giovedì 11 luglio 2013

El nigutin d'or (faa su in de la carta d'argent)

Devo dire la verità: io mi stupisco sempre di quanto poco piaccia la musica a moltissimi di quelli che di musica si dichiarano appassionati.
Anche qui, tra i blogger e quelli che frequentano i blog: sembra che tutti abbiano bisogno di altro dalla musica per poterla apprezzare.
E' un florilegio di peana del vinile, della copertina in cartone, dell'odore della plastica, della potenza delle immagini e della bellezza della confezione.
Ma insomma, non vi basta la musica?
Perchè avete sempre bisogno di qualcosa d'altro?

Come se un film fosse sempre superiore a un libro perchè le immagini "aiutano" a concentrarsi sulla storia?
O forse è perchè si fa meno fatica a immaginare e a capire che a vedere?
Vi piace la pappa già pronta, pre-masticata?

Che poi vi capisco, eh: la musica è difficile.
L'esperienza è facile: senti le vibrazioni.
E' ascoltare che è difficile, perchè il linguaggio musicale non è per tutti.
Poi certo, sentire i risultati dell'applicazione di quel linguaggio è semplice.
L'universalità delle sensazioni, il ritmo, quello che volete: l'esperienza epidermica è alla portata di tutti.
Ti piace, non ti piace, bella lì.
Capire, è un'altra cosa.

Però gli appassionati vogliono di più.

E invece di chiederlo alla musica, lo chiedono al contorno, alla confezione, al "prodotto".
Oppure alla memoria di quando eravamo qualsiasi cosa che ora non siamo più.
Ma un bel nigutìn d'or, anche se faa su in de la carta d'argent, l'è semper un nigutin.[1]


Note e links:
[1] Come diceva la mia nonna... "nigutin" è "niente", quindi: "un niente d'oro avvolto in carta argentata rimane sempre un niente".




28 commenti:

tony-face ha detto...

Risposta: per me la musica è sempre andata a pari passo con la copertina, con le facce del gruppo, con il modo in cui li vedo/vedevo su un palco.
Per me è differente ascoltare il brano A degli XY da mp3 o lo stesso brano con in mano il disco in vinile con copertina di un certo tipo etc etc.

"My generation" degli Wo ascoltata per la prima volta da un mp3 ha un altro significato rispetto al sentirla (per laprima volta) cn in mano il disco con le loro facce incazzate, con quella copertina colorata, le note da leggere etc etc.

Il "rock" non è solo musica

allelimo ha detto...

tony, si ma.
quando eravamo piccini noi, di solito le canzoni le scoprivi alla radio, oppure dagli amici che ti facevano ascoltare la loro ultima scoperta: di solito, in cassetta, perchè l'ellepì era oggettivamente scomodo da ascoltare fuori casa.
io, almeno, ho scoperto quasi tutta la musica che mi piace così.
sentivi un pezzo alla radio, ti piaceva, poi cercavi i dischi, le notizie, le foto, i concerti etc.

Ma POI.

Erano tutte cose in più, che venivano DOPO la musica, e non sono mai state per me sullo stesso piano d'importanza, anzi: longeque inferior.

tony-face ha detto...

ascoltavi UN pezzo poi ti compravi il disco o lo vedevi dall'amico e faceva(per me ancora FA) parte della musica che ascolti.
E' una parte ovviamente meno consistente della musica ma è un parte. Nell'auto contano il volante, il motore, le ruote ma anche la carrozzeria ha una sua importanza per decidere dell'acquisto, no ?

Anonimo ha detto...

Quoto Ale tutta la vita.
Personalmente non ho MAI acquistato un disco perchè mi piaceva la copertina (autocit.)E poi con i dischi brutti e le copertine belle, come la mettiamo ? Beppekin

tony-face ha detto...

Neanch'io ho MAI comprato un disco per la copertina.
Ma sto dicendo che la copertina è PARTE del disco (di cui ascolto prima la musica) e che certi album no n sarebbero così belli senza certe copertine

brazzz ha detto...

comprare un disco x qualcosa di diverso dalla musica, è come trovar buoni dei ravioli scotti,ma cucinati in una cucina di un ristorante a 5 stelle..non ha senso...ma te vedi che bella similitudine ahah..
a parte le cazzate..la musica ha anche un suo contesto,ovviamente..che altrettanto ovviamente non è il contorno(copertina,vinile marrone cacca,ecc)ma il periodo storico di riferimento...

allelimo ha detto...

non cambia molto, credo.
io ho quasi sempre ascoltato la musica fuori casa, in macchina o sui mezzi pubblici, con autoradio e walkman prima e con iPod adesso.
in casa dividevo la mia stanza con mio fratello, quindi lo stereo serviva più che altro a fare le cassette dagli lp, che venivano ascoltati molto raramente.

sarò stato strano io, ma di solito in tutto questo l'importanza della parte iconografica era forse lo 0,1% del totale.

un altro modo per scoprire la musica i quegli anni era il juke-box, e anche qui la confezione non contava poi molto, eh.

poi certo, l'immagine del gruppo ha la sua importanza.
a sedici anni, mentre stai cercando di capire la tua identità sessuale, come fai a non rimanere colpito da Jim Morrison o da Debbie Harry?
ma è tutto contorno.
il piatto principale è pur sempre la musica.

perchè se no mi vengono dei dubbi, tipo mia figlia che un paio di anni fa di Justin Bieber diceva "ma certo che mi piacciono le sue canzoni, è così bello!"

allelimo ha detto...

c'è un'altra cosa riguardo l'immagine: io porto gli occhiali da quando avevo 16 anni, miope.
quando andavo a vedere i concerti, li lasciavo a casa, per evitare di dovermeli ricomprare ogni volta...
quindi io per anni ho intravisto quello che succedeva sul palco, a meno di non essere a ridosso delle transenne del Bloom.
sarà anche 'sto difetto visivo che mi fa sottovalutare l'importanza dell'immagine del rock?
:)

silvano ha detto...

La musica è la musica e come scoperta non è male. Personalmente ascolto la musica se poi c'è 'in più del contorno a me non fa schifo. Si può leggere la Divina Commedia capendone tutti i risvolti i perchè ed i per come di ogni singola terzina, di ogni singola parola, oppure la si può ascoltare in una pubblica piazza del 300, ed essere contadini, analfabeti, facendosene però toccare ed affascinare. Difficile sostenere quale delle due esperienze sia artisticamente più valida. I modi fuirzione del bene artistico non sono secondo me codificabili in rigide regole. C' chi deve essere iconoclasta per apprezzare e chi no. Assolutizzare un modo di fruizione non mi sembra rispecchi poi la complessità della realtà e le differenze interindividuali.

ciao, silvano.

allelimo ha detto...

ma io non ho detto che il contorno fa schifo, ho detto che mi sembra molto meno importante del piatto principale.
e a fronte delle decine di voci che esaltano il contorno, uso la mia per riequilibrare un po' i pareri espressi :)

il tuo esempio della divina commedia però non vale: avresti dovuto paragonare la lettura personale alla visione di un serial televisivo in x puntate: lettura contro visione, allora sì che il paragone sarebbe calzante con ascolto contro visione.

così, hai ribadito quello che avevo già detto: puoi fare esperienze di ascolto della musica a diversi livelli di comprensione, e va benissimo tutto.

la cosa curiosa è che per la musica sembri naturale rivolgersi altrove per "approfondire" la comprensione: un po' come se qualcuno sostenesse che per approfondire un libro è importante annusare l'odore della carta su cui è stampata, o che per approfondire un quadro è importante ascoltare il suono della tela su cui è dipinto, cose così insomma...

io queste tesi curiose le vedo solo nella musica rock, in cui si parla non solo del contorno visivo (il look del cantante o la copertina del disco) ma anche dei materiali su cui tale musica viene resa disponibile al pubblico...

dopodichè, lungi da me assolutizzare alcunchè: ognuno faccia quello che gli pare, ci mancherebbe.
è che a leggere certe cose ogni volta me ne stupisco, e ogni tanto trovo giusto ribadirne l'assurdità.
(secondo me, a mio parere, etc.)

joyello ha detto...

Mah, secondo me c'è solo una cosa da considerare. Una cosa è la musica, l'altra sono i dischi. Che i secondi contengano la prima è solo accidentale. Io, per la mia età e la mia natura, sono molto legato ai supporti. Mi piacciono. Da bimbo ascoltavo la musica alla radio e se trovavo qualcosa di buono, andavo a comprarlo. Da più grandicello facevo lo stesso dopo aver visto un video, oggi dopo aver scovato qualcosa su un blog o su facebook ecc...
Però lo so che è una cosa MIA. E non ho mai nemmeno lontanamente pensato che LA MUSICA fosse quella dei dischi e delle copertine. I dischi e le copertine mi piacciono perché io sono pazzo (o furbo, dipende da voi) e preferisco che la mia musica sia "legata" a supporti univoci. Mi succede lo stesso coi libri: ho decine (e decine) di libri in e-pub sull'iPad: non ne ho mai finito nessuno. Quelli di carta, invece, li finisco sempre... anche se mi fanno schifo.
Non ho mai ascoltato un album su walkman o su alutoradio. In quegli aggeggi SOLO compilation fatte da me. La stessa codsa l'ho trasferita ai tempi dell'iPod ed oggi dell'iPhone. Se devo ascoltare un disco, devo metterlo a suonare a casa e mi ci devo dedicare. Se cammino, guido o lavoro... ascoltare un album nuovo mi annoia.
Chiamate la neuro! :)

silvano ha detto...

Ovviamente si è qui per chiacchierare, e allora devo riconoscere ad Ale che ha una vis dialettica veramente notevole (insomma mi frustra non costringerlo all'angolo, almeno qualche volta).

Non ho preclusioni alle nuove tecnologie, e ad ascoltare la musica da ipod o simil ipod, ma anche per me, come per Joyello, dev'essere qualcosa che già conosco perchè lo possa apprezzare ad esempio camminando. Se devo ascoltare seriamente un album nuovo, lo devo fare con calma, a casa e possibilmente la musica deve spandersi in aria...(se ascolto con le cuffie mi perdo nei dettagli...eh son fatto così).

ciao.

home ha detto...

alle fatti due risate con i commenti a questo post http://www.nerdsattack.net/?p=51570

Anonimo ha detto...

Allelimo, la tua analisi da un punto di vista razionale non fa una piega, ma tu dimentichi l'aspetto irrazionale della faccenda. I musicofili, nella maggior parte dei casi, sono dei compulsivi patologici, che hanno BISOGNO di collezionare, possedere, annusare supporti fonografici di vario tipo, pena un incremento esponenziale delle loro fobie/ansie. Io sono uno di questi soggetti patologici, per cui parlo con cognizione di causa. Nel possedere/guardare/annusare copertine c'è un aspetto simbolico non trascurabile: il musicofilo ha l'illusoria sensazione, a livello più o meno inconsio, di "possedere" maggiormente la musica, di esserne fisicamente proprietario; inoltre, si illude di instaurare, sempre più o meno consciamente, un qualche tipo di rapporto emotivo più profondo con l'artista in questione.
Certo, tutto questo con la musica non ha niente a che fare, ma indubbiamente ne facilita una fruizione gratificante per il soggetto affetto da patologie varie (approssimativamente, il 99% dei musicofili).
Ciao,

SC

allelimo ha detto...

secondo me ha ragione joyello: una cosa è la musica, l'altra sono i dischi.

anche a me fa piacere ascoltare quel pezzo inedito dell'artista x, quello che era sul rarissimo singolo flexy allegato solo alle prime 100 copie della rivista y.
però sinceramente non mi frega un cazzo del supporto tramite il quale riesco ad ascoltarlo: vinile, cd, mp3 o quello che sarà in futuro.

chi invece ha la necessità di possedere non la canzone ma proprio il pezzo di plastica originale che la conteneva, secondo me non è un musicofilo.
è un collezionista, e per il collezionista quello che conta è il possesso dell'oggetto, non l'oggetto in sè stesso, nè tantomeno (in caso di dischi) la musica contenuta in essi.

altrimenti non riesco a spiegarmi come una certa edizione di un disco con una certa etichetta di un certo colore possa costare di più di un'altra edizione, identica per tutto ma con un colore diverso dell'etichetta centrale del disco (o un'altra pirlata comparabile)

joyello ha detto...

Io non mi definisco un collezionista. Ommeglio: lo sono ma non mi sono mai definito collezionista nel senso che raramente mi son lasciato infinocchiare da edizioni tipiche del caso, fatte PROPRIO per vendere dischi anche a chi quegli stessi dischi ce li ha già. Ovviamente al doppio.
Naturalmente, però, sono un collezionista perché mi piacciono i dischi (vinili e CD) e mi piace possederli. Ma ho sempre acquistato l'edizione meno costosa al grido di: "Io compro musica, non monumenti". Per dire, ho l'edizione "Fame" di "Quiete Life" dei Japan, comprata negli anni 80, quando i Japan erano il mio gruppo preferito, perché costava 8 mila lire, contro le 11mila dell'edizione Hansa (che aveva la copertina apribile).
Ma va considerato che erano altri tempi, che io sono COSì, proprio per ragioni anagrafiche. Mi porto dietro il fardello del "senso del possesso che fu prealessandrino" perché arrivo da un periodo in cui, se volevi una canzone, c'era solo un podo per averla: comprare il disco.
E infatti dal 2005 in qua è calata di moltissimo il budget mensile destinato all'acquisto di dischi. Ora li ascolto in streaming, li scarico da eMule, dai Torrent eccetera... poi ogni tanto faccio un salto al Disco D'Oro ed esco con cento euro di dischi (sì, più o meno 4 album). Succede ogni uno/due mesi.
Sono certo che se l'mp3 fosse stato inventato nel 1985, adesso non avrei migliaia di album da far portare al macero dopo la mia morte. :-)

joyello ha detto...

NATURALMENTE, anche io a volte son diventato colleziominkia. Il cofanetto di cui parlo qui sotto... NON l'HO MAI ASCOLTATO. potevo tenere tranquillamente quello difettoso :-) :
http://fardrock.wordpress.com/2009/01/22/uguale-uguale-allitalia/

tony-face ha detto...

Non ho mai speso cifre folli (e neanche poco più del normale9 per il "vinile raro" o nell'edizione malese MA amo tantissimo, quando li trovo a prezzi risibili (10/15 euro al massimo) COLLEZIONARE dischi dei Beatles o degli Who in edizione diversa.
Su un banchetto di polacchi, accanto ai binocoli, le macchine fotografiche e le spille dell'Urss trovai due dischi dei Beatles con le scritte in cirillico. Why not ?
recentemente un'edizione italiana di un discho dei Beatles che ho già in quella inglese. Why not 2 ?
Lo stesso degli Who una compilation di brani già in possesso in tutte le salse ma che è andata a finire nella libreria insieme agli altri.

Mi capita di girare per mercatini dell'usato e se capita il 45 o l'LP dei Beatles o degli Who che magari già ho in altra edizione, qualche euro lo tiro fuori ugualmente.

allelimo ha detto...

ma anch'io vengo da quegli anni lì, quelli in cui, come dice joyello, se volevi avere una canzone c'era un solo modo per farlo: comprare il disco (o registrare la cassetta dal disco di un amico...)

solo che la mia risposta all'epoca era stata la scoperta dei negozi di dischi usati: milano era dietro l'angolo, e a partire dal Discomane (la prima volta che sono andato lì non avevo ancora 18 anni) li ho frequentati tutti per una ventina d'anni almeno.

che voleva dire: compri un disco, se ti piace molto lo tieni, se ti piace così così lo registri e lo rivendi, se non ti piace lo rivendi senza nemmeno registrarlo.
così grosso modo i soldi per comprare qualcosa non mancavano mai: una volta ogni tanto si faceva un bel repulisti di tutta la roba di serie b e si recuperavano i soldi per comprare le cose nuove (che a loro volta avrebbero avuto la stessa sorte di lì a qualche anno etc.)

ho sempre fatto così, con il vinile prima e con il cd poi.
oggi, sono perfettamente soddisfatto del file sharing.
quando proprio non riesco a trovare qualcosa su what o su soulseek, allora è la volta che compro un supporto fonografico, così da poterne fare degli mp3 da ascoltare con comodo in macchina.

io sono SEMPRE stato un collezionista di canzoni, mai di supporti contenenti le canzoni.
la posizione di tony e joyello la capisco: non è quello che faccio io, ma ha una certa logica (magari le copie dello stesso disco di edizione diversa un po' meno, eh...)

è chi scrive post sui "vinili" che non capisco.
a me "the wall" mi fa cagare uguale su vinile, cd e mp3, e non trovo differenze qualitative tra "VU&N" su vinile, cd e mp3.
la musica è sempre la stessa!

Anonimo ha detto...

Però allora il discorso lo si può estremizzare ancora: se quello che conta è solo la musica, allora i travestimenti di Bowie, il chiodo dei Ramones, le convulsioni di Iggy Pop li buttiamo via. A Jim Morrison gli facciamo un bel riporto over the rainbow e i Velvet Underground li vestiamo da figli dei fiori, tanto quello che conta è solo la musica?

W

allelimo ha detto...

W: di massima si parlava della parte visuale legata alla confezione del disco, non della parte legata all'immagine del gruppo.

siccome ne ho già scritto in un commento più sopra, mi ripeto:

1. copertine

sarò stato strano io, ma di solito in tutto questo l'importanza della parte iconografica era forse lo 0,1% del totale.

2. immagine del gruppo

poi certo, l'immagine del gruppo ha la sua importanza.
a sedici anni, mentre stai cercando di capire la tua identità sessuale, come fai a non rimanere colpito da Jim Morrison o da Debbie Harry?
ma è tutto contorno.
il piatto principale è pur sempre la musica.

perchè se no mi vengono dei dubbi, tipo mia figlia che un paio di anni fa di Justin Bieber diceva "ma certo che mi piacciono le sue canzoni, è così bello!"

joyello ha detto...

Confesso di avere una tacca anche in quel grafico.
Ci sono certe canzoni/album che mi piacciono (solo) perché mi scoperei ci li canta/suona :)

Anonimo ha detto...

Eh sì eh, Joyello, avresti comprato i dischi di Samantha Fox se fosse stata pearless?

W

Anonimo ha detto...

@Allelimo: ormai credo di aver capito il tuo discorso su audio/vinile. E in fondo concordo: The Wall è sempre un capolavoro, sia in vinile, mp3, pietra pomice o truciolato. Però anche in cucina il contorno giusto esalta la pietanza principale.

W

allelimo ha detto...

W, sono perfettamente d'accordo sulla sostanza: The Wall è sempre lo stesso, in vinile o pietra pomice.

Sul contorno, un po' meno: il contorno di una roba da mangiare è un'altra roba da mangiare: e mi sta bene che il gusto di una esalti quello dell'altra.

Il contorno di una canzone (una roba che si ascolta) è invece una copertina (una roba che si guarda)
Per rendere il tuo paragone omogeneo, dovresti dire che GUARDARE le patatine fritte mentre mangi una bistecca esalta il sapore di quest'ultima.
Non mi sembra molto credibile, eh...
:)

Joyello ha detto...

Ovviamente non ho mai comprato dischi di Samantha Fox.
Però ho la discografia completa di Dave Matthews. Mai sentita. :)

fuzz ha detto...

tutto vero tutto giusto, ho dovuto ricredermi, tu sei passato ai vinili 180g io sono passato agli mp3. Ho scoperto giusto 2 giorni fa che sentire il vinile o l'mp3 non fa nessuna differenza, conta la musica.
Ero fermamente convinto che sentire quadrophenia in vinile fosse immensamente meglio che sentirlo in mp3. Sbagliavo. L'altroieri ho ascoltato quadrophenia in mp3, ma tenendo in mano la copertina del vinile. E suona esattamente come il vinile. La differenza la faceva il tenere in mano la copertina, tonto io che quando la sentivo in mp3 tenevo in mano l'ipod. O il volante della macchina, se l'ipod era collegato all'autoradio. La cosa mi ha un po sconvolto, posso vendere l'impianto costato mezzo bazzilione, ed anche i vinili tenendo solo le copertine. Ma credo non farò nulla e cerchero di dimenticare questa strana esperienza.

allelimo ha detto...

fuzz, assolutamente no.
la stessa musica è buona o cattiva a seconda del mezzo con la quale viene riprodotta.
questa teoria che la musica sia sempre la stessa è una evidente cazzata:

- una canzone di pupo dal vivo sarà sempre meglio di una dei beatles su vinile, cd o mp3

- una canzone di pupo su vinile sarà sempre meglio di una dei beatles su cd o mp3

- una canzone di pupo su cd sarà sempre meglio di una dei beatles in mp3

- etc.

tu purtroppo sei stato ingannato dal senso della vista, in effetti il senso più importante tra quelli coinvolti nell'ascolto della musica.

rifai la prova al buio: anche toccando la copertina del vinile, il senso del tatto (in assenza della vista) non è assolutamente sufficiente a ricreare l'illusione che la musica sia tutta uguale.

poi rifai la prova con la luce accesa e dei tappi di cera nelle orecchie: anche in assenza di suono, vedrai che guardare il vinile piuttosto che l'iPod ti farà sembrare migliore l'assenza stessa della musica.

garantito!