giovedì 4 marzo 2010

Dischidimmerda (variante gruppidimmerda): Queen


Cappellino introduttivo sul perché mi sembra inutile parlare male di Lady Gaga: non ho nessun disco suo, e non ho voglia di perder tempo ascoltandola – se non per caso alla tv o alla radio… e quindi non posso parlarne né bene né male: non la conosco abbastanza.
Posso invece parlare male del gruppo oggetto dell’articolo odierno: i Queen.
Perché quando avevo 13/14 anni mi piacevano [1], compravo i loro dischi, avevo appeso in camera il poster di “Bicycle Race” (quello con le cicliste nude – perché erano nude e perché era una cosa in qualche modo “ribelle” – a quell’età, eh!)
Alle feste del sabato pomeriggio per far colpo sulle ragazze “noi duri” usavamo cose del tipo: “Nahh, non mi piace la disco, vieni che ti faccio sentire i Queen”… per quanto ricordo, peraltro, con scarsissimi risultati.
Poi i quattordici anni passano, gli orizzonti si allargano, scopri che c’è vita oltre la festa delle medie – e oltre i dischi del futuro baffetto.

E rimangono loro, i Queen, in sintesi:
• un cantante istrionico e vocalmente iper-dotato, che non ha praticamente mai usato la sua voce per cantare alcunché di significativo, essendo troppo occupato a far notare la sua “estensione vocale”; [2]
• un chitarrista pesante, con un suono ridondante e pacchiano quando pulito, oppure banale e scontato quando distorto. Tecnicamente bravino, ma vedi la nota 2;
• un bassista ininfluente;
• un batterista scandaloso, ma discreto a fare i cori. [3]

Dischi costruiti con un impasto furbino di hard-rock, vaudeville, ballatone (i “lenti”) e futuri inni da stadio di calcio – fino all’apice del cattivo gusto, la mitica “Bohemian Rhapsodhy” – una specie di incubo in cui ogni peggior figura retorica musicale ha la sua parte.
Dalla ballata pianistica al sotto-finalino hard, con il capolavoro dell’inutile pomposità della parte centrale in simil-opera lirica (“Figaroooo – mag-nifi-coooo. Zum zum zum zum zum”)
Come dimenticare la scena di Wayne’s World con i quattro sfigatelli adolescenti che la mimano in macchina, fino a fare “head-banging” sulla parte hard-rock?
Lì è dove dovrebbero stare i Queen, tra ragazzini non ancora maggiorenni – e invece c’è chi li prende sul serio, e scambia questo trionfo di banalità conformista e trasformista per indice di versatilità artistica…

Sui dischi dell’epoca ricordo la scritta “In questo disco non sono stati usati sintetizzatori” come se fosse un attestato di merito per la “purezza” del loro rock contro l’artificiosità della musica elettronica (?).
Anche se a un certo punto i synth se li sono comprati anche loro, eccome! Diciamo a partire con “The Game”?
Lì nel frattempo io avevo compiuto 16 anni, e per fortuna mi sono consciamente perso, tenendomene alla larga, tutta la carriera successiva dei quattro, come gruppo e come solisti.

Poi nel 1991 Freddie Mercury è morto.
Umanamente mi spiace per lui, ma commercialmente immagino l’eccitazione e i sogni bagnati dei discografici (“Un nuovo mito! Dischi alla memoria, inediti, puttanate varie, compilation – minchia quanti soldi che faremo su questo bel cadavere fresco fresco!”), anche se francamente cose di cattivo gusto come l’album “Made in heaven” [4], fatto con le ultime registrazioni inedite di Mercury, o pacchiane come le successive reunion con Paul Rodgers alla voce, beh, forse erano troppo anche per l’immaginazione di qualsiasi discografico cannibale.

Sono d’accordo con Webbatici, che in un’altra sede mi faceva notare come “l’idolatria cieca e fondamentalista sia in gran parte causata dalla morte del baffo, quasi come stesse lì a rimarcare il fatto che fossero questo grande gruppo storico e mondiale, quando in realtà negli anni '80 furono più che altro un fenomeno di costume e trasgressione, con zero costrutto musicale.”

Per la differenza tra leggende viventi e miti confrontare la spigolatura da Vinile sui Cure – però è necessario aggiungere che se per diventare un mito la morte è un passaggio necessario, non è comunque un passaggio sufficiente.
Freddie Mercury non era Jim Morrisson, Jimi Hendrix o Ian Curtis. Giocava più nella lega di Liberace o Elton John (che non è morto fisicamente, lo so, ma musicalmente sì, e da parecchi anni…)
I primi sono miti, i secondi sono solo morti. C’è una bella differenza, eh!


Note e links:
[1] Come già scritto ad esempio parlando dei dischi che ci cambiano la vita.

[2] Peraltro, chi se ne fotte, l’estensione vocale può servire per la musica lirica, mica per con il rock. (Per non parlare dei “tecnicismi” da “air-guitarist”: senti che assolo!) Ma è il classico argomento portato “a favore” della supposta grandezza dei Queen e di baffetto: “C’ha una estensione vocale oh! Tre ottave!” (O cinque o dieci ottave, a seconda della propensione all’esagerazione di chi parla – e che normalmente non ha la benché minima idea di cosa sai questa “ottava”).
Ancora dalla conversazione con Webbatici: “Mercury era oggettivamente un grande cantante, ma era troppo vittima del proprio narcisismo tecnico e della prosopopea e dall'eccesso enfatico. Tim Buckley, ad esempio, era l'esatto contrario, cantava con virtuosismo umile e coraggioso.”

[3] Però con un drum-kit assurdo, fatto di alcune migliaia tra piatti e tamburi – molto alla Stefano d’Orazio in questo…

[4] Come dimenticare la sobria copertina, che potete vedere qui sopra: a destra la statua del baffetto, a sinistra i tre becchini che si sfregano le mani pensando ai soldi che gli arriveranno da questa orrenda e necrofila marchetta. Un capolavoro assoluto.

51 commenti:

Simone Cavatorta ha detto...

Dunque dunque, visto il tuo commento, peraltro per molti versi condivisibile, faccio un po' l'avvocato del diavolo, okay?
Non sono mai stato un grande amante dei Queen, anche se a 16 anni mi piacevano abbastanza e avevo (ed ho ancora) il greatest hits e un paio di live, più l'album The Miracle uscito in quel periodo (i want it aaallll, i want it aaaaaaaaaaallllllllllllll!!!).
In effetti, una vola superata l'adolescenza, quella musica non mi ha più detto granchè, però devo dire che rimango sempre stupito nel trovare ex fans dei Queen che ripudiano il gruppo con un astio e una durezza che francamente non capisco, quasi dovessero fare penitenza per un grave peccato originale... mi ricordano un po' certi ex comunisti alla Giuliano Ferrara quando parlano dei loro vecchi trascorsi politici ;)
A mio parere, non c'è nulla di cui vergognarsi nell'aver amato i Queen, e anzi vi dirò che, pur trovandoli complessivamente abbastanza kitsch (si scrive così?), credo avessero il dono di scrivere canzoni orecchiabili e originali, pur nell'ambito di un'estetica dell'eccesso e del kitsch... ma proprio questo, se vogliamo, è il loro pregio, e in questo campo sono stati sicuramente originali, proprio perchè hanno saputo mescolare idiomi che c'azzeccavano poco fra loro, in una strana mescolanza che un front man come Mercury è riuscito a rendere divertente e coinvolgente, anche se non artisticamente validissima.
Non sono d'accordo, in particolare, su Bohemian Rhapsody, che per me è invece il vertice della loro "arte" e che, quando mi capita, ascolto ancora molto volentieri (anche con un po' di head-banging sulla parte heavy, perche no?)... così come ascolto volentieri brani come Killer Queen, Bicicle Race, You're My Best Friend e altri.... e poi, oh, a me Freddy è sempre stato simpatico, l'ho sempre considerato un personaggio autentico e carismatico... uno dei grandi front man del rock, a mio avviso, in versione sicuramente kitsch ma anche molto divertente e spettacolare... e non credo che lui si prendesse così sul serio, francamente (sugli altri preferisco non pronunciarmi, velo pietoso).

DiamondDog ha detto...

Evvai.....
Diciamo che al 50% sono d'accordo con te.
Ho sempre odiato la parte più kitsch dei Queen che comunque ne costituiva le fondamenta.
Non li ho mai nemmeno per un momento accostati al glam, come molti solitamente fanno.
E penso in tutta onestà che almeno il 70% della loro produzione fosse evitabile.
I Queen però non puoi considerarli se non come un "universo parallelo" della musica rock.
Un universo dove la finzione diviene ossatura stessa dell'esibizione.
Un universo dove i generi diventano un pretesto per ostentare arte e immagine.
Giudicare i Queen dal loro greatest hits è sbagliato a mio avviso. Lì trovi molti dei peggiori clichè.
Salto il discorso su Bohemian Rhapsody perchè non voglio rissare e perchè sarebbe troppo lungo per me adesso.
Ti invito però a riflettere sulla qualità insita in tante loro ottime canzoni, magari meno pubblicizzate e strombazzate, in cui i 4 davano il meglio.
La languida old style "Melancholy Blues", la ballata struggente "Teo Torriatte (Let us cling together)", il rock blues da pub di "Sleeping on the sidewalk", la grandiosità pop di "Under Pressure" (ok ok gran parte del merito è di Daviddino ma loro si prestarono bene), gli svolazzi latini di "Who needs you", l'aggressività di "Sheer heart attack", l'ampiezza compositiva di "Now I'm here" e potrei continuare per molto, visto che anch'io da giovane ne ero un fan.
Poi dire che lo sono ancora adesso sarei esagerato, ma ogni tanto risento volentieri qualcosa del vecchio Freddie.
E risento quelle meno famose, a cui sono più legato.

Cannibal Kid ha detto...

i queen li reputo una piaga sociale nella musica degli ultimi -boh- 30/40 anni

lady gaga se provi a sentirla senza pregiudizi magari ci trovi dentro alcune delle cose più originali e creative degli ultimi anni (almeno con me ha funzionato)
nel tuo caso ho usato la parola magari :D

unwise ha detto...

mah, secondo me non c'era nessuno più conscio di loro del fatto di essere pacchiani...e cmq tutte le rockstar nate rockstar lo sono. invece che cercare di nascondersi (non senza una certa ipocrisia, alla Eddie Vedder per esempio), si lasciavano andare, a volte anche in barocchismi piuttosto pesanti (che sono spesso connaturati con la presenza di una buona tecnica - ogni tanto scappa di farla vedere).
Freddie poi è uno dei pochi, se non l'unico, ad aver zittito quello sbruffoncello di johnny "rotten" Lydon, ed è un peccato che non sia riuscito ad incontrare quei due coglioncelli dei Gallagher...
mi pare un po' troppo dire che John Deacon era "un bassista ininfluente"...dopotutto il riff di "another one bites the dust" è forse il più ricordato della storia del rock. non era appariscente (non a caso non ha partecipato alle ultime uscite), ma tutt'altro che stupido. e poi è un "collega" :-)

silvano ha detto...

In questo caso è come picchiare qualcuno che caga, con licenza parlando. Troppo facile.
ciao, silvano.

Simone Cavatorta ha detto...

Unwise: ecco, se si pensa a band tipo gli Oasis (che si pigliano pure sul serio!), io sto coi Queen tutta la vita!

Disco Boomer ha detto...

A Night at the Opera è l'unico disco che ho dei Queen, e mi basta. Passo e chiudo.

Webbatici ha detto...

Essendo stato anche citato da Ale nel post, non ritengo di avere un granchè da aggiungere al discorso.
L'unica cosa che voglio fare è chiedere con la massima gentilezza a Simone Cavatorta di evitare di fare paragoni politici che, se mi si permette di dirlo, trovo un po' fuori luogo....Grazie!

Lucien ha detto...

Da me sfondi un portone aperto: ci sono due gruppi che mi hanno sempre lasciato totalmente indifferente (musicalmente parlando) e irritato esteticamente: i Queen e i Kiss. Mai avuto un disco e manco una cassettina loro.

Simone Cavatorta ha detto...

Webbatici: mi scuso se ho offeso qualcuno, voleva essere solo una battuta, nelle intenzioni molto leggera, ma forse non si capiva

Webbatici ha detto...

Nono, figurati, nessuna offesa e infatti l'ho voluto esprimere con la massima diplomaticità possibile, ci tenevo soltanto ad esprimere il mio pensiero: trovo la battuta fuori luogo anche se formulata con leggerezza ed ironia.
Stima immutata!

Simone Cavatorta ha detto...

Sicuramente hai ragione, e la stima è reciproca.
Tra l'altro, considero Ferrara una persona di acuta intelligenza, anche se molto lontana dai miei valori e dalle mie idee.

Webbatici ha detto...

Simone ti prego, non divaghiamo sulla politica, poi ad Ale tocca cambiare il titolo del post :-))))

Stefania248 ha detto...

Non ho nemmeno un loro disco, ma Bohemian Rapsody mi piace ancora.

allelimo ha detto...

Comincio dalla fine: considero Ferrara, proprio in quanto intelligente, una delle peggiori merde esistenti nel panorama politico italiano. Che gli altri almeno - basti pensare a uno qualsiasi dei Ministri in carica - hanno l'attenuante generica della scarsa intelligenza...

Simone e Webbatici: qualcuno qui non ha capito bene, credo sia stato Webbatici - se rileggi è chiaro che fosse una battuta che non voleva offendere nessuno (a parte forse Giulianone, ma vedi il paragrafo precedente...)

Poi, ecco, "voleva essere solo una battuta, nelle intenzioni molto leggera" e poi citi un politico/giornalista/leccaculo che è fisicamente un incrocio fra una balenottera azzurra e lo Stadio di S. Siro? :)

allelimo ha detto...

Poi, ricominciando dall’inizio:
Simone: e infatti mi sembra di non avere espresso nè astio nè durezza eccessiva verso i Queen che ascoltavo a 13 anni - perchè è lì che è giusto siano, nella cameretta dei ragazzini pre-adolescenti :)
Mio figlio (8 anni) quando ha sentito "We are the Champions" mi ha detto "bella questa canzone, papà, me la scarichi?" (e io gliel'ho anche scaricata, deve essere libero di fare i suoi errori!)
Ma di quello che hanno fatto i tre superstiti è impossibile parlare bene...

DiamonDog: io dei Queen avevo tutto, ma proprio tutto: Queen, Queen II, Sheer Heart Attack, Opera, Race, News of the World, Jazz, fino a Live Killers… poi per fortuna ho comprato il Greatest Hits dei Doors :)
Bohemian Rhapsodhy oscilla tra il kitsch e l’agghiacciante, io propendo per la seconda ipotesi :)
L’Universo Parallelo del Rock invece mi sta bene, ma ho la DeLorean guasta e quindi non posso più raggiungerlo – me ne farò una ragione… ;)

Cannibal Kid: Lady Gaga anche no, era messa lì come “esempio a caso di musica che non mi interessa” – sono indietro di 4 cd arrivati per posta i questi giorni e svariati download – il tempo per Lady Gaga non ce l’ho proprio e non neanche voglia di trovarlo – domando scusa…

unwise: no eh, “Another one bites the dust” è tutto tranne un pezzo rock – al massimo disco-music, proprio volendo essere buoni-ma-buoni…

Silvano: si, in effetti ho avuto il dubbio: troppo facile. Però tre gruppi avevo in mente quando ho pensato a dischidimmerda: Genesis, Pink Floyd e Queen. E a dire la verità, anche su Pink Floyd e Genesis pensavo di andare sul sicuro: “a chi vuoi che piacciano ancora quei dischi lì?” E invece… :)

Lucien: occhio con i Kiss, se ti sente DiamondDog… :)

Stefania248: e allora continua pure ad ascoltarla, ci mancherebbe altro!

brazzz ha detto...

bè..si spara sulla croce rossa..il tuo post è condivisibile dalla prima all'ultima riga..hanno sempre rappresentato tutto ciò che detesto nel rock..banalità,volgarità,furberia..
e vera la distinzione fra miti e non ..ian è un mito,freddy no..

Anonimo ha detto...

Letta con l'idea di divertirsi, la descrizione al veleno sui Queen risulta efficace, un po' come quando leggi Serra che "recensisce" qualche uscita di Cicchitto (quando si vuole picchiare la politica è il terreno migliore, perchè negarselo!). Concordo sul fatto che i Queen siano il gruppo da adolescenti che poi magari si riascolta di nascosto, perchè in fondo un po' di rock melodico lo sapevano fare. Ci sono passato anch'io e ricordo che vedendo Mercury in calzamaglia a L'Altra Domenica di Arbore (era un video) che cantava le prime note di We Are The Champion rimasi folgorato. Il cantato che seguiva le note sospese del pianoforte poi l'impennata agli acuti insieme alla chitarra elettrica producevano un discreto brivido.
Presi "News of the World" un paio d'anni più tardi, e rimasi colpito dalla varietà dei suoni. Era un bel campionario di musica non solo rock ma di ogni genere possibile, per fortuna non era ancora contemplata la disco.
Invece poi arrivò anche quella: con The Game dovetti abbozzare, però la famosa "Crazy Little Thing called Love" era un rock'n'roll perfetto. Fine. Non mi interessai più a costoro, e il famoso "A Night At the Opera" l'ho ascoltato pochi anni fa, ma senza che mi dicesse niente. Magari la simpatia per Roger Taylor bravo a cantare le sue canzoni mi ha fatto apprezzare "I'm in love with my car" ma sempre come un divertimento.
Credo che i Queen siano stati effettivamente un gruppo "propedeutico al Rock" con un cantante esagerato, capaci però di mettere insieme ogni volta un certo numero di brani ruffiani che poi, a ripensarci quando pensi di essere diventato grandicello, ti fanno incazzare. E poi, quando invecchi, ti fa anche piacere riascoltare (ogni tanto).

arc

mr montag ha detto...

a suo tempo ne ho parlato anch'io come sai...e sai che sono d'accordo con te, da ex ragazzino appassionato anch'io...
ci tenevo solo a citare il commento che mi lasciò un anonimo genio quando ne parlai io dei Queen, so che tu l'hai letto ma altri no e tutti devono sapere che..."alcuni accordi di chitarra (di Brian May) sono tuttoggi riportati dalle band moderne".
Ecco

Webbatici ha detto...

Ale, ti propongo al titolo di "Santoro dei Bloggers" :-)
No, scherzi a parte, forse ho inteso male io la battuta e infatti con Simone la cosa si è risolta subito. E' che mi sono sentito chiamato in causa come "presunto ex-fan dei Queen" perchè li ascoltavo anch'io quando avevo 14 anni (anche se devo dire che uno/a a 14 anni è sempre un fan molto acerbo, di qualsiasi cosa lo sia!). E siccome a sentir parlare di Ferrara mi va subito il fumo negli occhi, ecco...E' stata una reazione un po' istintiva ma credo che con Simone abbiamo risolto in maniera molto civile ed educata, no?

allelimo ha detto...

mr montag: si, una frase mitica a dir poco - in effetti Brian May aveva inventato il Do maggiore, il Sol7 ed il Re minore. Tutte le band che usano questi accordi nelle loro canzoni si ispirano direttamente ai Queen :)
brazzz: ehehe, per la Croce Rossa, vedi la risposta precedente a silvano...
arc: come per le precedenti puntate, lo spirito è quello lì - divertirsi un po' scherzando sui "miti". Che poi qui, di veleno, ce n'è pochino, e più che altro sulle cose abominevoli che hanno fatto dopo la morte di Freddie Mercury (e su Bohemian Rhapsodhy, vabbè, ma quella è indifendibile...)

allelimo ha detto...

mr Montag: mi stavo dimenticando che in effetti, avendo Brian May inventato pure il La minore, di conseguenza è anche l'inventore del giro di Do.
Se dovesse mai ascoltare un disco qualsiasi di Vecchioni (il virtuoso del giro di Do, ci ha scritto 15 album...) parte una denuncia storica, altro che Al Bano vs. Michael Jackson per "I cigni di Balaklava" :)
Webbatici: si esatto, se ti sei sentito paragonato a Ferrara… e poi sei anche di Forlì :)
Certo che fra citazioni di Santoro e di Serra va a finire che mi monto la testa…

brazzz ha detto...

webbatici..primo maggio area sismica iva bittova e vlade vaclavek..non mancare..

Webbatici ha detto...

Ciao Brazz, vedrò di non perdermela, oltre che di venire a vedere Tippett il 15 aprile se non sbaglio!
Ale, stai coi piedi per terra, chè con la questione geografica ti sei già più avvicinato a Vauro :-)

Simone Cavatorta ha detto...

Scusate, mi ero assentato e sono rimasto un po' indietro.
Webbatici: assolutamente sì, figurati.
Allelimo: il mio commento voleva essere, diciamo, simpaticamente provocatorio, per quello ho un po' esagerato parlando di astio e durezza, che in realtà nel tuo post non ci sono... era una piccola provocazione rivolta a tutti gli ex fans in generale, anche a me stesso, in realtà, perchè credo che tutti abbiamo i nostri "scheletri nell'armadio" e spesso magari esageriamo nel volerne prenderne le distanze... e poi magari, sotto sotto, ogni tanto ci piace pure riascoltarli, come scrive giustamente Arc.
Su Ferrara: non l'ho mai capito del tutto, non sono sicuro che si sia schierato a destra solo per calcolo, può anche darsi che sia sincero, almeno in parte... sicuramente ha l'integralismo del convertito, cioè di quello che a un certo punto si è accorto di non essere più convinto delle sue vecchie posizioni e, una volta elaborato il "lutto" del cambiamento, ha quasi provato piacere nel distruggere tutto quello in cui prima aveva creduto... per questo mi è venuto in mente lui quando ho scritto il primo commento.
Come conduttore televisivo di 8 e 1/2, comunque, non mi dispiaceva, per lo meno quando c'era Gad Lerner a controbilanciarlo.

sassicaia molotov ha detto...

E forse non vi siete resi conto dei testi.

allelimo ha detto...

Simone: a proposito degli scheletri nell'armadio, mi sembra ormai chiaro che la serie "dischidimmerda" proprio quello sia per me, un tentativo di ragionare sul perchè non riesco più a prendere "sul serio" alcune cose che pure mi erano piaciute molto in un certo periodo della mia vita :)
sm: i testi no. Credo di non averne parlato mai da quando scrivo questo blog! Perchè stiamo parlando di musica, il "testo" conta più o meno come la grafica della copertina: non potrebbe non esserci, ma è una cosa molto secondaria quando dobbiamo "decidere" se un disco ci piace o meno.
Potrei fare un'eccezione forse solo per i Franti, ma anche lì, se non mi piacesse la musica non li ascolterei.
Un disco con testi bellissimi/impegnati/seri e musica banale, mah - sarà un caso che non ho in casa neanche un disco di un cantatutore italiano?
Il caso opposto, un disco con musica belissima e testo idiota/nazi-fascista, non l'ho mai trovato, quindi il problema di cosa fare nel caso non si pone... ;)

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: anch'io ho un approccio che parte sempre dalla musica e non dal testo, e infatti niente cantautori tipo Guccini nella mia collezione di dischi. In effetti, gran parte della canzone italiana è fortemente basata sui testi, con le musiche ridotte al rango di mero accompagnamento di sottofondo (fra i cantautori, una delle poche eccezioni alla regola è Paolo Conte).
Però forse è un po' eccessivo dire che il testo conta come la grafica della copertina. Cioè, per molti autori questo è anche vero (anzi, direi che è meglio non tradurre i testi per evitare spiacevoli sorprese) ma per altri è un valore aggiunto importante... penso a Lou Reed, ad esempio: i testi di Magic and Loss mi hanno letteralmente sconvolto, ma se non li avessi considerati il disco mi sarebbe sembrato quasi banale... e invece quella musica, così scarna ed essenziale, crea l'esatta atmosfera che le parole richiedono. Oppure Dylan, Tom Waits, Joni Mitchell, Leonard Cohen... solo per citare alcuni autori per cui il testo ha almeno lo stesso livello di importanza della musica, e non si possono scindere le due cose senza perdersi una componente fondamentale dell'opera.
Un altro esempio è Peter Hammill, il quale dice spesso che la sua musica è "bella" solo se l'argomento della canzone è bello, mentre se parla di cose brutte, allora lui scrive musica "brutta", che può quindi essere apprezzata solo in relazione a ciò che vuole esprimere... in realtà, ovviamente, le musiche di Hammill sono sempre meravigliose, però è vero che studiando i testi se ne capisce meglio il senso e la funzione... e poi, i testi di Hammill sono straordinari, e sarebbe veramente un peccato non considerarli... ma anche quelli di Zappa, ad esempio, e di tanti altri autori, a pensarci bene... certo, rimango d'accordo sul fatto che Whole Lotta Love e Little Queenie non necessitino di un lavoro di esegesi. ;)

unwise ha detto...

Allelimo...disco music o rock...te lo ricordi lo stesso!

allelimo ha detto...

Simone: concordo, forse un po' eccessivo. Ma non moltissimo. Ricordo perfettamente come si ascoltavano i dischi a 16 anni, con la copertina in mano per cercare di seguire i testi... e intanto ti perdevi la musica :)
I testi di un disco quello sono: "testi". Non poesie, non discorsi - testi. Che devono prima di tutto essere adatti ad essere cantati, non letti nè studiati.
Qui continuo a vedere le cattive abitudini del Liceo Classico e della sua cultura umanisitica che continua a permeare la società italiana: per quanti "giornalisti musciali" la scappatoia del testo è la cosa più comoda, meno problematica? Due cazzate su un testo le può mettere insieme chiunque, persino un Luzzato Fegiz...
Cito da uno dei miei commenti qui:
"... per capire [una canzone] ed essere poi in grado di parlarne, ci sono due strade: quella “semplice”, che si limita ad analizzare l’unica cosa che chiunque è in grado di capire, cioè i testi (e qui la parte su Liceo Classico e Genesis non era così scherzosa, anzi – quanti danni ha fatto l’impostazione umanistica della nostra scuola in rapporto alle recensioni di dischi rock, in cui ci si limita a parlare del testo? E ci sono cascato anch’io quando avevo 20 anni, eh!)"
Il tutto poi vale ancora di più se stiamo parlando di autori non-italiani, che il problema "Liceo Classico" non ce l'hanno proprio, nè dalla parte di chi ascolta/recensisce, nè dalla parte di chi compone - i testi dei gruppi inglesi/americani sono quasi sempre solo "testi", per fortuna :)
Con le dovute eccezioni, ci mancherebbe altro: che a mio avviso tu hai giustamente definito "valore aggiunto". Cioè in più, se c'è bene, ma se non c'è non cambia poi molto :)

unwise: si, d'accordo, ma non fa lo stesso parte della "storia del rock"!
Poi me lo ricordo, come ricordo "Il ballo del qua qua", "44 gatti" (in fila per sei col resto di due/marciavano compatti in fila per sei col resto di due/coi baffi allineati in fila per sei etc.) e "Gioca Jouer" - ma non mi sembra un fatto poi così significativo :)

Anonimo ha detto...

Sarò prevedibile ma sto con Simone Cavatorta, le "canzoni" sono musica e testo, se il testo fa schifo la canzone diventa canzonetta e si ascolta lo stesso ma rimane stupidario mentale.
La musica è universale e il testo no, ma non era così demenziale cercare di capire i testi del rock e ci si accorgeva che i significati di quelli scritti bene rafforzavano i brani musicali... e il rock si distingue dalle canzoni di Sanremo prima per il signicato che per il medium, per dirla alla McLuhan.
Mi si potrebbe obiettare che i Beatles scrivevano canzonette e sono d'accordo per i primi Beatles, poi cambiarono di 180° e anche le filastrocche diventarono sospette, magari perchè comunque raccontavano un mondo in modo surreale e spiazzante.
E poi Allelimo: del "tuo" Lou Reed cosa resterebbe musicalmente tolte le parole (dette, nemmeno cantate)in album come New York oppure Sister Ray o The Gift dei Velvet?

arc

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: cito questa tua frase perchè io non intendevo esattamente quello che dici tu:

"Con le dovute eccezioni, ci mancherebbe altro: che a mio avviso tu hai giustamente definito "valore aggiunto". Cioè in più, se c'è bene, ma se non c'è non cambia poi molto"

Cioè, io credo che per alcuni autori cambi abbastanza, nel senso che rinunciando al testo si perde una parte importante dell'opera... arrivando a volte a non comprendere esattamente il "messaggio" emotivo (non concettuale o poetico) che il brano vuole trasmettere (ad esempio nel caso di Hammill). Ma questo discorso vale solo per alcuni autori, intendiamoci, mentre per tutto il resto della musica classificabile come rock (un buon 90% direi) sono d'accordo con te.
In linea generale, in effetti, anche per me un brano deve trasmettere un'emozione o suscitare un interesse anche indipendentemente dal testo... per questo il 95% della musica italiana non mi ha mai appassionato... cioè, credo che se uno straniero ascoltasse La Locomotiva di Guccini, si addormenterebbe dopo un paio di minuti (oh, preciso che per me il Guccio è un grande e lo stimo assai, ma preferisco ascoltare altro).

allelimo ha detto...

Simone: e infatti alla fine di quella mia frase c'è un bel ":)" - che sta a significare che mi rendo perfettamente conto che sto travisando il significato della tua frase, ma lo sto facendo apposta - per scherzo :)
Però però - tutti conosciamo l'inglese benissimo, ci mancherebbe - ma quando non ci sono "i testi" inclusi nel cd/lp/etc., quanti capiscono veramente quello che viene cantato dai gruppi stranieri?
Seriamente ed onestamente: io capisco abbastanza bene l'inglese. Ma quando ascolto una canzone, anche cantata in italiano, il testo non è esattamente la prima cosa che colgo. A volte si fa fatica a capire un testo in italiano! Per capire un testo in inglese ci si deve concentrare ancora di più, e solo con l'ascolto mi sembra molto improbabile riuscirci - io almeno non ci riesco.
Il che vuol dire che ti devi mettere lì, avere il testo da leggere, capirne il senso, poi cercare il significato di quelle parole che non capisci, etc. - insomma non esattamente una cosa che si può fare per ogni disco che ascolti...
E invece, come dici tu, è un discorso che si può fare solo per alcuni autori - ma siamo nel campo delle eccezioni, non della regola.

arc: mica ho detto che sia demenziale cercare di capire i testi dei gruppi rock (la scena nella cameretta con il disco in mano era un ricordo personale, per una volta non c'era intenzione ironica - anche se ripensandoci, capisco che si può intendere anche così!)
Però ricordo anche che a volte ero così concentrato sui testi che mi perdevo completamente la musica - ma davvero eh, qui tocca citare "Animals" dei Pink Floyd, ascoltato per la prima volta con i testi religiosamente in mano. Alla fine della prima facciata mi ero reso conto di non ricordare neppure una canzone...
Poi è bello quando scopri dei testi "importanti" dietro un disco che ti piace: dai Doors a Nick Cave, dai Joy Division ai Franti - ma per me rimane più importante l'aspetto musicale.
Per quanto riguarda Lou Reed, a me la sua produzione post-Velvet non mi ha mai appassionato. Cose interessanti, a volte molto interessanti, ma quello che mi piace veramente sono i velvet Underground.
Le cose musicalmente più imporatntri sono lì, nei primi tre album dei Velvet: "Sister Ray", ad esempio, è straordinaria per il magma sonoro/rumoristico creato con la classica formazione rock (chitarra/basso/batteria) più organo e viola - sarebbe straordinario anche senza il cantato! Per andare "oltre" questo brano con una semplice strumentazione rock si è dovuto attendere "Bad Moon Rising" dei Sonic Youth, diciassette anni dopo!

Simone Cavatorta ha detto...

Arc: A mio avviso ci sono parecchie canzoni molto belle in cui il testo è quasi un pretesto (scusa il gioco di parole) per avere qualcosa da cantare, ma questo non me le fa amare di meno... prendi ad esempio Michelle dei Beatles, o Play With Fire dei Rolling Stones: direi che il valore artistico di questi brani è dovuto al 99% a melodia, arrangiamento e interpretazione e, forse, all'1% al testo... anzi, diciamo che il testo, una volta tradotto, lascia un po' l'amaro in bocca per la sua pochezza, se paragonato alle emozioni suscitate dalla musica.
Molti brani di gente come Beatles, Rolling Stones, Chuck Berry, Beach Boys e tanti altri hanno testi non eccezionali, a volte anche un po' cretini a dirla tutta (mi vengono in mente alcuni brani sessisti di Jagger, tipo Stupid Girl o Under My Thumb)... però io li amo lo stesso visceralmente, mi danno emozioni profonde quasi a un livello fisico, di "positive vibrations", per dirla con i Ten Years After.

unwise ha detto...

il punto non è quello. all'interno dei Queen le linee di basso hanno un ruolo tutt'altro che subalterno, e sono, almeno in gran parte, tutt'altro che stupide. che poi sia rock, disco etc etc poco importa. musicalmente c'è solo da imparare... gente con più tecnica ce n'è, ma non sono poi tanti quelli che riescono a tener su un pezzo con un riff di tre note.
concordo in pieno co Simone per il discorso testi\musica. in effetti in italia, grazie ai cantautori,la musica è finita sempre più indietro nel mixer, di fatto togliendo parecchio al suo impatto e al suo ruolo all'interno delle canzoni. non a caso si parla di mixaggio all'italiana...

Anonimo ha detto...

Bene, posso concordare sull'impatto emotivo forte della musica (per chi di noi non lo è?), però se capisci che un testo è ridicolo non volendolo essere (perchè capita anche che ci sia quest'intenzione) credo che inevitabilmente l'ìdea di un "gran pezzo" vada a puttane. Comunque lo è per me. Quando mi smuovevano le membra con la musica i Talking Heads erano orgasmici ma quando capivo le parole e il significato lo erano il doppio.
Nei Velvet Underground, credo che il cantato-parlato di Lou Reed fosse su un piano non secondario. E sui Van Der Graaf G. sfondiamo una porta aperta: è tutto un diluvio di parole cui la musica (comunque ottima) fa da essenzialmente da supporto. Se fossero state cretinate non credo avrebbe avuto uguali riconoscimenti.
Ad ogni modo esistono diversi tipi di approccio al rock, ognuno ha il proprio, pace.

arc

allelimo ha detto...

unwise: Si, no , bah, boh... per me "il basso" è lo strumento con il quale ho iniziato a suonare - però se devo citare un modello, uno solo, dico Peter Hook. Ma qui siamo nel campo dei gusti :)
arc: è che a pensarci bene, non mi vengono in mente tutti 'sti "grandi pezzi" mandati a puttane da un testo stupido o ridicolo... hai qualche esempio sotto mano?
Il cantato-parlato di Lou Reed è assolutamente, su un piano musicale, non secondario nei dischi dei Velvet - ma lo sarebbe stato anche se avesse cantato l'elenco del telefono. Poi per fortuna non l'ha fatto, e meglio così per tutti :)

Simone Cavatorta ha detto...

Arc: sono assolutamente d'accordo su tutti gli esempi che hai fatto. Anche riguardo ai testi involontariamente ridicoli (certe cose degli U2?) oppure troppo pretenziosi (tipo l'ultimo Roger Waters) sono d'accordo, in effetti quelli mi fanno scadere parecchio le canzoni... diciamo che invece tollero senza problemi i testi che non mettono e non tolgono, tipo certi testi di Beatles e Rolling Stones (Jagger, ad esempio, si divertiva a fare la parte del cattivo ragazzo, ma io sto al gioco e mi diverto con lui).

unwise ha detto...

anche a me non dispiace Hook, pur non essendo nemmeno lontanamente fan dei joy division e\o new order. avevo quasi paura che mi tirassi fuori sid vicious...uno che si è fatto dire da Lemmy "lascia perdere, non sai suonare" :-)))))

allelimo ha detto...

simone: ah ma io avevo capito "grandi pezzi" con "testi stupidi", che c'entrano gli U2 e Roger Waters? :)
unwise: Sid Vicious? E perchè mai?
Da wikipedia:
«L'amplificatore di Vicious era spesso a volume bassissimo, o addirittura spento durante i live,e la maggior parte delle linee di basso durante le registrazioni erano suonate da Jones o da Matlock»

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: in effetti, non hai tutti i torti :)

unwise ha detto...

per ridere, non vedrei altro motivo nel tirar fuori quello squallido personaggio...:-)

allelimo ha detto...

Squallido no però, squallidi sono altri - Sid è stato un'icona punk, sfruttato da altri più furbi di lui, ma era uno "vero".
Che non sapeva suonare, che non sapeva cantare, ma se il punk è stato importante lo deve - e molto - anche a uno come Sid Vicious, al suo aspetto, alle sue cazzate.
Squallido era Michael Jackson che trombava bambini a pagamento, mica Sid, che non danneggiava nessun'altro che sè stesso.

unwise ha detto...

infatti mi riferisco alla musica in senso stretto. cmq non mi è mai stato simpatico.
michael chi?

silvano ha detto...

Potresti però fare un bel post, magari intitolandolo disco o cantante di stramerda, sul buon jacko, magari ti becchi più insulti di quanti non ne abbia beccati io (anche se in effetti quello fu il mio record): http://31canzoni.blogspot.com/2009/06/i-funerali-di-michael-jackson.html

buona lettura...

:-DDDD

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: mi è venuta in mente una cosa veramente ridicola a proposito di Bono degli U2... scusate tutti ma devo raccontarla, anche se non c'entra molto con il discorso sui testi.. cioè c'entra anche, ma è un caso un po' particolare.
Allora, avete presente il Pavarotti & friends? Penso di sì, e penso vi ricorderete che Bono era sempre presente. Dunque, una volta Pavarotti ha chiesto a Bono di cantare insieme a lui l'Ave Maria di Schubert, e già il quadretto si profilava bello trash così (oh, sulla beneficenza niente da dire, ma sul livello artistico... eheh)... solo che Bono, prova e riprova, non riusciva a impararsi il testo, che è in latino... e quindi cosa ha fatto? Ha scritto un testo suo in inglese! sulle ingiustizie che ci sono nel mondo!!! :)
Be', ragazzi, quando ho visto il filmato di lui che cantava "aaaaaave Mariiiiia, wheeere is the juuuustice in the woooooorld?" mi son rotolato per terra dal ridere, è stato ai livelli del trio principe-pupo-tenore XD
Ecco, questo è un bell'esempio di grande pezzo con testo ridicolo, per quanto un po' sui generis :)

P.S. l'episodio è vero, e la sua genesi è stata raccontata dalla moglie di Pavarotti in un filmato trasmesso dalla rai.

allelimo ha detto...

Simone: ridere fa ridere, ma in effetti col discorso "grande pezzo/testo ridicolo" c'entra veramente ma veramente poco :)

Zio Scriba ha detto...

come promesso chez Lucien eccomi qua. Sui Queen, a parte che non mi hanno mai fatto impazzire, ho poco da dire: in campo musica sono una capra, mi limito a seguire ciò che piace alle orecchie e che mi regala emozioni. In compenso mi registro fra i sostenitori, così sarò il 24° e ti farò quadrare il mosaico... Ciao!

allelimo ha detto...

silvano: bella discussione, non l'avevo vista. Però quelli non sono neanche insulti, sono povertà intellettuale espressa attraverso parole volgari - lo trovo quasi divertente, come quella sui Queen citata da Mr Montag che trovate qui :)
Zio Scriba: benvenuto! Gemonio era un po' fuori dai miei giri estivi, tra Brinzio, La Rasa, Rancio, Castello Cabiaglio... posti dove la vita notturna era a livelli di movida... :)

Zio Scriba ha detto...

Qui l'unica movida sono i coglioni che girano... in tutti i sensi (per questo sto chiuso nel mio eremo a scrivere) :D

Anonimo ha detto...

Grande...Mi trovi d'accordo su tutto..