mercoledì 28 aprile 2010

Recensioni "musicali"


"Con metallici suoni di chitarra annuncia..."
"...cavalcando liscio sulle onde del suo affabile rock di sempre..."


Mezza pagina a firma Gino Castaldo su "Repubblica" di oggi per la recensione del nuovo disco di Ligabue (transeat...) - ma le due frasi qui sopra sono gli unici punti in cui si parla della musica contenuta in questo disco, tutto il resto della recensione parla, indovinate un po' - dei testi...
Per la serie vuoi mettere come è più facile "parlare delle parole"? [1]


Note e links:
[1] Anche se, volendo essere buoni, posso ammettere che parlare di "musica" a proposito di un disco di Ligabue non sia facilissimo...

26 commenti:

Operaio ricco ha detto...

i peggiori sono gli ultimi ad andarsene (adattamento)

unwise ha detto...

se non ci ha perso tempo nemmeno lui...

Cannibal Kid ha detto...

ulteriore dimostrazione che in italia anche in un giornale come repubblica quasi nessuno sa (o vuole) parlare di musica. per discutere dei testi basta che se li sia letti su internet, il disco magari nemmeno l'ha sentito

quanto al liga, non mi è mai piaciuto.
però tra tutti i celebrati "artistoni" nostrani è uno di quelli che mi sta meno sulle palle, sarà perché come regista non se la cava malaccio

Stefania248 ha detto...

L'ultima non mi piace affatto.
Diciamo che nel complesso non mi è mai piaciuto tanto. Qualche testo, sì...

:)

Harmonica ha detto...

cosa c'entra Ligabue con la musica? e Castaldo con la critica ?

allelimo ha detto...

C'è la domanda di riserva?

DiamondDog ha detto...

ragazzi..a parte che al Liga "va fatta" la recensione per benino, il ginetto è quello del duo (mi riferisco alla coppia che forma con Ernesto Assante) che meno ci capisce, di musica. Se volete ridere leggete anche Fegiz sul corriere. Parla di disco onesto, lucido e quelle robe lì. Paraculeggiando di più del ginetto.

Anonimo ha detto...

Non si può parlare di musica nei quotidiani italiani e questo non dipende certo da Castaldo. Non è consentito, non gliene frega un cazzo della musica ai direttori di un quotidiano. E questo esempio che porti non è niente caro Allelimo, la situazione è molto ma molto più grave di quanto si possa immaginare. Dai retta ad una povera una stronza che ci sbatte la testa tutti i santi giorni.

Simone Cavatorta ha detto...

Ehm... ragazzi, non vorrei passare per snob, ma come si fa a parlare di musica recensendo Ligabue?
Non che il Liga mi faccia schifo, intendiamoci, ma credo che le sue uniche qualità vadano ricercate proprio nei testi, dato che la musica è sempre la stessa (insipida) minestra e non c'è mai uno straccio di idea interessante... cioè, una volta che hai scritto "suoni metallici di chitarra" e "affabile rock" hai detto fin troppo.
Ma lo ammette pure il Liga: in un'intervista di qualche tempo fa parlava della sua collaborazione con Elisa, dicendo che lei parte sempre da un'idea musicale su cui poi cuce il testo, mentre per lui la cosa importante è soprattutto raccontare delle storie, e la musica è più che altro un supporto (come quasi sempre, del resto, nel cantautorato italiano).

Maurizio Pratelli ha detto...

Purtroppo ha totalmente ragione Chiara. La situazione� quella. Per� aggiungo, che se � vero, come � vero che della musica ai direttori dei nazionali non frega un cazzo, potrebbero evitare certi pompini ai ligabue e antonacci. Ma per citare il Biagio nazionale, al cui ennesimo discodimmerda (uno di quelli che riesce a fare lo stesso discodimmerda da vent'anni spacciandolo ogni volta per nuovo) ha fatto un mega pompino anche la ventura su rai 2, non succeder� mai mai mai mai

Anonimo ha detto...

E già Maurizio, invece TUTTI i quotididani sono usciti con Ligabue, sono tutti accorsi al press day a Correggio (nome di città azzeccatissimo per il personaggio)

Perché? Semplicissimo, quell'uomo riempie stadi interi, per quanto ci sembri impossibile. Il problema secondo me non è tanto che esista quel tamarro di Ligabue e quell'altro inutile di Antonacci ma che non esista null'altro nelle stampa nazionale che questa merda (per dire, per scrivere un pezzo sui midlake ho dovuto barattare e sorbirmi anche un terrificante concerto di lady gaga...!!!)

unwise ha detto...

ma Fegiz è ancora vivo?

Simone ha detto...

Non capisco lo stupore. I quotidiani sono fatti per le masse ed è normale che parlino di ciò che interessa la massa, purtroppo fatta soprattutto da persone superficiali ed ignoranti, con gusti che a definirli "commerciali" gli si fa un grande complimento. I quotidiani vengono scritti per essere letti e quindi comprati, chi ascolta musica di qualità e vuole leggerne sa che deve comprare altri giornali, con altre tirature.
Su Ligabue preferisco non entrare nel dettaglio, per me è la rappresentazione peggiore del utente medio italiano, insieme a Vasco. E se i suoi testi sono buoni, siamo proprio messi male. Basta scrivere due righe sulla vita un pò sporca, sulle notti in giro senza meta e sull'esistenza un pò al limite e un pò alla ricerca dei sentimenti veri ed in Italia si diventa filosofi. Se poi in mezzo ci metti un paio di parole forti ad effetto, allora si diventa miti. Oh poveri noi trenta-quarantenni frustrati da questa vita senza punti fermi ed equilibrio, a vagare per le strade della metropoli. Eppure troveremo anche noi una via per essere felici! Ligabue è il Muccino della musica e rappresenta l'Italia come lui. A me fa una grande tristezza.

allelimo ha detto...

Non mi sono spiegato bene, direi.
Il punto non è se Ligabue faccia o meno musica interessante (anche se quando mi chiedono che musica mi piace non rispondo mai "rock" perchè ho sempre il terrore che mi si risponda "ah si, anche a me piace il rock, Vasco e Ligabue"...) o se ai giornali/direttori/caporedattori italiani freghi un cazzo o no della musica.
E neppure mi appassiona molto il discorso sulle difficoltà della carriera del critico rock italiano: per intenderci, quando parliamo di lavoro, soldi e bollette comincio a fare fatica a capire, ad esempio, se è allora possibile per un critico parlare "male" di un artista.
Anche l'artista, chiunque esso sia, sta facendo il suo lavoro, e lo fa per pagarsi cibo e bollette come tutti quelli che lavorano, compresi quelli che fabbricano mine anti-uomo. Discorso che ho già provato ad affrontare con qualcuno - credo via mail - e che non ha avuto nessuna risposta...)

Il punto vero è che se "Repubblica" pubblica un pezzo su Ligabue, evidentemente ritiene che ai suoi lettori possa interessare.
Dubito seriamente che il "cattivo caporedattore" abbia convocato il Castaldo dicendogli: "Mi serve mezza pagina su Ligabue, ma mi raccomando non parlar di musica, parla solo dei testi."
Mentre posso senza fatica immaginare lo stesso che dice (anche se probabilmente in realtà non c'è neanche più bisogno di farlo) "Ohe mezza pagina su Ligabue, e con tutti i contributi pubblicitari che prendiamo mi raccomando parlane bene eh!".

E quindi il problema che vedo io è che a questo tipo di "giornalisti/critici rock" non viene nemmeno in mente di parlare di musica, e allora vai di marchetta con l'analisi dei testi, si fa molta meno fatica a copiare quattro versi e dire "oh ma che testo interessante" che a fare un serio tentativo di analisi musicale di un disco.
Che forse, parlando di un disco, dovrebbe essere la cosa più importante.

Webbatici ha detto...

Hey, mi sento tirato in ballo: Ale, c'è da fare un'altra puntata della collana "gruppi / dischi / cantautoridimmerda" su questo magnifico rocker padano ???

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: sul discorso generale che fai son d'accordo con te (parlare solo dei testi è una comoda scorciatoia), ma mi pare che l'esempio di Ligabue non sia molto calzante. Cioè, se tu avessi portato come esempio, che so, una recensione su Robert Wyatt il discorso non avrebbe fatto una piega, ma Ligabue non scrive musica: i suoi accordoni aperti e i suoi riffetti orecchiabili (con un po' di distorsione per essere catalogati come "rock") servono solo a creare un sottofondo per i testi (che come fa notare il mio omonimo Simone fanno anche abbastanza schifo - e sono d'accordo - ma io intendevo dire che sono comunque accettabili rispetto al livello medio del pop italiano, tipo Antonacci).
Insomma, tu cosa scriveresti della musica di Vivo o Morto X? Cosa si può dire, a parte che è un rock mainstream senza pretese, senza alcun riferimento stilistico o di genere? Come tutti i pezzi del Liga, tra l'altro.
Secondo me, anche il critico più onesto e preparato stenderebbe un velo pietoso.

allelimo ha detto...

Bah, il fatto che il pezzo fosse su Ligabue mi sembra incidentale.
Poi è ovvio che una recensione di Robert Wyatt di mezza pagina non sarebbe possibile neanche su "Repubblica" :)
E' solo che, leggendo il giornale, se trovo un pezzo che parla di musica, sia pure di Ligabue, non riesco a saltarlo.
E mentre leggevo questo pezzo pensavo: si vabbè, ma la musica? Che cavolo di musica c'è in questo disco?
Ne ho scritto perchè mi sembra un perfetto esempio di come non si fa una recensione di un disco, anche uno poco interessante come quelli di Ligabue.
Al limite avesse scritto "ci sono le solite ballatone e i soliti pezzi finto-rock con accordi aperti di chitarra acustica e un filino di powerchrods distorti per far finta che sia rock", solo questo qualcosa di più avrebbe detto.
O anche "ci sono delle bellissime ballate e il marchio di fabbrica di Ligabue, quei pezzi rock tirati e dolci insieme, su un bel tappeto di accordi aperti di chitarra acustica", anche questo avrebbe aiutato di più a capire.
Poi il critico onesto e preparato dovrebbe dire ciò che pensa veramente di un disco, non stendere veli pietosi o eseguire marchette spudorate come questa...

unwise ha detto...

mi sa che faccio bene a non legger mai la stampa italiana...

Maurizio Pratelli ha detto...

Oggi, venerd� 30 aprile, nel consueto appuntamento televisivo XL Presenta, la trasmissione settimanale de la Repubblica XL, trasmessa su Repubblica Tv in diretta alle ore 13.00, andr� in onda una puntata speciale interamente dedicata al ritorno di LIGABUE con il nuovo album �Arrivederci, mostro!� (in uscita l�11 maggio).
In studio, il direttore di XL Luca Valtorta e, in collegamento telefonico, LIGABUE in persona. Non solo: durante la trasmissione si ripercorrer� la storia di LIGABUE, verranno trasmessi vecchi e nuovi video (il primo singolo �Un colpo all'anima�, tratto da �Arrivederci, mostro!�) e, soprattutto, il reportage esclusivo realizzato da XL a Correggio, in cui Luciano Ligabue e il fratello Marco ci raccontano che cosa significa vivere nella citt� pi� rock'n'roll d'Italia.

Ricordiamo che su XL di maggio, da ieri in edicola, potete leggere un lungo articolo-intervista a LIGABUE che racconta il nuovo album ma anche il rapporto con la sua citt� (Correggio) e la vita di tutti i giorni della rockstar quando scende dal palco.

E' possibile rivedere in streaming la trasmissione sul sito di Repubblica Tv, su xelle.it e sulla pagina Facebook di XL, http://www.facebook.com/pages/Rome-Italy/La-Repubblica-XL/110550025628947?ref=ts#!/pages/Rome-Italy/La-Repubblica-XL/110550025628947?ref=ts)

allelimo ha detto...

La cosa veramente avvilente è che su Repubblica TV lo speciale c'è davvero... :(

Anonimo ha detto...

Terrificanti i suoi dischi, i testi, le musiche e i suoi film. Mi domando che cazzo di film guarda e apprezza chi dice che "non è male come regista"...
Anonimo Anemico

Anonimo ha detto...

secondo me si può parlare male di un artista quello che non si può fare è parlare da fan musicale, una rivista di settore non è mica un quotidiano. Se uno fa musica di merda ma piace (Ligabue riempie stadi) il critico dovrebbe raccontare questo fenomeno con toni non offensivi. Credo che il problema sia che in Italia ci sia un forte leccaculismo sugli intoccabili - Ligabue è uno di questi, U2 sono altri ecc.

Il tuo discorso su come andrebbe fatta la recensione di un disco non ha alcun riscontro nel mondo reale se il tuo caporedattore dice "non farmi i soliti pipponi musicali" (sottinteso "che poi li cancello")

allelimo ha detto...

Chiara: ok, quindi un giornalista per vedere pubblicato un suo pezzo deve fare quello che vuole il caporedattore (altrimenti lui cancella), ma questo è il mondo reale e quindi va bene così.
Perfetto. Adesso spiegami però dov'è la differenza con il musicista che scrive le canzoni come gli dice il discografico (altrimenti lui non le pubblica) o come gli dice il produttore (altrimenti ecc.)
E soprattutto spiegami dov'è in tutto questo (gionalisti e musicisti) l'onestà, l'arte, la passione e la libertà di fare quello che si pensa sia giusto.
Qui si sta discutendo di come pagare le bollette e la spesa al supermercato. Posso dire che non sono interessato? :)

Anonimo ha detto...

Non è affatto così. C'è chi scrive quello che gli si ordina e chi invece non lo fa, non si può parlare così in generale, non è giusto. Però che la musica non sia considerata importante in ITalia mica ti suonerà come una novità?

Anche se il capo dice di non fare pipponi musicali, si possono continuare a fare e come, a volte saranno tagliati del tutto a volte meno, dipende. Però non si può scrivere per la Repubblica come per il Buscadero su questo almeno converrai. Ci vorrebbe una via di mezzo ma in Italia - un paese dove la musica non conta un cazzo e nessuno si prende la briga di cambiare le cose - oggi non è possibile. Bisogna invogliare ad ascoltare un album passando per la porta laterale, e parlando per tutti senza per questo dire troiate e scrivere leccalusmi.

Quasi tutti scendono a compromessi in una società, lo fa anche il musicista e lo fa il giornalista: dipende da cosa consistono questi compromessi, possono essere minimi che non intaccano affatto l'onestà, l'arte e la passione. Per questo mi dà fastidio sentire fare sti discorsi così generalizzati destinati solo a sparare a zero su dinamiche e su un mondo che - è chiaro come il sole - non conosci minimamente. Ciao.

Anonimo ha detto...

leccalusmi = leccaculismi!

allelimo ha detto...

Ohè non stavo mica parlando in generale, stavo rispondendo al tuo commento precedente.
Sulla differenza tra Repubblica e Buscadero sono d'accordo, probabilmente la prima lascia molta più libertà ai suoi giornalisti, visto che non è il bollettino di un negozio di dischi (ho preso trombate inenarrabili dal Buscadero negli anni '80 prima di capire perchè parlava così bene di alcuni dischi...)
Se a te sta bene fare compromessi ed autoassolverti, ok, contenta tu...
Io, che tu ci creda o no, frequento il mondo della musica da quando avevo 17 anni, cioè 31 anni fa, non esattamente ieri, e per quanto mi ricordo di compromessi non ne ho mai fatti.
E' chiaro come il sole che TU non conosci ME minimamente, e comunque: come si dice "coda di paglia" in cockney?