lunedì 5 novembre 2012

Tough boys don't dance

Allora.
La disco-music.[1]
Anzi, più in generale: la musica da ballo.
A me 'sta roba qui non piace.
Limite mio nr. 1, sicuramente.
Ma non mi piace.
Non riesco ad ascoltare un disco di "disco" (battutona!)
Non ci trovo niente di abbastanza interessante per ascoltarlo fuori da una discoteca.

E' musica fatta per ballare, benissimo: usiamola per ballare.
Attività peraltro onorevolissima, e antica quanto la musica.
Da ragazzo andavo in discoteca anch'io.
Ma non per ascoltare la disco: ci andavo per cuccare.
E in effetti, visti gli scarsi risultati, ho smesso abbastanza presto.
Ma della musica che si ascoltava lì, mai fregato un cazzo.

Di tutta la musica "limitrofa" alla disco, limite mio nr. 2, penso grosso modo le stesse cose: funk, r'n'b, soul.
Musica per ballare.
Come il r'n'r eh, o il liscio, la house, l'hip-hop e il tango e la mazurka, la lambada e il "latino-americano".

E allora, balliamole 'ste musiche.[2]
Son fatte per quello, e non c'è nulla di male.
Però capisco perchè dovrei ascoltare queste musiche nella mia (metaforica) cameretta con il mio (metaforico) stereo.
Non ci trovo nulla di abbastanza interessante per giustificarne l'ascolto puro, non finalizzato al ballo.

Esistono le eccezioni, ci mancherebbe: musica per il corpo e per la mente.
Ma è così poca roba...


Note e links:
[1] Questo è un post difficile, perchè alcuni di quelli che frequentano questo blog la pensano in maniera completamente opposta da me.
Quindi, il rischio di polemica è giusto qui dietro l'angolo.
Anzi, forse non è nemmeno necessario girarlo, l'angolo...

[2] C'è però una cosa che non capisco: perchè sia necessario attribuire loro meriti, ambizioni e valenze culturali che non vi appartengono.
Io le ricordo, le discoteche negli anni '70.
Che vi devo dire: non è che ci andassero le persone più intelligenti che conoscevo.
Al contrario, ci andavano quelli più stupidotti.
Quelli che si facevano meno problemi, che avevano meno dubbi
E magari si divertivano di più, eh.
Ma tipo che si divertono di più quelli che vanno al cinema a vedere Boldi e De Sica.

Ricordo pure le discoteche negli anni '80.
Ci andavano i paninari, a ballare "Wild Boys" con il braccio simpaticamente teso, che fare i fascistelli era già tornato di moda.

Le discoteche degli anni successivi, non me le ricordo.
Ma tanto lì c'era il rap, la techno, la trance, e queste musiche vengono simpaticamente dileggiate dai cultori della disco anni '70, quindi possiamo tranquillamente ignorarle.

Sono stereotipi?
Boh, forse, almeno un po'.
Però come tutti gli stereotipi mica sono nati dal nulla.
Nelle discoteche degli anni '70 e '80 c'era il peggio di quegli anni, dai fascistelli sanbabilini in poi, passando per paninari, yuppies, milano da bere e imbecillità varie.
Chi vuole rivalutare quel periodo lì, prego si accomodi: se posso, preferisco non seguire la strada della rivalutazione dell'irrivalutabile.
Donna Summer, Bee Gees, Duran Duran... no grazie.

18 commenti:

Lucien ha detto...

E' stato un fenomeno di certo limitato, però nei primissimi anni '80 c'erano anche le discoteche cosiddette "alternative", come potevano essere l'Aleph a Gabicce Mare (facevamo 100 Km. per andarci) o lo Slego di Rimini (dove ho anche suonato) il Verde Luna di Imola al venerdì sera (dove ho visto i Diaframma). Si alternavano concerti e serate a base di punk, new wave e derivati vari anche abbastanza danzerecci, tipo Blue Monday per intenderci.

allelimo ha detto...

Certo che sì, Lucien.
Però io qui volevo parlare di disco-music e di discoteche "tradizionali".
Quelle che dici tu, insieme ad altre situazioni in cui si poteva ascoltare musica e ballare, sono un argomento diverso!

DiamondDog ha detto...

Non entro in polemica perchè la disco (pur avendola ballata anch'io) non è il mio bastone per la vecchiaia.
Solo che non capisco cosa ci sia di strano per qualcuno che magari (metaforicamente) a casa sua nel suo (metaforico) stereo si mette su Sylvester o i Trampps.
Sei tu che da sempre inneggi alla soggettività degli ascolti e adesso tenti di oggettivizzare? Boh.
E comunque i New Order di Blue Monday e altre canzoni "dance" (diciamo "dance" che è meno brutto di "disco") hanno apertamente dichiarato di essersi ispirati anche alle canzoni di italian disco degli anni 80....

allelimo ha detto...

DiamondDog, non c'è nulla di strano: il mondo è bello perchè è vario, c'è chi col suo metaforico stereo ascolta Gigi D'Alessio o i Kiss o Castellina-Pasi.
Io ho solo detto che "non ci trovo nulla di abbastanza interessante per giustificarne l'ascolto puro, non finalizzato al ballo."
Una frase completamente soggettiva tra l'altro, senza nessunissimo tentativo di oggettivizzare un bel nulla.
Esattamente come il post :)

I New Order di Blue Monday, esatto, e infatti i loro dischi stanno esattamente nella categoria di quelli che non finiscono sul mio stereo, insieme a Donna Summer etc.

Sull'italo-disco: è una variante della disco, non sono certo io a fare distinzioni di merito sulle varie correnti.
La trovo perfettamente coerente, per risultati artistici, alla corrente principale.

saluzzishrc ha detto...

Di "discotecari" ne ho conosciuti parecchi e quasi a nessuno di loro è mai fregato niente della musica.
O meglio, magari li puoi anche sentir dire: "senti questo pezzo che figata!" però loro ascoltano musica dance a casa o in macchina pensando di essere in discoteca e non riescono a dissociare il binomio "musica dance = divertimento-adrenalina-cuccate".
Visto che di gente così ce n'è tantissima (molta di più dei musicofili) ecco spiegato secondo me il successo di questa musica.

due postille:
1. negli anni '90 la branca elettronica della musica dance (Chemical Brothers, Moby, Daft Punk...) è stata quanto di più innovativo è avvenuto in quegli anni da un punto di vista musicale ed ancora oggi mi piacciono.

2. a proposito di musica da discoteca, mi sta profondamente sulle balle sentir dire che il dj "suona" i dischi. il dj li mette i dischi, non suona un cavolo.

brazzz ha detto...

bè,il tuo ricordo delle discoteche anni 70 e 80 è identico al mio,perchè erano esattamente così che stavano le cose..per cui che dire..sempre odiato la musica "x ballare"
lucien..al tuo eenco aggiungiamo il padre di tutti i locali new wave,il primo in ordine di tempo..il linus a forlimpopoli..il primo dove ascoltare new wave..la serata iniziava,SEMPRE, con peter gordon..fai tu...

Joyello ha detto...

A me piace anche la disco. Cioè non tutta, ovvio, però lo sapete: mi piace la musica pop e non riesco a fare distinzioni di genere. Quasi mai.
Mi piace Moroder e i Kraftwerk, che non ho mai trovato troppo distanti tra loro; mi piacciono i New order e i Velvet Underground perché penso che i primi siano la perfetta conseguenza dei secondi eccetera...
Poi, certo, c'è tanta disco music fatta male ma, in alcuni casi, mi piace anche quella...sarà che forse riesco a trovarci delle idee anche lì.
La cosa strana è che in USA, dove tutto ebbe inizio, non ci sono tante etichette come qui da noi... o meglio, ci sono ma sono tutte sottogeneri di un unico genere che chiamano Rock And Roll. Sia che siano i Nirvana che gli Chic, i Rolling Stones o i Temptations, i Devo o Amy Winehouse. :)

allelimo ha detto...

saluzzishrc, sono d'accordo con tutto quello che hai scritto tranne la parte sulla dance elettronica anni '90, che sempre dance è, e mi sembra perfettamente coerente con gli altri tipi di dance music.

brazz, mi fa piacere che ci sia qualcun altro che ricorda le stesse cose che ricordo io...

Joyello, boh, sei sicuro?
A me risulta che in usa ci sono, da sempre, classifiche separate per genere musicale.
Per esempio su Billboard (premere il bottoncino "Charts") ci sono, oltre alle classifiche generiche, sei classifiche di genere:

R&B/Hip-Hop
Country
Rock
Latin
Pop
Dance/Club Party

Che siano sottogeneri di un unico genere, ci sta: là lo chiamano magari Rock and Roll, qui io lo chiamerei, secondo la definizione di Franco Fabbri, "Popular Music".
Questo non cambia di molto la questione, però: a me (soggettivamente e singolarmente) la musica genericamente da ballo non riesce ad appassionarmi al semplice ascolto.
A qualcun altro sì, ma io non capsico il perchè (limite mio nr. 3)
:)

joyello ha detto...

Infatti, ti sei risposto da solo. Sì, sono sicurissimo: in USA quelli elencati sono un sottogenere del "Rock'n'Roll"... Educativa, in questo senso, la celebre serie TV americana "The History of Rock'n'Roll" di Andrew Solt, uscita anche in DVD in Italia con il titolo (sbagliato) "La storia del Rock", dal momento che da noi il "Rock" non è quello che in USA chiamano il Rock'n'Roll. Sono stupito che non ti piaccia "certa" musica da ballo e che tu riunisca tutta la musica di quel tipo in un unico genere. E mi stupisce saperlo conoscendo la tua passione per i Wemar Gesang che invece puntavano proprio a una sonorità "balearic", tipo quella di New Order e Tears for Fears...
Non ci credo che non ti piace nulla che sia ballabile. Saresti un morto. ;)

joyello ha detto...

Ah, ecco il cofanetto di Solt.
http://www.amazon.com/History-Rock-Roll-Gary-Busey/product-reviews/B0002234XQ/ref=cm_cr_dp_text?ie=UTF8&showViewpoints=0#REHH32GWY16Z

In fondo ci sono tutti gli artisti presi in considerazione inclusi (scandalous!) Marianne Faithfull, Bob Marley, Stevie Wonder, Four Tops, The Supremes, U2, Village peolpe, Culture Club, Madonna, Public Enemy, Eurythmics,Michael Jackson e (addirittura) le Salt'n'Pepa.

allelimo ha detto...

Ok, in America chiamano rock'n'roll quello che qui chiamiamo popular music, peggio per loro che non sanno definire chiaramente nemmeno le cose che hanno inventato... e come lo chiamano il rock'n'roll, quello di Elvis Presley e Chuck Berry e Jerry Lee Lewis?

Però io non ho detto che non mi piace nulla che sia ballabile.
Anzi, ho già ammesso nel post l'esistenza di alcune (rare) eccezioni!
Anche perchè il 99% della popular music è ballabile, dal jazz al grunge...
Ho detto che non riesco a trovare motivi per ascoltare un disco di musica da ballo fuori dal suo contesto originale: una discoteca/sala da ballo/quellocheè.
Disco music o liscio, benissimo: balliamo.
Ma non ce la faccio a mettermi lì, nella mia cameretta metaforica etc., ad ascoltare un disco di liscio o di Donna Summer. Preferisco altro.
Che questo sia frutto di prevenzione, snobismo o stupidità, può benissimo essere, anche se io tenderei a definirlo gusto personale.
:)

p65 ha detto...

la mia esperienza di "discoteca" fa riferimento alla prima meta' degli '80 nei cosiddetti locali alternativi (qualcuno ha gia' accennato): beh, ballare i Virgin Prunes, i Tuxedomoon o i DAF era e rimane uno dei ricordi piu' piacevoli di quel periodo incredibile. Poi c'era anche musica nata con questo scopo: Soft Cell, Visage, Depeche Mode...eh...alla faccia della musica da ballare...ma in effetti questo e'un altro discorso: se non avessi vissuto quel periodo frequentando quei posti, per le mie caratteristiche avrei rischiato l'autismo. Tough boys can dance. Sometimes.
:D

joyello ha detto...

Beh, allelimo, quello di Elvis e JerryLee è Rock'n'Roll, così come lo è quello di Madonna. Poi, certo, esiste il sottogenere Rockabilly (Elvis) e Country-Rock (JellyLee Lewis). Siamo solo noi poveracci italiani che chiamiamo R'n'R solo quello legato agli anni 50.
In italia si chiama Popular Music? Dio che schifo! Perché dobbiamo usare due parole inglesi per definire qualcosa di italiano? Io la chiamo "musica popolare", a volte abbreviata in "pop" (che è inglese ma si adatta anche all'italiano). Più spesso dico "musica giovanile" che fa MOLTO cagacazzi. Adoro esserlo :)

allelimo ha detto...

p65, come ho già detto più sopra, esistevano le cosidette discoteche alternative, vero, ma sono una cosa diversa dalla discoteca "classica", e qualsiai musica in fondo può essere usata per ballare.
E' il contrario che non mi torna: non tutta la musica "da ballo" può essere ascoltata a prescindere dal suo scopo originario.
O almeno, io non ce la faccio.
:)

joyello, usare le parole inglesi spesso crea confusioni, vero: prova a chiedere se devi indossare uno "Smoking" in america, che li si chiama "Tuxedo"...
"Rock'n'roll" da noi identifica una cosa e in Usa un'altra, va bene lo stesso. Anche se secondo me hanno molto più in comune Elvis Presley e Jerry Lee Lewis di Elvis e Madonna... :)

In Italia si chiama "popular music", no.
Questa è una definizione proposta da Franco Fabbri e dalla IASPM (International Association for the Study of Popular Music), qui ad esempio il sito della sezione italiana, ed è tutt'altro (purtroppo) che di uso comune.
Uno degli studi più interessanti sull'argomento è stato pubblicato nel libro "Around the clock" di Fabbri, di cui avevo già parlato qui.

In questo caso si è scelto di tenere la definizione inglese (popular music) anche in italiano, per evitare le ambiguità derivanti dall'uso dell'equivalente "musica popolare", che ha una connotazione decisamente diversa qui da noi (i canti delle mondine ad esempio).
Anche in inglese si è scelto "popular" e non "pop" per evitare un'altra ambiguità dovuta all'uso comune, negli ultimi 30 anni almeno, del termine pop in senso peggiorativo.

"Popular music" è, nelle intenzioni, un termine neutro, che identifica tutta la musica diversa da quella accademica e da quella di tradizione orale.
Abbraccia praticamente tutte le musiche nate tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, dal blues al jazz, dalla canzone napoletana al fado, dal rock alla techno.
da quello che capisco, esattamente quello che intendi tu con "musica giovanile"...
:)

joyello ha detto...

Franco Fabbri. Idolo.

http://www.youtube.com/watch?v=arGGBvLPfd4

Come dire i Franz Ferdinand vent'anni prima.
:-)

allelimo ha detto...

Franco Fabbri, idolo anche per me, nel vero senso della parola: basta cercare qui su Place to Be il suo nome e si trovano non meno di otto post che lo citano.
Penso che i suoi libri sulla musica siano le cose migliori che si possono leggere sull'argomento, altro che Lester Bangs, Simon Reynolds o Greil Marcus.
Fosse per me, renderei i libri di Fabbri obbligatori per chiunque si consideri interessato alla musica.

joyello ha detto...

Sono d'accordo. Facciamolo: rendiamo obbligatoria la lettura di Fabbri.
Potresti fare un filtro sul blog: può commentare e dire la sua solo CHI dimostra di essere un appassionato VERO di musica, rispondendo a domande random a cui può rispondere solo chi conosce i libri! Meglio del CAPTCHA :)

Leandro Giovannini ha detto...

Lunga vita a Tony Manero !!!