Ovvero, quante volte il piacere di ascoltare un album è stato "rovinato" da una canzone di qualità[1] troppo superiore rispetto alle altre?
A me è capitato parecchie volte: ci sono alcuni album dei quali ricordo solo una canzone, quella che quando arriva eclissa tutto il resto.
Quella che ti fa cercare qualcosa di altrettanto bello nelle altre, e quando non lo trovi resti deluso.
E non sto parlando di una canzone bella in un album di canzoni brutte,[2] ma di canzoni che spiccano in album fatti di canzoni belle o dignitose, che semplicemente scompaiono di fronte al capolavoro.
L'argomento mi è venuto in mente mentre ascoltavo un disco recuperato da circa trent'anni fa (Abwaerts, "Der westen ist Einsam" - e mi rendo conto che non sia esattamente un album che tutti hanno in casa: gruppo punk/post punk tedesco dei prim anni '80, ci suonava Mark Chung, il bassista degli Einsturzende Neubauten).
Di quel disco, recentemente recuperato in forma digitale[3], ricordavo solo il primo, bellissimo, pezzo: "Beim Erstenmal Tut's Immer Weh", tra post punk e dark, con una figura di batteria perfetta, basso e chitarra taglienti, canto in tedesco. Ancora fantastico dopo trent'anni, e ancora eclissa tutto il resto del disco: bello, ma non c'è niente all'altezza di quel primo pezzo.
Venendo a esempi un po' meno di nicchia, rientrano in questa categoria ad esempio alcuni pezzi di cui ho già parlato qui, pur se da un altro punto di vista, quello "tecnico".
Sono "Sun comes up..." dei Cowboys Junkies (da "The Caution Horses"), "Funeral Singers" dei Califone da "All My Friends are Funeral Singers", "Stella Maris" degli Einsturzende Neubauten da "Ende Neu".
A questi si potrebbe aggiungere la cover di "Sweet Jane" sul primo album dei Cowboys Junkies[4], oppure "Hotellounge" dei Deus, dal loro album di debutto "Worst Case Scenario",[5] peraltro ottimo disco. Ma "Hotellounge" è una canzone così perfetta che mi ha rovinato non solo questo, ma anche i successivi album del gruppo belga, nei quali non ho più trovato nulla di vagamente all'altezza di questo pezzo.
O anche i Cranes, gruppo new wave fuori tempo massimo[6] che nel loro album del 1991 (!) "Wings of Joy" avevano un pezzo fantastico come "Tomorrow's Tears", che se fosse uscito dieci anni prima sarebbe entrato nella leggenda.
Tutti album in sè ottimi, ma con un picco qualitativo che ne eclissa gli altri pezzi.
E quindi, mi rimane il dubbio se sia meglio non averli questi picchi: perchè un album fatto invece di canzoni "normalmente" belle risulta più equilibrato, più gradevole, più ascoltabile di quanto sarebbe lo stesso album con aggiunto un pezzo straordinario.
Posto naturalmente che sarebbe meglio avere un album con tutti pezzi straordinari, ma questo è evidentemente impossibile: credo che un disco così semplicemente non esista.
Anche il mio disco preferito di sempre, VU&N, probabilmente un paio di pezzi deboli ce li ha. Adesso non mi viene in mente quali siano, ma dovrebbero esserci...
Note e links:
[1] Qui per qualità si deve intendere il giusto mix di orecchiabilità, innovazione, emozione che rendono un pezzo davvero unico, non semplicemente bello o importante.
[2] Primo esempio che mi viene in mente, il primo albun dei Killing Joke: Wardance, Requiem, due pezzi fantastici; poi tutto il resto è brutto/banale/insignificante.
[3] Bleah...
[4] Che in effetti, per quanto mi riguarda, si limitano a questi due pezzi. Il resto è longeque inferior...
[5] Le copertine dei due dischi citati sono quelle che illustrano il post.
[6] O meglio: troppo in ritardo per gli anni '80 e troppo in anticipo per il triste revival di questi anni.
7 commenti:
"Una volta" certi brani era appunto destinati al solo singolo/45 giri che aveva una sua identità ben precisa.
In molti casi è la limitatezza artistica dei gruppi a rendere certi album belli, eccellenti, ma solo per uno , due o tre brani e poi pieni di riempitivi (non considerati tali dagli artisti stessi probabilmente ma da noi ascoltatori si).
Di conseguenza se ci fosse ancora il concetto di "singolo" sarebbe molto più facile apprezzare certi gruppi e la loro opera.
Comunque l'album "perfetto" non esiste.
Anche tra tutti i miei preferiti non ce n'è uno che abbia tutti i brani a livelli di eccellenza. Un paio scadono sempre in serie B
tony-face: sono d'accordo con tutto quello che hai detto tranne che con la parte sui "pezzi riempitivi".
Chi scrive canzoni si rende perfettamente conto che non tutte riescono allo stesso modo.
Sorattutto nei dischi dei gruppi c'è sempre il pezzo che il batterista avrebbe tolto e quello che il chitarrista non voleva suonare etc.
:)
ovvio che in q1ualsiasi album esiste il pezzo più bello o meno bello..perfino in rock bottom riesco a torvarlo,e parliamo dl più grande album di sempre(a parer mio, secondo me..eheh)
detto questo,per rispondere al quesito..meglio che ci sia il pezzo più bello..l'esempio di killing joke è perfetto..senza requiem e the wait manco lo avrei notato...insomma,non è che se manca il pezzo bello,gli altri pezzi mi piaccian di più...
Eppure eppure, il punto è che un pezzo "troppo" bello può fare più male che bene al disco: lo compri, ma poi lo ascolti come se fosse un singolo, e tutti gli altri brani rimangono sullo sfondo, sfocati, anche se degnissimi di per sè.
Ad esempio, se i Beatles avessero messo, come originariamente previsto, anche "Strawberry Fields" e "Penny Lane" in "Sgt. Pepper", io credo che il disco sarebbe risultato, per assurdo, meno bello e importante.
E allora è meglio farsi le compilation o la playlist, no? :-)
Ma no, a me in realtà piace ascoltare "l'album" più che le singole canzoni, compilation e playlist non mi sono mai piaciute troppo.
Le ho fatte anch'io, come probabilmente tutti (e come Alta Fedeltà di Nick Hornby descrive benissimo) ma non le ho mai davvero ascoltate, e sull'iPod non ho nemmeno una playlist.
la morte della musica: "la musica liquida", quella ascoltata su youtube o su qualsiasi mezzo dove si va per canzone e canzone e poi magari arrogarsi il diritto di conoscere l'artista. e no zio cane, la musica si ascolta per dischi e nella sequenza della tracklist, senza skippare, almeno al primo ascolto per rispetto a chi ha prodotto quel lavoro.
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