sabato 6 marzo 2010

Nick Drake - Pink Moon


Ho cercato una foto che non fosse una delle solite: ho trovato tra le altre quella che ho messo qui sopra – mi sembra così bella, così “normale”.
Un salotto come tanti, tre signore (la mamma? La zia o la nonna?), probabilmente una domenica pomeriggio – chè sono tutti vestiti eleganti – l’abat-jour, il comò con le foto di famiglia, dietro la macchina fotografica probabilmente il padre. E i due ragazzini in primo piano, fratello e sorella, il fratello magari con la prima chitarra che è finalmente riuscito a farsi regalare.
Una foto banale. Ma il ragazzino con la chitarra è Nick Drake – uno dei più straordinari musicisti di sempre: io l’ho scoperto a metà degli anni ’80, era uscito “Time Of No Reply” [1]. Non l’ho mai più abbandonato.
Su Tuning Maze, il blog di Webbatici, avevo scritto un annetto fa questa “recensione” di Pink Moon: l’ho appena riletta e non ho trovato nulla che vorrei cambiare.

Ascoltatelo, "Pink Moon": come dice Nick Hornby in "Non buttiamoci giù", non sentite come sono belle, tristi e disperate le sue canzoni? Se riuscite ad ascoltare questo disco dall'inizio alla fine senza innamorarvene perdutamente, va bene lo stesso: vuol dire che siete già morti dentro, e non vi meritate tanta bellezza. Non si può citare un pezzo piuttosto che un altro - forse giusto il pezzo che da il titolo al disco: avete mai provato a suonare qualcosa di così minimo e perfetto come il pianoforte di questo pezzo? Un disco che dura in tutto poco meno di mezz'ora, ma in cui non c'è niente di meno che essenziale.
Poi certo, Nick Drake è un altro dei troppi morti (forse suicida, forse no) del "rock", uno di quelli quasi ignorati mentre erano ancora in vita e che negli anni è diventato un culto. Ma anche uno dei pochi il cui culto non sembra sconfinato nella necrofilia: sul web potete facilmente trovare le storie di chi è stato accolto in casa Drake dai genitori e dalla sorella di Nick, che si stupivano che la gente amasse così tanto le cose da lui fatte da andare a vedere l'esterno della loro casa - e allora li invitavano ad entrare, a bere un the, gli davano cassette con i pezzi che Nick registrava a casa...
Ma Nick era veramente speciale, se il suo produttore (Joe Boyd) ed il proprietario della sua casa discografica (la Island) si erano fin da subito accordati perchè i dischi di Nick non finissero mai fuori catalogo, anche quando non li ascoltava praticamente nessuno (le edizioni originali dei tre dischi avevano venduto più o meno 5.000 copie...).
Adesso per fortuna Nick Drake non corre il rischio di essere dimenticato: ma se volete farvi un favore, comprate/scaricate/rubate la sua "antologia definitiva": i tre dischi ufficiali e le due raccolte di inediti "Time of no reply" e "Made to love magic". [2]


Note e links:
[1] …e la cantante del mio primissimo gruppetto new-wave aveva il cofanetto con i vinili, subito registrato su un paio di C-90 – io compravo le Sony HF, le più economiche :)

[2] Ma sul serio, eh – che tutti quei dischi lì sono, per una volta, davvero imperdibili.

17 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

Io mi sono innamorato di Nick ascoltando Bryter Layter, sto ancora cercando qualcosa che gli si avvicini.

ReAnto ha detto...

quelle rosse ?

allelimo ha detto...

Proprio quelle :)

il Russo ha detto...

Non buttiamoci giù, sarebbe bello che quello che accade su quel tetto e poi di seguito lo si facesse fra blogger per fermare una certa deriva, invece si va avanti in ordine sparso.
Ho letto i tuoi bei commenti da Harmonica, non c'era miglior modo per "conoscerti".

allelimo ha detto...

Harmonica: qualcosa che si avvicini c'è. Formalmente non è difficile “suonare” come Nick Drake: una chitarra acustica con accordatura non-standard, un paio di accorgimenti stilistici (tipo cantare le strofe “a cavallo” dei cambi di accordi come fa spesso Nick – si sente molto bene in “Place to Be” ad esempio!)
Poi purtroppo, in tutti quelli che ci hanno provato, manca la magia.
Anche di cover ne esistono tante, alcune anche belle – ma quello restano, cover – niente di fondamentale.
Poi esistono quelli che di Nick condividono lo spirito, non gli stili musicali o l’accordatura della chitarra acustica – sono meno facili da trovare, ma ci sono… :)
il Russo: benvenuto e grazie! Ho visto il tuo blog e ti ho risposto di là :)

Simone Cavatorta ha detto...

Ciao, riporto un mio commento lasciato in un altro blog:

Su Drake ho letto tempo fa un commento di Nick Hornby, il quale diceva che la musica di questo autore, se la ascolti quando sei triste, non sai mai se è un balsamo o se ti trascina sempre più giù con sè. Be', nel mio caso si verifica la seconda opzione, anche quando sono di buonumore, peraltro; Drake è l'unico musicista che non riesco ad ascoltare per quanto è triste, una tristezza che trovo inquietante e non consolatoria, frutto di una sensibilità profonda ma anche malata.

Ad ogni modo, lo considero un artista grandissimo, per quanto non riesca più ad ascoltare i suoi dischi... addirittura li ho portati a casa dei miei... oh, a me fa un effetto veramente brutto, per quanto consideri meravigliosa la sua musica... l'ultimo ascolto di Five Leaves Left mi ha steso per un paio di giorni.

allelimo ha detto...

Simone, non so davvero cosa risponderti - se non che per me sono canzoni prima belle e poi tristi e disperate, e non potrei davvero fare a meno di ascoltarle.
Con il massimo rispetto per quanto hai detto e per le tue sensazioni.

unwise ha detto...

credo sia uno degli artisti più lontani dalla mia sensibilità. ogni volta che mi capita di ascoltarlo mi sembra sempre fuori luogo...qui sembrerà una bestemmia, me ne rendo conto. a qualcuno serve una copia di scorta di Pink Moon?

allelimo ha detto...

unwise: per le tue bestemmie, possa tu bruciare sempiternamente tra le fiamme sputate dalla Gibson a forma di freccia di un qualsiasi gruppo heavy-metal :)

unwise ha detto...

andata per le fiamme! almeno non è l'ascolto forzato del suddetto...:))))

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: d'accordo con te sul fatto che siano canzoni prima belle e poi tristi, solo che a me, evidentemente, vanno a toccare qualche nervo scoperto, con conseguenze negative sull'umore... boh, adesso almeno va così e ho temporaneamente deciso di sospendere gli ascolti, ma spero che in futuro le cose cambino... perchè in effetti è l'unico caso di artista che amo e che non riesco ad ascoltare.

allelimo ha detto...

Simone: sei evidentemente affetto da nickdrakefobia, malattia non incurabile ma rarissima e molto difficile da diagnosticare - speriamo nel Dr. House... :)
unwise: te no, sei senza speranza... forse si può provare con un esorcismo:
"Ecce Metallum Pesantem!
Vade Retro Santana!
Fugite Led Zeppellinorum,
alternatae Currentem!
directa Currentem!"

unwise ha detto...

esorcismo?...no dai, che poi parte la sigla di mike oldfield... :-)

allelimo ha detto...

unwise: Pape Santàn, pape Santàn aleppe!

andrea sessarego ha detto...

E vogliamo ricordare chi era la sorella Gabrielle? con la parrucca viola, sulla Luna nella serie tv "U.F.O."?

allelimo ha detto...

Beh tutta la famiglia era un po' speciale, questo è uno dei ricordi di Gabrielle:
"Ciò che invece ha confortato nostra madre negli anni è stato vedere come ragazzi molto giovani si recassero spesso nella nostra casa di famiglia a Tanworth-In-Arden come in un pellegrinaggio per vedere "il luogo dove era crescito Nick". Li sentiva un po’ come figli suoi, e spesso li ha sfamati e ospitati se non avevano un luogo dove andare a dormire..."
E' una storia che mi commuove sempre un poco, pensare a questa mamma che accoglie degli sconosciuti che andavano lì perchè un po' amavano suo figlio... (basta che mi metto a piangere se no)

SigurRos82 ha detto...

Eeeeeeeeh Nick. A me si stringe il cuore anche solo quando prendo in mano la sua biografia. Per questo l'ho sempre letta solo a spizzichi e bocconi. Con la sua musica no, sono d'accordo con allelimo. E' prima bellissima, poi triste e struggente.

Ho invece l'effetto fobia con artisti tipo Vic Chesnutt, Damien Rice, Micah P. Hinson...sarà che in loro percepisco solo disperazione (a prescindere dal loro notevole valore artistico, sia chiaro), mentre in Nick Drake - nonostante la tristezza - sento sempre quell'aura di magico, di poetico...I was made to love magic, lo diceva anche lui :)