giovedì 27 dicembre 2012

Breathless - Green to Blue

Breathless - Green to Blue (2012)
giudizio (confermato): A

Nuovo disco dei Breathless, è la classica uscita che voglio che mi piaccia ancora prima di ascoltarla.
Questa volta è andata bene e mi piace davvero.

Anche se è un disco molto in bilico tra presente e passato, e pende pericolosamente dalla parte del passato: ma i Breathless hanno qualcosa di atemporale, ce l’avevano anche trent’anni fa, e quindi è giusto che ce l’abbiano ancora oggi.

Gruppo quasi sconosciuto in patria, hanno sempre avuto lo status di piccolo culto qui in italia, fin dagli esordi (1984) se ne è sempre parlato ampiamente su giornali come Rockerilla.

E’ possibile parlare dei Breathelss senza nominare i due numi tutelari del gruppo, Joy Division e Pink Floyd?
No, e infatti non lo faccio.
La loro new wave è sempre stata mischiata con la psichedelia romantica inglese, facendone un qualcosa che non ha mai avuto imitatori, e che suona perciò sempre molto personale.

In qualche modo hanno anticipato di alcuni anni musiche come lo sheogaze e il post-rock, con i loro crescendo strumentali più emozionali più che banalmente fatti di chitarre smandolinate di troppi gruppi di post-rock in carta carbone.

“Fade” aggiorna il suono dei Breathless al 2012, risultando molto più “naturale” di quello dei primi album (per altro, capolavori assoluti, sia “The Glass Bead Game” che “Three Times and Waving”), in cui c’era una batteria veramente “enorme”, annegata nel riverbero, così tipicamente anni ‘80 per suono e missaggio.
E lascia un ruolo molto più equilibrato agli altri strumenti, dalla chitarra di Gary Mundy, sempre misurato e lontanissimo da sterili esibizioni tecniche (anzi, quasi si sente una certa scarsità tecnica di fondo, cui sopperisce con le idee: ogni sua parte è “costruita” col solo scopo di risultare funzionale alla canzone) al basso di Ari Neufeld, bassista grandissima, i cui giri di basso mi hanno ossessionato per anni per la loro perfezione “newwavica” (se così si può dire).
Giri di basso come quello di “All My Eye & Betty Martin” sono a mio parere più rappresentativi di quel modo di suonare il basso dei giri di Peter Hook, che quel modo l’ha inventato.

E poi c’è Dominic Appleton, che è un grande cantante, come testimonia ad esempio il fatto di essere l’unico artista ad aver cantato su due episodi del "supergruppo 4AD" This Mortal Coil (il secondo e il terzo, cioè due dei dischi più interessanti prodotti dalla new wave tutta, e dalla 4AD in particolare)

Rileggo quanto scritto fin qui, e insomma: che accozzaglia di luoghi comuni.
Ho scritto solo cose che chiunque apprezzi già i Breathless conosce di certo.
Però il disco è bello.
Ci sono le classiche ballate alla Breathless, e ci sono i classici crescendo emozionali alla Breathless.
Ci sono anche canzoni che osano qualcosa di nuovo, ma senza esagerare

In sintesi, questo disco mi piace per lo stesso motivo per il quale normalmente non mi piacciono altri dischi: perchè ripete un clichè.
Forse perchè questo dei Breathless è un clichè poco sfruttato, o forse perchè lo ripete bene, con canzoni che mi fa piacere ascoltare.
E che rimandano senz’altro a sensazioni provate quasi 25 anni fa, con l’inevitabile effetto nostalgico.

In sovrappiù, il packaging è quello che di solito odio: doppio cd e doppio lp in vinile, con copertina apribile a fare da specchietto per i gonzi.
Copertina stupenda eh, come tutte quelle dei Breathless: mi piacciono tutte, e sì che di solito non me ne può fregare di meno della copertina...

Insomma, la chiudo qui: è una recensione che spero sia risultata, se non altro, onesta: è un disco che a me piace molto, ma per i motivi per cui di solito non mi piace un disco.


Note e links:
Post dedicato a Enrico (enri1968)

8 commenti:

Unknown ha detto...

Questi Breathless li sento nominare tanto in giro... e non li conosco per nulla; dovrò rimediare...
PS: alle, ma sbaglio...o ti vedo scrivere una "recensione"?)))

A parte gli scherzi: buona fine, ottimo inizio a te e tutto il blog!

brazzz ha detto...

sentito..e non è male per niente..

allelimo ha detto...

Evil Monkeys, così ad occhio direi che i Breathless non sono la tua tazza di the, ma non si sa mai.
Io comincerei con il primo lp, "The Glass Bead Game".

Recensioni, sì, ne ho sempre scritte eh... di solito preferisco la versione breve di "ascolti recenti", ma a volte ci sta bene anche una versione più lunga.
:)

brazzz, probabilmente non è all'altezza dei primi due lp, ma lo sto ascoltando molto e mi piace sempre più.

fuzz ha detto...

appena ascoltato, non suona per niente male. Solo che al quinto pezzo mi sono addormentato, il che in questo periodo non è una critica anzi!
Insomma piacevole, direi standard Breathless sul livello dei precedenti, per amanti del genere (ma esiste ancora come genere?)

allelimo ha detto...

fuzz, in effetti i Breathless non sono mai stati un gruppo che roteava chitarre sparando riff rumorosi...
:)
Amanti del genere invece boh, quale genere? Non mi vengono in mente altri gruppi che possono essere accostati ai Breathless.
Suggerimenti?

Margherita Devalle e Marta Stone ha detto...

la prendo come una segnalazione, non li avevo mai sentiti prima!


ps: ti va di dare un parere sul nuovo gruppo che abbiamo scovato?
ti aspettiamo su Musique Buffet

enri1968 ha detto...

Grazie Alle, mi sa che lo prenderò!

enri1968 ha detto...

Alle e grazie della dedica ...