venerdì 9 dicembre 2011

Sentire e ascoltare: le parole della musica.

Nell'illustrazione: organo del corpo umano completamente inutile per gli appassionati di dischi in vinile e di gruppi rock in maschera

Sentire e ascoltare[1]: i due verbi non sono sinonimi.
Senza andare troppo in profondità nella grammatica italiana, ascoltare significa sentire consapevolmente, con particolare attenzione. E' la stessa differenza che c'è tra vedere e guardare.
Quando ci si riferisce alla musica, sembrerebbe che l'unico verbo adatto fosse ascoltare.
E invece no. La maggior parte delle persone si limita, curiosamente, a sentire.
Così facendo, come è ovvio, si perdono i significati che solo l'ascolto è in grado di veicolare: il semplice sentire non riesce a fornire un'esperienza appagante e completa.
E allora, per trovare i significati, diventa necessario rivolgersi altrove. Agli altri sensi, di solito: e così nascono le cazzate le teorie sull'importanza della copertina del disco, dell'odore del cartoncino e finanche del sapore e del colore del vinile.
Senza dimenticarsi la cazzata la teoria principe: l'analisi dei testi.
In un paese che ha una formazione musicale scolastica praticamente nulla, niente di strano. Se, come il 99% dei critici musicali, non sei in grado di parlare della tua materia con cognizione di causa, ti rifugi in quello che sei in grado di capire: guardare le copertine e leggere i testi.

Una delle citazioni preferite da chi non riesce/non è in grado a parlare di musica è questa[2]:
"Parlare di musica è come ballare di architettura".
Frase, a quanto pare, di Elvis Costello (le varie attribuzioni a Zappa, Burroughs, Mingus etc. sono errate).

Ma, come dice Franco Fabbri[3]:
"...la frase vorrebbe significare che usare un linguaggio a proposito di un altro è assurdo e un po' buffo, e che i critici musicali hanno pretese patetiche.
Mi spiace per Costello, uno dei musicisti che amo di più, ma è la frase ad essere buffa, e un po' patetici quelli che la citano gongolando, come se risolvesse il loro disprezzo per i discorsi sulla musica.
...è poi così strano usare linguaggio a proposito di un altro (con una funzione metalinguistica, si direbbe tecnicamente?)
Gesticolare di gastronomia: non lo facciamo tutti, noi italiani?
E poi, sono i musicisti per primi che parlano di musica. Spesso con un linguaggio diverso da quello dei critici, diverso da musica a musica, diverso da quello che usa chi non è nè musicista nè critico. magari fatto di segnali, di messaggi in codice, di metafore: ma è così che ci si capisce, quando si lavora insieme attorno alla musica.
E non parlano di musica proprio tutti, anche quelli che non possiedono un gergo tecnico, ma vogliono comunicare quello che provano quando ascoltano, le loro preferenze, i loro rifiuti? Sì, non ci dovrebbe essere niente di strano, di illogico a parlare di musica, o a scriverne..."


E Fabbri è fin troppo buono, eh: perchè la maggior parte delle recensioni di dischi è scritta da gente che non ha a disposizione un lessico tecnico-specialistico, e soprattutto non conosce l'abc della musica: saper suonare uno strumento.

Quindi, ecco le quattro categorie di recensione musicale che mi provocano la pecòlla:
  • la recensione che parla solo dei testi.
  • la recensione che cita armonia e melodia senza sapere di cosa sta parlando, composizione e arrangiamento senza che il recensore abbia mai nemmeno provato a scrivere una canzone.
  • in alternativa, le solite banalità pseudo-musicali chitarre taglienti, batterie potenti e bassi profondi. E queste ultime due categorie di recensori almeno ci provano, usando il linguaggio a loro disposizione. Cercano di comunicare.
  • la recensione che rinuncia del tutto a parlare di un disco specifico, e descrive le sensazioni provate dal recensore durante l'ascolto. Di solito da questo tipo di recensione si coglie prefettamente la bravura tecnica del recensore nell'uso della lingua italiana, e nulla del disco in questione. Tipo di recensione inoltre perfettamente intercambiabile e riutilizzabile all'infinito: basta cambiare il titolo e va bene per qualsiasi disco.


Note e links:
[1] I due verbi uniti (Sentireascoltare) fanno una delle poche riviste, sia pur on-line, di musica che ancora leggo con regolarità.

[2] Riciclo da un commento lasciato a un post di qualche tempo fa.

[3] Tratto da "L'ascolto tabù" di Franco Fabbri, che dedica alla frase un capitolo (pg. 252/254).

61 commenti:

Anonimo ha detto...

ci sono talmente tante stronzate scritte in un solo post che non rispondo neanche. questa accozzaglia di cazzate e spocchia non sono degne di una replica che sia una.

allelimo ha detto...

Commento educato ed impeccabile, peccato ti sia dimenticato il nome.
A proposito di idioti: ti sei reso conto che, mentre scrivevi che il post non era degno di una replica, stavi replicando? :)

Lucien ha detto...

- Sentireascoltare è uno dei siti musicali che leggo più spesso anch'io, però a volte vi trovo un eccesso di tecnicismo, un rischio contrario ma reale rispetto a quelli che citi nelle tue 4 categorie.

- Non ci trovo niente di male a raccontare le sensazioni evocate dall'ascolto di un disco (anzi), purché il recensore non si limiti solo a quello.

- La presunta frase di Zappa non è mai piaciuta neanche a me: si deve e si può parlare di tutto!

- Raccontare la musica è complicato (almeno per me) e la trappola "chitarre taglienti, batterie potenti, ecc" è sempre dietro l'angolo, anche se non è un delitto: ci può stare, specie quando si utilizzano gli aggettivi e i sostantivi a proposito...

... A proposito di scrivere di musica: che fatica scrivere questo commento! :)

Harmonica ha detto...

cioè fammi capire, devono scrivere di musica soltanto quelli che la sanno leggere? oppure, ad esempio, Mozart lo devono ascoltare soltanto quelli che hanno fatto il conservatorio?
ma che piffero di ragionamento! ops, scusa, non dovevo citarlo il piffero, sai com'è, non avendo studiato...

allelimo ha detto...

Lucien: sono d'accordo con te. Sentireascoltare è orientato in maniera diversa, ed è il motivo per cui mi piace.
Non c'è assolutamente niente di male nel racontare le proprie emozioni, e il problema è quando il recensore parla solo delle sue emozioni. Avrei decine di esempi, ma lasciamo stare.
Raccontare la musica è complicato, la trappola della banalità è sempre dietro l'angolo e non è evidentemente un delitto. Però, insomma, anche un piccolo sforzo non è un delitto :)
Fatica a scrivere il commento, son contento. Era lo scopo principale del post!

allelimo ha detto...

Harmonica: no. Non ho proprio parlato di saper leggere la musica, nè di aver fatto il conservatorio (anche se, ora che mi ci fai pensare, si potrebbe rendere obbligatorio il saper leggere prima di essere abilitati a lasciare commenti sui blog...)

Provo a rispiegartelo: nel passo citato, Fabbri dice che ci sono diversi linguaggi che si riferiscono alla musica, diversi tra di loro: il linguaggio dei musicisti, quello dei critici, quello degli appassionati e quello di chi si interesa casualmente di musica.
Tutti linguaggi legittimi e legati al loro contesto particolare: ma io mi rifersico a chi pretende di parlare di musica dal punto di vista professionale, non di chi ne parla con gli amici al bar. Ho parlato di recensioni, cioè dell'attività tipica del (supposto) giornalista o critico musicale. Volendo, certo, anche del blogger che pretende di parlare di musica in maniera pseudo-professionale.

Naturalmente si può negare l'evidenza, e dire che l'esperienza d'ascolto di chi suona in gruppo non è per nulla diversa da quella di chi non sa suonare nessuno strumento. E' una cazzata, ma tanto i blog che parlano di musica sono già pieni di cazzate, quindi, una più o una meno...

Qualcuno si offenderà, e vabbè, fa nigòtt.
Chi suona ascolta la musica in maniera diversa. Non ho detto migliore, ma diversa senz'altro; e chi suona in un gruppo, ascolta in maniera ancora diversa, molto più consapevole.
Ci si rende conto delle parti dei singoli strumenti, di quali parti sono state aggiunte per semplificare l'esecuzione, di "come" è costruita la canzone, se bene o male, se in modo furbino o in modo sorprendente.
Se non suoni, niente da fare: non ascolti la musica, la senti. E sei convinto di ascoltarla, di capirla perfettamente, ma non è vero. Capisci solo, grossolanamente, quello che chi ha scritto la canzone ha deciso di farti capire. Di solito, con l'uso dei classici stereotipi musicali che tutti, più o meno, sono in grado di riconoscere: abbiamo ascoltato decine di musiche da film "di paura", oppure di "musiche tristi", oppure di musiche "eleganti". Sono tutte sensazioni evocate da stereotipi musicali riconscibili da tutti per semplice abitudine.

Ma manca la conoscenza del perchè, delle dinamiche interne che non sono esplicite per chi non conosce la musica.
Con questo non sto assolutamente dicendo che sia necessario saper suonare per "sentire" la musica, anzi: però chi non può cogliere gli aspetti tecnici si basa solo sul "feeling" per giudicare una canzone, ed è più esposto a capire in modo non corretto.

E' chi lo fa per professione che non sopporto, perchè non conosce la materia di cui parla, e scrive di cose che non capisce, rifugiandosi in una delle quattro categorie di recensioni di cui parlavo nel post.
L'ho fatto anch'io, per anni: ho cominciato a suonare relativamente tardi, dopo i vent'anni.
Tutti gli articoli da me scritti negli anni '80 per le fanzine con cui ho collaborato sono stati scritti con questo vizio di fondo. Non sapevo suonare, e se li rileggo adesso ci trovo parecchie cose imbarazzanti.

Siccome ho cominciato a suonare dopo i 20 anni, mi ricordo abbastanza bene di "prima" e "dopo", ed è per questo che non posso avere stima di un "critico" musicale che non sa suonare o non ha mai suonato in un gruppo.
Perchè gli manca la consocenza di tutte le dinamiche "interne" di una canzone, di quelle che non si "vedono" a colpo d'occhio, che non sono esplicite per chi non conosce la materia.

Harmonica ha detto...

No, ho proprio capito bene quel che vuoi dire, nessun fraintendimento. Ma se a te piace pensarla diversamente, padronissimo.

brazzz ha detto...

E allora, per trovare i significati, diventa necessario rivolgersi altrove. Agli altri sensi, di solito: e così nascono le cazzate le teorie sull'importanza della copertina del disco, dell'odore del cartoncino e finanche del sapore e del colore del vinile.
perfettamente d'accordo..per il resto,tutto il post è sostanzialmente condivisibile...

DiamondDog ha detto...

In my humble opinion (ritenendomi un blogger senza alcuna pretesa di quelli che "ne parla con gli amici al bar") penso che un post del genere sia altamente "classista".
Secondo il tuo principio SACCHI (un non-giocatore, ma vale parzialmente anche per Mourinho) non avrebbe neanche potuto avvicinarsi alla panchina del Milan.
Sicuramente chi suona conosce cose che il blogger medio non sa ed è in grado di giudicare TECNICAMENTE una canzone con più perizia.
Ma sai che palle se esistessero solo i blogger suonatori.
Io preferisco di gran lunga andare a leggere post di persone che, anche se non sanno cos'è un accordo di tredicesima (motivo iperfamoso per cui Sting cacciò Henry Padovani dai Police e ingaggiò Andy Summers), riescono a trasferire emozioni e storia.
In questo senso, critici com Videtti, Assante, Madeddu ma potrei citarne a iosa, che non credo essere stati musicisti, sono assolutamente fruibili e godibili.
Poi ognuno ha la sua visione delle cose, ovviamente tu non riesci mai a non essere offensivo (vedi il "cazzate" barrato che la dice lunga).

brazzz ha detto...

diamond
ho suonato,poco e male,ma ho suonato,per cui mi sento di condividere il discorso di alle..ma la parte importante direi che è altra...sinceramente delle recensioni fatte da critici che parlano delle loro emozioni non so francamente che farmene..sono le LORO emozioni, non le mie...e per quello che riguardano la qualità oggettive di un pezzo significano zero...

DiamondDog ha detto...

brazzz è chiaro che chi scrive può solo scrivere delle PROPRIE di emozioni.
Il fatto molto semplice è che io non ho nè il tempo nè i soldi per ascoltare la roba che vorrei e quindi, almeno come io la interpreto, la funzione principale del critico musicale è quella di "dare delle indicazioni" perchè le mie scelte siano indirizzate verso qualcosa o meno. E' sempre stato così. I critici non sono oro colato, ma hanno la loro funzione.
Poi, col tempo, conoscendoli meglio, capisci quali critici sono più in sintonia con te o più disinteressati e impari a "filtrare".
In più il panorama dei blogger che scrivono di musica in modo "non professionale".
Anche lì, cononscendoli, puoi intercettare i pareri di quelli che stimi di più.
Infine composto il mosaico, decidi dove andare a parare con i tuoi ascolti.
A volte son conferme, altre no e ti dici "ma che cappero ha scritto quello lì?".
Io sinceramente continuo ad apprezzare chi ti sa trasferire delle emozioni (ma non devono essere solo quelle, ovvio) poi sta a me interpretare.
Ma non pretendo che i meccanismi di tutti siano uguali, nè vado a dire a destra e a manca che quelli diversi da me son tutti cazzari.....bisogna amarla l'umanità, non odiarla a prescindere.

allelimo ha detto...

Harmonica: va bene, hai ragione tu. Ho detto che può scrivere di musica solo chi sa leggerla, e può ascoltarla solo chi ha fatto il conservatorio.

DiamondDog: tu invece hai ragione a prescindere, e come al solito sono stato molto offensivo. Domando umilmente scusa. Mea culpa, mea culpa, mea maxima etc.
Interessante comunque il ragionamento su Sacchi e Mourinho. Allenatori di calcio e critici musicali hanno così tante cose in comune che è difficile non condividere appieno il tuo ragionamento. Io ci riesco, eh, ma faccio fatica...
Dei giornalisti italiani ho già parlato varie volte in questo blog. Ad esempio qui, qui e qui.

allelimo ha detto...

brazzz: mi piacerebbe sentire altri commenti di gente che suona. A me sembra innegabile che il modo di ascoltare sia completamente diverso, perchè è una mia esperienza di prima mano, e vedo ceh per te è la stessa cosa.

Padre DiamondDog: mi benedica Padre, perchè ho peccato. Odio l'umanità intera.

Provo lo stesso a rispiegarle, pur conscio dell'inutilità del tentativo, che non ho parlato male di chi esprime le proprie emozioni. Ho detto che mi fa venire la pecòlla la recensione del critico che, con linguaggio imaginifico, mostra quanto lui sia bravo a scrivere e si dimentica completamente di parlare del disco.

Lucien ha detto...

Ho cominciato a strimpellare a 15 anni e poi suonato in due gruppi; nonostante ciò, come ho già ammesso, faccio una discreta fatica a buttare giù una recensione "completa" e perciò quasi mai lo faccio e mi limito a qualche accenno(quasi mi riesce meglio con un film).

Non so dire se ho un modo diverso di "ascoltare" rispetto ad un appassionato che non ha mai preso uno strumento in mano. Forse sì, me ne rendo conto confrontando giudizi con amici e conoscenti; però ad esempio conosco anche un paio di persone che non suonano ma sono appassionati: i loro pareri su certi ambiti sono attendibili.
Si può essere competenti anche senza essere musicisti (professionisti o meno): la cultura, la conoscenza della storia musicale, la passione, l'approfondimento entrano in gioco a pieno diritto. I pareri squisitamente tecnici su un disco (come ho già accennato) non mi dicono nulla se mancano altri elementi.

Harmonica ha detto...

Quoto la seconda parte del discorso di Lucien, ma vallo a spiegare ad allelimo.

allelimo ha detto...

Harmonica, ma cosa c'è da spiegare? Tu sei d'accordo con quello che dice Lucien, e io sono d'accordo con quello che dice invece brazzz. Quello che non capisce quando legge sei tu, mica io.

Lucien: si può essere competenti anche senza essere musicisti, boh.
Direi di no: cultura, conoscenza della storia, passione, vanno tutte bene, ma sono "altro".
Sono competenze diverse dal conoscere la musica. E il fatto che tanti che ne parlano non la conoscano, a me continua a sembrare un po' curioso.

Lucien ha detto...

Anche se so che non ti convincerò, cambio aggettivo con un altro più mirato: Si può essere "credibili" nel recensire un disco anche senza essere musicisti (per i motivi di cui sopra).
Il fatto di essere musicisti è certamente un valore aggiunto.
Spostandoci in ambiti diversi si potrebbe dire la stessa cosa per quanto riguarda la critica cinematografica o altri ambiti artistici.

brazzz ha detto...

mm,lucien..la credibilità si spende in altro modo..io posso leggere la recensione di qualcuno di cui so che ha un sentire emotivo simile al mio,e trovarlo credibile sotto un certo punto di vista..ma mi pare che alle parli d'altro...e pure io...e credo sia innegabile che aver suonato o no è un bello spartiacque...

allelimo ha detto...

E invece Lucien, guarda, su "credibile" sono d'accordo: pur non sapendo suonare è possibile riuscire a parlare della musica in una maniera che può essere, come diceva prima DiamondDog, utile per "dare indicazioni". Basta che si scriva tenendosi lontano dalle quattro tipologie prima elencate.
Però: il valore aggiunto dato dall'essere musicisti quando si parla di musica è altissimo: per tornare a parlare di casi concreti, dopo aver letto i libri di Franco Fabbri mi riesce davvero difficile prendere sul serio gli altri libri che parlano di musica.
Simon Reynolds compreso, che a volte scrive cose che condivido e a volte no, ma non parla mai davvero di musica, quanto del contesto.

allelimo ha detto...

Quoto la seconda parte del discorso di brazzz, ma vallo a spiegare ad Harmonica :)

DiamondDog ha detto...

ok tutti i punti di vista son legittimi, ma consentimi una domanda.
Se io voglio sapere in anticipo cosa potrebbe aspettarmi comprando un disco (ammesso che non ho abbastanza tempo per setacciare la rete e se anche lo avessi non avrei abbastanza tempo per ascoltare tutto) DOVE, di grazia, dovrei andare a leggerne le recensioni?
Devo prima chiedere se chi scrive sa leggere il pentagramma e quanti anni ha fatto da suonatore?
Allora, a naso ma penso di non essere molto lontano, il 99% dei critici musicali sarebbe inattendibile.
Io preferisco basarmi su un sistema di argomentazioni, fra i quali il "saper suonare" è solo uno dei tanti.
E poi se non ti è piaciuto l'esempio del calcio (fuochino) allora mi avvicino (fuoco!).
Uno che recensisce libri deve aver pubblicato?
Uno che recensisce film deve essere stato un regista?
Alle posso anche in parte seguirti a logica, ma a pratica sei lontano anni luce dalla realtà.
Come se chi recensisce un libro debba essere i

allelimo ha detto...

O hai finito le idee o hai premuto "invio" per errore... :)

brazzz ha detto...

bè..se leggi quel che pensa qualsiasi regista di qualsiasi critico cinematografico..eh..

Anonimo ha detto...

Suono due strumenti da circa 20 anni, eppure non credo (ma ovviamente non posso giurarci) che se non lo avessi fatto ora non sarei in grado di ascoltare musica o di scriverne come oggi, di collocare quello che ascolto in un contesto, di apprezzarlo o disprezzarlo grazie soprattutto alla tantissima musica che ascolto da sempre, con passione caparbia e con la classica folle sete di conoscenza. Per questo penso che non si possa dire che chi non sa suonare uno strumento non possa essere un buon "critico" musicale, esattamente come chi ne suona anche benissimo uno non ha in automatico una cultura musicale che gli permetta di dare un giudizio che vada oltre il proprio gusto personale o la capacità di essere una firma di riferimento. Io credo che alcuni critici, certamente non tutti, che non sono musicisti sono assolutamente in grado di essere punti di riferimento attraverso la loro cultura profonda, una professionalità vera e trasparente dovuta ad anni di studio e di ascolti. Accanto a questi, ce ne sono tanti altri che vendono il loro giudizio, che stroncano solo per emergere o semplicemente che sanno davvero poco di musica e ancora peggio sono in grado di scriverne. Alcuni di questi ultimi, suonano.
EV

allelimo ha detto...

DiamondDog: l'importanza delle recensioni nell'acquisto di un disco, in questi tempi di web, mp3, Youtube etc. mi sembra veramente infima. Comprare un disco "a scatola chiusa" è ormai impossibile.
La recensione, al giorno d'oggi, ha senso solo come "suggerimento stradale": ti da le indicazioni di massima per capire se un disco può essere di tuo interesse o meno, poi ci sono un milione di possibilità per ascoltarlo prima di comprarlo.
Le recensioni che piacciono a me sono quelle di Sentireascoltare: cinque/sei righe per darti i riferimenti, senza menate psicologiche, banalità rockiste e analisi dei testi.

Il 99,9% dei critici musicali sarebbe inattendibile, esatto. Sono d'accordo anche sulla percentuale.

Ottimi i nuovi esempi, vediamoli.

Uno che recensice libri non deve aver pubblicato. Siamo fuori tema, non ho mica scritto che chi recensisce dischi deve aver inciso dei dsichi, ma che deve essere capace di suonare. L'esempio corretto con i libri è "uno che recensisce libri deve conoscere la scrittura?" E la risposta è, evidentemente, sì.

Uno che recensisce film deve essere stato un regista? Qui finalmente ci stiamo avvicinando a un esempio pertinente. Rispondo che non lo so: non ho mai girato film, e neppure mi interessa molto il cinema. Non sono competente in materia, anche se immagino che chi ha girato un film possa capire molte più cose di un semplice spettatore.

allelimo ha detto...

EV: ma certo, ci sono le eccezioni. Che però quello sono, eccezioni.
Però io non ho sostenuto che solo chi sa suonare può scrivere di musica, ma che si scrive di musica dovrebbe saper suonare.
La cultura, la curiosità, la professionalità, lo studio e gli ascolti, la "folle sete di conoscenza" sono requisiti aprioristici, così come la capacità di scrivere in forma leggibile i propri pensieri.
Ovvio che esistano migliaia di musicisiti che non sarebbero mai in grado di scrivere una recensione musicale: ad esempio, qualsiasi batterista... :)
Però rimango dell'opinione che più cose conosci, più sei grado di capire. Saper suonare, a mio parere, ti da una marcia in più per scrivere di musica.

DiamondDog ha detto...

Ora abbiamo messo all'indice pure i batteristi (tra i quali, peraltro, esistono pure non pochi scrittori di musica, ma ovviamente suonando uno strumento "senza note" come la batteria, non sono ritenuti degni).
Vai avanti così, fra un pò ne resterà solo uno, tipo highlander.

Harmonica ha detto...

una cosa è certa: non ascolterò mai gli artisti recensiti da allelimo.
vedi che alla fine arrivi al succo del discorso? non sostieni che "solo chi sa sa suonare può scrivere di musica, ma che chi scrive di musica dovrebbe saper suonare." cazzo che sofismi, ma ci prendi per imbecilli? abbi il coraggio di affermare che chi non sa un cazzo di musica non deve scrivere di musica. saresti più onesto. invece come al solito, lanci il sasso e ritiri la mano. e con il tuo adorato lester bangs come la mettiamo? ah, ti suggerisco il prossimo argomento: i veri musicisti sono quelli che si rivolgono ad un pubblico che sa leggere la musica, gli altri, ovvero tutti quelli che non piacciono a te, non valgono un cazzo. pensa che bello, un mondo senza Mozart e Cole Porter, ma con Stockhausen e Fennesz.

DiamondDog ha detto...

Come, non sapevi che Lester Bangs dirigeva di nascosto i Berliner?
Pare che anche Carlo Massarini faccia le veci di Riccardo Muti quando al maestro gli scappa la pippì e poi quelli del Mucchio che fanno finta di niente e parlano solo di autostrade e polvere e america di provincia e poi li trovano la sera a suonare di nascosto al Blue Note.....e sapessi cosa dicono di Alex Petridis!!!!!!

brazzz ha detto...

non so,harmo e diamond..misembra non afferrriate il punto..non dico che solo i musicisti ci capiscano,ma che è ovvio che saer suonare cambia l'angolo di visione..mi par così evidente,aldilà del polemizzare...non mi pare che alle dica nulla di sostanzialmente diverso da questo..e comunque, francamente delle emozioni di massarini me ne sbatto bene,non mi pare un gran esempio..eh..e Bangs,tutto sommato,faceva della sociologia...

Anonimo ha detto...

Non ho capito il discorso su Lester Bangs, lui musicista lo era eccome.
Comunque, potrei sostanzialmente condividere la tua frase finale, ovvero "saper suonare, a mio parere, ti da una marcia in più per scrivere di musica", ma questo non vuol dire il contrario, ovvero che chi non sappia farlo non possa scrivere di musica altrettanto bene o persino meglio di chi ha la marcia di cui parli. Io credo la bravura di un critico musicale dipenda da vari aspetti, non rigidi e non inrinunciabili. E tra questi credo siano molto più essenziali altri rispetto al saper suonare. Aggiungo giusto una cosa sulla critica letteraria: saper scrivere libri non solo non aiuta nel farla, ma spesso costituisce un grande ostacolo. Questo mi pare un esempio perfetto di una situazione nella quale il leggere e conoscere approfonditamente la letteratura sia requisito quasi esclusivo, oltre naturalmente al senso critico, alla capiacità si andare oltre i preconcetti e a quella essenziale di saper comunicare conoscenza, concetti e anche emozioni.
EV

allelimo ha detto...

Risposta per la simpatica coppia di idioti, inutile a prescindere perchè tanto "capiscono" solo quello che vogliono loro, con bello sprezzo della realtà. Continuare a rispondere a quello che loro immaginano che io abbia scritto è un esercizio abbastanza stucchevole, è l'ultima volta che ci provo.

1 - Quella del batterista è una battuta, chiunque abbia mai suonato in un gruppo sa che il batterista è, per definizione e per convenzione, quello un po' più terra terra di tutti.
Per esempio, nella presentazione di Bandcamp c'è questa frase: "So Easy Even Your Drummer Could...Well, Perhaps Not That Easy".
Giuro che non l'ho scritta io. Si vede che la battuta dei batteristi è una cosa internazionale.

2 - Tirare il sasso e nascondere la mano, non capisco dove l'avrei fatto. Sull'argomento c'è un esempio perfetto nei commenti a questo post sul blog di Harmonica.

3 - Di Lester Bangs ho usato una volta alcune frasi in questo post per dimostrare (esperimento riuscito) che non si risponde tanto alle opinioni quanto al pregiudizio verso chi le ha scritte.
Esperimento replicato anche in questo altro post sul blog di DiamondDog, in cui proprio Harmonica, rispondendo alle "mie" opinioni (in realtà di Simon Reynolds) mi dava del razzista, consigliandomi di leggere i libri di Simon Reynolds (!)

4 - Faccio notare a tutti e due che non intervengo più nei loro blog rispettivamente dal 1 dicembre (Harmonica) e dal 3 dicembre (DiamondDog), vista l'assoluta inutilità di cercare un dialogo tra sordi.
Voi invece avete sviluppato un avera ossessione per me, come dimostrano anche il bellissimo ultimo post di Diamond Dog e il simpatico commento di Harmonica. Come dire, contenti voi...

DiamondDog ha detto...

Come al solito brazz, non è QUELLO che dice alle su cui possiamo discutere ore e poi andare a farsi una birra.
E' COME lo dice che indispone il 70% (ad essere benevolo) di chi lo legge.

"organo del corpo umano completamente inutile per gli appassionati di dischi in vinile e di gruppi rock in maschera"
Questa frase cosa ti sembra? Dà indirettamente (ma neanche tanto indirettamente) del coglione agli appassionati del vinile e dei gruppi in maschera. Oppure vogliamo ricorrere alla solita manfrina del disclaimer? Io rispetto le idee altrui anche se diametralmente opposte alle mie, ma non mi faccio trattare da coglione da nessuno. Poi "facci" lui, se è contento così, tanto sapeva benissimo che scrivendo quelle cose lì la gente l'avrebbe accolto per le rime.

DiamondDog ha detto...

...ecco per completare ci ha dato anche degli idioti.....però utilizzando l'aggettivo "simpatici" che poi utilizzerà per dire che lo fa con ironia......a me ormai fa ridere nella sua perversione.

allelimo ha detto...

Passando a cose più serie, io continuo a essere d'accordo con brazzz: chi suona ha un angolo di visione diverso rispetto a chi non suona. Secondo me conoscere di più è sempre meglio che conoscere di meno: hai più strumenti critici a disposizione.
Non capisco come possa essere un vantaggio avere meno conoscenze, in qualsiasi campo, compreso quello generico della "critica".
Non ho mai detto che basta saper suonare per essere automaticamente un buon critico musicale: è ovvio che ci voglia anche tutto il resto (vedi anche risposta precedente a EV).
Però, a parità di tutto il resto, chi sa suonare ha qualcosa in più.
Leggete un qualsiasi libro di, per dire, Greil Marcus e subito dopo uno di Franco Fabbri, e poi ditemi chi racconta meglio la musica dei due.

brazzz ha detto...

non so diamond..a me pare invece che sia anche quello che dice che vi indispone,non solo il modo..nel senso che,aldilà del tono, mi pare che o non cogliete quel che dice,o per un briciolo di prevenzione cogliete quel che vi pare..senza offesa, ma solo perchè mi sembra che ormai fra voi si sian "rotti i bambocci", come si usa dire...ma forse ho un'impressione sbagliata..

allelimo ha detto...

idiota m e f sing
Dal latino idiota, a sua volta dal greco idiòtes ossia individuo privato, senza cariche pubbliche.

Etimologicamente non è un insulto più grave di ignorante, che, come hai abilmente spiegato tu su questo stesso blog, non è un insulto.
Quindi torna a scuola a studiare etc.

DiamondDog ha detto...

La definizione di "idiota" da vocabolario è un capolavoro di carpiato misto......tutti gli specchi stanno facendo skreeeeeek.....
-
Brazz ma lo hai notato o no che tutti i post che scrive sono evidenti provocazioni da un lato e tentativi di screditare dall'altro?
Senza andare a inanellare citazioni in modo maniacale, più o meno la tiritera è sempre la solita: tranne te e non so chi altro, siamo tutti coglioni perchè ci piace una musica da coglioni e siamo incapaci di parlare di musica perchè non siamo musicisti.
Più o meno in tutti i post ricorre questa scenetta, fatti salvi quelli su Richard Skelton e compagnia bella dove almeno (santiddio) parla di cose che gli piacciono e parla in positivo di qualcosa.
Non avrei mai pensato di dirlo ma spero che tutta la scena della folk-tronica ci salvi dall'acidità di stomaco del mister.
Poi sono io che sono "ossessionato" perchè nelle etichette del post metto "don't contrariare allelimo"........dovrei farlo veramente ed evitare di venire qua a leggere le sue elucubrazioni, ma si sa la speranza è l'ultima a morire.

brazzz ha detto...

non so..diciamo che avete un'idea dell'ironia, o del sarcasmo(cosa diversa,ovvio), differente,voi 2...ma detto questo, a me pare he molte opinioni di alle siano condivisibili, ma che da parte di alcuni ci sia una sorta di "necessità di difendesi a priori", nel senso che vi sentite crticati, o derisi, o offesi(metti tu il verbo), su alcuni "caposaldi" ideali...per cui le pugnette sul vinile, o sugli mp3, o sul comprare certe raccolte con il boss che starnutisce nel concerto di hyde park del 1934..voglio dire, mi sembra legittimo dire che la dodicesima raccolta su Dylan a 25.000,00 eurini buoni buoni non serve a un cazzo, senza che qualcuno a cui piace Dylan si debba sentire come se avessero offeso la madre..ti pare?o se io,come forse anche lui, scriviamo che the wall è un disco osceno, non credo ci sia bisogno di inalberarsi..sono opinioni...

allelimo ha detto...

brazzz: vedi, il punto è che lo sapevo, scrivendo certe cose, che i soliti idioti si sarebbero offesi: l'ho pure scritto (qui sopra, mio commento del 10 dicembre, ore 09.45): "Qualcuno si offenderà, e vabbè, fa nigòtt."
Perchè lo sapevo che c'era gente che legge questo blog, scrive di musica e non sa suonare, e che avrebbe capito quello che voleva capire, leggendo il tutto con le lenti della prevenzione verso di me.
Direi che ci sono abituato, come allo scambiare ogni battuta per provocazione, ai continui insulti, al ribattere a ogni cosa che scrivo dandomi del deficente.
Quando ho riaperto il blog, l'ho messo in conto. Ho anche deciso però che, a differenza di quanto avevo fatto prima, avrei risposto agli insulti con lo stesso linguaggio di chi li avesse lasciati.
Che poi, in effetti, non è neanche colpa loro.
Più che idioti, sono "diversamente intelligenti".
Se dovessero decidere di non lasciarne più qui le testimonianze, giuro che non mi offendo.

SigurRos82 ha detto...

Una cosa è certa: senza i post e i commenti di allelimo la vita dei blogger sarebbe assai più noiosa ;)

Sentireascoltare è uno dei pochi siti musicali che leggo anch'io. Ondarock lo trovo troppo prolisso, seppur valido. E poi SA si incula cose che altri siti manco si filano, e in questo si dimostra IMO molto 'democratica' e di ampie vedute...musica afro, le pubblicazioni di Strut, Sublime Frequencies, World Circuit, Soundway...:)

SigurRos82 ha detto...

DemocraticO, non ho riletto.

brazzz ha detto...

diciamo che mi guardo i dischi recensiti su ndarock e me li ascolto..poi decido..senza minimanente badare a quel che scrivono loro..prolissi,aulici(quante visioni crepuscolari hanno ascoltando musica?),tendenzialmente largucci nei voti...ripeto,utili x farsi un elenco delle cose in uscita...

Anonimo ha detto...

brazzz a me sa che la vittima dei pregiudizi inpositivo 6 tu. allelimo scrive sempre e solo per provocare alcune persone che sa che leggono in modo offensivo e critico oltre che noioso visto che continua da anni. gli stessi concetti si trovano molto spesso nelle discussioni sui blog ma sono trattati con rispetto e senza bisogno di provocare con sarcamo le altre persone. per questo le discussioni sugli altri blog non finiscono come quelle qui dentro. contento lui, come vuole, ma non mi pare che ci siano molte persone che trovano piacevole leggere questo blog se non x vedere che continua a fare le cose provocazioni stupide e arroganti e x rispondergli a tono, fino a quando questo residuo di voglia non andrà via e resterà solo a scriversi e commentarsi, forse giusto con te. ripeto, contento lui. ma almeno non dovrebbe poi far finta di non fare solo questo: scrivere x provocare e offendere nascondendosi dietro al sarcasmo.
Ev stai perdendo il tuo tempo, questo non lo conosci ma tanto i commenti come il tuo non vanno bene per lui. o lo offendi e ci gode, oppure devi scondinzolare e difenderlo. i commenti lucidi e le aperture mentali verso gli altri qui non servono a un cazzo. Harmonica e DD gli date troppo spazio, innervosirsi x questo qui gli fa solo aumentare i commenti. evidentemente ha una vita talmente insoddisfacente su tutti i fronti che ha bisogno delle discussioncine sul blog create ad arte per riempirsi le giornate.

brazzz ha detto...

anonimo( e firmati una buona volta dai..)
francamente non è che io e alle siam sempre d'accordo su tutto..a me frega nulla della musica italiana e di tanti gruppi che cita spesso,tanto x dire..o non ho questa passione x Sylvian...semplicemente, l'ironia non mi turba, non ho santi da difendere, e accetto opinioni diverse dalle mie..soprattutto,cerco di capirle senza troppe pregiudiziali...cosa questa che,nel tuo caso, non mi par di avvertire...

allelimo ha detto...

Degli anonimi, invece, non si può nemmeno dire che sono diversamente intelligenti.
Quello qui sopra, ad esempio, è proprio stupido, oltre che sgrammaticato...
Se però non interessa quello che scrivo, cari anonimi, il web è grande: andate pure a cagare il cazzo da altre parti. Giuro che non vengo a cercarvi.

Chissà poi cosa c'entra tirare in mezzo EV?
Lui ha scritto la sua opinione, io gli ho risposto con la mia, come abbiamo già fatto altre volte su questo blog, in modo mi pare educato e corretto.

DiamondDog ha detto...

Anonimo hai ragione, anche se non approvo l'anonimato.
Gli stiamo veramente concedendo troppa attenzione, questa è la verità.
Ma lo facciamo per lui, altrimenti si sentirebbe trascurato.
In Toscana c'era un detto tra bambini.

Un loop che andava avanti praticamente all'infinito.

-"cecco toccami" diceva la bambina.
-e cecco la toccava.
-"mamma, cecco mi tocca!"
-e giù lo schiaffone a cecco.
-"cecco toccami" diceva la bambina.
-ecc. ecc. ad libitum

Ecco Alle è la bambina (parlo di ruolo pscicologico, non di gusti sessuali) e poi ci sono una marea di blogger che nel tempo si sono alternati nel ruolo di "cecco". Poi uno col tempo si stufa però eh.

allelimo ha detto...

DiamondDog, rettifico: non sei diversamente intelligente. Sei proprio un coglione fatto e finito.
Prima che inizi a fare l'offeso per la parolaccia ("fatto e finito") ti faccio notare che dando ragione all'anonimo mi hai appena detto che sono, nell'ordine: offensivo, noioso, provocatore, sarcastico, stupido, arrogante, confuso, mentalmente chiuso.
Quando la pianterai di cagarmi il cazzo sarà sempre troppo tardi: scriviti le tue stronzate sul tuo blog, dove ci sarà sempre qualche tuo amichetto che ti darà ragione a prescindere, ed evita di tornare qui, grazie.
Staremo meglio tutti e due.

Harmonica ha detto...

Hai ragione anonimo, gli abbiamo dato troppo spazio. Meglio lasciarlo con le sue elucubrazioni. The Idiot ti saluta. Addio nini!

allelimo ha detto...

Fuori uno, speriamo che l'altro segua il buon esempio.

Harmonica ha detto...

si, te piacerebbe. ahahah

DiamondDog ha detto...

Se tu avessi la pazienza di leggere senza farti saltare la mosca al naso, all'anonimo ho dato ragione solo per un paragrafo: ti stiamo dando troppa importanza.
Per il resto non condivido quello che scrive, se ci tieni a saperlo.
Comunque quello che continua ad offendere sei te, nonostante tu cerchi di passare per un buonista dentro di te alberga la viuleeenza.
Ma io ti perdono, figliolo.
Halleluja.

DiamondDog ha detto...

Comunque basta, la pianto lì.
Harmo valuta anche te cosa fare.
Non vorrei mai che richiudesse baracca e burattini e ci desse nuovamente la colpa.

Harmonica ha detto...

A parte gli scherzi, basta, davvero.,

allelimo ha detto...

Cari i miei due idioti, ma state facendo a gara per dimostrare chi dei due è più pirla?
Nel qual caso, assegniamo il primo premio ex-aequo e non ne parliamo più.
Come già detto altre volte, il web è grande, andate pure a spargere la vostra ignoranza da altre parti.
Io non vi vengo certo a cercare.

spacedoctor ha detto...

alle perchè devi sempre essere così arrogante nei confronti di queste persone? rispetta i punti di vista altrui e cerca di essere meno sarcastico nei tuoi post, si chiama buon senso, merce rara al giorno d'oggi.

allelimo ha detto...

spacedoctor, brutta cosa non saper leggere.
Piuttosto diffusa, eh, ma brutta lo stesso...

Maurizio Pratelli ha detto...

cazzo mi ero perso!!!

SigurRos82 ha detto...

(58 commenti, ragazzi, con il mio 59).

In linea generale condivido il discorso di allelimo, certamente l'avere delle nozioni tecniche e il saper suonare uno strumento non possono che essere risorse in più nello scrivere di musica. Ma non è detto, come già è emerso, che chi sa suonare sappia anche scrivere di musica e che abbia una discreta sensibilità musicale (ho diversi amici in entrambe le categorie: chi suona e scrive decentemente VS chi suona e ha gusti musicali da censurare e in sostanza della musica gliene frega ben poco).

Poi dipende anche molto da *cosa* si cerca nella critica musicale. Personalmente troverei molto noiosa e poco utile una recensione prettamente tecnica, perchè non ho strumenti per poter comprendere ed apprezzare. Così come trovo insopportabili i pistolotti di OndaRock (non ce l'ho con loro, mi valgono a titolo di esempio), pieni della rava e della fava e di cose che reputo francamente tangenziali al disco in oggetto. Sentireascoltare è il giusto mix, IMO. E Stefano Solventi ha una prosa splendida, ricca di metafore ma mai banale, che denota una conoscenza contestuale davvero notevole. Vorrei saper scrivere come lui :D

Ad ogni modo la vedo molto relazionale/interattiva come cosa, un po' come la critica letteraria e l'interpretazione del testo per Umberto Eco. Contano sì le intenzioni e le capacità del narratore, ma contano altrettanto le competenze analitiche del lettore, che fa suo il testo, interpretandolo, elaborandolo, valutandolo in base ai propri gusti, parametri, esperienze, capacità, esigenze, etc.

SigurRos82 ha detto...

Uff, mi pareva che il post fosse stato pubblicato ma adesso non lo vedo più :(

allelimo ha detto...

SigurRos82, è stata colpa dell'antispam di blogger, a volte è un po' invadente.
Ottimo comunque l'intervento su interazione e relazione: era un aspetto che non mi era venuto in mente.
E' senz'altro vero che le competenze di scrittore e lettore contano, e contano le relazioni tra le diverse competenze, e questo può essere un motivo per cui io tendo a sopravvalutare la competenza tecnica, come altri tendono invece a sottovalutarla.