venerdì 19 marzo 2010

Quante note? Ovvero la differenza tra musicisti e strumentisti



"Before you play two notes learn how to play one note - and don't play one note unless you've got a reason to play it." (Mark Hollis)
Ovvero, chè mica tutti devono per forza sapere l'inglese:
"Prima di suonare due note, impara a suonarne una - e non suonarne una a meno che tu non abbia una ragione per farlo."


Mark Hollis è quello dei Talk Talk, che sono quelli - orrore! - di "It's my life" e di altri hit minori di metà anni '80.
Poi, come David Sylvian e pochissimi altri, ha percorso, con il suo gruppo, la strada al contrario: dal successo planetario del pop alle platee molto più piccole di chi apprezza la musica non banale. [1]

Quello che dice questa frase sintetizza tutto quello che, a mio parere naturalmente, c'è da dire sul rapporto tra tecnica e musica.
La tecnica serve agli strumentisti, non ai musicisti.
Ai musicisti basta un'idea.
Chi, come e con quali mezzi realizza l'idea, è secondario. [2]

La moltiplicazione delle note e della velocità con cui sono suonate, tipica di troppi gruppi genericamente “heavy” e dei loro axemen pippaioli, come li chiama DiamondDog [3], troppo spesso serve solo a nascondere dietro la tecnica l’assoluta mancanza di idee.
In qualsiasi "gruppo da birreria" si trovano bravissimi strumentisti - ma lì sono, in birreria a suonare le "cover", perchè sono strumentisti. Non musicisti.
Qualche tempo fa era stata messa una versione di “Time” dei Pink Floyd sul blog Il Cielo Azzurro, suonata dai Dream Theatre.
Perfetta, eh, ma pari pari all'originale, fin nel più piccolo dei suoni usati - tranne la voce, ma lì non ci si può fare nulla.
L'esatto spirito della musica da birreria: riproduzione calligrafica, senza nessuno spazio per personalità o interpretazione.
A mio modo di vedere, la morte della musica (qualunque essa sia).


Note e links:
[1] Perchè quello sono i dischi post-successo pop: "Spirit of Eden" nel 1988, "Laughing Stock" nel 1991 e "Mark Hollis", il disco a suo nome del 1998. Musica che anticipava cose che anni dopo sarebbero state chiamate "post-rock" e in mille altre maniere. Quando sono state pubblicate, semplicemente mancavano le parole per definirle.

[2] E con questo includiamo anche la tecnologia nel discorso: c'è, costa poco e permette di fare cose che 30 anni fa potevano permettersi solo le rockstar miliardarie.
E per quanto ne so io, almeno, non esistono ancora strumenti che suonano da soli: è sempre necessario che qualcuno "dica" allo strumento che nota suonare o che operazione svolgere.

[3] Poi naturalmente su chi siano questi “axemen pippaioli” non c’è accordo, eh: per lui tali Impellitteri, Macalpine, Buckethead, per me vanno bene lì anche Vai e Van Halen :)

27 commenti:

brazzz ha detto...

sono d'accordo conte..la tecnica serve agli esecutori..in certi casi,nasconde solo la assoluta mancanza di idee..da questo punto di vista il punk insegna..prendi i ramones..2 note e via..eppure..dall'altra parteche ne so,gruppialla yes..aria fritta..

Stefania248 ha detto...

Arridaie!
Ma allora ho le prove. Ce l'hai con me?

Webbatici ha detto...

Di solito chi è molto bravo tecnicamente è un pessimo compositore, e di solito chi ha grandi idee e fantasia non è un grande strumentista, ma attenzione a non generalizzare troppo che esistono anche le eccezioni. Ci sono sempre state, a partire dai beneamati Fripp e Zappa, ad esempio, proseguendo fino ad oggi con i campioni del math-rock come Battles e in genere tutta la carriera del grande Ian Williams, vero punto d'incontro fra tecnicismo e grandi idee strumentali.

allelimo ha detto...

Stefania248: ma no dai, è che quel pezzo che hai messo sul tuo blog è così brutto da essere un esempio perfetto :)
brazzz e Webbatici: esistono le eccezioni, è vero, come Zappa e Fripp. Ma sono eccezioni.
Sarà l'età, ma l'estetica che sento ancora più mia è quella che viene dal punk.
Hendrix ha inventato la chitarra rock, ma dopo di lui il più grande innovatore è stato Thurston Moore, mica i diecimila cloni di Hendrix e Van Halen...

Stefania248 ha detto...

Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!

allelimo ha detto...

"rr" - ne mancavano giusto due!

brazzz ha detto...

d'accordo sula questione estetica..la mia d'altronde viene più o meno da dove vienla tua..sui chitarristi..personalmente sbavo per belew..visto col re cremisi e naturalmente coi talking heads..ripeto..mi vien da sbavare

DiamondDog ha detto...

Non vedo molti nessi.
E' chiaro che le "idee" sono indipendenti dal numero di note che le accompagnano.
Ma non vi è correlazione inversa allo stesso modo.
Ci possono essere grandi strumentisti che sono anche grandi musicisti, mica c'hanno una malattia.

Zio Scriba ha detto...

Le diverse forme d'Arte sono più "sorelle" di quanto si possa immaginare. Anche la scrittura è arte della sottrazione. "Prima di scrivere due parole, impara a scriverne una - e non scriverne una a meno che tu non abbia una ragione per farlo". Altro che saturazione delle librerie italiane: se questo consiglio diventasse legge, rimarremmo a dir tanto in sette o otto! (Lo so, sono il solito modesto...) :-)

allelimo ha detto...

Secondo me, pur senza essere una malattia, e pur riconoscendo l'esistenza di alcune rare eccezioni, la tecnica esasperata di troppi strumentisti nulla ha a che vedere con la musica.
I "guitar heroes" non mi piacciono, non mi dicono niente - sono l'equivalente del Barocco nella storia dell'arte: vuoto manierismo.
Sempre di gusti stiamo parlando, ovviamente, ma nella mia "top ten" qui a lato io di strumentisti non ne vedo, e non è evidentemente un caso :)

Io sono d'accordo con la frase di Mark Hollis, e come dice anche Zio Scriba, credo che la stessa cosa possa valere per molte altre forme d'arte (peccato per quella prima persona plurale però, Zio - io dal post, dopo vari ripensamenti, ho eliminato un "noi" proprio per evitare l'effetto loda/imbroda...)

Zio Scriba ha detto...

A parte la mia provocazione di prima (stavolta sei stato tu a ignorare la faccina sorridente) insisto (forse sbagliando) a parlare più di narrativa che di musica, dicendo che escludere chi, oltre ad aver qualcosa da dire, è pure baciato dal talento, mi pare masochisticamente limitativo, sia come eventuale autore che come fruitore. Uno scrittore deve colpirmi e lasciare il segno ANCHE con la brillantezza del suo scrivere. Se hai un'infanzia straziante da raccontare ma scrivi peggio di moccia non fai (non dovresti fare) lo scrittore, ma, tutt'al più, vai a raccontare la tua infanzia in un talk show. C'è un bel libro curato da Paul Auster, intitolato HO PENSATO CHE MIO PADRE FOSSE DIO, che raccoglie decine di storie vere narrate dai protagonisti. Ce ne sono di sensazionali, di commoventi e di divertenti. Però è l'unico libro a cui, nel mio file personale di recensioni corredate di voto, abbia messo s.v., senza voto. Perchè? Perché, guarda caso, la cosa più bella e memorabile di quel libro è l'introduzione. Perché è stata scritta da Paul Auster. Probabilmente nella musica è un po' diverso, perché lì esistono un compositore e un esecutore che possono anche non essere la stessa persona, e un "solo esecutore" potrà essere tecnicamente perfetto ma non sarà mai un genio. Ma nel caso in cui le due cose coincidono, perché mai, a pari livello di originalità e genialità e onesta passione, non dovrei preferire chi è anche più bravo a suonare, o intonato e gradevole nel cantare?

allelimo ha detto...

Eheh, no, l'ho vista la faccina sorridente - ma l'effetto loda/imbroda rimane, dai! Prova un po' ad indovinare qual è la frase da cui io ho tolto il "noi" e dovresti capire cosa intendo :)

Poi in questo contesto, narrativa e musica si equivalgono, quindi ben vengano i tuoi esempi. Anche se probabilmente non sono stato abbastanza chiaro: mica ho parlato di escludere chi ha del talento. Che non ha nulla a che vedere con l'abilità tecnica: l'abilità tecnica dello strumentista è studio, applicazione, esercizio. Non talento. E' l'abilità che può acquisire chi frequenti un corso di "scrittura creativa": mica diventa un autore di genio, al limite uno che sa dove mettere le virgole e come "costruire" un racconto.

Nel rock compositore ed esecutore sostanzialmente coincidono, e questo è uno dei motivi per cui non riesco a capire la "filosofia" delle cover band da birreria o delle "tribute-band", nè quella di chi va a sentirle suonare.
Poi chi è "più bravo a suonare" o "gradevole nel cantare" sono concetti molto relativi, e dipendono fondamentalmente dal grado del coinvolgimento e consocenza dell'argomento specifico: per dire, un Freddie Mercury aveva una voce più "gradevole" di un Bob Dylan, ma allo stesso modo in cui un Moccia è più "gradevole" di un Auster - non so se rendo l'idea :)

Zio Scriba ha detto...

Mi sa tanto che l'hai tolto da "noi musicisti"... :)
Messa così non posso che concordare in pieno: la contrapposizione fra Talento e tecnica da corso (truffaldino) di scrittura pseudocreativa mi fa schierare totalmente dalla tua parte (con ulteriore rischio d'imbrodarmi in quanto sé dicente Talentuoso...) :D

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: il Barocco in arte annovera tra le sue file gente come Bach (di gran lunga il più grande musicista mai vissuto, secondo me), Vivaldi, Scarlatti, Haendel, Frescobaldi (e qui mi fermo sui musicisti, ma ce ne sarebbero decine), Caravaggio, Velasquez, Borromini, Bernini..... ehm, vuoto manierismo??? Bach è vuoto manierismo!!??!!????
Tra l'altro, anche il manierismo (da non confondere con l'accezione di senso comune che il termine ha assunto) vanta fra le sue file gente del calibro di Shakespeare.
Zio Scriba: lo stile "a togliere", in ambito letterario, ha sicuramente dato ottimi frutti, ad esempio con gente come Hemingway e Carver, però anche quello "a mettere" non è che abbia prodotto solo schifezze, penso ad esempio a Melville, a Faulkner, a Thomas Wolfe, oppure a Joyce, a Nabokov e ai più recenti Pynchon e Foster Wallace.
La regola, a mio avviso, è che non ci sono regole... uno stile può essere migliore di un altro solo a bassi livelli, ma a livelli alti - quelli dei grandi autori - ci si può esprimere con qulsiasi linguaggio, semplice o complesso che sia, dipende dall'uso che se ne fa.

Simone Cavatorta ha detto...

Lo stesso Hemingway, nel bellissimo Festa Mobile, riflette sul fatto che molti dei più grandi scrittori del passato - ad esempio Dostoevskij e Turgenev - sono tutt'altro che "a togliere" o inquadrabili nella logica del "mot juste"...

allelimo ha detto...

Io in realtà avevo scritto "I "guitar heroes" non mi piacciono, non mi dicono niente - sono l'equivalente del Barocco nella storia dell'arte: vuoto manierismo."
Sulla "musica classica" mi dichiaro non competente - non mi piace, non mi interessa. Bach è vuoto manierismo? Non lo so, non lo conosco.

Io mi riferivo alla storia dell'arte pensando più che altro a pittura, scultura ed archittetura.
Cito da wikipedia:
"...Barocco è il termine usato dagli storici dell'arte per indicare lo stile dominante nel periodo 1600 - 1750. il suo significato originario di "irregolare, contorto, grottesco e bizzarro", è stato ora ampiamente riveduto...
...il barocco diviene in brevissimo tempo, grazie alla sua esuberanza, alla sua teatralità, ai suoi grandiosi effetti e alla magniloquenza profusa su ogni superficie e con ogni materiale, lo stile tanto della Chiesa cattolica che delle monarchie europee, tese verso un assolutismo che ha bisogno di esprimere il proprio potere con tutto il fasto possibile.
"
Credo che questa definizione rispecchi in pieno quello che volevo dire dei "Guitar Heroes" e di chi mette la "tecnica" al primo posto: poi, quello che a me sembra un demerito ad altri può sembrare un pregio :)
Lo stesso credo valga per la scrittura e per qualsiasi altra forma d'arte: sono d'accordo che ci si può espimere con qualsiasi linguaggio, e che molto dipende dall'uso che se ne fa.
Ugualmente, ritengo legittimo preferire un linguaggio ad un altro: tra Eddie Van Halen e Joe Strummer, tra Carver e Melville, tra Rubens e Pollock, io preferisco i secondi :)

Simone Cavatorta ha detto...

Bach non è vuoto manierismo, te lo assicuro... come disse una volta il grande Lenny Bernstein, Bach è un miracolo in musica.
Se ascolti il primo preludio in do maggiore del Clavicembalo Ben Temperato, ti rendi conto immediatamente che sapeva scrivere anche musica di una semplicità disarmante.
C'è una bellissima frase di Hemingway a proposito di Bach (mi pare stia in Morte Nel Pomeriggio) in cui dice che ascoltare la musica per organo di Bach, in una cattedrale, con la luce che spiove dalle vetrate, ti fa avere la momentanea e illusoria sensazione che tutto, nella vita, abbia un senso.
A parte questo, una definizione come quella di Wikipedia non serve a molto se si vuole comprendere un periodo di un secolo e mezzo, soprattutto non serve a nulla per valutare l'opera dei geni - tutti sono influenzati dal periodo in cui vivono, ma i geni sono in grado di trascendere e trasfigurare completamente l'estetica dominante, qualsiasi essa sia.
Riguardo ai guitar heroes, il problema è che molti di loro sono dei tamarri fatti e finiti, questo è il punto... ma anche quelli che tamarri non sono (ad esempio molti chitarristi jazz) a volte sono gente con poco da dire, e la tecnica non li aiuta a comporre musica veramente incisiva.
Però c'è anche gente con una tecnica mostruosa che suona musica magnifica, penso ad esempio a John McLaughlin... oppure, in ambito pianistico, a Keith Jarrett... cioè, non si può ridurre l'arte a formule e prescrizioni, bisogna valutare i risultati, qualsiasi siano state le intenzioni e i presupposti di partenza.

allelimo ha detto...

Su Bach non discuto, non ho le conoscenze per farlo e mi fido di quello che dici.
L'unica cosa che posso dire è che se ci ricordiamo adesso di Bach, lo facciamo in quanto musicista e non strumentista: era sicuramente un organista/pianista eccezionale, ma si fosse limitato a quello, credo sarebbe stato dimenticato da tempo.

Sul resto: è ovvio che qualunque semplificazione comporta dei rischi e delle imprecisioni. Esistono le eccezioni, ne sono state già citate altre nei commenti precedenti - ma di massima continuo a ritenere che la tecnica mostruosa produca strumentisti e non musicisti.

Simone Cavatorta ha detto...

Beh, diciamo che un musicista molto tecnico deve saper resistere alla tentazione di esibirsi troppo... e in effetti in ambito rock - regno dell'artista-narcisista - sono in pochi ad avere questa capacità di autocontrollo (di disciplina, per dirla alla Fripp).
La tecnica, in effetti, può diventare una scorciatoia se mancano le idee, o se non si ha voglia di cercarle. In ambito jazz è spesso così: quando c'è poco da dire, si va di improvvisazione e un prodotto formalmente ineccepibile lo si tira sempre fuori, anche se poi magari è tutto manierismo nel senso che dicevi tu.
Chi ha poca tecnica non ha scelta: o gli vengono delle idee o si blocca, questo è vero.
D'altra parte, la tecnica (non solo esecutiva, ma anche compositiva) può essere una grande risorsa, a saperne fare un uso assennato (e qui ritornano gli esempi di Fripp, Belew, Zappa e compagnia bella).

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: ho fatto un paio di commenti alla discussione su Dylan nel blog Blue Bottazzi, riferendomi in parte a un tuo commento.
Buttaci un occhio, se ti va.
Ciao

Webbatici ha detto...

Come ho già scritto in un altro blog, chiedo che non venga tanto svilita la categoria "cover band da birreria", che esiste per un mero spirito di divertimento, non certo per creatività.
Stiamo parlando di due mondi completamente, ragazzi....Grazie! :-)

allelimo ha detto...

Webbatici: si, ho visto anche il tuo commento sul blog di Stefania248 :)
Però quella roba lì che han fatto i Dream Theater come la chiameresti tu? A me vedere gente che dice "ma che bella interpretazione, magari fossero così i gruppi da birreria etc." mi fa cadere le braccia.
Capisco il divertimento di suonare cover in sala prove, chi non l'ha mai fatto? Ma infliggerle a un pubblico è un'altra cosa.
Capisco che la cover band da birreria magari si diverte anche, prende quattro euro per la serata che non fan mai schifo, ma la gente che la ascolta, quella non la capisco. Io se in una birreria c'è la cover band, cambio locale, fosse anche una band che fa solo cover dei miei gruppi preferiti.
Non ne capisco il senso: perchè devo ascoltare qualcuno che rifà i pezzi uguali ma più brutti?
Poi è come al solito: 'sta cosa che a me non diverte sarà bellissima per altri - d'altronde una volta c'era anche chi andava al karaoke... :)
Simone: vedi che alla fin fine stavamo dicendo più o meno la stessa cosa? :)
Su Bob Dylan rispondo di là...

Webbatici ha detto...

Ma tu non devi confondere l'attenzione che puoi dare ad un'ascolto serio con quella bonaria e puramente didascalica di una cover band in un locale, che può comunque divertire e far passare una serata leggera e senza pretese, specialmente a chi non ha grossi interessi musicali oltre il proprio recinto di sicurezze.
Poi se a te non interessa a prescindere, chiaro che vai da un altra parte :-)

allelimo ha detto...

Ho capito, in effetti non pensavo all'ascolto distratto e senza pretese di chi non ha grossi interessi musicali - è qualcosa di molto diverso da quello che è il mio rapporto con la musica :)

Webbatici ha detto...

L'ultima cover band che ho visto era dei Guns And Roses, ed erano incredibilmente uguali al disco, una cosa terribile, persino il cantante. E la gente li guardava come se fossero degli dei in terra, mamma mia....Poi è chiaro che quando sei dall'altra parte pensi che sia tutto molto paradossale ma non meno divertente, a me una volta mi capitò di suonare sotto un tendone ad un festival dell'unità, e credimi che vedere 300 persone quasi tutte ubriache di birra che ballano a tempo di Deep Purple è una cosa terribilmente esilarante, per quanto trash sia. Poi, logicamente, dopo che smonto, salgo in macchina e tornando a casa ascolto i Liars, per dire il primo nome che mi viene in mente, ma questi sono affari miei :-)

unwise ha detto...

azz... mi son perso il dibattito, ma ero in ferie. ho postato cmq il mio pensiero nel mio spazio :)

allelimo ha detto...

unwise: in effetti mi stavo chiedendo quali fossero le ragioni della tua latitanza da questo post :)