martedì 30 luglio 2013

Crate surfing

Oggi sono passato da Metropolis.[1]
Cerco di passare in un negozio di dischi almeno una volta all'anno, così, per non perdere completamente l'abitudine.
Ogni volta che l'ho fatto, anche in questi ultimi anni, ho sempre trovato uno o due cd che valeva la pena di comprare.

Che poi, volete mettere il piacere di cercare, di fare surf nei contenitori (crate surfing, per una volta in inglese rende meglio), attenti a cogliere il disco interessante da un colore particolare, da un titolo, da un'impressione...

Perchè una volta c'era la suspance della ricerca, il dubbio del "troverò qualcosa oggi", poi lo studio della copertina, per vedere se vale la pena di procedere all'acquisto, poi fare la somma dei prezzi per vedere se li puoi prendere tutti i cinque che hai trovato, che poi ci sarebbero anche quegli altri due che...
E nel portafoglio hai circa la metà di quello che vorresti poter spendere, e allora scegli: questo sì, questo no, cazzo.

E magari quello no lo "nascondi" un po', tipo che invece di rimetterlo dove l'hai trovato lo metti nei dischi di jazz o negli ep italiani, che se va bene settimana prossima lo ritrovi e te lo compri...

Ecco, bei ricordi, eh.
Questa mattina sono entrato da Metropolis, dicevo.
C'erano le solite scatole con i cd, quattro di "ultimi arrivi" e quelle alfabetiche con le cose lì da un po', più tutta una serie di scatoloni di offerte da 0,5 a 2 euro.

Le ho guardate le tre scatole di ultimi arrivi.
Tutta robaccia, e tutta robaccia vecchia, di 10/15 anni fa.
Novità, nisba.
Roba interessante, nigòtt.

Che dopo la prima scatola, la seconda l'ho guardata un po' meno attentamente, e la terza a spizzichi e bocconi.
Mi sono annoiato in cinque minuti: non c'era nulla da cercare, e forse anche nulla da trovare, tanto le cose sono tutte (ma tutte!) sul web.

E si che ero disposto anche a comprare qualcuno dei dischi che mi sono piaciuti ultimamente e che ho solo in mp3 o flac.
Ma tipo anche, per dire, qualcosa che non mi è piaciuto poi troppo ma almeno lo metto lì insieme agli altri, l'ultimo dei Sonic Youth o una ristampa dei Clash...

Invece: niente, zero, nisba, nada, nigòtt.

Me ne sono uscito con la coda tra le gambe, poi dal computer ho fatto un giro su what.cd e ho scaricato il nuovo Mazzy Star, una ristampa dei Sound e un fennesz che mi ero perso.
Boh.


Note e links:
[1] Per i non milanesi: storico negozio di dischi usati, quello in viale Padova.
Se ne era già parlato qualche tempo fa.

[2] E con questo si chiude per ferie, da venerdì 15 striminziti giorni di vacanza, rigorosamente senza computer...

18 commenti:

Lucien ha detto...

Quando sono venuto a Milano ospite di compagni di viaggio, ho scoperto che abitavano proprio sopra Buscemi!
Sono stato dentro un'ora e alla fine ho comprato il cd di Coney island baby!!
Le novità che mi interessavano le avevo già trovate tutte in rete. Mi ha fatto uno strano effetto! Nè brutto, né bello... strano!!
Certo che rispetto ai tempi in cui me ne uscivo da Nannucci con la bava alla bocca... :)

Buone vacanze!

allelimo ha detto...

Lucien, giusto: è uno strano effetto, nè bello nè brutto.
Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito un estraneo da Metropolis: non avevo nessun motivo valido per stare lì...

brazzz ha detto...

concordo..uno strano effetto..una volta entravo al disco d'oro a bologna e uscivo pieno di dischi e spilline,godendo come un riccio..oggi se entro in un negozio,e lo faccio,esco regolarmente a mani vuote...una ristampa dei sound dicevi???

brazzz ha detto...

imenticavo..buone vacanze..io devo aspettare gli ultimi 15 di agosto invece..stammi bbuono...ciao

allelimo ha detto...

brazzz, la ristampa di "Jeopardy" che non ho in cd, e mi è venuta voglia di riascoltarlo.
in effetti il godimento musicale si è spostato dai negozi ai siti internet, tipo scoprire una nuova netlabel o un nuovo gruppo su bancamp.

beppekin ha detto...

Jeopardy c'è l'ho in vinile...l'ho comprato SOLO perchè mi piaceva la copertina.... :-)

joyello ha detto...

Io non ho mai comprato dischi usati. Né al tempo dei vinili, né a quelli del CD. Questa è la ragione per cui ho accolto con entusiasmo il download pirata. E' l'unico modo per avere un prodotto che mi interessa solo marginalemente, cioè solo per ascoltare di cosa si tratta. L'usato, a me, non è mai interessato perché significava acquistare roba "vecchia" (anche se aveva una settimana, sapere che qualcuno l'aveva comprato prima di me era... DISDICEVOLE). Ora invece, dalla Rete si possono scaricare perfino i Deep Purple o i Jethro Tull, tutti quei gruppi amati segretamente ma che la tua coscienza di Punk non ti permetteva di comprare in negozio...
No. Io adesso entro a Disco D'oro una volta ogni tre mesi e ci spendo un centinaio di euro, portando via quei 3/4 dischi che mi sono piaciuti. Se c'è il vinile li compro, se c'è SOLO il CD non li compro. Non compro dei CD che posso avere gratis (unica eccezione per gli Afterhours, dei quali, da Germi in avanti, ho sempre preso i CD). poi arrivo a casa e li metto nello scaffale: non serve ascoltarli, ce li ho dappertutto, sull'iPod, sull'iPad, sul computer, sul CD taroccato in macchina... il vinile è solo l'attestato di stima, la prova che quel disco mi è piaciuto al punto da comprarlo e finanziare il lavoro di quella band/artista. Ma... niente usato per me: troppo cheap! Tipo il disco degli Atoms for Peace costa 40 euro. Mi è piaciuto, lo prendo. C'è la copia usata a 15 euro? La lascio lì per qualche pezzente miserabile e compro quella nuova. :-)

tony-face ha detto...

A me capita quando inciampo in qualche situazione con un tot di vinili in vendita (festival Beat e cose del genere).
Con i miei 50 euro di budget, pronto a tornare con due o tre gioielli in frusciante e odoroso vinile.
Finisce che li ho già tutti, che i nuovi li ho già scaricati o li ho in CD e che il in fondo il vinile dei SuperPsychedelicBeatStrawberryWalrusBand, oscura band angloslovacca del '67 in fondo non mi interessa più di tanto....sigh.....

allelimo ha detto...

confesso che mi è capitato più di una volta di sognare (ma sul serio, durante il sonno) di essere in un negozio di dischi in cui erano in vendita tutti i dischi che mi piacevano, a prezzi ridicoli, e io avevo in tasca fondi illimitati per comprarli.
un sogno che, quando mi svegliavo, mi lasciava un senso acuto di perdita per quei dischi che avevo comprato e in realtà - mannaggia - non ce li avevo ancora.

ecco, il sogno adesso è reale: sul web c'è tutto quello che vorrei ascoltare a costo zero.

per una cosa del genere negli anni '80 avrei probabilmente ucciso.
tutti quelli che si lamentano della troppa disponibilità, dell'eccesso di produzione, del come era bello una volta che potevi comprare un vinile ogni 15 giorni e dovevi ascoltarlo finoa che ti convincevi che ti piaceva, beh... secondo me sono persone cui la musica non piace davvero.

in alternativa, la spiegazione è che non compriamo più dischi perchè siamo diventati vecchi, ma preferisco la spiegazione precedente...

allelimo ha detto...

sui dischi usati, joyello, non potrei essere meno d'accordo!
ho sempre comprato quasi esclusivamente dischi usati, comprare un disco nuovo era l'eccezione.
anche perchè con i soldi di uno nuovo ne compravi due o tre usati.
e, almeno qui a milano, non voleva dire acquistare roba "vecchia", le novità si sono sempre trovate, magari un mese dopo, certo.
ma allora un mese non era niente: sapevi dei dischi leggendone su rockerilla o sul mucchio, e il numero in edicola parlava di dischi usciti almeno un paio di mesi prima...

insomma, sono sempre stato un pezzente miserabile per il consumo di musica.
non fossero esistiti discomane, metropolis 1 e 2, rossetti, psycho etc. non avrei mai potuto ascoltare tutta la musica che ho ascoltato.

oggi invece hai ragione tu: l'acquisto è un "attestato di stima", un modo per finanziare qualcuno che ti piace particolarmente.
solo che trovo più naturale farlo comprando direttamente on-line dall'artista piuttosto che andando in un negozio.

brazzz ha detto...

in effetti mi sfugge la bellezza e la soddisfazione che si poteva provare 30 anni fa/40 ormai, quando si avevano due lire due, ci si poteva permettere un disco a settimana se andava bene, e pregavi ogni volta che il disco in questione fosse bello..non dico tutto bello,ma almeno avesse più di due pezzi ascoltabili..e non capisco la bellezza nel ricordare le solenni incazzature quando ti compravi un album che poi non ti piaceva..ma saremo strani io e alle, evidentemente..oppure è solo che allora tutti noi eravamo giovani, e ci mancano quegli anni, non saprei...
ora invece poter scegliere e avere tutto gratis..ha ragione alle..negli anni 70/80 avrei potuto uccidere,per avere un privilegio simile..neanche ci sembrava pensabile,un lusso simile...

allelimo ha detto...

brazzz, "privilegio" è la parola adatta: poter ascoltare TUTTO è sempre stato il sogno di ogni appassionato di musica.
oggi il sogno è vero, e a me sta benissimo così.

silvano ha detto...

Compro poco, sempre meno. Compro su amazon,anche se mi fa un po' tristezza. Compro su amazon solo cofanetti (quasi esclusivamente di classica e talvolta jazz), cd di rock no, non più da tempo come del resto cd "singoli" in generale. Poi faccio come Joyello, se un disco che mi ascolto di rock, jazz, classica, merita allora mi compro il vinile per stima si potrebbe dire, e per dire bravi meritate.
mah. una volta mi ci divertivo come te Ale nei negozi di dischi, ora sono tristi ed ho tra discoteca reale e su pc/hd molti ma molti più titoli.

allelimo ha detto...

eh sì, una volta andare in un negozio di dischi era davvero un divertimento.
all'epoca insegnavo, zona duomo, e andavo a lavorare in moto.
appena avevo un'ora buca (quindi tipo due/tre volte alla settimana) ero da psycho in 5 minuti, dal discomane o da rossetti in 7 e da metropolis 2 in 10.
per tornare a casa potevo scegliere tra due percorsi, uno che passava dal libraccio sui bastioni di porta venezia, l'altra che passava da metropolis 1 in via padova.
poi il sabato pomeriggio a volte si faceva il tour ma dei negozi di dischi nuovi, che tanto al sabato nei negozi dell'usato non trovavi mai niente...
insomma, era un altro mondo.
un po' mi manca, eh, ma giusto un po': in fondo, meglio adesso.

enri1968 ha detto...

Cia Alle!

Buone vacanze!

Quoto in pieno quello che hai scritto sui dischi.

Ai tempi andavo a Padova, dove c'era il Discolandia, la Crash Records (mitica) http://www.sullamaca.it/musica/vinile-e-dischi-a-padova-al-negozio-crash-records/

e il 23 tutt'ora esistente.
Mi ha sempre fatto piacere andarci ora sono quasi come te anche se non uso la rete come te.
Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Si, oggi si può ascoltare tutto e subito, ma non significa che in concreto ascolteremo tutto, perché manca il tempo di farlo, dovremmo disporre di giornate di 24.000 ore per ascoltare tutta la musica prodotta. I nostri ascolti sono necessariamente limitati e frutto di determinate scelte o situazioni di ascolto. Prima le scelte erano dolorose e dovute alla mancanza di fondi sufficienti ad acquistare tutti i dischi che ci attiravano. Allora magari dovevamo scartare qualcosa, per poi possibilmente recuperarlo dopo un anno a metà prezzo. Ma tutto ciò che ci interessava prima o poi lo avevamo e disponevamo di tutto il tempo per godercelo. Sceglievamo di prediligere, quando acquistavamo, determinate categorie di musicisti, determinati filoni musiali a noi affini. Adesso non ascoltiamo tutto (è solo una possibilità falsa ed irrealizzabile) e non credo affatto che scegliamo noi come facevamo all'epoca. Io almeno mi ritrovo a perdere tempo dietro a roba inutile, scadente, di scarso interesse, sol perché è lì, pronta ad essere scaricata/ascoltata in streaming/ascoltata su youtube ecc... E perché non dare un ascolto? Ma il tempo per ascoltare è quello che è, e se ne dedico una parte su cose che alla fine non mi interessano allora significa che l'ho sotratto ai "miei" generi. Almeno nel mio caso funziona così, cioè male. E quindi si, rimpiango il prima, quando leggevo avidamente le riviste musicali (oggi le sfoglio distrattamente, tanto c'è il web dove tutti possono scrivere, spesso sciocchezze) e desideravo i dischi, li bramavo e quando mi arrivavano per posta (nel mio paesello negozi specializzati mai esistiti) era una gioia. E quelli che non mi piacevano li mettevo da parte, semplicemente. Magari li rivendevo usati o li scambiavo. Quello che è scomparso è il desiderio, l'attesa, la gioia. Certo, resta la musica, i bei dischi ecc.. Ma quanta spazzatura in più ascoltiamo?

allelimo ha detto...

Anonimo, ma certo che non ascolteremo tutto perchè non avremo mai il tempo di farlo, non so più quante volte l'ho scritto.
Però abbiamo la possibilità di ascoltare qualsiasi cosa ci venga in mente, più o meno in tempo reale.

Se oggi mi viene voglia di ascoltare, per dire, il primo ep dei My Bloody Valentine (brutto eh) lo scarico in due minuti e me lo ascolto.
Se poi è una cagata, poco male, ho perso venti minuti (o anche no, ho impiegato 20 minuti per scoprire, attraverso l'ascolto, che quel disco è una cagata)

Vent'anni fa avrei dovuto fare il giro dei negozi di Milano, poi, ammettendo di averlo trovato, avrei dovuto comprarlo a prezzo "import" o più probabilmente chiedere al negozio di fiducia di procurarmelo.
Dopo un 15 giorni di attesa avrei finalmente messo le mani sul disco, e a quel punto tra tempo e soldi usati, quasi sicuramente me lo sarei fatto piacere a forza...

Ecco, io non ce la faccio proprio a rimpiangere QUEL modo di fruizione della musica.
E, per quanto mi riguarda, non vedo grosse differenze sulle scelte personali: vero, ci sono milioni di cose disponibili per il download, ma non mi è ancora capitato di trovare un disco che si scaricasse autonomamente sul mio computer...
Finchè non schisci TU il bottone, il download non parte.

Sulla quantità di roba inutile/scadente/etc. boh, che ti devo dire.
Certo che ascoltando molti più dischi il numero assoluto di quelli brutti sale.
Ma sono piuttosto convinto che la percentuale tra roba bella e roba brutta sia grosso modo costante nel tempo.

ReAnto ha detto...

Buone vacanze striminzite allora :)