Blog a chiusura estemporanea
("A mio parere, secondo me, io penso che, credo ma potrei sbagliarmi, la mia umile opinione è che, se non è troppo disturbo
mi azzarderei a sostenere che" - distribuire a piacere in ogni cosa da me scritta!)
martedì 6 marzo 2012
Cose intelligenti dette sulla musica - quinta parte
Intervista[1] a Lou Reed in occasione del 70° compleanno:
D - Che viene un momento nella vita di ogni rocker in cui la pressione del pubblico ti costringe a rispondere alle aspettative create dalla maschera.
R - "Nessuno dovrebbe rispondere alle aspettative di nessuno. E poi: ma quali pressioni? E allora chi lavora in miniera? Respiri tutta quella merda, paga orribile.
...
D - Mai sentito schiacciato dalla celebrità?
R - "Ripeto: la vera pressione la senti in miniera. Avere a che fare con queste stronzate della celebrità non è pressione: è un gioco".
Ecco, non è un caso che Lou Reed sia stato già ospite della rubrica "cose intelligenti...".
Perchè musicalmente sarà anche fuori forma, ma come si fa a non condividere il suo punto di vista sui "problemi" della celebrità?
Note e links:
[1] La trovate su Repubblica.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
giusto, in effetti disse le stesse cose anche Agroppi parlando di Baggio, tipo che la vera pressione ce l'aveva il cognato che faceva l'operaio alla piaggio mica baggio che era sottoposto alla "pressione" della stampa......:-)
effettivamente non sembra che Lou sia molto sotto pressione per le aspettative del pubblico visti gli ultimi (ultimi...degli ultimi 30 anni) lavori sfornati.
Beato lui, io sono sotto pressione per le aspettative del pubblico pur non avendo pubblico (e nemmeno una miniera)
Non male il confronto Agroppi/Lou Reed :)
Il calcio è un mondo ancora più lontano dalla realtà di quello della musica: mi fa impazzire quando leggo che "i giocatori erano stanchi perchè avevano giocato tre partite in una settimana", ecchecazzo, stanchi? Per tre partite (quattro ore e mezza di "lavoro" fisico!) in otto giorni? Ma fatemi il piacere, su...
fuzz, sono d'accordo sugli ultimi 30 anni di Lou Reed.
Però l'accento non è tanto sulla qualità del lavoro, quanto sui discorsi (per me assurdi) sulla pressione che porta gli "artisti" al suicidio o all'autodistruzione (ultimi esempi la Houston e la Winehouse, da cui le virgolette attorno alla parola artisti).
Ma anche Cobain, eh.
Come dice Lou Reed, tre giorni in miniera e vediamo se non cambiano idea sull'insopportabile pressione della celebrità...
Condivisibile, reale e pragmatico.
Posta un commento