giovedì 5 gennaio 2012

Motorpsycho - parte seconda

Sono reduce da una maratona nostalgica nella produzione d'epoca dei Motorpsycho, conseguente all'annuncio del nuovo album in arrivo per primavera (con annesso mini-tour italiano).
Per chi non li conoscesse: norvegesi di Trondehim, uno dei gruppi più autenticamente "rock" che io conosca.
Non sono mai stati, se non marginalmente, solo grunge o solo psichedelici o solo noise o solo hard o solo indie, ma tutto questo insieme, e di solito mescolato fino a far perdere le tracce dei singoli elementi: loro sono sempre stati, semplicemente, rock, a tutto tondo.

Formazione rock classica: i tre più (spesso) uno[1] hanno pubblicato almeno 2 capolavori e svariati ottimi album.
A mio avviso, capolavori sono "Demon Box" ('93) e "Timothy's Monster" ('94), ottimi album i successivi "Blissard" ('96) e "Angels and Demons at Play" ('97).
Prima di questi, due album un po' troppo acerbi. Dopo di questi, una serie di album sempre meno significativi, fino al discreto ultimo album di un paio di anni fa.[2]

Di loro mi è sempre piaciuta la non-immagine,[3] l'abitudine a scambiarsi gli strumenti, l'assoluta mancanza di rigidità che li portava a suonare di tutto, purchè servisse alla canzone, mescolando chitarre psichedeliche, bassi heavy, sintetizzatori, mellotron, chitarre acustiche e banjo (vedi gli estemporanei - ed estenuanti, sulla distanza) dischi di country-bluegrass a nome The International Tussler Society.
Mi piace anche l'approccio assolutamente punk alla tecnica strumentale: non c'è un cazzo di assolo con finger-tapping in tutta la loro discografia.
Le parti di chitarra sono un esempio di buon gusto (sia quelle di Snah, il chitarrista titolare, che quelle di Bent, il bassista-cantante tuttofare) così come le parti di basso (tra l'altro, grandissimo suono di basso distorto) e quelle di batteria.
Di loro mi piace lo sperimentare tutte le strade del rock "alternativo" e non, e il cercare collegamenti tra i vari sottogeneri, fino alle collaborazioni live con i Jaga Jazzist. Mi piace persino il loro approccio a volte quasi-metal, sia per le parti strumentali che per il cantato (anche se questo mi piace un po' di meno, le voci metal faccio sempre fatica ad ascoltarle...)
Di loro mi piace pure l'ironia di alcuni video: "Wearing yr. Smell", simil-Smiths in bicicletta in Norvegia, o la bellissima apparizione in tv con "You Lied", in cui si scambiano gli strumenti (particolarmente credibile Bent alla batteria, che in effetti ha suonato su "Giftland", magnifico pezzo di Timothy's Monster con doppia batteria)

Se non avete molto tempo e non li conoscete proprio, mi permetto di suggerire l'ascolto di un pezzo solo per ognuno dei quattro album citati prima: "Plan #1" da Demon Box, "Kill Some Day" da Timothy's Monster, "Sonic Teenage Guinevere" (o "STG") da Blissard e "Starmelt/Lovelight" da Angels and Demons at Play.


Note e links:
[1] Ovvero, i tre:
Bent Sæther - voce, basso, chitarre, tastiere e batteria
Hans Magnus "Snah" Ryan - chitarre, voce addizionale, tastiere e violino
Håkon Gebhardt - batteria, voce addizionale, banjo e chitarra (fino al 2005, poi sostituito da Kenneth Kapstad)
e il "più uno":
Helge "Deathprod" Sten - theremin, sintetizzatori, ospite frequente e produttore

[2] E questo dovrebbe spiegare perchè il titolo è "parte seconda", pur non esistendo una "parte prima": mancano qui i primi due dischi dei Motorpsycho, quelli più convenzionalmente grunge-hard-metal, che non avevo voglia di risentire per il momento.
E poi così mi preparo il campo per una futura "parte terza" sulla produzione post-Angels and Demons at Play.

[3] Si lo so, ditelo pure: anche la scelta di non avere un'immagine è una scelta di immagine etc.
Però tra uno vestito con maglietta e jeans e uno vestito con tuta spaziale e trucco di cerone bianco con frecce nere, preferisco il primo.

5 commenti:

Lucy ha detto...

Grandi i Motorpsycho! Sono d'accordo con te, "Demon Box" e "Timothy's Monster" capolavori assoluti, avevo amato anche "Angels and Demons at Play". Li avevo visti suonare in una serata nebbiosa nella bergamasca, tostissimi.
Mi fa piacere sapere di un loro album a breve :)

SigurRos82 ha detto...

'Rock' a 360 gradi davvero! Grandissimo gruppo, adoro i dischi da te citati e non mi dispiacciono nemmeno quelli dei primi 2000 (quando erano in fissa S. Francisco sound/flower power). Gli ultimi due li ho trovati un poco ripetitivi, ma il Roadworks Vol.3 non è male, anzi è proprio bello. A proposito, che ne dici dei due precedenti Roadworks? Secondo me sono la dimensione più rappresentativa dello scarto che c'è tra loro e molti altri gruppi più o meno odierni che si definiscano 'rock'.

Webbaticy ha detto...

E sono anche simpatici. Li vidi suonare allo Slego credo nel 1998, era primavera inoltrata e Bent si era scottato a prendere il sole in spiaggia, così salì sul palco e mostrando petto e ventre ustionato disse in uno stentatissimo italiano "io sono un turista rosso".
Per me Blissard è il migliore, perchè non dura troppo come gli altri ed ha pezzi fantastici.

sull’amaca.it ha detto...

Concordo anche a me piacciano molto i due dischi che ritieni capolavori.

quoredimanzo ha detto...

molto meglio i kiss, più dinamici atletici vigorosi, da un punto di vista atletico.