giovedì 24 giugno 2010

Gerontorock

Nella foto: il ben conservato rocker Mick jagger (in piedi) rende omaggio a un amico ancora in ottima forma: Rod Stewart (seduto)

Ovvero: se uno ha fatto un disco carino o due, diciamo trent'anni fa, e poi ha fatto cagate orrende per tutto il resto della sua carriera musicale, ottenendo in cambio carrettate di soldi e di figa; [1]
1 - E' possibile senz'altro dire che trattasi di paraculo della madonna (buon per lui)
2 - Ma è anche possibile dire che sia un "artista"? "Rock"? "Leggendario"?

Se la risposta alla seconda domanda è "sì", si pongono una serie di interessanti quesiti.
1 - Elvis a Las Vegas, soffocato da ciccia, lustrini e paillettes [2], era ancora un grande rocker?
2 - Elton John con i suoi sobri occhialini/parrucchini/completini e le sue gradevoli ballate dedicate a Lady D (!), è sempre un grande rocker?
3 - Oppure i Pooh, che da giovani suonarono di sguincio anche del beat, sono sempre grandi rocker?
4 - Eric Clapton, già slowhand e già dio della chitarra, dopo decenni di mediocrissimi dischi pop, è ancora un grande rocker?
5 - E Vasco Rossi, che una volta ha fatto una bellissima cover di "Smoke on the Water", è sempre un grande rocker?

O anche, sintetizzando:
6 - chiunque da giovane abbia più o meno suonato del rock, per poi sputtanarsi in seguito la carriera con le peggio cose, rimane sempre e comunque un grande rocker?
7 - ovvero, lo satus di rocker è aere perennius? [3]

Nel caso di risposta affermativa alle ultime due, si aprono ulteriori ed interessanti scenari:
8 - Marco Carta, che una volta da piccolo ha cantato una cover dei Guns'n'Roses ("Knockin' on Heaven's Door" [4]), diventerà per questo un grande rocker?
9 - Valerio Scanu, che una volta ha fatto una cover di un brano di Julio Iglesias, che a sua volta da giovane, quando ancora giocava a calcio, in un paio di occasioni ha canticchiato "We are the Champions" dei Queen, diventerà per questo un grande rocker?
10 - Giusy Ferreri, che quando faceva la cassiera non so dove una volta ha battuto uno scontrino ad un cliente che si era comprato un cd di Vasco Rossi, anche lei, per la proprietà transitiva fin qui illustrata, diventerà una grande rocker?


Note e links:
[1] Qualora la descrizione appena riportata vi ricordasse un cantante biondo scozzese che ha recentemente suonato in Italia, di cui per non fare il nome mi limito a fare il cognome: Stewart, ebbene sì, è proprio a lui che sto pensando.

[2] Fors'anche ricchi premi e cotillons...

[3] Dio quanto sono figo, questo è puro ginnasio... :)

[4] Sì lo so che è di Bob Dylan, andate un po' a spiegarlo a Marco Carta...

In estrema sintesi, un teorema, due corollari e una proprietà:
Teorema del gerontorock: chiunque, in un qualunque momento della sua vita, per cause anche indipendenti dalla sua volontà, abbia realizzato un disco rock, acquisisce e mantiene a vita lo staus di "grande rocker"
Primo corollario al teroema del gerontorock: qualunque sia il livello di rincoglionimento geriatrico o lo sputtanamento seguente alla realizzazione citata nel teorema precedente, lo stesso non ne è affetto affatto.
Secondo corollario al teorema del gerontorock: chiunque, in un qualunque momento della sua vita, abbia realizzato un disco anche brutto ma ispirato a Bob Dylan o Bruce Springsteen, rientra nel campo di applicazione del teorema.
Proprietà transitiva del teorema del gerontorock: chiunque sia venuto in contatto anche virtuale con un grande rocker, ne acquisisce lo status in via definitiva ed irrevocabile.

46 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

Dunque, cercherò di rispondere un po' in qua e un po' in là ai tuoi quesiti.
Elvis era un grande rocker anche a Las Vegas, benché finito nelle barbe fisicamente, la voce è rimasta quella dell'Elvis migliore, ma sicuramente pecco di adulazione nei confronti del medesimo e nel contesto del tuo post, pur pertinente, Elvis è l'unico dei personaggi da te citati che è rimasto un vero rocker, anche se i suoi show erano una diventati una baracconata nostalgica per i vecchi fans. Poi quello che definisce un rocker non è soltanto un disco suonato con più o meno rumorose chitarre elettriche, ma è anche l'attitudine con cui uno vive la sua vita, ad esempio pur non avendo mai suonato una nota Maradona. George Best e Rooney sono rocker, mentre Beckenbauer e Platini non lo sono mai stati e non lo saranno mai. Riguardo gli altri, Elton John non è mai stato un rocker, ma un grande tessitore di trame pop ed Eric Clapton un bluesman bianco prestato al rock. Che poi abbiano fatto dischidimmerda nella loro carriera, non esclude che possono riuscire a ritornare ad incidere bella musica. E visto che nella vita è giusto dare sempre una seconda possibilità, non scanso a priori quello che faranno in futuro certi artisti. Ma il tuo post porterebbe ad un altro discorso: è rocker soltanto chi si è suicidato a vent'anni, a chi si tagliava il corpo con le lamette, a chi non riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena ?
Mi pare che secondo te chiunque faccia soldi con il rock automaticamente decade dallo status di rocker. Troppo facile, non trovi ?

p.s. chiedo venia, non ho mai fatto il classico, chiederò a mia figlia le traduzioni dal latino. :o)

silvano ha detto...

Lasciando stare le provocazioni di Carta e Scanu, la domanda è interessante (e per una volta non cazzeggerò).
Mi pongo e pongo a te e agli altri una domanda.

E' lecito sostenere che J. D. Salinger sia stato uno dei grandi scrittori del 900, avendo scritto solo un romanzo? Oppure dopo averlo scritto è diventato un ex scrittore?

Leandro Giovannini ha detto...

Lecito Silvano, lecito....

Cannibal Kid ha detto...

direi che si può sempre usare il passato. erano grandi rocker (almeno alcuni, visto che i pooh o eric clapton mi fanno cadere le palle in tutte le epoche in tutti i luoghi in tutti i laghi), così come cannavaro era un grande difensore

allelimo ha detto...

Al volo che adesso ho poco tempo: Salinger come esempio non c'entra una cippa. Il suo comportamento mi sembra l'esatto opposto di quello di cui parla il post.
Presley, Elton John, Clapton, Rod Stewart: tutta gente che con gli anni si è più o meno sputtanata tra lustrini, paillettes, musicaccia pop, baracconate.
Salinger, ha scritto un romanzo (e alcuni racconti). Poi è sparito dalla vita pubblica: non mi risulta che abbia mai fatto readings in giacca di lamè, o scritto sottoletteratura di genere per sbarcare il lunario. Direi l'esatto opposto di quelli citati nel post.
Rimane molto da dire, torno più tardi :)

sull’amaca.it ha detto...

Sagge parole, le sottoscrivo.

Lucien ha detto...

Ovviamente non è una regola, ma è un dato di fatto che la maggior parte dei musicisti/artisti ha composto le cose migliori e più innovative in giovane età. Purtroppo, specie in Italia, (ma non solo) il gerontorock ha una certa supremazia. Il tipico esemplare è Vasco Rossi.

E comunque, venite a dare un'occhiata: Marco Carta e Bob Dylan non sono poi così lontani..... (ohi si scherza eh!)

silvano ha detto...

Boh a me sembrava tutt'altro che peregrina come osservazione. Altra soluzione potrebbe essere "Mick Jagger - grande rocker - consumare preferibilmente entro il --/--/----"

Ma qui andiamo a porre un altro problema: arte e artista - il rapporto tra la caducità dell'essere umano e "l'eternità" del'opera d'arte. Poi dovremmo anche introdurre delle considerazioni sulle opere d'arte - non tutte sono uguali e non tutte mantengono le loro caratteristiche nel tempo.
In altre parole ciò che viene considerato arte oggi, potrebbe divenire pattume per i posteri, e similmente ciò che oggi non vale nulla per i posteri potrebbe dinventare arte.

Siamo sicuri di volerci imbarcare in questo tipo di discussione? E poi, se sì, siamo sicuri che i commenti ad un post siano il luogo migliore per svolgere un dibattito culturale complesso ed articolato per sua natura?

ciao.





















Siamo sicuri di non allargare troppo il campo?

Lucien ha detto...

Silvano, sei tu che hai allargato il campo; il post era focalizzato sulla musica e sulla "gerontorockrazia". Chiaro che se tiriamo in ballo anche la letteratura o che ne so, la pittura si va a finire sui massimi sistemi e non se ne esce più.

silvano ha detto...

Ma se la musica non è arte minore della letteratura, non ho allargato il campo ho solo fatto degli esempi.

silvano ha detto...

A questo punto bisognerebbe parlare eventualmente di adeguatezza dei performer. E poi anche se un'arte giovane "rock", ai suoi inizi relegata a cultura giovanile, non si sia evoluta diventanto arte "tout court", e quindi si sia evoluta non legandosi più esclusivamente a un pubblico giovanile e a degli artsiti performer giovani, ma a un pubblico anche adulto e addirittura maturo e a degli artisti/perfomer a loro volta adulti/maturi.

La musica giovanile, della controcultura anni 60 è diventata la moderna musica classica?
Il pop ed il rock sono possono essere arte o arte è solo, ad esempio, Reich o Stockhausen?

Il pubblico rock è culturalmente preparato per assistere a performance dove la rispoduzione artistica della musica non sia più legata al musiscista artista che l'ha prodotta/scritta? Oppure pensate che la musica rock sia solo arte effimera e destinata quindi ad estinguersi alla morte del musicista autore?

Ora e nei prossimi anni dovremo dare una risposta a questi temi. Il tempo ce lo imporrà inevitabilmente.

ciao.

silvano ha detto...

Oh, mi son riletto ora il mio ultimo commento ed è infarcito di errori e ripetizioni (scusate ho scritto in fretta).

unwise ha detto...

è un fatto di DNA. rocker si nasce, e io, modestamente, lo nacqui. :)

allelimo ha detto...

Per fortuna che ci sono gli intervalli per il pranzo!
Harmonica: su Elvis: ne capisco l'importanza storica, la portata rivoluzionaria su musica e costume nel periodo pre-servizio militare, ma le baracconate dell'Elvis "maturo", passo.
Che Elton John fosse una "popstar" e Clapton un "bluesmen" (?), non sposta i termini del discorso: hanno fatto delle cose buone (pop, rock, blues e quant'altro), ma da decenni - come musicisti - fanno mediamente cagare. Rimangono bravi anche adesso perchè trent'anni fa erano bravi? Secondo me, no. Erano bravi, non lo sono più. E alcuni sono francamente ridicoli.

Suicidi a vent'anni, lamette, etc.: boh. Non ne ho parlato, direi.
Se c'è un'accusa che non si può fare alle mie liste "top 10" qui a fianco è che siano infarcite di "eroi morti del rock".
Gli unici morti lì sono Nick Drake, e che si sia davvero suicidato non è sicuro, e un paio di ex-Velvet Underground, ma più per ragioni anagrafiche che altro. Tutti gli altri, più o meno vivi ed in forma.
Non mi sembra di avere mai concesso troppo spazio alla mitologia dei "morti rock", la sacra triade JimMorrison-JimiHendrix-JanisJoplin poteva avere un suo fascino morboso a sedici anni, adesso anche no.
La giovinezza non è un requisito fondamentale per essere un "grande rocker" - per come io intendo l'espressione, almeno.
Tornando alla mia top 10, sono anzi quasi tutti in là con gli anni: PJ Harvey ha superato i 40, Fennesz ne ha 48, David Sylvian 52, Robert Wyatt 65, gli altri sono tutti lì in mezzo...
Però sono tutti artisti che non si sono mai fermati a replicare sè stessi. Mi sembra che tutti abbiano una coerenza di fondo che li fa fuggire dalle baracconate, dai lustrini, dai soldi facili in cambio di musica banale. Gente in movimento.
E gente che di soldi ne ha fatti, anche se meno degli eroi da baraccone citati prima.
Non credo sia male fare i soldi col rock, ma per farne davvero tanti, beh, sì: è necessario svendersi, tradire sè stessi almeno un po'.

allelimo ha detto...

silvano: risposte in ordine cronologico.
Carta e Scanu non erano provocazioni, erano battute :)
Su Salinger ho già risposto: mi sembra un esempio non appropriato. Non perchè scrittore, ma perchè la sua "storia" artistica mi sembra esattamente agli antipodi della storia artistica di un Presley o di un Rod Stewart.
Salinger potrebbe essere, al limite e con tutte le differenze del caso, un Syd Barrett, che dopo tre dischi sparisce dalla scena musicale. Senza la parte dello sputtanamento.

I temi che proponi nel commento successivo mi sembrano invece molto interessanti.
E se non ne parliamo in un blog, dove dovremmo farlo? Se il dibattito è complesso ed articolato, articoliamo complessamente, che problema c'è?
In alternativa, cambio il titolo al blog ("Place to have") e parliamo solo di calcio, figa e macchine? :)

L'arte ex-giovane del rock è, a mio parere, diventata innegabilmente arte tout-court.
L'età del pubblico e dei performer non è più intimamente legata e corrispondente come negli anni passati. A un concerto dei Rolling Stones ci sono normalmente varie e diverse generazioni, e questo mi sembra un bene.
Mentre mi sembra un male quando "noi vecchi" cominciamo a rifugiarci nel passato ("classic rock", lo capisco, ma mi mette un po' i brividi), ignorando che la musica, per fortuna, va avanti.
Che non vuol dire che tutto il vecchio è male e tutto il nuovo è bene: al contrario, se una cosa è valida è valida a prescindere dal "quando". Ma in tutte le direzioni!

Interessante anche la questione della riproduzione artistica della musica rock non più legata all'artista che l'ha scritta.
Ma non sono d'accordo con la tua risposta: il rock non è arte effimera, ma "performing art" (qui per una volta ci devo mettere l'inglese)
E quindi la musica rock è legata a doppio filo al suo compositore/esecutore, è anzi un tutt'uno tra musica e musicista.
Non a caso, il concetto di "cover" non esiste nè nella musica classica nè nella musica jazz (dove si parla piuttosto di "standards"): e solo per la musica rock ha senso parlare di "interpretazione personale" della canzone scritta da qualcun altro.
Le cover band, beh, quello rimangono: un surrogato dell'originale.

allelimo ha detto...

Marco: con il tuo "erano" sono perfettamente d'accordo. E' con i troppi "sono" che ho un problema...
Sull'Amaca: "sagge" magari no, che è una brutta categoria, di solito legata all'età... visto che stiamo parlando di "Gerontorock" ;)
Lucien: vero che non è una regola, però è comprensibile che la maggior parte delle volte sia così. Cominci per divertimento e/o convinzione, ma se poi lo trasformi in un lavoro le priorità tra espressione artistica e pagnotta possono facilmente cambiare. Però sembra che dirlo non sia troppo educato, boh...
Principe unwise de Curtis: a prescindere, perdincibacco!

silvano ha detto...

Caro Ale, se il rock fosse solo performing art, sarebbe destianto a morire con gli autori. Una musica non eseguita dal vivo, a mio avviso, è morta. Io invece spero che seguirà la medesima strada del jazz dove, come ben sai, se Jarrett o chi per lui esegue uno standard nessuno di noi si sogna di dire che esegua una cover.
Il concetto di cover, se il rock non fosse solo performing art, sarà destinato a morire per essere superato dal concetto di standard e di intepretazione, in ultima analisi, di un classico.
Attualmente noi siamo condizionati dalle cover e dalla cover mania (penso banalmente a n programmi televisivi, o a quelle patetiche cover band da bar), mentre dovremmo mano a mano spostare l'attenzione all'intepretazione di alcuni grandi che prendono le canzoni di altri e li rieseguono. Siamo agli inizi, perchè per questioni di tempo spesso i grandi interpreti/performer/autori della storia del rock sono ancora vivi.
Al di là del fatto contingente, che possa o meno piacere, uno come Rod Stewart, ti posso assicurare, che quando ha intepretato "Downbound Train" di Tom Waits non ha fatto una "cover" ma ha eseguito uno standard. Ecco credo che quello sia una parte del futuro del rock.
Almeno me lo auguro.
ciao.

CheRotto ha detto...

il tuo post mi ha fatto venire in mente Pino Scotto (l'Ozzy de noarti) senza ovviamente usarlo come paragone ma solo come spunto. Per chi non lo conoscesse è stato cantante dei Vanadium (su wikipedia potete sfogare la curiosità) e forse qualcuno lo definisce un rocker o vecchio rocker, non so, sta di fatto che conduce una trasmissione su rocktv dove passano alcuni video alternati da domande che lasciano su una fantomatica segreteria telefonica chi segue il programma o presunti tali. Pino si esibisce in un linguaggio poco forbito e continua a sputare addosso sul mondo del rock o della canzone o della tv o della società in generale. Lo scorso anno mi capitò di assistere a qualche minuto (il personaggio vale almeno di guardarlo 5/7 minuti poi è un po' ripetitivo...) e Pino aveva appena finito di lanciare anatemi contro X-Factor e compagnia cantante che arriva una domanda: "Ciao Pino sono Antonio (non ricordo bene il nome ma va bene lo stesso). Mio papà è convinto che il Vasco sia il più grande rocker che abbiamo in Italia. Io invece penso che il rocker più grande sia il Liga. Tu, Pino, cosa pensi?" E questa fu la risposta di Pino: "Antonio...te e tuo papà...ma andate a fannculo!"

Zio Scriba ha detto...

già, ce ne fossero tanti di Salinger, in ogni campo dell'umana creatività: dare il meglio del meglio, e poi lasciar spazio a chi ha nuove idee... si levassero dai coglioni tanti nostri parrucconi ammuffiti (sì, ma poi lascerebbero il posto alle nipotine raccomandate, allora teniamoci i parrucconi e vaffanculo...)

lancio una provocazione sull'argomento musica anche se, come direbbe un protagonista del Grande Lebowski, NON E' IL MIO CAMPO:
non sarà anche un po' un luogo comune (perché fa figo e intenditore) questo dire sempre di tutti i musicisti che dopo un po' degenerano, tradiscono, si vendono, si rincoglioniscono, deludono, peggiorano... Ma ce ne sarà qualcuno che migliora?

Webbaticy ha detto...

Purtroppo i casi sono ultra-rari: ce ne fosse stata di più, di gente come i Talk Talk, primo nome che mi viene in mente...

allelimo ha detto...

Webbatici e Zio Scriba: oltre ai Talk Talk si potrebbero fare i nomi di David Sylvian e dei Beatles (il primo dai Japan fino a "Manafon", i secondi da "She Loves You" a "Strawberry Fields").
Però il percorso opposto è il più comune, come se nella musica il rincoglionimento fosse più facile che negli altri campi artistici...
CheRotto: devo provare a vederlo quel programma, grazie per la segnalazione :)
silvano: in effetti il mio commento precedente è stato scritto troppo in fretta, e non è abbastanza chiaro. Provo a spiegarmi meglio: "performing art" in quanto data dall'unione tra interprete/compositore, composizione ed interpretazione, e non effimera in quanto esiste "l'originale". Che nel rock non è il concerto, ma la registrazione.
Che, dai Beatles in poi almeno, non è necessariamente riproducibile dal vivo.
Quando parliamo di quanto erano bravi i [mettete qui un nome qualsiasi di un gruppo non italiano] ci riferiamo, nel 99% dei casi, ad una conoscenza mediata quasi esclusivamente dai dischi, cioè l'oggetto artistico prodotto dai gruppi rock.
Quando si è parlato (ad esempio) di quanto era bravo Rod Stewart con i Faces, quanti in Italia hanno visto un concerto di Rod con i Faces? E quanti di quelli che ne hanno scritto nei commenti al tuo post? Posso azzardare uno "zero" alla seconda domanda? :)

Compositore/interprete e composizione sono, nel rock, una cosa sola. Ma per fortuna, esistendo l'originale, nulla muore: così come, ad esempio, alla morte di un pittore sopravvivono i quadri.

Musica classica e jazz sono due "bestie" diverse.
La musica classica perchè risale ovviamente a tempi in cui le tecnologie musicali disponibili erano molto diverse da quelle attuali: non esiteva la registrazione, e la separazione tra esecutore e compositore era praticamente obbligatoria.
Lì l'originale è la composizone scritta, non la sua esecuzione.
Il jazz perchè la base della sua filosofia musicale è molto diversa da quella del rock. Abilità strumentale e interpretazione personale non sono neanche discutibili, e la pura composizione non è poi così importante.
Qualche tempo fa si era parlato di un video in cui i Dream Theater rifacevano un pezzo dei Pink Floyd uguale ma uguale al disco. Un atteggiamento del genere nel jazz è semplicemente inconcepibile.
Suonare uno standard vuol sempre dire fornire la propria interpretazione di un brano, la "cover band" jazz sarebbe un assurdo concettuale.

Futuro del rock: spero vivamente non sia Rod Stewart che interpreta brani di Tom Waits, sarebbe oltretutto un futuro che finirebbe mooolto velocemente... :)
Oltre la facile battuta, il futuro del rock sarà nel prossimo punk (o new wave o come diavolo si chiamerà) e dopo quella, in quello che nascerà ancora.
Per fortuna è sempre successo così, e continuerà a succedere. Nasceranno nuove "interpretazioni" del rock con nuovi interpreti.
Certo, sarà necessario tenere le orecchie aperte, possibilmente ricordando come venivano accolti all'epoca della loro nascita il rock'n'roll, e poi il punk, e poi è inutile rifare tutta la storia degli ultimi 60 anni di musica qui.
Quello che indichi tu, al massimo potrebbe essere il futuro del pop. Che è molto più svincolato del rock dal rapporto compositore/interprete.

Maurizio Pratelli ha detto...

immagino già che commento metterebbe qui pino scotto!

allelimo ha detto...

Estiqaatsi! Pensa che bello che Maurizio grande immaginazione, peccato lui non condivide con altri... :)

unwise ha detto...

"prossimo punk"? se penso a una prossima ventura orda di zozzoni traforati e nichilisti, spocchiosi e incuranti della propria igiene come del fatto di saper mettere insieme 3 accordi, ho già i conati. non che quattro nerd giapponesi armati di sony vaio mi farebbero dormire sonni più tranquilli...
mi auguro solo che la prossima "rivoluzione" la faccia qualcuno che ami veramente la musica, e che magari si preoccupi meno dei soldi che ci può fare, o della droga che può prendere (gratis).

allelimo ha detto...

unwise: la frase completa era "il futuro del rock sarà nel prossimo punk (o new wave o come diavolo si chiamerà)".
Ora, capisco che a te non piaccia il punk, ma mi sembra evidente che mi stavo riferendo al prossimo movimento "innovativo" rispetto allo status quo della musica, non a una ipotetica riproposizione del punk, nè musicalmente, nè esteticamente.

Sugli zozzoni incuranti della propria igiene e sul numero degli accordi conosciuti, così per curiosità: ma secondo te cosa di diceva a inizio secolo scorso dei "negri" che suonavano jazz? E verso la metà, di chi suonava "rock'n'roll"? E poi più o meno di tutti quelli che hanno fatto musica? Compresi i metallari adolescenti, che per igiene personale, abbigliamento e spocchia non mi sembrano molto diversi dai tuoi odiati punks :)

unwise ha detto...

beh, diciamo che sarebbe lecito aspettarselo, visto che lo hanno già scongelato una volta per darci la "novità" del grunge...spero solo che in cella frigorifera non ne sia rimasto più. oltretutto si deteriora molto in fretta, esposto all'aria, e io spererei in qualcosa di più duraturo. e per questo ci vogliono delle basi che vadano un po' oltre quelle di un cavernicolo. se guardiamo la parabola che tu citi, jazz, rock'nroll, punk, è evidente che il fattore novità ha sempre meno contenuto tecnico e sempre più è legato alla moda o all'ideologia. e sicuramente è un fattore commerciale a pilotare tutto questo: meno c'è da saper suonare, più gente le case discografiche possono mettere sotto contratto, più soldi si fanno....
ci vorrebbe magari qualcuno che, fatti abbastanza soldi per vivere tranquillo, rinunci magari all'ennesima villa faraonica, per produrre qualcosa di valido, visto che la possibilità ce l'ha.

SigurRos82 ha detto...

Ah ecco chi è questo Pino Scotto! Il suo nome era apparso su last.fm e mi domandavo chi cavolo fosse :):D

allelimo ha detto...

unwise: stavolta non ti capisco proprio.
Il grunge era formato in parti uguali da punk, hard rock e noise, e mi sembra abbia prodotto cose più che egregie, a partire dai Nirvana di "Bleach" e "Nevermind".
La parabola che cito io, scusami, ma devi vederla contestualizzata, ogni musica rispetto alla sua epoca di nascita: e allora ti assicuro che jazz, r'n'r e punk diventano molto più simili di quanto pensi tu.
Poi la tesi che le case discografiche sono contente di mettere sotto contratto chi non sa suonare dal punto di vista "tecnico", beh, anche no...
Le case discografiche vendono dischi: cosa c'è dentro, non gliene può fregare di meno.
E per vender davvero tanti dischi, devi avere delle idee (anche brutte e banali, la maggior parte delle volte sono quelle che vendono meglio).
Della realizzazione tecnica delle idee, a chi vende e a chi compra i dischi che vendono milioni di copie, non può fregare di meno.
Anzi, a parte i musicisti, la maggior parte delle persone che ascolta musica fa fatica a distinguere un basso da una chitarra, altro che "la tecnica strumentale" e il "saper suonare". Che in ogni caso col talento hanno pochissimo a che fare, al limite con lo studio e l'esercizio quotidiano...
Quelli che dici tu, che rinunciano alla villa per produrre qualcosa di valido, esistono e li trovi citati poco sopra: David Sylvian e Talk Talk, per esempio.

Lucien ha detto...

Premesso che per fare musica è necessario saper suonare bene: il contenuto tecnico lascia il tempo che trova; l'ho sempre considerato secondario rispetto le idee, la creatività e la voglia di innovare di un musicista. Per quanto riguarda le case discografiche (mi riferisco alle major) spero che schiattino in fretta.

DiamondDog ha detto...

Non capisco cosa ti turba.
Il percorso artistico di un cantante/gruppo è strettamente personale, non si possono accomunare le paillettes di Elton John agli eccessi di Rod Stewart se non attraverso il kitsch ed un trattamento superficiale.
Ma son storie diverse.
Che a mio avviso non producono nessun "teorema".

Che poi molti di quelli che (furono) grandi rockers abbiano avuto una parabola discendente spesso legata al fatto di ripetere a vita sè stessi mi pare un fatto piuttosto ovvio.
Tutti invecchiano, c'è chi invecchia meglio e cerca di battere strade sempre nuove e chi invecchia peggio col concetto "squadra che vince non si tocca".

Sono scelte personali, dati di fatto, cose che possono piacere oppure no.
Ma il fatto che diventi una macchietta di te stesso perchè dovrebbe svalutare in modo retroattivo il tuo passato?
E perchè dovrebbe precluderti a priori la possibilità di qualche "colpo di coda"?

CheRotto ha detto...

sarebbe bello leggere un commento di Pino ;) in attesa vi lascio link del suo pezzo con caparezza
http://www.youtube.com/watch?v=vTbcos3MqrY&feature=player_embedded#!
niente di chè però l'immagine finale non è male...

allelimo ha detto...

DiamondDog: nulla mi turba, trovo uno spunto secondo me interessante e ci faccio un post, tutto qui.
Le paillettes dell'Elton e gli eccessi del Rod, direi che il kitsch è un elemento più che sufficiente ad accomunarli, e le storie mi sembrano abbastanza simili: realizzano cose belle o bellissime fino ad un certo punto, poi cominciano a sputtanarsi "artisticamente".
Per me la parte "artistica" o "di contenuto" è importante, se a qualcuno basta la parte dell'entertainment, va bene lo stesso, ma a me non basta.

Lo spunto di questo post viene evidentemente dal post di silvano sul concerto di Rod Stewart, che tu hai sicuramente letto.
Ora, io sono assolutamente d'accordo sul fatto che 30/40 anni fa Rod Stewart, Elton John, Eric Clapton etc. abbiano fatto dischi bellissimi, e non mi risulta di aver mai sostenuto che il loro passato debba essere svalutato retroattivamente.
Ma sono passati 30/40 anni, e adesso come adesso sono, purtroppo, macchiette di sè stessi. Non ci trovo nulla di male a dirlo: come dici tu, possono piacere oppure no. A me non piacciono.
E pensare che di qui possano passare il presente ed il futuro della "nostra musica" (chiamiamola rock o come volete voi, non è importante l'etichetta), beh, io, per me, spero di no.... :)

Leandro Giovannini ha detto...

ah già, "nevermind", splendide canzoni pop rivestite di chitarre "grunge". E poi il pop non fa le rivoluzioni...
Provate ad ascoltarle senza "sentire" il vestito di chitarre.

silvano ha detto...

Voglio i diritti...ok almeno una partecipazione agli utili...va ben dai mi accontento della mancia!

allelimo ha detto...

silvano: ok, ti do il 50, no il 70, anzi ti faccio partecipare al 99%, crepi l'avarizia!

Harmonica: "Il grunge era formato in parti uguali da punk, hard rock e noise, e mi sembra abbia prodotto cose più che egregie, a partire dai Nirvana di "Bleach" e "Nevermind"."
Dove ho scritto che il pop non fa le rivoluzioni?

Poi siamo sempre lì con la terminologia: pop, punk, rock, "pop di classe"...
A me sta bene la distinzione tra pop "banale" e pop "di classe" che tu fai sempre, però accipicchia, dagli anni '80 ad oggi la parola "pop" e basta si riferisce alla "musica da classifica di solito non di classe", per quello che intendi tu si deve specificare ulteriormente.

I Nirvana erano "pop"? Lo sono diventati, ma solo nel senso di "popolari", non certo di banali.
Erano "pop di classe"? Direi proprio di no, se per pop di classe ci riferiamo a Steely Dan e Prefab Sprout.

Poi, "togliamo le chitarre distorte ed è pop" mi sembra una cazzata. Tipo "Mussolini, togliamoli la camicia nera ed era comunista".
Dal punto di vista tecnico, tra pop/pop di classe/rock le differenze sono veramente minime: sono tutte canzoni, per il 99% basate sulla struttura strofa/ritornello/bridge (o middle-eight).
Gli accordi sono grosso modo quelli: giusto il "pop di classe" usa un po' più di accordi minori e qualche accordo di settima, che fa subito il feeling jazz, e magari qualche tempo dispari, che di per sè non è mica più o meno di classe di un tempo pari.
Voglio dire, tutto il lìsssio è in tre-quarti...
Quello che fa davvero la differenza è l'arrangiamento e i suoni. Per chi non fosse convinto, un buon esempio potrebbe essere questo post di DiamondDog... :)

SigurRos82 ha detto...

Una postilla sul grunge: a mio parere le 'dosi' di noise, punk e hard-rock non erano distribuite esattamente in parti uguali ;) Tipo: Soundgarden e Alice viravano più sul versante hard-rock/metallo, Mudhoney su punk e noise, Screaming Trees (successivi) e Pearl Jam su un rock abbastanza classico (alla Neil Young, per dire), con spruzzatine di punk-rock...:)

brazzz ha detto...

bè,sto via 3 giorni e si scatenano discussioni epocali...e come sempre son d'accordo con alle(siam dei cloni?) ah no,a me sylvian non piace..eh

allelimo ha detto...

Sigur Ros: ovvio che le parti uguali fossero una semplificazione, però riferita ai gruppi definiti grunge nel loro complesso mi sembra abbastanza plausibile.
Se poi andiamo a sindacare gruppo per gruppo (o anche quali gruppi fossero "grunge", i Pearl jam ad esempio per me non lo erano) evidentemente gli ingredienti erano (fortunatamente) mescolati in percentuali diverse :)
brazzz: eheh, per fortuna non siamo d'accordo su tutto... :)
Però il percorso di Sylvian dal pop all'avanguardia, piaccia o meno l'autore, è innegabile e non comune.
(dove per pop si intende musica di facile ascolto non necessariamente di qualità, e per avanguardia musica che meno concede al facile ascolto e che cerca una delle sue ragioni di essere nello sperimentare forme sonore diverse dal solito)

SigurRos82 ha detto...

Sì, effettivamente i PJ sono finiti nel calderone del grunge più per affinità di aria seattleiana che altro, ma ci potrebbero anche stare se considerassimo il grunge come movimento volto a ritrovare e rinnovare, ciascuna band con la proprià sensibilità, un certo rock di peso, piuttosto che da un punto di vista strettamente musicale. Cavolo, ci finirono dentro anche gruppi che per me non facevano altro che suonare del rock stile fm, chi un pochino meglio (Stone Temple Pilots), chi invece peggio (Candelbox e altri che probabilmente avevano fiutato un possibile affare) ;)

ReAnto ha detto...

Oggi è il compleanno di Mago Zurli, scopritore di talenti nazionali quali Cristina Davena..D'Avena con l'apostrofo forse .boh...Dalla 248 nessun post aiutami :)

Ercole Speranza ha detto...

cavoli, e io, stupido, che credevo fosse morto giovane elvis, scopro che invece era un anziano quarantenne: prrrrrrrrrrrr!!! nella lista mancano hendrix e e jim morrison, fortuna che c'è stato david sylvian a scrivere la storia del Rock, che fosse stato per gente come jagger, dylan, springsteen o eric clapton, a quest'ora tutti a sentire musica da camera con la parrucca ben cotonata.. così pè provocà

allelimo ha detto...

Johnny Basement: ma sai che ho ricontrollato, e fra post e commenti non parlo nè di Jagger, nè di Dylan nè di Springsteen?
Elvis è morto giovane anagraficamente, vero, ma anche qui, mi sfugge dove si è detto che è morto vecchio. (Sputtanato, sì, c'è scritto!)
Hendrix e Jim Morrison, loro sì: sono morti giovani e non hanno fatto in tempo a sputtanarsi (è un fatto, mica voglio sostenere che abbiano fatto bene...) come ad esempio Eric Clapton, l'unico di quelli da te citati di cui si parla qui.
Sulla storia del rock c'è un post qui sopra, a me continua a non sembrare un grandissimo punto di merito "aver fatto la storia del rock", ma sono fisime mie.
Se tu pensi che negli ultimi 20/30 anni Clapton e gli altri abbiano realizzato dei bei dischi, beh, liberissimo di ascoltarli :)
A me quelli lì (Jagger/Dylan/Springsteen/Clapton) non piacevano 30 anni fa, continuo a preferire altre cose.
A te non piace Sylvian, va bene lo stesso: il mondo è bello perchè è vario, vogliamoci bene e mettiamo fiori nei nostri cannoni, give peace a chance, etc. :)

SigurRos82 ha detto...

E a questo punto ci starebbe bene l'ascolto di un bel Volunteers dell'Aeroplano Jefferson, così per stare in tema di piiiissssssss :)

allelimo ha detto...

Sigur Ros: sì ma con molta consapevolezza, cioè, nella misura in cui al limite possiamo portare avanti un discorso, cioè mi hai capito no? Lasciamoci penetrare (ma anche no) dall'amore fraterno ed universale, make love not war, c'era un ragazzo che come me, tata tattatta, ma che colpa abbiamo noi, we want the world and we want it it now, is everybody in? imagine all the people, bestia fermatemi!

SigurRos82 ha detto...

We can be togetheeeeeeeeeeeeeer :D

allelimo ha detto...

Go ask Alice
I think she'll know