mercoledì 29 maggio 2013

Outsider

E' in edicola (insomma, si fa per dire: solo in alcune selezionatissime edicole e in alcuni selezionatissimi negozi di vinile, se no in pdf) il nuovo mensile di Max Stefani.
Velocemente leggo sul sommario (click sulla foto per ingrandire) i contenuti:

- Troggs
- Van Morrison
- Eric Burdon
- John Mayall
- Gram Parsons
- John Martyn
- Stepehn Stills
- Jethro Tull

E anche (probabilmente infilati da qualche giovane redattore) qualcuno che non ha cominciato a suonare negli anni '60:

- Wayne Coyne
- Umberto Palazzo
- John Grant

Quest'ultimo specificando che trattasi di cantante e non del vecchio presidente degli Stati Uniti (?), il che dice molte cose sia sul senso dell'umorismo che sui riferimenti culturali dei (?) redattori (?) della nuova e rivoluzionaria rivista rock.

Siccome oggi mi sento buono, mi fermo qui.

giovedì 23 maggio 2013

The Clash - Sound System

Era un po' che non si parlava di cofanetti de luxe, quand'eccolo, finalmente: il box dei Clash.
Curato da Paul Simonon e Mick Jones, eh.
    Che sembra abbiano approvato, nell'ordine:
  • la confezione a forma di Ghetto Blaster, fichissima e raffinatissima;
  • la nuova rimasterizzazione dei 5 dischi dei Clash quivi inclusi ("Cut the Crap", perfino Simonon si vergogna del fatto che in copertina ci sia scritto "The Clash"?);
  • ben tre cd di alternate takes, b-sides, versioni live etc, in una parola sola: "scarti";
  • l'inclusione di alcuni fondamentali filmati su DVD che servono a farcire il cofanetto;
  • l'inclusione di poster, adesivi, ricchi premi e cotillons. Immagino la felicità di ogni attempato punk tra i 50 e i 60 che si procurerà il cofanetto per la possibilità di appendere il poster nella sua cameretta e di appiccicare gli adesivi sulla copertina del diario scolastico;
  • non ultimo, l'accattivante prezzo di soli 290 dollari, che avrà un peso decisivo nello spingere i fan dei Clash a ricomprare per l'ennesima volta gli stessi dischi con su la stessa musica.
Dischi bellissimi, eh, e fondamentali.
Ma anche basta: io li ho già comprati due volte (la rimasterizzazione di un paio di anni fa l'ho saltata), soldi da me non ne prendono più.

Ah, dimenticavo: per chi (ohibò!) non volesse spendere i miseri 290 dollari per il cofanetto, c'è anche la nuova raccolta su 2 cd ("The Clash Hits Back").
33 pezzi tratti dai cd ma, colpo di genio!, messi in sequenza in modo da replicare la scaletta del concerto del 10 luglio 1982 a Brixton.
Disponibile, a differenza del box set, anche in 3 lp, per gli amanti della purezza del suono analogico etc.
Mai più senza, ovviamente...

martedì 21 maggio 2013

Ray Manzarek

Odio i coccodrilli, e odio la banalità del "son sempre i migliori che se ne vanno".
Perchè ovviamente se ne vanno tutti, indistintamente.
Dei migliori ce ne accorgiamo, degli altri no.

Ma di Ray Manzarek non posso non scrivere qualcosa: lui era almeno il 50% dei Doors.
(Jim era l'altro 50%, gli altri due non han mai contato un cazzo)
E i Doors per me sono stati IL gruppo della mia adolescenza. 

Se n'è andato, e umanamente mi dispiace, molto.
Ma se non altro adesso la pianteranno con quelle puttanate delle riunioni dei Doors con cantanti sempre meno credibili...

venerdì 3 maggio 2013

Briuuùùùùùss!

Beh ma insomma, come non andarci?
Il Boss a Milano il 3 giugno prossimo, bastano quattro soldi: 63 euro per un terzo anello di S. Siro, 150 per il prato, 200 per un secondo anello e da 280 a 725 per un primo anello.
Prezzi popolari, alla portata di tutte le famiglie che sono ormai il pubblico naturale per i concerti dell'anziano giovinotto statunitense.
Con moglie e due figli, ve la cavate con una modica spesa compresa tra i 250 e 2900 euro.
Uno spettacolo per tutti, insomma.

Se lo chiedete a me: di fronte a questi prezzi, se il pubblico avesse un minimo di intelligenza il Boss suonerebbe in uno stadio deserto.
Non è eticamente accettabile chiedere tutti questi soldi per un qualsiasi spettacolo, fossero pure i Beatles resuscitati e riuniti con Jim Morrison e Janis Joplin a fare i cori e Jimi Hendrix alla chitarra, figuriamoci per il buzzurro del New Jersey.

A meno che il rock non sia definitivamente diventato uno spettacolo per ricchi, alla faccia di chi parla di crisi.