha detto...

Beccato! Si, è facile basta fare un copia e incolla su Google.

W i blog!

SigurRos82 ha detto...

Che dire, è indubbiamente un articolo molto post-moderno. Mi abbonerò di sicuro! :D

Webbaticy ha detto...

Bè, sono scelte di vita e, la riflessione, slegata dal discorso commerciale/giornalistico ha un suo preciso significato filosofico.
In fondo è bello ascoltare ciò che ci piace, no?

Dirò di più, lo invidio. Lui ha i confini demarcati e non si deve sbattere, sa andare a botta sicura.
Io invece sono un onnivoro disperato, ho sul pc 100 dischi nuovi da ascoltare e mi affanno come un matto perchè in mezzo a questi so che ci può essere qualcosa di bellissimo ed io non lo so.
Ed ogni giorno aumentano e io non ci sto dietro :-D

TonyFace ha detto...

Ho la stessa sindrome di Webbaticy.
Appena vedo una nuova uscita che non conosco, che potrebbe contenere qualcosa di mai ascoltato (bastano anche 10 secondi, un'idea, uno spunto) non riesco a fare a meno di cercarlo come un matto.
Poi torno ai soliti Beatles, soul, Stones, Clash, Who etc
Ma l'idea che sia uscito una cosa nuova e di non averla ascoltata mi da un senso di perdita

Joyello ha detto...

Io non avevo mai sentito nominare prima questo Blue Bottazzi, giuro. E questo dimostra, se fosse di qualche rilevanza, che per me ha sempre contato poco la firma che sta scritta in calce a una recensione (presumo che sia il suo lavoro, non lo so).
Devo però riconoscere che il suo discorso è condivisibile, lo capisco e sottoscrivo la sua necessità di non dover (più) rincorrere la novità a tutti i costi, fosse anche per dovere giornalistico, e scrivere e parlare solo di ciò che lo interessa, potendoselo permettere. Quello che urta ed è francamente irritante è quello che si legge tra le righe, vale a dire quell'altezzosità di chi si sente di avere la verità in tasca, di poter esprimere un parere come se fosse l'unico che conta. Di sicuro è un'arroganza che non riesco ad apprezzare, né ovviamente a condividere. Per me sarebbe stato molto più elegante iniziare un percorso giornalistico di quel genere senza bisogno di giustificarsi (perché in fondo di giustificazione si tratta, sia pure per qualcosa -la vecchiaia- di cui non ci si dovrebbe vergognare né giustificare). Così, invece, sicuramente non cercherò la sua rubrica, nè la (prestigiosa) nuova rivista che la ospita. :)

allelimo ha detto...

Più che "post-moderno" a me viene in mente "pre-senile".

Certo che è bello ascoltare quello che ci piace, e che è più "comodo" non dover rincorrere la novità a tutti i costi.
Ma come ha già detto Lucien, tra rincorrere le novità e decidere che la musica è morta nel 1995 e dopo non c'è più nulla che vale la pena di ascoltare, ci sono diverse vie di mezzo più intelligenti.

La sindrome di cui parlate si chiama curiosità, è quella che ci ha fatto scoprire tutta la musica (e non solo) che amiamo.
Decidere a priori che da una certa data in poi non c'è più nulla che ti interessi mi sembra davvero incredibile.

DiamondDog ha detto...

La cosa che irrita leggendo il post di Bottazzi non è la scelta che ha fatto ma il motivo che starebbe alla base. Cioè che dopo i dischi del figlio di Bob Dylan e delle due band itineranti (perlamordiddio, magari sono ottimi dischi eh) il Rock sarebbe finito. Perchè l'ha deciso lui, in pratica.
Rifugiarsi nella musica del passato è comprensibile, sentenziare no.
A prescindere che tu faccia il giornalista musicale.

allelimo ha detto...

Se potessimo evitare i nomi sarebbe meglio, che il tipo è anche più permaloso di me...
Ripeto: non mi interessa "chi" ha scritto quelle cose, ma "che cosa" è stato scritto.

allelimo ha detto...

Dimenticavo: rifugiarsi nella musica del passato, certo che è comprensibile. Lo facciamo tutti, non fosse altro che la musica del passato è l'unica disponibile per l'ascolto.
Quello che non è comprensibile è stabilire, senza ascoltarla, che tutta la musica registrata dopo l'anno X non ti interessa più.

DiamondDog ha detto...

beh, il suo post era pubblico se non voleva essere criticato lo scriveva in un bigliettino e lo metteva in fondo a una bottiglia.....:-)

allelimo ha detto...

DiamondDog, anche no.
Prova a scrivere sul suo blog che non sei d'accordo con lui e vediamo se passi la sua censura preventiva ("moderazione dei commenti"...)

DiamondDog ha detto...

lo so lo so....raramente ci scrivo e mai quando non sono d'accordo, devo dire che è un bel talebano....

allelimo ha detto...

Due nuove, impressionanti marchette del nostro bel tomo, reperibili al solito indirizzo:
- recensione con solo titolo di un concerto di classic rock (l'articolo è disponibile su "Suono")
- recensione per esteso dell'imperdibile libro "Wild Thing".
Che narra, guarda un po', le sorti magnifiche e progressive dell'autore, tale Stefani Max, del tutto casualmente editore del sunnominato giornaletto "Suono", giornaletto sul quale, in modo altrettanto casuale, scrive il Bottazzi Blue.
Con straordinario p.s. di tale Eleonora Bagarotti, altra collaboratrice di "Suono" e basta lì che non è elegante proseguire.
E pensare quel blog che ce l'avevo tra i bookmark...

L'unica marchetta più esilarante di questa è quella che ho visto un paio di anni fa su un giornalino di quelli che riportano pettegolezzi e programmi TV (non ricordo il nome)
Nella prima pagina, rubrica "lettere al direttore", il direttore rispondeva a un lettore (...) consigliandogli di approfondire, non ricordo il perchè, "la figura di padre Pio".
Pagina seguente, pubblicità a tutta pagina del libro "Padre Pio", scritto dal direttore medesimo e pubblicato dalla stessa casa editrice del giornalino in questione, in offerta "per i nostri lettori"...
:)

DiamondDog ha detto...

Avevo seguito la vicenda pubblica su FB una bella diatriba tra due fazioni importanti della critika nostrana.....poi la spartizione delle briciole (altro che della torta...) che ha portato alla creazione rigenerazione di Suono e alla campagna acquisti degli articolisti.
Mi duole soprattutto che abbiano arruolato Paolo Vites, che ritengo di altra pasta.
Ma come si suol dire, bisogna pure lavorare.....quindi prendiamo il tutto come per quello che realmente è: una operazione commerciale sorretta dalla varie piattaforme mediatiche a disposizione.

DiamondDog ha detto...

Per la cronaca: è in onda il terzo marchettone.
"E' in edicola SUONO di Luglio"

allelimo ha detto...

DiamondDog, basta, abbi pietà.
Di me, di noi, di chi viene qui a leggere.
O almeno degli anziani giornalisti che non hanno di meglio da fare nel 2012 se non pubblicare una (prestigiosa) rivista con Springsteen in copertina...
:)

DiamondDog ha detto...

E adesso la recensione di "Americana" di Neil Young tratta indovina da quale patinato periodico per rockers cinquanta-sessantenni?