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Siamo tutti ladri se facciamo uso del p2p? [1]
Risposta breve: sì.
Risposta lunga: sì, perchè se scarico dalla rete [2] una canzone (o un film o un libro o quello che volete voi) in una maniera non autorizzata dal suo autore, c'è un'unica maniera per definire il tutto: furto.
Tutte le scuse che si vogliono portare a giustificazione sono, per l'appunto, scuse, e non reggono ad un'analisi appena appena onesta. [3]
Rubare è rubare, io nel campo della musica lo faccio da anni, punto.
Perchè possiamo dire che scaricando una canzone non diamo i nostri soldi alle cattive multinazionali ed ai loro orrendi CEO, ma purtroppo così facendo non li diamo neanche a tutti gli altri che ci lavorano per i CEO, dalle segretarie ai fattorini - e indovinate chi saranno i primi ad essere lasciati a casa se le cose vanno male?
Ed è vero che così facendo non diamo i nostri soldi a quella tronfia rockstar da classifica che sarà purtroppo costretta a rinunciare alla sua nuova Ferrari annuale e a ripiegare sull'acquisto biennale - ma forse non se ne accorgerà nemmeno, quando parti da tantissimo un po' di meno non lo senti davvero - è quando parti da poco che anche pochissimo meno fa la differenza...
E' vero che magari poi andiamo a vedere il concerto di un artista che abbiamo conosciuto con il file-sharing, oppure lo sosteniamo comprando poi i supporti fisici, ma anche qui il furto rimane. [4]
E' un po' come nel '77 con gli "espropri proletari", che poi sono diventati giustamente una barzelletta: anche se gli cambi nome, un furto rimane un furto. E chi ne viene maggiormente danneggiato non è certamente la multinazionale - che i suoi soldi li ha già incassati dal rivenditore - e neanche il rivenditore, che può sempre ricaricare maggiormente i suoi clienti... eh già, il vero danneggiato alla fine è ancora il "consumatore finale"...
A questo proposito non è possibile ignorare la chiusura di tanti, troppi negozi specializzati di dischi negli ultimi anni - voi dite che il file-sharing non conta niente se ce ne sono sempre di meno in giro?
Perchè insomma: o io - musicista - decido che la mia musica deve essere disponibile gratuitamente per tutti, ed è perfetto, esistono modi e canali per permettere che questo si realizzi. [5]
Oppure io sono un musicista e lo faccio di mestiere, e con i dischi venduti ci devo pagare le bollette e la spesa al supermercato - o anche la Ferrari, per questo - e decido che la mia musica deve essere pagata da chi la vuole ascoltare, beh, ho il pieno diritto di non subire furti, così come il negoziante che vende pane o vestiti o lampadine.
E naturalmente il fatto che la merce elettronica sia per sua natura più "facile" da rubare (musica, film e software in particolare) non è mica una giustificazione :)
Detto questo, mi sembra giusto precisare che:
1. Non sono mai stato danneggiato da nessun tipo di furto elettronico, non avendo mai avuto da vendere nessun contenuto artistico/digitale.
2. Non smetterò per questo di approfittare di ogni opportunità per avere musica, film e software aggratis - mi dichiaro colpevole a prescindere, so che è sbagliato - ma nessuno è perfetto... ;)
3. Mi rimane l'ultimo dubbio: perchè posso prendere tutti i libri che voglio in una bibilioteca pubblica e va tutto bene, mentre con musica e film non è possibile?
Note e links:
[1] "Peer to peer", cioè il modo di distribuzione di contenuti digitali sul web usato in maniera più o meno illegale da Napster e da tutti i i suoi figli, nipoti, e pronipoti.
In una parola, "condivisione".
[2] Da Napster in poi insomma, passando per Audiogalaxy, WinMX, eMule, Soulseek, blog Mp3, bittorrents...
[3] Cosa che, d'altra parte, non ci si può aspettare da un ladro... ;)
[4] E poi chi l'ha mai detto che dietro un concerto non ci sia lo stesso tipo di organizzazione della multinazionale etichetta discografica?
[5] A partire dalla licenza "Creative Common" per arrivare alle net labels che offrono il download gratuito delle loro produzioni.