lunedì 18 febbraio 2013

Alta fedeltà

Di tanto in tanto non fa male tornare anche su questo argomento.
Ultimamente, seguendo un blog che ne parla in modo un po' meno patafisico del solito, ho scoperto alcune cose molto interessanti.

La più bella è la seguente.
C'è una cosa qualsiasi (diciamo un amplificatore, un cavo, un piedino per giradischi (!) o un tweeter supersonico, ma anche un fenomeno che la fisica acustica dimostra come impossibile).

L'audiofilo ne sostiene la superiore resa sonora.
Tu lo provi sul tuo impianto e non senti nessuna differenza.

Bene.
Hai comunque torto tu.
Perchè il tuo impianto "non è abbastanza selettivo" per apprezzare l'enorme (?) differenza data da quel particolare componente.
Cioè, se spendi xmila euro per un amplicoso, e senti la musica uguale a prima, è colpa del resto dei tuoi amplicosi.
Devi cambiare tutto e poi sarai in grado di apprezzare la differenza.
Se non tu, sicuramente il tuo portafoglio e il conto corrente del venditore.

Ma si può fare di più, eh.
Nel caso del fenomeno di fisica acustica, se non lo senti è colpa tua.
In particolare, delle tue orecchie (?) che sono diverse dal "modello di riferimento" (!).
La soluzione in questo caso è comunque cambiare tutte le componenti dell'impianto, in modo che le tue orecchie (sempre le stesse, direi) possano finalmente conformarsi al modello di riferimento.

Lo stesso Alfred Jarry non sarebbe mai riuscito a fare meglio di così.
(Son stronzo e non vi dico chi è, cercatelo pure su wikipedia)

16 commenti:

brazzz ha detto...

ubu re o un omonimo?

allelimo ha detto...

brazzz, è proprio lui: patafisica e teatro dell'assurdo, che mi sembran sempre sinonimi di "hi-fi esoterico"
:)

enri1968 ha detto...

Alle, cmq hai scelto una bella immagine, hai dello stile.

SHRC ha detto...

:) verissimo, soprattutto quando parli con certi venditori di Hi-Fi vecchio stampo.
Sotto natale uno di questi voleva vendermi 60 metri di cavo a 700 euro che avrebbero fatto la differenza sul mio impianto :).


fuzz ha detto...

si è un mondo di pazzi. Genta che si convince di sentire meglio con un apparecchio invece di un altro, ed invece di andare a spendere i soldi dallo psicanalista se lo comprano e vivono felici. Che idioti!
Pensa che giusto ieri un mio amico cercava di farmi credere che il suo nuovo Orange tiny terror suona infinitamente meglio del suo vecchio ampli belcat. Pazzesco

allelimo ha detto...

E no Fuzz, stavolta non ci siamo.
L'esempio con gli amplificatori per chitarra non c'entra una cippa con l'hi-fi esoterico.

Certo che gli ampli per chitarra suonano diversi uno dall'altro: sono costruiti espressamente per farlo.
Non si ispirano a una sorta di idea platonica della perfezione sonora di cui sono pieni i discorsi sull'hi-fi.
Che, coerentemente, dovrebbero tutti suonare più o meno allo stesso modo, avendo tutti lo stesso modello di riferimento

La componente fondamentale dell'ampli per chitarra è la distorsione, che sia ottenuta mandando in saturazione le valvole o emulando la cosa con un circuito elettronico.
E' un principio esattamente opposto e contrario alla costruzione delle apparecchiature hi-fi, che al posto della distorsione del suono cercano la perfetta riproduzione di un non ben precisato "originale". Ohibò.

Poi, suona meglio o peggio, difficile dirlo.
Siamo ancora una volta nel campo dei gusti: ad esempio a me il suono dei Marshall non piace, preferisco di gran lunga quello dei Fender.
Ma sono, appunto, gusti.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, l'esempio con gli ampli non calza! Specie il fatto che con gli ampli si ha spesso bisogno appunto di sporcare il suono. Casomai, calza il paragone con la mania dell'hi-fi anche tra chi suona; la strumentazione boutique a tutti i costi: e la chitarra di alta liuteria, e l'ampli artigianale e il pedalino da 600 euro...poi suoni in cantina o, peggio, non sai suonare...

Ma in che senso la componente fondamentale dell'ampli per chitarra è la distorsione? Ad esempio, il Fender (che anche io preferisco ai Marshall) è noto per i puliti cristallini...

W

allelimo ha detto...

W, sono due discorsi diversi.
Gli strumenti boutique, lungo da affrontare, magari più tardi.

Il Fender è noto per i suoni "clean" ma non solo, prova un Twin Reverb a palla...
E i suoni "clean" di un ampli per chitarra valvolare hanno sempre quel filo di distorsione che li rende, appunto, "suoni di ampli per chitarra".
Oltretutto passati per il classico "Spring Reverb" Fender che li rende ancora meno hi-fi.

Per un suono super-clean e quasi completamente non distorto devi andare su ampli non valvolare, come il classico Jazz Chorus della Roland.

fuzz ha detto...

non calza per te che senti differenza tra un Fender ed un Marshall, ma metti caso che io la differenza non la senta.
Secondo il tuo ragionamento, non sono le mie orecchie a fallire, ma è patafisica la differenza tra marshall, fender o behringer.
Non è che la differenza c'è quando la senti tu ed è patafisica quando non la senti tu, semplicemente quando tu senti (o credi di sentire) la differenza la spesa è giustificata, altrimenti no. Semplice e lineare.

allelimo ha detto...

fuzz, non sono d'accordo.
Due ampli per chitarra sono costruiti per suonare in modo diverso.
Non meglio o peggio, ma diverso.

Due ampli da hi-fi esoterico dovrebbero essere costruiti per riprodurre nel modo più fedele (trasparente) possibile il mito della caverna.

La differenza è fondamentale, di filosofia costruttiva direi.
La differenza tra Marshall e Fender è scelta deliberata di colorare il suono in un modo piuttosto che in un altro.

Due apparecchi hi-fi esoterici, o suonano allo stesso modo oppure c'è qualcosa che non funziona nella loro pretesa di "riprodurre l'originale".

La prima è differenza oggettiva, la seconda è patafisica (per me, a mio parere etc.)

allelimo ha detto...

A proposito di "strumenti boutique".
E' tutta questione di proporzioni.
Una Gibson 335 originale degli anni '60 è meglio di una Epiphone Sheraton degli anni '90.
Lo so perchè le ho avute entrambe.
La Epi l'avevo pagata tipo 600.000 lire, e la Gibson 1.200.000 lire (ma era stato un affare anche allora).
Oggi, la Epi si trova a 400/500 euro, la 335 anni '60 si trova dai 5.000 euro in su.

La Gibson valeva il doppio della Epi?
Direi di sì, per csotruzione, materiali, finiture, suono.
Oggi, la Gibson vale 10 volte la Epi?
Sicuramente no: al prezzo di oggi non la comprerei mai.

Però tra un'imitazione sottomarca di una chitarra qualsiasi e la stessa in versione "standard" originale, la differenza di prezzo ha quasi sempre una reale rispondenza nella qualità.
Non fosse altro nel "feel" che ti da a suonarla.
E stiamo parlando di differenze non eccessive: tra una imitazione Telecaster a 150 euro e una discreta Squier a 300, non c'è paragone.
E una Fender Tele standard si trova tra i 400 e i 600 euro.

Poi certo, esistono le repliche/custom a 3.000 euro, e gli originali anni '50 a 10.000.
Ma qui siamo nel campo del collezionismo, non esattamente la mia cosa preferita...
:)

Anonimo ha detto...

Il Twin reverb a palla lo conosco bene, quella bella saturazione "naturale" propria - appunto - dell'ampli e che ti tira giù un muro (almeno in fatto di ampli andiamo d'accordo!). Dicevo proprio in quel senso, il suono "pulito" con le chitarre elettriche è un po' una contraddizione, soprattutto non esiste un suono "neutro". Anche perchè, in generale, la funzione di strumenti e ampli non è quella di un impanto di riproduzione, semmai è quella di creare i suoni da, eventualmente, riprodurre...da qui la differenza di filosofia costruttiva, ecc...

Sugli strumenti boutique, anche lì concordo, ma intendevo un'altra cosa: la corsa al sound perfetto, che, irrimediabilmente, non ti porta da nessuna parte, in una compra-vendita di testate valvolari (al limite del nucleare) sempre più elaborate (a parità di prezzo e ambito di utilizzo) e pedalini a tre zeri, cercando di ottenere in stanza o al pub quella stesa frequenza o grana ascoltate su un disco mixato, post prodotto ed editato...quando, e lo testimoni tu stesso, si possono fare acquisti più che dignitosi a prezzi umani...ad esempio, il tiny terror dell'amico di Fuzz credo costi molto meno di un Twin Reverb (?) e sia molto più performante del Belcat.

Poi ti dico, posso assicurarti che il mio Fender Precision messicano suona meglio di uno Squier da 150 o 300 euro (usato l'ho pagato 500), ma posso anche assicurarti che i 1.000 euro di differenza dal suo fratello America Vintage sono ingiustificati.

W

Anonimo ha detto...

Dopo questo pippone, non vorrei sempbrare uno fissato con gli strumenti, anzi! Piuttosto la prima cosa che guardo in un basso o chitarra è il look! Condizione sine qua non;-)

E poi, è sempre questione di gusti: per un alfiere del garage punk, una Hollywood by Meazzi e un ampli Davoli col cono sfondato hanno un suono imbattibile! Altro che 335 o Ampeg;-)!

W

W

allelimo ha detto...

W, vedi? Per una volta siamo completamente d'accordo.
Gli strumenti creano il suono, che è una cosa completamente diversa dalla riproduzione.
Non faccio nessuna fatica a credere che il tuo Precision messicano suoni meglio di uno Squier economico, e che una riedizione Vintage USA non valga assolutamente i 1000 euro in più.

Poi c'è sempre il rischio, quando ti appassioni a qualcosa, di cercare quel particolare che ti sembra fondamentale in quel momento, e dopo sei mesi ricominciare da capo.
Ma questa è un'altra variante del collezionismo, evito di ripetere cosa ne penso :)

Anonimo ha detto...

Infatti, nevica...;-)

W

allelimo ha detto...

Ti dirò di più: oggi, ore 14.20 circa a Milano ho visto per la prima volta nella mia vita uscire il sole mentre nevicava...
:)