lunedì 12 dicembre 2011

Questa non è musica, dai!

Lucrecia Dalt[1] - Congost (2009)
Dalla Bolivia. Medellin, pensate un po' (e qui avrei potuto inserire una battuta stupida sulla nostra eroina, e invece ho evitato).
Elettronica, loop di chitarre, un po' di folk, voce sussurrata, etc.
Un pezzo come "Ceniza" è di una bellezza incredibile, c'è anche il video, che, tra le altre cose, mostra come si possa costruire un pezzo in tempo reale per sovrapposizioni di loop di chitarra.
Lo trovate su "Congost", il suo disco del 2009 (a nome di "The Sound of Lucrecia") di cui è uscita recentemente una nuova edizione a nome di Lucrecia Dalt.
Per l'italiana La Bèl NetLabel ha pubblicato quest'anno un ep in download gratuito, in collaborazione con F.S. Blumm, intitolato "Quatro Covers": un pezzo a testa per Osvaldo Farres (non so chi sia), Iggy Pop, Burt Bacharach e Simon & Garfunkel. Indietronica "di classe"?

Nils Frahm[2] - Felt (2011)
File under: "modern classical".
Che sarebbe musica fatta con strumenti orchestrali classici, arricchita dai timbri dei synth e dalle possibilità dell'elaborazione elettronica del suono.
In sintesi, niente batterie pestate nè assoli di chitarra a pioggia. Altamente sconsigliato agli amanti dei baracconi mediatici: con un certo orrore mi rendo conto che di questo qui non ho mai neppure visto una foto.
Ha collaborato un po' con tutti nell'ambiente, da Peter Broderick (vedi sotto) a Machinefabriek, da Lucrecia Dalt (vedi sopra) a Emphemetry (vedi post precedente: "La musica moderna fa schifo").

Peter Broderick[3] - Home (2008)
"Music for Confluence" dovrebbe essere il suo ultimo disco in ordine di tempo, ma vista l'iper-produzione del nostro, che ha pubblicato più o meno un milione di dischi negli ultimi cinque anni, è impossibile esserne sicuri. Questo è una colonna sonora: album discreto, ma tra le sue produzioni preferisco "Home" del 2008 e "How They Are" del 2010, cioè quelli più vicini alla forma canzone.
Rispetto a Frahm, Broderick fa un lavoro di ricerca più orientato sulla composizione pura che sulle sonorità.
Polistrumentista, ha pubblicato anche un album di "duetti con sè stesso", suonati alternando due strumenti alla volta (piano, violino, viola, chitarra, etc.)

Noveller[4] - Glacial Glow (2011)
Pseudonimo della newyorkese Sarah Lipstate, già collaboratrice di Rhys Chatham (Guitar Army) e Glenn Branca (ensemble delle cento chitarre) è una sperimentatrice delle possibilità sonore della chitarra. Archetti, pedali elettronici, loop e rumori assortiti: Glacial Glow è l'ultimo disco ed è il più accessibile della sua produzione.
Trovate quasi tutto sul suo sito Bandcamp.
Su Youtube invece ci sono parecchi video live molto interessanti, ad esempio questo.


Note e links:
[1] Qui trovate il sito di Lucrecia Dalt, e qui il download di "Quatro Covers".

[2] Qui il sito di Nils Frahm, e qui una sua discografia.

[3] Qui il sito di Peter Broderick, e qui una sua discografia.

[4] Qui il sito di Sarah Lipstate/Noveller.

7 commenti:

brazzz ha detto...

me li sono ascoltati..mi piace molto la Dalt e pure Frahm..su noveller ho qualche dubbio..nel senso che alla fine mi pare che siamo comunque nel solco frippiano del frippertronics..ora lo chiamiamo loop, ma il senso è quello..non mi pare sta gran novità..ma ho dato solo un ascolto superficiale,mi riserbo di cambiare idea..
e comunque non ho visto chitarristi sudati suonare ai 13000 all'ora..sarà mica musica questa?

Lucien ha detto...

Sono partito dalla fine e forse ho scelto male: ho ascoltato Noveller ed è proprio "glaciale" come il titolo dell'album. La trovo fredda e monotona. Se questo è il più accessibile... :)
"Alone star" l'unico brano che non mi è dispiaciuto.

brazzz ha detto...

luc..credo che la Dalt ti piacerà molto..potrei sbagliare ma non credo(citando il titolo di un libro di Charles Barkley..ah ah ah)

allelimo ha detto...

In effetti il disco di Noveller è il più accessibile della sua produzione, ed è sicuramente il meno facile dei quattro di cui ho parlato nel post.
Anzi, in effetti i dischi sono (casualmente?) in ordine di accessibilità decrescente :)
Bello comunque lo spunto sul frippertronics, brazzz. C'è molto da dire qui, quasi quasi ci faccio un (noioso) post della serie "tecnica". E anche lo spunto su di Lucien sulla freddezza meriterebbe un post a parte, c'è molto da dire anche qui.

brazzz ha detto...

sì dai fallo..ma mi raccomando.sii noioso e tecnico più che puoi..eh eh...sulla freddeza sono, lo anticipo, relativamente d'accordo...cerebrale,ma non freddo...è un tipo di musica che ho sempre trovato assai 2avvolgente", ipnotica.. per cui non fredda...

CheRotto ha detto...

sono molto legato alla forma canzone, come dici tu, per cui conoscevo già Broderick (Home fa parte dei miei ascolti nei momenti in cui ricerco la calma perduta...) ed è stata una piacevole sorpresa Lucrezia Dalt... gli altri, soprattutto dopo aver letto gli altri commenti, mi riserverò del tempo per ascoltarli ;-)

SigurRos82 ha detto...

Il pezzo di Lucrecia è davvero caruccio, mi procurerò l'album. Mi ricorda (e qui non ho molto parametri di confronto, visto che di musica del genere ne ascolto davvero poca) i Sigur Ros del disco della parentesi, quelli più ambient e 'iterativi' e meno 'wall of sound'.