Fantastico.
Dopo il "Record Store Day", il "Cassette Store Day".
Esiste, davvero: è per domani, 7 settembre 2013.
Con la collaterale serie di nuove produzioni appositamente realizzate per.[1]
Ho trovato il link su Facebook, come pure il link a questo fantastico articolo tratto da "Elle".
Che, per chi non lo sapesse, è un giornale di moda.
Ecco, giusto lì si può scrivere "...la manifestazione che vede celebrata la musicassetta, supporto d’eccellenza per tutti i musicofili degli anni ’80 e ’90."
Supporto d'eccellenza?
La musicassetta?
Chi c'era e ascoltava musica non può che mettersi a ridere...
Subito dopo, la solita stronzata sulla dimensione fisica della musica: "Un’iniziativa "nostalgica" (che cavalca il trend vintage), ma che allo stesso tempo - secondo noi - cerca di riportare la musica in una dimensione tangibile: una musica da "toccare", fatta di supporti materiali che rimangono, così come lo sono i cd, i vinili e così come non lo sono gli MP3."
La musica da toccare, come no.
Manca solo il paragrafo sulla dimensione della copertina, forse perchè le copertine delle cassette erano più piccole di quelle dei cd?
Le cassette hanno un indice di figosità snobbistica hipster retrò assolutamente imbattibile, e infatti il primo articolo da me trovato che ne parla è tratto da una rivista di moda.
E lì è giusto che rimanga 'sta roba qui: è moda, non musica.
Avevamo già parlato, un anno fa circa, delle produzioni solo su cassetta.
Continuo a pensare che, "...se io compro della musica, mi piacerebbe poi poterla ascoltare senza dovermi comprare un nuovo (vecchio) mezzo di riproduzione sonora a seconda del grado di indie-snobbità di chi l'ha prodotta."
Note e links:
[1] Dopo il per, completare a piacere.
Ad esempio, "celebrare la festosa ricorrenza", oppure "fare un regalo agli appassionati che parteciperanno alla giornata".
Per quanto mi riguarda, metterei "raccattare gli ultimi euro dai fessi che ci cascheranno".
17 commenti:
Questa è veramente notevole. Pensavo di aver visto un po' tutti gli exploit del marketing, ma questo li supera.
Bravi. Snobbissimo.
degli anni della mia adolescenza (meta' anni 70-meta' anni 80) rimpiango molte cose, a caso: l'eta', un certo modo di fare politica, televisione, musica...cazzo, ma le orrende cassettacce noooooooooo! benche' fosse l'unico modo economico per duplicare i vinili dagli amici le detesto ora come allora. Mi sorprende perfino che un supporto cosi' rozzo sia sopravvissuto cosi' a lungo. Vade retro :D
Demeziale! A questo punto propongo il "Super8 store day".
Che abominio....
Salve a tutti! Capito a proposito, noi facciamo uscite solo su cassetta, e oggi ne presentiamo giusto una.
Il tutto è anche in digitale, a proposito di bassa qualità, quindi è possibile "poterla ascoltare senza dover comprare un nuovo (vecchio) mezzo di riproduzione sonora a seconda del grado di indie-snobbità di chi l'ha prodotta". Magari date un ascolto :)
stiamo raschiando il fondo del barile...attendo con ansia il VHS day, e nel frattempo sottoscrivo la proposta di Luc..
qui non siamo più nemmeno allo snobismo,siamo al cretinismo...
Claudio-SeashellRecords.
Lo so di "Pluviose" e di SeashellRecords, vi seguo su fb da quando siete apparsi.
E in precedenza ho comprato alcuni dischi di Woolshop Productions in edizione sia fisica che digitale (anche i tuoi).
Questo per dire che indie-snob è un'etichetta che mi rappresenta pienamente, eh.
Ma le edizioni SOLO su cassetta, non ce la faccio.
La vostra, per fortuna, è anche in digitale. Probabilmente farò in modo di procurarmela.
Ma la cassetta?
Perchè?
Una volta era il mezzo più semplice ed economico per far conoscere la propria musica, oggi è una cosa che non ha nessun senso.
Risponde a logiche che non riesco a capire.
Colpa mia probabilmente (non vado pazzo nemmeno per i dischi in vinile, pensa un po') ma davvero, non ce la faccio.
Non ti so dare una risposta univoca perché ogni (piccola) etichetta naturalmente ha le sue logiche nelle quali non mi addentro. Volendo parlare in generale: molte etichette tendono a proporre la musica su supporto perché puntano ai feticisti dell'oggetto.(come me, per dire, che continuo a comprare cd, cassette e vinili). Diciamo che di un artista mediamente sconosciuto è impensabile vendere tante copie. Le strade sono: fare un cd con tutti i crismi, il che significa almeno 500 copie (di cui in genere 400 ti restano). Stesso discorso per il vinile, a meno che non te ne fai stampare un centinaio di copie in qualche posto in est-europa in bassa qualità, e dopo un mese già friggono. Puoi naturalmente farlo in CD-r, ma molte webzine ti snobbano e comunque un CD-r dopo otto anni puoi buttarlo. La cassetta ha un vantaggio: fai quante copie vuoi, costa relativamente poco, è un bell'oggetto (per chi lo considera tale, ovviamente), desti una certa curiosità perché quella delle tape label è una cosa relativamente recente. Posto che nessuno sano di mente può pensare di pagarsi l'affitto con i proventi, e posto che l'obiettivo è invece fare girare la musica che proponi anche destando curiosità, può essere una buona strada. Poi sono d'accordo con te che fare uscite solo su cassetta facendo finta di essere nel '77 è una perdita di tempo e di faccia. Credo che la cosa attenga più al fatto di proporre qualcosa di un minimo più particolare. Da anni escono centinaia di dischi al giorno, trovare uno spazio è molto, molto difficile. Spero di aver chiarito qualche punto, mi scuso per la mancata capacità di sintesi.
Claudio-Seashellrecords, d'accordo con te: si punta ai feticisti dell'oggetto, mi sta bene.
La cassetta desta curiosità, ok.
Le tape label è una cosa relativamente recente, anche no: ne avevo una nella prima metà degli anni '80...
Trovare uno spazio è molto difficile, ma certo.
Il cd-r viene snobbato, evabbè: proprio come le cassette negli anni '80 e '90...
Ma tutto questo è marketing, non musica.
Va benissimo, ma non mi interessa.
Il cd-r non è più la cassetta di oggi ma di ieri: la cassetta di oggi è la web release in download gratuito.
Tutto il resto non risponde a esigenze di far circolare la musica, ma di marketing.
Sia pure minimo, eh: certo che nessuno si arricchisce con una tape label.
E ripeto: va benissimo, ma non mi interessa.
C'è una differenza fondamentale: ieri non si facevano centinaia di dischi al giorno. Da una decina di anni a questa parte registrarsi quattro tracce a casa e metterle sul web è una faccenda che può fare chiunque, se mi passi la banalità. Il che è senz'altro più "democratico" (alla fin fine prima il filtro di base era economico, se ci pensi), ma mette un'enorme mole di carne al fuoco. Nel quale naturalmente ci si ingegna per farsi notare e per non perdersi nel mare magnum delle autoproduzioni (e qui si potrebbe aprire una lunga parentesi sul perché l'essere umano senta l'esigenza di mettersi in mostra, ma sarebbe troppo lungo, se vuoi ne parliamo volentieri in altra sede). Personalmente non avrei mai messo in piedi questa cosa senza la diffusione in digitale (il che vale anche per la mia musica: il mio prossimo disco esce in digitale. Poi, per il supporto, chissà). Si tratta di marketing? Sì, probabilmente. Capisco che possa non interessare e lo comprendo. Ma alla fin fine credo che un po' tutti cerchino di promuoversi come possono, e se pensano di farlo per soldi credo abbiano sbattuto forte la testa da qualche parte. Fare streaming esclusivi non è marketing? Fare belle edizioni per i propri cd-r non è marketing?
O bella, qui c'è qualcosa che non mi torna.
Da una parte, lamentele continue perchè i giovani non si interessano più di musica, non la ascoltano e non la fanno come facevamo noi quando eravamo giovani negli anni 60/70/80/90 (a seconda dell'età del lamentante)
Dall'altra, lamentele continue perchè oggi si pubblicano troppi dischi nuovi sul web e non si riesce più a stare dietro alle novità/farsi notare (a seconda della prospettiva del lamentante: ascoltatore o musicista)
O tutti i lavori pubblicati sul web sono incisi da musicisti ultra-quarantenni almeno, oppure i giovani d'oggi si interessano ancora alla musica...
Tornando a Claudio-SeashellRecords: fare streaming è marketing, certo, ma chiunque abbia un computer/smartphone/tablet può ascoltare la musica in streaming.
Fare belle edizioni in cd-r è marketing, certo, ma chiunque abbia un cd-player o un computer/smartphone/tablet può ascoltare la musica contenuta nel cdr.
Ora: credo che OGGI in Italia ci sia un cd-player o un computer/smartphone/tablet nel 90% delle case.
Anche la cassetta è marketing, ok.
Negli anni '80 nel 90% delle case italiane c'era un registratore a cassette.
OGGI credo ce ne sia uno forse nel 10% delle case, probabilmente abbandonato a prendere polvere.
A me sembra una differenza fondamentale: produrre un supporto che possa essere ascoltato facilmente da chiunque piuttosto che un supporto che può essere ascoltato da una minoranza di persone.
Allora, perchè no un bel 78 giri?
(ah no, questo l'hanno già fatto. Tom Waits un paio di anni fa...)
O un bel cilindro di cera?
etc.
Oltretutto, la qualità sonora delle cassette è largamente inferiore al più scrauso degli mp3: una cassetta ben registrata arriva forse a riprodurre fino a 15khz, mentre l'orrido mp3 che "comprime" il suono in realtà taglia le frequenze sopra i 18khz (nel caso di un mp3/128kbps)
Ovvero: si sente molto meglio di qualsiasi cassetta.
A margine: ho ascoltato ieri su Bandcamp la cassetta-compilation di Seashell Records, molto bella.
Magari ne riparlo in un altro post.
Punto di vista chiaro e condivisibile. Spero sia comunque chiaro che abbiamo cercato di essere meno integralisti nel nostro approccio alla cosa - sul quale evito di dilungarmi.
A margine: non sono mai stato della parrocchia "oggi ci si interessa meno alla musica rispetto a ieri". Magari si può fare un lungo discorso in termini qualitativi, ma in altra sede o post.
Grazie del confronto.
Claudio-SeashellRecords, la prima parte era una riflessione generica nata dal tuo ultimo commento, non era rivolta a te :)
Però potrebbe essere un argomento interessante per un prossimo post.
La cassetta di Seashell Records non era stata citata nel post proprio perchè nel vostro caso è disponibile anche l'edizione digitale, e allora tutti i dubbi esposti nel post e nei commenti cadono in secondo piano.
Ma della cassetta ne riparlo senz'altro.
:)
Grazie molte. E direi di sì, il post su giovani/interesse/disinteresse verso la musica sarebbe molto interessante. Alla prossima allora.
Le cassette avevano un gran pregio, morivano divorate dal mangiacassette.
maurizio
maurizio, esatto.
esattamente il motivo per cui si compravano i dischi e poi ci si facevano le cassette: le seconde erano una soluzione temporanea, di seconda scelta.
ma costavano come il disco, e infatti credo di non aver mai comprato una cassetta di un disco disponibile anche in vinile.
concordo, era sempre preferibile comprare il disco ma collegandoci al post precedente, le cassette, essendo di dimensioni minori rispetto al disco, era più semplice farle finire nella propria tasca rispetto al disco (fino quando i negozianti non han pensato di metterle tutte sotto chiave).
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