Nuova puntata, come promesso si parla di Federico Fiumani/Diaframma (le due cose sono difficilmente scindibili).
D - Ho letto che nel 1986 andasti in analisi: le conseguenze del successo?
R - Non saprei, stavo male e per me era necessario cercare di uscire da quella situazione. Poi c'è da dire che nel 1986 la new wave declinò paurosamente, quello era il nostro habitat naturale e improvvisamente tutti si convertirono alla psichedelia e ai Metallica. Non potevo crederci.
D - Cosa ascolta oggi Federico Fiumani? E' ancorato agli amori del passato oppure ama mettersi a caccia di gustose novità?
R - Fiumani è saldamente e orgogliosamente ancorato alla musica del passato. Le deluxe edition con bonus e Dvd troneggiano nel mio reparto delle novità. Ogni volta che esce una ristampa punk, post o wave, è festa grande dalle mie parti. Finalmente un modo sano, mi dico, per spendere i miei euro.[1]
Oddio, qui più che a una cosa intelligente siamo di fronte a una cosa di una sincerità disarmante, contrapposta immediatamente a una cazzata grande come una casa.
La parte sul 1986 è, per chi c'era, paurosamente vera.
Ci siamo passati tutti, e per chi al momento era coinvolto in prima persona in qualcosa (musica, gruppi, locali, fanzine) è stato un punto di non ritorno.
Nel suo piccolo, VM muore quell'anno, insieme a tante cose molto più grandi e importanti. I Weimar Gesang, ad esempio, non sopravvivono a lungo oltre quell'anno: all'improvviso non solo la moda era cambiata, ma si faceva direttamente a gara a chi parlava peggio di quello che solo sei mesi prima veniva incensato. Vero Rockerilla? Vero Claudio Sorge?[2]
A me non è capitato di andare in analisi (più prosaicamente, sono andato a fare il servizio civile proprio quell'anno), ma ho avuto un certo "sbandamento" musicale: il post-punk, di punto in bianco, non esistva più, e io sono passato dai primi dischi solisti di David Sylvian a tentazioni jazz (Paolo Fresu, John Surman, l'ECM), per fortuna rientrate in fretta: in Inghilterra ed in USA stavano nascendo cose davvero nuove, dai Dinosaur Jr ai J&MC, dai Sonic Youth ai MBV, e di lì a poco avrei cominciato a suonare la chitarra invece del basso...
E' stato comunque un periodo di confusione, di cui avevo già parlato nel post a proposito di Vinile. Io personalmente ne sono uscito (musicalmente parlando) a forza di chitarre in feedback...
Passando alla cazzata grande come una casa, nella seconda risposta dell'intervista citata si cade rovinosamente sull'orgoglio di essere ancorati al passato.
Detto da uno nato con la new-wave, parola non per nulla composta con il termine "nuovo", mi sembra una brutta cosa. Probabilmente l'analista cui si era rivolto Fiumani non era tra i migliori.
E anche ammettendo che "new" era solo il 50% del termine new-wave, e anche ammettendo che non siamo al livello quasi incredibile dei mods di oggi che parlano di "future in the past", e anche ammettendo tutto quello che volete: che delusione.
La raccolta di figurine, sia pure in cd/dvd e DeLuxe Edition, mi mette adosso una tristezza incredibile. Così, approfitto dell'umore e vado a riascoltarmi "Altrove"...
Note e links:
[1] Intervista tratta da Ondarock.
[2] Qui ci sta una spigolatura da "Vinile", anzi due, dal numero 4.
Rockerilla n.102
Nel numero del febbraio 1989 della gloriosa rivista ligure, la parola STOOGES compare 26 volte, di cui 13 in un articolo dedicato ai gruppi italiani "emergenti". Ci si lamenterà ancora in futuro sulle stesse pagine della scarsa originalità della scena nazionale? Spero di no. (Stella Lux)
Garage-Rock
Genere musicale morto e sepolto ma artificialmente resuscitato, sta passando di moda un'altra volta. L'ultima, si spera. (Stella Lux)
8 commenti:
personalemnte la crisi mi pare siainiziata prima del 1986..già un paio d'anni prima gli scricchiolii eran sinistri e forti...
nulla da dire sulla seconda parte dell'intervista..cazzata davvero sesquipedale...ma dio santo,il pregio della new wave fu esttamente il rinnovare,e qui cadiamo nel difetto opposto?
madonna se è brutto invecchiare.il rincoglionimento è sempre lì in agguato..
indimenticabile/i...e bello anche il suo libro.
Federico Fiumani è un grande,
il momento in cui elogia un gruppo di ragazzini che suonerà dopo di lui, credo valga una carriera, veramente commovente.
www.youtube.com/watch?v=m2wi-WAfPlI
La tentazione nostalgia è sempre in agguato e anche a me piace riascoltare (senza edizioni deluxe la musica di quegli anni) ma fermarsì solo lì fa proprio tristezza.
E' giusta l'annotazione di brazz: crisi iniziata prima del 1986 ma in Italia c'è sempre un po' di delay. Ci sono stati un paio di anni del mio affievolimento nei confronti della musica e anche di un certo rimbambinendo tipico degli anni '80 (come ad esempio andare al concerto di Kid Creole and the Coconuts). Ma poi mi sono ripreso ;)
Non trovo quella di Fiumani una cazzata.
Semplicemente gli piacciono quelle cose lì.
E se anche è stata una delle figure principali qua da noi di quella NEW wave non è detto che uno debba per tutta la vita portare avanti un discorso NEW.
Soprattutto quando di cose NEW decenti non mi sembrano ce ne siano tante in giro (e continuo ad ascoltare valanghe di cose di ogni tipo).
E per questo cercare nel passato semi per il futuro mi sembra un ottimo percorso...poi de gustibus etc etc
tony-face: "de gustibus", anche no.
Se non possiamo parlare dei gusti, chiudiamo tutti i blog che parlano di musica, perchè in fondo non facciamo altro che parlare dei nostri rispettivi gusti!
La cazzata che imputo a Fiumani non è ascoltare la musica del passato: lo facciamo tutti, io per primo, non fosse altro che qualsiasi registrazione non può che appartenere al passato :)
E neppure il fatto che gli piaccia la musica del passato: stesso discorso di cui sopra, il mio disco preferito in assoluto è ancora VU&N, 1966.
A me la cazzata sembra la parte in cui dice di essere "saldamente e orgogliosamente" ancorato al passato. Questa è una cosa che io non riesco proprio a vedere come positiva, perchè è la stessa posizione contro cui ha sempre "combattuto" la musica migliore.
Ne avevamo già parlato, mi sembra, ma io vedo ad esempio una contraddizione grossa come una casa nella posizione di quei mod che, come te, parlano di "future in the past": è la negazione della filosofia stessa che sta(va?) alla base del movimento. Che si chiama "mod", mica "past" o "old".
Sulle cose new che non ce ne sono più in giro, anche qui, solito discorso: non ci sono o non abbiamo più voglia/capacità di trovarle?
Sono invece perfettamente ed assolutamente d'accordo con la tua ultima frase: "...cercare nel passato semi per il futuro mi sembra un ottimo percorso...".
Anche a me, è quello che faccio continuamente. Mi sembra però una cosa completamente diversa da quella che sostiene Fiumani nella sua intervista.
Io sto cercando con tutte le forze cose nuove.
Nei dischi africani, in quelli asiatici, nell'elettronica, nel rock etc etc...ma per la madonna, non trovo nulla che non sia già una citazione di qualcosa che c'è già stato.
Credo che certe definizioni come mod o new wave siano retaggio del passato.
Passato a cui sono legato e da cui non mi stacco.
Alla fie dei 70 primi 80 fui tra i primi ad abbracciare il NUOVO musicale e "filosofico" che arrivava da noi ma non è detto che a 50 anni debba essere ancora "bandiera" (nel mio piccolissimo) del nuovo.
Credo che la stessa cosa valga per Fiumani.
Che poi lo faccia saldamente e orgogliosamente sembra anche a me una forzatura, una negazione a priori di qualsiasi eventuale novità.
Qui sul nuovo, sui 50 anni e sulla citazione di qualcosa che c'è già stato vedo uno spunto interessante: non è che le cose che ci sembravano nuove nel periodo che citi, fine '70 - inizio '80, ci sembrassero tali solo perchè avevamo 16 anni invece di 50?
Ovvero, la nostra inevitabile inesperienza e scarsa conoscenza di quello che era successo "prima" ci faceva sembrare completamente "nuove" cose che in realtà (punk e new-wave, ad esempio) avevano anche allora dento si sè evidenti riferimenti a qualcosa che c'era già stato e noi non conoscevamo (ancora)?
E ai cinquantenni di allora forse la situazione sembrava la stessa che sembra a noi adesso?
Io ho scoperto punk e new-wave con Clash e Echo and the Bunnymen.
A gruppi come Stooges, Velvet Underground, Television sono arrivato "dopo": li avessi conosciuti prima, probabilmente avrei avuto una percezione diversa di Clash e Bunnymen.
Perchè la musica non procede per salti: chiunque si appassiona alla musica così tanto da cominciare a suonare, lo fa perchè gli piace qualcosa che ha sentito, e che quindi esisteva già, ed è partendo da lì che i musicisti migliori riescono a sviluppare quello che già esiste, combinandone gli elementi in una maniera nuova e originale.
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