giovedì 7 giugno 2012

Micro-melodia

Una cosa che ho sempre trovato affascinante è la presenza, in alcune canzoni, di micro-strutture melodiche a sè stanti, che non si ripetono durante il resto del pezzo, ma restano un unicum che lo caratterizza anche più di un riff o di un hook più tradizionali.
Non so se esista un termine musicale appropriato per questo, e se esiste non lo conosco.[xx]
Meglio quindi partire dagli esempi, che non è facilissimo da descrivere a parole.

Beatles - Hey Jude
Intorno alla metà della canzone McCartney canta "So let it out and let it in", e anche se in realtà sulla stessa piccola variazione melodica viene cantato un altro verso più avanti, è solo con questa frase che si realizza quella micro-struttura perfetta di cui voglio parlare. Tanto è vero che, nel peraltro inutile e innaturale disco "One" di qualche anno fa, George Martin ha clonato questa microstruttura ripetendola più volte, e rendendola infinitamente meno efficace rispetto all'originale.

David Bowie - Five Years
E' il punto in cui Bowie canta "Smiling and waving and looking so fine", verso la fine della canzone.
Anche qui il cantato realizza una micro-melodia all'interno della melodia principale, che non si ripete in nessun altro punto del brano, ed è estremamente caratterizzante: anche dal vivo Bowie rimarca particolarmente questo passaggio, che ha in comune con quello già ricordato prima un'immediata orecchiabilità.

Swervedriver - Ejector Seat Reservation
Questo è meno famoso dei primi due, il pezzo è tratto dall'omonimo album del 1995, che è uno dei punti più alti dello shoegazing[2] tutto.
La micromelodia è realizzata dalla frase "We're so earthbound in every town", in realtà unico sprazzo di quasi melodia nella strofa di un pezzo molto "parlato/recitato", che come già gli altri due ti spinge a voler riascoltare da capo la canzone.

La differenza tra questi micro-passaggi e il classico hook è che quest'ultimo viene generalmente ripetuto più volte durante la canzone, mentre questi esempi di micro-melodie sono degli unicum all'interno del pezzo.
Per chi non avesse familiarità con il concetto di hook, c'è una bella descirizone su wikipedia in inglese (in italiano la voce manca):
"A hook is a musical idea, often a short riff, passage, or phrase, that is used in popular music to make a song appealing and to "catch the ear of the listener". The term generally applies to popular music, especially rock music, hip hop, dance music, and pop. In these genres, the hook is often found in, or consists of, the chorus. A hook can, in general, be either melodic or rhythmic, and often incorporates the main motif for a piece of music."

Note e links:
[1] Ma se qualcuno ne sa di più, ben vengano le correzioni/spiegazioni.

[2] Etichetta che non amo, ma giusto per capirsi.

10 commenti:

Joyello ha detto...

Se non ho capito male, quello che ti piace sono le "variazioni". Si chiamano così le riproposizioni, all'interno di una composizione (canzone o altro), di un'idea musicale "in cui essa subisca modifiche, più o meno profonde, rispetto alla sua forma originaria. Le modifiche possono riguardare qualunque aspetto dell'idea di partenza, come l'armonia, la melodia, l'articolazione del contrappunto, il ritmo, il timbro strumentale, la dinamica e perfino l'organizzazione formale."
(Il virgolettato l'ho copiato wikipedia...ché mi stavo incartando per spiegarlo con parole mie.
:-)

Harmonica ha detto...

niente a che vedere con il bridge, suppongo :)

allelimo ha detto...

Joyello, ho letto l'articolo di wikipedia e "variazioni" potrebbe essere il termine che non conoscevo, grazie.
Negli esempi che ho citato il tratto che mi sembra più caratteristico è l'unicità della variazione, che si incontra una volta sola nella stessa canzone.

Harmonica, no.
Il bridge è una delle parti della struttura di una canzone, le variazioni di cui sto parlando io sono paragonabili a riff e hook, cioè parti strumentali e non strutturali.

enri1968 ha detto...

Pensa te, ascolti un brano e guarda cosa ti trova l'Alle ... thanks!
Ne hai altri?

DiamondDog ha detto...

spesso ci son cose del genere nei pezzi di Orzabal, dei TFF. D'altronde è un beatlesiano convinto....

tony-face ha detto...

Bè i Beatles hanno riempito i loro brani di piccole variazioni (spesso frammenti di altri brani inutilizzati o frutto di copia/incolla - il più celebre è "A day in the life" - di melodie non sviluppate).
Ma anche gli Who, soprattutto in "Quadrophenia" (anche se il discorso è leggermente diverso. Lì Towsnhend inseriva temi ripresi da altri brani per dare u nsenso di continuità all'opera).

Comunque ho sempre amato tantissimo queste "variazioni" immaginando un possibile sviluppo in un brano intero (vedi , sempre Beatles, il finale di "You never give me your money" con il one,two,three, four, five, six, seven all good children go to heaven")

allelimo ha detto...

DiamondDog e tony-face, avete qualche esempio specifico? Mi piacerebbe ascoltarne qualcuno.
"A Day in the Life" invece mi sembra diverso dai miei esempi, lì sono due pezzi diversi tagliati e cuciti insieme.
La storia della registrazione di questo pezzo è affascinante quasi quanto quella di "Strawberry Fields", varrebbe la pena di farci un post.

Anonimo ha detto...

Una variazione di questo tipo potrebbe essere quella di "It Never Rains" dei Dire Straits (Love over gold). A metà brano Knopfler canta: "Ah but it’s a sad reminder when your organ grinder has to come to you for the rent - and all you’ve got to give him is the use of your side-show tent"
E' la linea melodica più bella del brano ma non viene ripresa nè prima nè dopo.

contra ha detto...

potrebbe andare quel riff nel pezzo fausto dei massimo volume (ultimo disco) a circa metà canzone che non viene più ripreso?

allelimo ha detto...

Grazie per le segnalazioni, proverò ad ascoltare su youtube.