lunedì 16 luglio 2012

Musica per altoparlanti

E' un po' che non parlo male dell'alta fedeltà esoterica, e allora, tanto per non perdere l'abitudine...

Ho trovato un blog piuttosto interessante (ed equilibrato) che ne parla.

Però.

Ci sono lì un paio di post sul confronto in doppio cieco (blind test) che propongono una teoria quantomeno bizzarra: il paragone tra componenti di hi-fi e musica suonata dal vivo(?) come modello di riferimento.

Idea bizzarra, visto che la storia della musica, a partire dalla fine del '800, è la storia della musica per altoparlanti.
Compresa la musica dal vivo (ed esclusa, questa sì, la musica classica in teatro).

C'è un bellissimo articolo di Franco Fabbri, reperibile qui, che consiglio a chiunque.

Articolo bellissimo, ma davvero: c'è già dentro tutto "Retromania" di Simon Reynolds e molto di più (ed è stato scritto nel 2004...)

Ovvero: l'industria della musica riprodotta NON presuppone l'esistenza di un originale da riprodurre, nè dal punto di vista del suono nè dal punto di vista della composizione.
Così come il cinema non è mai stato "teatro riprodotto", il disco non è mai stato semplice riproduzione del suono.[1]

Già eticamente ci sarebbe da discuterne per un bel pezzo, ma limitandoci alla naïveté degli appassionati di hi-fi, è un colpo veramente basso.

La musica del '900 e del 2000 è, tutta, musica per altoparlanti.
Qualsiasi registrazione sonora può essere ascoltata solo tramite altoparlanti, punto.

Tutti gli strumenti vengono amplificati anche in situazioni live, e di solito un paio di volte prima di giungere all'ascoltatore.

Prendiamo un classico concerto rock, voce-chitarra-basso-batteria in un club medio.

La chitarra viene amplificata da, ohibò, un amplificatore per chitarra (cioè amplificatore + cassa acustica), poi un microfono davanti alla cassa raccoglie il suono e lo porta a un mixer, dal quale passa ad un nuovo amplificatore e alle casse dell'"impianto voce", che portano finalmente il suono agli ascoltatori.

Per il basso la situzione è del tutto simile, anche se a volte al posto del microfono si usa una d.i. dall'amplificatore al mixer.

Batteria e voce, vengono raccolte esclusivamente da microfoni e quindi passano da un solo stadio di amplificazione (a meno che non si usi una batteria campionata)

Naturalmente senza contare le eventuali tastiere e gli ascolti sul palco, i "monitor", che sono un'altra linea di amplificazione in uscita dal mixer.

Ecco: pensando a tutto questo, quando sento parlare di impianti hi-fi che riescono a ricreare la magia della musica del vivo, mi viene sempre un bel po' da ridere.

Salite su un palco, guardate la qualità degli amplificatori, dei mixer, dei cavi, delle linee di corrente, e poi paragonate il tutto con le stronzate dei cavi da 10.000 euro al metro.

E rivolgete un pensiero pieno di rispetto a tutti coloro che riescono a turlupinare gli appassionati di musica (?) con le puttanate dell'hi-fi.

Sono loro i veri geni, altro che i musicisti...

Note e links:
[1] Tanto che mi pare perfino superfluo ricordare gli innumerevoli discorsi sullo "studio di registrazione come strumento", dai Beatles a Brian Eno.

14 commenti:

fuzz ha detto...

non riesco mica a seguire il tuo ragionamento. Sul blog che hai indicato quando parla di confronto tra componenti hi-fi e musica dal vivo specifica "purché sia solo acustica". quindi?

allelimo ha detto...

La musica acustica viene amplificata esattamente come quella elettrica: tutti i vari "unplugged" di gran moda negli anni '90 sono musica per altoparlanti.
A mia conoscenza, l'unica eccezione è la musica classica nei teatri, e l'ho già scritto nel post.

La domanda corretta, comunque, è "E quindi?"
:)

Leandro Giovannini ha detto...

Ricordo ancora il panico e le polemiche tra gli "esoterici" quando uscì il primo amplificatore digitale da 50 euro o poco più che suonava come uno da 5000. se non sbaglio era, il T-Amp. Non sai le risate. Recensori presi dal panico nel migliore dei casi, tutti presi ad infamare il prodotto. Il merito del T-Amp è stato quello di far strame di anni di puttanate scritte nel nome di una superiorità audiofila a disposizione di pochi eletti. Per fortuna di amplificatori in classe T ne sono usciti in millanta versioni da allora, sia in prodotto finito che per autocostruzione, ma i soliti noti insistono: non sia mai che nel salotto buono di casa faccia mostra di se uno scatolotto da poche centinaia di euro.

Leandro Giovannini ha detto...

e ritornando nel tema del post, per riprodurre la musica da altoparlanti, è più che sufficiente.

fuzz ha detto...

bhe dipende dagli altoparlanti, con 15w su 4ohm al 10% di THD non è che ci smuovi grandi cose. Ma con gli altoparlanti adatti qualche appassionato di valvole è sbiancato e si è convertito (tenendo però i cavi in argento mha).

@allelimo: do per scontato che con acustica intenda non amplificata, altrimenti non avrebbe proprio senso

allelimo ha detto...

fuzz: tendo a non dare per scontato nulla quando si parla di hi-fi.
Visto che comunque qui si parla genericamente di musica rock, il paragone registrazione/musica dal vivo non ha nessun senso.
Della musica classica in teatro, poco mi importa.

Harmonica: non so nulla del T-Amp, poi mi documento.

allelimo ha detto...

Bella 'sta cosa del T-Amp, ho trovato vari articoli, questo mi sembra interessante, e qui ci sono i commenti dei lettori.
Praticamente è un amplificatore che costa sui 35 euro, e secondo gli "intenditori" suona come amplificatori che costano anche 100 volte di più.
Mi sembra incredibile come a nessuno di loro sia venuto in mente che, se un ampli da 35 euro "suona" come uno da 7000 tutto l'hi-fi esoterico sia una semplice truffa.
Anzi, tutti tendono a trovare un qualche - seppur minimo - difetto nel T-Amp, per non dover ammettere che i loro "impianti" da 50 o 100 mila euro sono un'assurdità.
Trovo bellissime le descrizioni delle prove, dal "rodaggio" dell'amplificatore (che dopo alcune ore di funzionamento suona incomparabilmente meglio che da "nuovo") alle impressioni di ascolto: "separazione" degli strumenti (?), ampiezza del fronte sonoro (?), morbidità della riproduzione (?)
E' un mondo affascinante, completamente slegato dalla realtà, quasi fantascientifico, fatto di gente che invece di ascoltare la musica ascolta lo "scricchiolio delle assi del palco" e la "profondità della scena", la "scomposizione del messaggio sonoro in tutte le sue parti" così da poter "comprendere il lavoro di missaggio compiuto (talora in modo maldestr!) dai tecnici di registrazione", e via così ,patafisicando allegramente.
:)

Leandro Giovannini ha detto...

penso proprio che un t-amp lo acquisterò, ci metto le casse che ho già, un lettore cd o l'ipod, e con meno di cento euro ho un impianto che suona bene.
capisci che ammettere che lo hanno preso in tasca, alla luce del t-amp, sia un'impresa sovrumana. :o)

Leandro Giovannini ha detto...

comunque dal primo t-amp, la storia è andata avanti e si trovano amplificatori di questa classe per tutti i gusti e le fogge, il prezzo però è sempre molto economico e se uno sa arrangiarsi con l'autocostruzione, basta acquistare la scheda con il chip, uno chassis, la manopola del volume e i connettori per le casse e l'uscita audio e si spende ancora meno.

fuzz ha detto...

bhe se sai arrangiarti con l'autocostruzione gia dal 1999 ti sei fatto un gainclone con meno di 100€ e del t-amp non te ne puo fregare nulla

allelimo ha detto...

Al di là del fatto che l'audiofilia per me è solo una variante della pedofilia (cioè una roba brutta ma brutta), e che "farsi un gainclone con l'autocostruzione" mi sembra giusto in tema...

Io non ho mai tempo di ascoltare un disco in casa.
Ma proprio mai: lo "stereo" che ho in soggiorno non è stato acceso nemmeno una volta negli ultimi 11 anni.
Potrei accenderlo solo imponendo a tutta la famiglia l'ascolto della musica che piace a me e non a loro, oppure aspettare di essere solo in casa, ma succede forse un paio di ore all'anno.
Quindi, per fortuna esistono iPod e mp3, chè almeno riesco ad ascoltare la musica in macchina.
Dell'hi-fi non so veramente cosa farmene.

Joyello ha detto...

Vi dirò di più: gli emulatori di ampli disponibili nell'App Store per iPad (o iPhone / iPod) suonano che è una meraviglia (e costano 7/8 euro al massimo).

Ad ogni modo, già Schaeffer divulgò la questione della musica per altoparlanti e, trattandosi di un artista, l'aveva intrisa di significati altisonanti. La chiamò "Musica acusmatica" definendola come un tipo particolare di musica elettronica (all'epoca ciò NON significava che era fatta coi sintetizzatori e le drum machine), creata per essere ascoltata tramite altoparlanti, senza la presenza dell'autore. Il termine musica acusmatica è nato nel suo libro "Traité des Objets Musicaux (1966)", e si ispira all'akusmatikoi, la scuola pitagorica i cui discepoli udivano il maestro parlare dietro ad un velo. Nell'arte acusmatica, il velo è una metafora dell'altoparlante.

(io stesso ho realizzato un lavoro ispirandomi a quella scuola: http://www.joyello.net/joy/akusmatikoi.html)

allelimo ha detto...

Joyello, mi sembrano due interpretazioni diverse della stessa terminologia.
L'articolo di Franco Fabbri definisce TUTTA la musica registrata, dai cilindri di cera in poi, come "Musica per altoparlanti", a prescindere dal genere e dagli strumenti con cui è stata realizzata.
Se è stata registrata, può essere riprodotta solo da altoparlanti, punto.

La "musica acusmatica" di Schaeffer invece mette l'accento sul modo di produzione e di fruizione della musica, che NON è registrata ma prodotta e ascoltata direttamente attraverso gli altoparlanti.
Comunque stasera ascolto il tuo lavoro acusmatico, son curioso :)

Joyello ha detto...

Nella pagina trovi in ascolto solo alcuni frammenti campione.
Se ti piacciono e continuerai ad essere curioso, fammelo sapere che cerco di farti avere l'opera completa. Due palle che te le mangiano i topi.
:-)