giovedì 25 febbraio 2010

Dischidimmerda: Genesis - Selling England by the Pound


Per una volta che in Inghilterra erano riusciti ad ignorare l’ennesimo gruppo inutile, ci avevamo pensato noi in Italia a farli rimanere in vita, mandandoli addiritura al numero uno delle classifiche dei dischi più venduti.
Insomma, avevamo deciso di non rinunciare a niente – e allora, Genesis!

Credo fossero il gruppo preferito di quelli che adesso chiameremmo “nerds”, allora più brutalmente si parlava di “sfigati”.
Gruppo perfetto per gli adolescenti a cavallo tra il Ginnasio e la prima Liceo, che cercavano di differenziarsi dalla massa dedita alle discoteche (ed alle ragazze. Noi no – ascoltavamo Peter Gabriel, pensa te – magari sobriamente vestito da fiore come nella orrida copertina del Live (edizione italiana) che ho dovuto mettere qui sopra…)

Mi chiedo ancora, quanto del successo dei Genesis [1] in Italia è dovuto agli sfigati che frequentavano il Liceo Classico?
Alcune linee di ricerca possibili:
  • Benedetto Croce e le liriche dei gruppi prog-rock;
  • Giovanni Gentile, la riforma scolastica del 1923 e la fortuna commerciale del prog-rock in Italia;
  • Lo studio del greco antico e della filosofia in rapporto all’esegesi di “Dancing With The Moonlight Knight”;
  • Il rapporto tra Eraclito e “Firth of Fifth” (ovvero come mettere in relazione il concetto di “Panta rei” e i versi “The sand of time were eroded by / The river of constant change”).
“Selling England” contiene inoltre, per la gioia di tutti gli appassionati:
  • il primo pezzo veramente pop dei Genesis (“I know what I like…”); [2]
  • la prima apparizione vocale solista e miagolante di Phil Collins; [3]
  • Smitragliate strumentali varie (Ah l’assolo! Senti che tecnica! Che velocità! Quante note! – tutti concetti mutuati dal mondo dello sport, ma che tanto hanno contato nel successo di questi – ed altri - loschi figuri);
  • Atmosfere medioevaleggianti d’accatto, finte complessità più timbriche che strumentali, pianoforti classicheggianti (mica le chitarrone dei capelloni!);
  • Richiami fantasy qui e là, signorideglianelli e campihobbit in sottofondo – non che piacessero davvero ai fascistelli sanbabilini (non avevano abbastanza cervello per capire neanche la musica dei Genesis…) però l’immaginario è quello…

Note e links:
[1] O più in generale del “prog-rock”…

[2] Pur sempre un capolavoro, se rapportato alle cose che saranno capaci di perpetrare negli anni ’80, tutti insieme ognuno per conto suo.

[3] Appunto... ma vi ricordate il disco col faccione? "In the air tonight"? E il rullante con il gated reverb che ci ha poi perseguitato per tutti gli anni ‘80?

95 commenti:

Simone Cavatorta ha detto...

Ahahahahahahaahha... anche se non fossi d'accordo, dovrei per forza darti ragione dopo un'esposizione del genere... ma comunque sono anche d'accordo.
Secondo me, qui ci sono tutti i cliché più deteriori del cosiddetto progressive, peraltro virati in chiave pop, il che me li rende ancora più indigesti.
Non che io abbia un'avversione particolare per il progressive, ci sono artisti che hanno saputo esprimersi egregiamente attraverso questo linguaggio (King Crimson/R. Fripp e VdGG/P. Hammill su tutti)... ma appunto: i generi in sè e per sé significano poco o nulla, per ognuno ci sono pochi gèni e moltissimi cani, per cui dipende poi tutto dalla visione musicale e dalla sensibilità del singolo artista (non sopporto quelli che fanno equazioni del tipo: jazz=bello, rock=brutto).
Però va detta una cosa: il prog, sicuramente, è il più rischioso fra i generi, proprio per le ambizioni e le velleità di allargamento del linguaggio rock che si propone... per cui, se si sbaglia nel prog, si sbaglia di brutto, e i risultati possono essere catastrofici (anche molto peggiori di Selling England: pensate ad esempio alle suite degli EL&P).

Blue ha detto...

Sei un trollone. Comunque accetto il gioco e ti darò da mangiare...

Selling England (che all'epoca non acquistai neppure) non è un disco di mmrd - come lo chiami tu - ma un disco di maniera.
Ma dire che Dancing With the Moonlit Knight e Firth of Fifth significa essere senza orecchie. O troll.

Ciao :-)

PS: io sono l'autore del pezzo Il Cimitero degli Elefanti su un Mucchio Selvaggio del 1978. Ma allora eravamo rivoluzionari nel pieno dell' azione: Kill all hippies (but Van Der Graaf)...

allelimo ha detto...

Simone: bastardo. Avevo rimosso, e adesso mi hai fatto tornare in mente "Tarkus". Questa notte, incubi assicurati... :)

Blue: c'era qualche troll nelle vicinanze della tua tastiera che si deve essere mangiato una parte della tua risposta :)

brazzz ha detto...

ahahah sei grande..czz,io fascevo appunto il liceo..ma caro mio,deigenesis mi piacque nursery crime,poi nisba..mi è piaciuto il gabriel solista fino a so..il prog..genere rischioso...si va dal genio di fripp a rick wakeman..dalle stelle alle stalle..
proporrei però un dischidimerda specifico per i "concept album"..e qui il primo posto di diritoo va tarkus e secondo a pictures at an exhibition,sempre dei mostruosi ELP,che,essendo liceale,amavo..questo fino a qaundo scoprri,nel 72,che c'era gente tipo zappa in giro,per cui tutto un mare di pura merda me lo lasciai alle spalle

brazzz ha detto...

ah,scusate.sempre per infierire su roger waters..ma possibile che nel 79,in pirena rivolta wave,unose ne dovesse uscire con THE WALL?retorica pura sia musicalmente che per tutto il resto?cazz..c'era la no wave,pere ubu,pop group,un mondo musicale rivoltato dalle basi,e questi se ne escono con una troiata del genere?e l'hopure comprato,accidenti a loro..sentito e gettato dalla finestra..ricordo bene..ah..SECONDOME..ovvio

ReAnto ha detto...

Lo amo...

unwise ha detto...

hahahahahahaha...Tarkus rulez!

Simone Cavatorta ha detto...

Ehm... sì, va be', però Tarkus e Pictures non sono certo fra le cose peggiori degli EL&P: provate a dare un ascolto al Piano Concerto No.1 di Keith Emerson (evidentemente pensava di farne altri, tipo Beethoven) o alla suite Memoirs Of An Officer And A Gentleman... quest'ultima dal mitico album Love Beach, che vanta la copertina a mio avviso più brutta della storia. :)

brazzz ha detto...

altri dischidimmerda sezione cocnept album..a passion play dei jehro tull..ma cosa gli era preso a tutti in quel periodo?
simone...a me tarkuzzz sembra già sufficentemente "orrorifico"..le altre cose manco mai le ho sentite..ah..le orme in italia..che ve ne pare?eheheh

allelimo ha detto...

Blue: mi sembra chiaro che “dischidimmerda” sia inteso in senso ironico, non si può ogni volta mettere un cappellino per spiegare sempre le stesse cose…
Comunque, nei commenti della puntata precedente ho scritto:
“… molto dell'amore che a questo disco ci ha legati un po' tutti…”
“… da quello che ho scritto, non mi sembra difficile capire che [discodimmerda in questione] lo conosco, l'ho molto ascoltato ed anche amato - se no come farei a parlarne, [nel] bene o [nel] male?”

Non si può parlare male dei dischi che non si conoscono – questi qui sono i dischi che più o meno tutti abbiamo amato “da piccoli”, ma per ragioni che ormai non riesco più a sentire mie.
Potrei anche cambiare il titolo della rubrica “Dischi che ho molto amato ma che adesso penso non siano più così belli come quando li ascoltavo le prime volte” oppure “Dischi che la maggior parte delle persone ritiene intoccabili e fondamentali per la storia del rock, ma a guardare bene forse non è poi proprio così vero che lo fossero”.
Però “dischidimmerda” mi sembra un filino più efficace :)

Sul Mucchio, purtroppo il primo numero che ho comprato mi sembra fosse il 43 (o 34?), non ce l’ho sottomano adesso, mi ricordo una copertina gialla (?) ed un’intervista con John Entwistle… credo fosse il 1980, stasera a casa controllo…
Però l’articolo sui dinosauri lo leggerei volentieri :)

brazzz: proprio per quello che ho appena detto, sommato a quello che hai detto tu, una roba come "The Wall" non potrà mai esserci in questa rubrica... :)

ReAnto: banalmente, si dice che l'amore è cieco. Nel tuo caso, pure sordo... :)

unwise e Simone: cioè, esiste di peggio di "Tarkus"? Estiquaatsi... :)

unwise ha detto...

sarò anche un uomo di gusti semplici, ma a sentire ste cose mi viene una voglia irrefrenabile di...Whitesnake!

Simone Cavatorta ha detto...

Su The Wall: confesso che questo disco l'ho amato molto da adolescente, per cui anche adesso, pur considerandolo oggettivamente bruttino, non riesco a svalutarlo del tutto... sicuramente avrete ragione voi, ma io penso che nel suo genere (rock mainstream) non sia proprio da buttare... cioè, io alcuni ritornelli, ogni tanto, li canticchio ancora volentieri... penso che, a suo modo, per gli obiettivi che si poneva, sia un album abbastanza ispirato... un album di Roger Waters, peraltro, non dei Pink Floyd, visto che ormai gli altri erano semplici session men al soldo del leader...
Il seguente The Final Cut sarà molto ma molto peggiore.

allelimo ha detto...

Certo che i Pink Floyd sono come la gramigna, crescono ovunque anche quando non li hai seminati... :)

Webbatici ha detto...

Dissento più o meno da tutto ciò che scrivi sia nel post che nei commenti, ma senza pormi alcun problema esistenziale in quanto so perfettamente che per te qualsiasi cosa (e sottolineo qualsiasi) fatta prima del 1978 per te è da buttare via, a parte V.U. & Nico.
O sbaglio? :-)

allelimo ha detto...

unwise: accidenti, se l'ascolto dei Genesis ti fa pensare al suicidio ofidico, smetti immediatamente - mica ti voglio avere sulla coscienza :)

unwise ha detto...

per carità, i genesis li adoro...ma ogni tanto mi devo pur fare una dose di sana tamarria! anche perchè io sono un tamarro istruito (con tuttte le lacune del self-teaching), e dei discorsi sulla purezza delle intenzioni non mi potrebbe importare meno. mi piace, lo ascolto, non mi piace, lo ignoro (magari solo temporaneamente).

allelimo ha detto...

Webbatici: direi di no, tra i miei "Top Ten" ci sono Nick Drake e Robert Wyatt, entrambi attivi ben prima del 1978 :)
Tra i miei preferiti pre-78, così sui due piedi: Doors, Beatles, Rolling Stones, Neil Young, Stooges, MC5, Patti Smith, New York Dolls, Tim Buckley. E anche Clash, Sex Pistols, Siouxsie sono pre-78 :)
Quello che - quasi aprioristicamente - non mi piace proprio è quel rock tra il pomposo ed il tronfio di Yes, Genesis, Pink Floyd, EL&P, Jethro Tull e compagnia brutta (i VDGG sono di un'altra pasta però!)

Webbatici ha detto...

Ti avviso, se mi tocchi PH & VDGG divento come Andrea...

allelimo ha detto...

Ma no dai, te l'ho anche scritto: i VDGG sono di un'altra pasta però :)

allelimo ha detto...

Vedi a scrivere sui due piedi: poi ti dimentichi Frank Zappa, la no wave (No New York è giusto del '78), i Talking Heads, i Television, e chissà qaunti altri... :)

Simone Cavatorta ha detto...

Unwise: assolutamente d'accordo con il tuo motto "mi piace, lo ascolto, non mi piace, lo ignoro", credo che questa sia la maniera migliore per stare bene con se stessi, che poi è la cosa più importante.
Per me è un po' come col cibo: se mi piace un piatto poco raffinato (tipo patatine e ketchup), che male c'è... l'importante è andare dove ti porta il cuore (come dice quel genio di Moccia), ma anche, a volte, dove ti porta lo stomaco o l'intestino... non c'è niente di male! :)
Riguardo alla tamarria, confesso che anch'io ogni tanto sento il bisogno di spararmene dosi salutari... ad esempio, mi ascolto volentieri i Manowar a massimo volume, che in quanto a tamarraggine non sono secondi a nessuno... provate a cantare a squarciagola un pezzo come Defender... mi ringrazierete (oh, se vi sentite sminuiti dal punto di vista intellettuale, ricordatevi che la voce narrante su Defender è nientepopodimeno che del grande Orson Welles, uno che l'ironia - e l'autoironia - sapeva dove stava di casa) ;)

Simone Cavatorta ha detto...

Anch'io divento cattivo se mi toccano i VdGG e Hammill... anche i KC e Fripp, però... fate attenzione ;)

allelimo ha detto...

E i Suicide, Cpt. Beefheart, Jimi, Janis, Grateful Dead e Jefferson Airplane, Red Crayola e Silver Apples, gli Who e i Gong, David Bowie, e il Kraut-rock, e insomma, dovrei aver reso l'idea... :)

silvano ha detto...

Ma ce l'hai con me? ;)
Allora per farti scatenare di regalo un linketto:
http://31canzoni.blogspot.com/2009/09/genesis-1970-1975-remasters-2008.html
dove mi potrai fare a pezzi sia per Selling sia per...

Webbatici ha detto...

Di tutti questi nomi che citi, della stragrande maggioranza non conoscevo il tuo parere. Allora diciamo pure che sei un anti-prog-blogger :-)

allelimo ha detto...

Simone e unwise: ma vada per la tamarraggine, quella ci sta - nessuno potrà mai sostenere seriamente che i Manowar o i Whitesnake abbiano relaizzato "opere d'arte fondamentali per la storia della musica rock" :)

Poi mi sembra che tutto il gioco dei "dischidimmerda" sia dettato proprio dal tentativo di fare ironia anche sui "Santi", smitizzando gruppi e dischi che molti invece considerano "opere fondamentali etc." - vedi ad esempio (sul blog di silvano) la notizia della Conferenza sui Pink Floyd all'Università d Roma.

silvano: giuro di no, non lo sapevo, pietà... certo che quasi quasi rispolvero il progettato post sull'audiofilia... :)

unwise ha detto...

i Whitesnake sono stati fondamentali per me, anche perchè da qualche strada si deve pur passare. sarà pure un limite, ma io resto sensibile ai pezzi suonati bene e magari cantati intonati, a prescindere dal contenuto dei testi. non faccio mai il ragionamento contrario. un po' come dire, io non potrei mai innamorarmi di Margherita Hack, perchè a guardarla mi vengono i conati (anche a pensarci a dire il vero...)

Lucien ha detto...

Io ho sempre preferito decisamente Foxtrot. Poi come tanti, nati all'inizio degli anni '60, ho ripudiato in blocco il progressive per passare direttamente al punk e alla new wave, con tanto di gruppo musicale. Col tempo e col senno di poi ho rivalutato le cose che di quel periodo meritavano di più, tipo i Gong che adoro. Non a caso..."La Teiera Volante"

allelimo ha detto...

unwise: assolutamente d'accordo sulla minore importanza dei testi rispetto alla musica, anche se non mi sembra che l'argomento sia stato sollevato...?
Sui Whitesnake non so che dire, il mio punto era che, anche se per me è stato fondamentale l'ascolto di "We will rock you" per cominciare ad appassionarmi di musica, non penso per questo che sia una canzone fondamentale per la storia della musica rock - a differenza di etc. :)

allelimo ha detto...

Lucien: non vale. I Gong erano solo contemporanei del prog, ma non ne condividevano praticamente nulla - come, non so, i Can, i Soft Machine o gli Stooges :)

unwise ha detto...

appunto, ognuno ci arriva per la sua strada. poi sceglie cosa vuol privilegiare, in base alla sua natura. chi la musica, chi i testi, chi il contesto culturale o presunto tale. io non mi pongo nemmeno il problema a livello globale, solo a livello personale...e cmq non riesco a pensare che possa esistere una pietra di paragone valida per tutti. la mia natura indagatrice mi spinge ad andare a verificare tutti (o quasi) i suggerimenti, ma capita spesso che faccio come Alberto Sordi in "le vacanze intelligenti", cioè stacco e mi faccio una scorpacciata di pappardelle "ar sugo de lepre" :-)))

sassicaia molotov ha detto...

Scommetto che in questo blog naviga qualcuno che è riuscito a salvare lo scroto nonostante l'ascolto per intero di Yessongs. Su, non fate i timidi.

Anonimo ha detto...

Certo che essere così trancianti dopo i quaranta-e-passa... Allelimo sono rimasto di stucco, anch'io detesto qualche personaggio ma di solito oltre alla pancia metto in moto il cervello. E più passa il tempo più smusso e comprendo, è vero, spesso ciò che non mi piaceva continua a non piacermi, specie se non vale nulla, altre volte cambio idea.
Sui Genesis sono esattamente di parere opposto ma per fortuna anche in buona compagnia (di critica). Non voglio nè ho tempo (perchè ci vorrebbe un totale di tempo) di tediare sul perchè i Genesis non si possano liquidare come "merda", ma consiglierei semplicemente di riflettere su qualche pensata di uno di quelli che per molti qui sembra un alieno che nulla aveva a che spartire con Gabriel e company: Robert Fripp, il quale rivendicò il diritto di suonare con la testa (il cervello) oltre che con i piedi (e le mani), fece un primo album dei Fing Crimson strasinfonico e poi produsse proprio Peter Gabriel di cui fu amico, tanto quanto lo fu Hammill degli osannati (a ragione) VDGG. Hammill disse anche che i Genesis erano di una spanna superiori anche ai VDGG. Tutto documentato.
Se non si è capito cosa fosse il "teatro" dei Genesis posso indirizzarvi agli Atti del Convegno internazionale "Composizione e sperimentazione nel rock britannico 1966-1976" dove sono intervenuti tra gli altri Chris Cutler e Hugh Hopper ed esaminati Soft Machine, Genesis, Gentle Giant riguardo forma e sostanza.
Sostanza cioè ciccia, lo dico per farmi capire.
Qualcuno ferrato in inglese potrebbe poi aprirsi la mente leggendosi questo:
EDWARD MACAN
Rocking The Classics: English Progressive Rock And The Counterculture, Oxford University Press.
Avrei altro, non c'è che da chiedere.
Altrimenti si può beatamente restare ignoranti.

arc

unwise ha detto...

yessongs è una passeggiata in confronto a Tales from topographic oceans....lì non ce la faceva nemmeno Wakeman

allelimo ha detto...

No. "Yessongs" era il triplo live, vero? Le due cose (avere ancora i coglioni e ad aver ascoltato per intero "Yessongs")non sono compatibili.
In effetti, con i pedofili "Yessongs" è più efficace della castrazione chimica.

sassicaia molotov ha detto...

"Yessongs" era il triplo live, lo barattai ancora incellofanato in cambio del disco solista di Bruce Palmer (l'ex bassista dei Buffalo Springfield)con un tizio che pensava di aver fatto l'affare del secolo.
Ancora godo.

allelimo ha detto...

arc: scusami ma qui di tranciante c'è solo la tua risposta, data evidentemente senza aver perso tempo a leggere i commenti lasciati prima del tuo - facciamo così, prova a rileggere, magari in particolare il mio commento delle 14.44, il decimo dall'inizio - e poi casomai ne riparliamo :)

allelimo ha detto...

sm: beh, "The Cycle Is Complete" per "Yessongs" è l'affare del secolo! Ti piace anche "Oar" di Skip Spence? :)

Anonimo ha detto...

L'ho letto, Allelimo, ma cosa cambia dire che è un disco molto amato e molto ascoltato che poi non ti dice più nulla dopo aver postato una stroncatura sebbene goliardica dove lo definisci "di merda"?
Io sono stato caustico nei confronti dell'ignoranza, se ignoranza non c'è e invece l'intenzione è quella di divertirsi a sparare cazzate (in effetti...), dovrei togliere l'incomodo, anzi lo faccio senz'altro.
Spero comunque di aver fatto muovere almeno un sopracciglio.
Buon proseguimento

arc

sassicaia molotov ha detto...

@Allelimo: Assolutamente sì, "Oar" è un disco bellissimo.Son quei dischi che per riuscire ad avere a quei tempi dovevi fare ordini postali a quei 2-3 negozi che spedivano per posta. Io mi servivo alla Dimar di Rimini o partivo in treno per Roma destinazione Consorti.

allelimo ha detto...

arc: ma perchè vuoi "togliere l'incomodo"? L'unico modo per rendere interessante una discussione è avere opinioni differenti, che qui sono sempre le benvenute :)

A me sinceramente non sembra di essermi limitato a "sparare cazzate goliardiche", semmai a cercare - al limite senza risucirci - a fare un po' di ironia su un paio di "mostri sacri" come i Pink Floyd ed i Genesis.

Poi sui sopraccigli alzati (Raised Eyebrows?) non mi sembra un problema, i commenti sono generalmente più d'accordo con la tua posizione che con la mia :)

Sul cervello coi problemi di avviamento, menti aperte e beata ignoranza, mi erano sembrate espressioni un po' forti e per questo ti avevo rimandato alla lettura di quel commento...

Se cambi idea sul levare il disturbo, io continuo la discussione volentieri.

allelimo ha detto...

sm: beh sui "miei" negozi c'è un tutto un post - ma da Livorno non era più comodo Genova o Milano di Roma?
Di "Oar" ho ancora la copia in vinile comprata usata al Discomane per 5.000 lire... :)

Anonimo ha detto...

ok allelimo, hai senz'altro ragione a rilevare qualche mia espressione offensiva ma a quel punto avevo letto parecchie "cose" (non ne ho trovate molte di favorevoli al ...bersaglio!) che conosco da sempre ma che comunque restano irritanti.
Siccome vedo che non sono stato "spedito" e che i modi sono civili, mi scuso.
Resta che la sostanza e il metodo non mi piacciono anche se noto partecipazione per non dire divertimento a questo tiro-al-bersaglio.
Ho visto anche la puntata sui Pink Floyd, chissà chi sarà il prossimo.
Per carità tutto è lecito e più sono "sacri" i mostri tanto più diverte abbatterli.
Magari si perde di vista qualcosa come contesto storico, valore della scrittura: il Progressive non è solo artificio e virtuosismo.
Certe cose si facevano per la prima volta, era una naturale evoluzione della psichedelia, eccetera.
Anche il Mucchio - meglio tardi che mai - fece ammenda del suo anti-progressismo riguardo i Genesis (che per me comunque sono tali fino a Gabriel compreso e basta).
Rinnovo comunque l'invito ad approfondire. ciao

arc

brazzz ha detto...

la rubrica, ha rtagiuone alle..è interessante perchè si prendon di mira dischi che da ragazzi si è molto amato.poi,scoprendo altre cose,l'opinione cambia.ora,fripp col resto del prog che c'entra?avrà fatto in the court( e meno male)ma ha anche fatto red,che col prog c'entra zero..e ha fatto discipline..insomma,è stato smepre al passo coi tempi..gente come yes ha fatto cose discrete(fragile in certi passaggi non è male)poi ha deragliato verso l'orrore puro.tales from topografic è spaventoso..
anche io posso essere accusato di aver buttato a mare tutto quel che c'è stato prima del 77..ma mica bvero..ho buttato di certo il prog,certo rock noisosissimo che si sentiva,le frikkettonate varie..ma tutti i gruppi citati da alle ho continuato ad amarli..tant'è che rock bottom SEWCONDO ME è il miglior album di sempre.

Anonimo ha detto...

Con il Progressive Fripp c'è dentro fino al midollo. Il Progressive è un'attitudine alla contaminazione non è uno "stile musicale".
Nasce con l'intenzione di allargare i confini dal rock-blues a generi musicali diversi, dal folk alla sperimentazione elettronica di Darmstadt. I Can, Frank Zappa, Magma quanto Yes, King Crimson, Genesis erano progressive.
Secondo me il Progressive termina storicamente alla fine dei settanta, ma per molta critica comprende anche musica successiva fino ai Radiohead che ne sarebbero gli eredi naturali.

arc

silvano ha detto...

E pure i porcupine tree ne sono eredi e forse al giorno d'oggi sono il gruppo top del genere ma ad Allelimo anche quelli non piaceranno ;). Comunque la definizione che arc ha dato di progressive è perfetta. Non è nemmeno un caso che Gabriel negli 80 abbia dato vita alla real world, era il logico approdo del progressive serio. Se poi mi dici che molti dischi anni 70 siano invecchiati male ti do ragione, si pensi a molta della produzione Yes o ai Jethro, oggi suonano molto seventies, però ci sta quando ci si espone su nuove vie che possono non portare a nulla. Non si sbaglia quando si segue la via maestra del blues, ma negli altri casi si rischia e si può pure invecchiare male.
ciao.

allelimo ha detto...

L’accenno al blues mi permette di rispondere velocemente all’ultima parte dell’intervento di silvano, per il resto degli argomenti degli ultimi quattro commenti, c’è tanto da dire e ci vuole un po’ più di tempo per mettere insieme il tutto!

La via maestra del blues, anche no, eh! Che per fortuna c’è vita oltre la progressione blues (I-IV-V) e oltre la scala pentatonica.
Il blues è immutabile, sempre uguale a se stesso, codificato e rigido - ma avete mai provato a suonare blues? A parte "il solista", che anche lì via di pentatonica e basta, è una palla mostruosa! La noia fatta jam session…
Sul serio eh – nei gruppi blues quasi non servono neanche le prove, tanto, sempre quello puoi fare – e allora via di jam session immutabilmente uguali a se stesse… :)

ReAnto ha detto...

Il prossimo discodimerda temo che sia Aqualung..

allelimo ha detto...

Ultima risposta veloce per oggi, sul "tiro al bersaglio" citato da arc: ho fatto il conto, ci sono gli interventi di 3 persone che sostengono la mia tesi e di 7 persone che sostengono il contrario - non mi sembra esattamente un tiro al bersaglio :)

Poi il resto del discorso si è spostato dal disco dei Genesis ad una cosa molto più generale sull'uso della categoria "dischidimmerda" e su tutto il movimento "progressive".
Ho cominciato a scrivere una risposta, ma mi sembra più opportuno lasciare questa discussione al solo "Selling England" e spostare il discorso più generale in un nuovo post - se anche per voi va bene, ricominciamo domani :)

allelimo ha detto...

ReAnto: sicuramente no, non l'ho mai ascoltato tutto. Dei Jethro Tull ho ascoltato poco, e quel poco non mia ha mai spinto ad approfondire. Ma se vuoi scriverne tu, manda e si pubblica!

brazzz ha detto...

bè,prima di aqulaung ce ne son parecchi altri.poi quello,per me almeno,resta un buon disco..certo,ora come ora non lo riascolterei..dischi di merda ci vogliam mettere vienna degli ultravox?da john foxx a quello sfigato di midge ure..dalla vena sperimentale ai barocchismi fastidiosi..disco comprato pensando a hiroshima mon amour e messo in un angolo al'istante..

Blue ha detto...

Ok, sono d'accordo su tutte le motivazioni di Allelimo, e in gran parte condivido. È solo l'offesa della parola mrd che non mi piace, per quanto liberatoria. Che ne dici di: dischi da buttare? o raccolta differenziata?

Per quanto riguarda Il Cimitero dei Dinosauri lo puoi leggere a questo indirizzo:

http://www.unamanolavalaltra.it/tesori.sommersi/Mucchio24b.zip

Va tenuto conto che fu scritto sulle barricate del 1978...

tesori sommersi ha detto...

e più in generale...

http://www.unamanolavalaltra.it/home/tesori.sommersi.htm

DiamondDog ha detto...

Mah non so che dire.
Capisco l'intento ironico.
Non capisco lo scopo.
Ci sono dischi che evidentemente con il passare del tempo vengono posti in un'ottica diversa rispetto a quella originaria.
E, decontestualizzati, sembrano anche un pò ridicoli.
Ma il giochino, a mio avviso, resta un giochino: divertente ma sterile.
Io non ho mai amato i Genesis alla follia ma penso che non possano essere giudicati senza, appunto, contestualizzarli.
Se facciamo così allora anche album storici come certi dei Jefferson Airplane o dei CSNY possono fare la stessa fine, visto dove si collocavano. Ma anche di Neil Young e perchè no di Bob Dylan.
Insomma a parte il divertimento non si va molto lontano con il ragionamento.

allelimo ha detto...

DiamondDog: ok, contestualizziamo – a me sembrava di aver fatto un favore a “Selling England” evitando di contestualizzarlo troppo, ma comunque… :)
Senza farla troppo lunga, “Selling England” è del ’73. Tra il ’72 ed il ’73 erano usciti:

• Klaus Schulze: Irrlicht
• Popol Vuh: In Den Gaerten Pharaos
• Tangerine Dream: Zeit
• Rolling Stones: Exile On Main Street
• Nick Drake: Pink Moon
• Cluster: Cluster II
• Matching Mole: self-titled
• Joni Mitchell: For The Roses
• Frank Zappa: Grand Wazoo
• Neil Young: Harvest
• John Cale: Academy In Peril
• Can: Ege Bamyasi
• Matching Mole: Little Red Record
• Third Ear Band: Macbeth
• Faust: So Far
• Randy Newman: Sail Away
• Jackson Browne: Jackson Browne
• Frank Zappa: Waka/Jawaka
• Popol Vuh: Hosianna Mantra
• John Fahey: Fare Forward Voyagers
• Neu: Neu
• Gong: Flying Teapot
• New York Dolls: self-titled
• Can: Future Days
• Magma: Mekanik Destruktiw Kommandoh
• Faust: IV
• Kevin Coyne: Marjory Razorblade
• Neu 2
• Tangerine Dream: Atem
• Frank Zappa: Grand Wazoo
• Faust: Tapes
• Henry Cow: Legend
• Who: Quadrophenia
• Stooges: Raw Power
• Brian Eno & Robert Fripp: No Pussyfooting
• Gong: Angel's Egg
• Slapp Happy: Acnalbasac Noom
• Pete Hammill: Chameleon in the Shadow of the Night
• Lou Reed: Berlin
• Mott The Hoople: Mott
• Steely Dan: Countdown To Ecstasy
• David Bowie: Rise & Fall of Ziggy Stardust

(Titoli presi dall’elenco dei dischi divisi per anno presente su Scaruffi.com)
Mi sono limitato a dischi che fanno parte della mia collezione. Diciamo che se domani mi rubassero tutta la mia collezione di musica, prima di ricomprare “Selling England” ricompro quelli qui sopra.
Questo per quanto riguarda la contestualizzazione “storica”.
La contestualizzazione “soggettiva” mi sembra sia già nel testo del post: io, per ragioni anagrafiche, l’ho ascoltato quando avevo 15/16 anni, andavo al Classico ed ero il classico sfigato che ho provato a descrivere. (Era più o meno il 1978).

Lo scopo mi sembra evidente: provare a guardare le cose dall’altro lato. C’è una “critica rock ortodossa” che non riesce neanche a concepire la possibilità che a qualcuno Genesis e Pink Floyd possano non piacere poi troppo.
Sinceramente, il giochino non mi sembra né sterile né ridicolo, anzi mi sembra abbia dato luogo a discussioni e scambi di pareri interessanti – andare lontani con il ragionamento mi sembra sia solo questione di volontà di farlo. Lo spazio c’è… :)

Harmonica ha detto...

ecco, tutta la musica "cosmica" tedesca io la infilo dritta nel cesso (tanto per rimanere in tema coi dischidimmerda) !

allelimo ha detto...

Blue e tesori sommersi: il lavoro fatto su quel sito è grandioso, complimenti davvero :)

Poi, va bene il '78, ma tra "Il Cimitero dei Dinosauri" e questo post, la grossa differenza è che qui ho cercato di stemperare il tutto con un po' di ironia - ma le tesi sono grosso modo le stesse... :)

allelimo ha detto...

Harmonica: spero non tutta insieme, il rischio di intasamento sarebbe altissimo :)
Seriamente invece: almeno Can e Neu! non dovrebbero dispiacerti del tutto...

allelimo ha detto...

Harmonica: e dimmi seriamente che in quell'elenco non ne trovi almeno 10 da ricomprare prima dei Genesis... :)

Harmonica ha detto...

ok i Can li salvo, sui Neu confesso la mia ignoranza.
Invece questi sono i dieci dischi che ricomprerei prima dei Genesis e comunque prima di Selling England mi accatto Nursery Crime e The Lamb Lies down etc etc.
Rolling Stones: Exile On Main Street
Nick Drake: Pink Moon
Jackson Browne: Jackson Browne
New York Dolls: self-titled
Who: Quadrophenia
Stooges: Raw Power
David Bowie: Rise & Fall of Ziggy Stardust
Neil Young: Harvest
Steely Dan: Countdown To Ecstasy
Mott The Hoople: Mott

allelimo ha detto...

Eheh, come volevasi dimostrare :)
E qui mi sono limitato a un arco temporale molto ristretto, eh, 1972 e 1973...
Dei Neu prova ad ascoltare almeno "Neu!2" - e poi dimmi se i Pere Ubu, i Joy Division o gli Stereolab non li avevano ascoltati per benino...

Simone Cavatorta ha detto...

Ognuno di noi ha le sue piccole idiosincrasie, non c'è niente di male... sicuramente anch'io, prima di Selling England, ricomprerei molti degli album listati da Allelimo, ma i cosmici tedeschi alla Klaus Schulze me li risparmierei volentieri... cioè, se il prog era pretenzioso Irrlicht cos'era?

Simone Cavatorta ha detto...

Questi anrei a ricomprarli il giorno stesso:

• Rolling Stones: Exile On Main Street
• Frank Zappa: Grand Wazoo
• Neil Young: Harvest
• Matching Mole: self-titled
• Matching Mole: Little Red Record
• Frank Zappa: Waka/Jawaka
• Gong: Flying Teapot
• Who: Quadrophenia
• Brian Eno & Robert Fripp: No Pussyfooting
• Peter Hammill: Chameleon in the Shadow of the Night
• Lou Reed: Berlin
• David Bowie: Rise & Fall of Ziggy Stardust

brazzz ha detto...

infatti,se si contestualizza le cose van anche peggio..diciamo una cosa..eravam ragazzini di 15 anni,ne sapevamo poca ,e i genesis sembravan chissà che..poi si è scoperto che negli stessi anni uscivan cose ben superiori..
venendo alla lista della spesa prima di selling england..
larks tongues in aspic mi pare sia del 73..vogliam mettere?
area arbeit mach frei..
roxy music for your pleasure

venendo ai tedweschi..manco io ci divento matto,ma can,neu e popol vuh..bè..

Simone Cavatorta ha detto...

Brazzz: in effetti Larks Tongues In Aspic è proprio un esempio di musica "di frontiera" che non è invecchiata per niente, e anche Arbeit Mach Frei ancora oggi è un gran disco... ma infatti, secondo me, dipende tutto dallo spessore artistico e dalla visione musicale di chi ci sta dietro... cioè, un conto è gente come Fripp e Zappa, un altro Keith Emerson (con tutto che anche la musica di Emerson, a volte, può essere piacevole e divertente).

Webbatici ha detto...

Ma Come Neu2!, Ale! E' il meno bello, il secondo lato è inascoltabile! Ascolta prima il primo e poi specialmente Neu! 75, in cui è stata inventata la new-wave (e contemporaneamente la creava anche PH con Nadir's Big Chance, con risultati discreti).
Il concetto di base, secondo me, resta sempre l'esposizione che si ha: i dischi che ascolti a lungo durante l'adolescenza ti restano dentro, ma proprio come succede nella vita crescendo si cambiano ottica e gusti, si scoprono cose migliori e si passa oltre. Il problema resta se uno non prova neanche ad oltrepassare questo confine, un po' perchè non si fida e un po' perchè non ha voglia ne possibilità di farlo. Senza alcuna pretenziosità, s'intende...

allelimo ha detto...

Webbatici: ho sbagliato, volevo dire quello con "Hallogallo" - che è il primo. D'altronde l'età è quella che è, ormai, e la memoria anche... :)

brazzz e Simone: ho fatto un evidente copia ed incolla, quelli lì devo essermeli persi o averli cancellati per errore - ma il "contesto" mi sembra chiaro :)

Anonimo ha detto...

Il problema di un riconoscimento "oggettivo" di un prodotto storicizzato è come sempre viziato dai pregiudizi più o meno sentimentali che nulla hanno a vedere con l'effettivo valore di questo o quel "prodotto", o se ne hanno questo conta poco.
Di solito ci si affida al giudizio critico di qualche "esperto" che non professi apertamente ostilità verso quel periodo o prodotto in contrasto con la maggioranza dei colleghi.
Questa premessa ovvia so che qui c'entra poco/niente, visto lo spirito di partenza ma siccome il post è stato redatto come commento critico+ironico, almeno per la parte critica merita qualche risposta.
Il disco è presentato come un insulso prodotto di menti segaiole che solo in Italia potevano fare colpo su adolescenti brufolosi incapaci di misurarsi col basico sesso-droga e rock'n'roll e che quindi gli tributarono un buon risultato di vendite.
Si dice che molto impressionavano le capacità strumentali di questi musicisti-illusionisti, onanisti anche dello strumento oltre che nei testi criptico-favolistici.
Quest'ottica che aborrisce nel rock qualunque trasformazione in senso "colto", "impuro", insomma diverso dall'asprezza elementare del blues elettrificato e, al limite, frullato con la melodia country-folk, ha avuto grande fortuna con la nascita del punk quando i "dinosauri" del "rock elaborato" agonizzavano per carenze creative, lo sappiamo tutti. Onestà intellettuale vorrebbe che oltre a riconoscere oggettive derive trash nel calderone Progressive (specie in Italia ma non solo), ci fosse a distanza di trent'anni (30!) dal punk una serena pacatezza nella rivisitazione del Progressive tutto, riuscendo finalmente a vedere le cose per quelle che sono smettendo le vesti dei giustizieri e quelle dei difensori acritici.
Dico questo perchè un album come quello in oggetto viene immancabilmente visto in modo estremista in un senso o nell'altro: o distrutto senza appello in quanto rappresentante di una baracconata rock che si è preso troppo sul serio oppure messo nella teca blindata dei capolavori da adorare.
Il vizio di origine purtroppo pesa, i Genesis non erano i capofila degli effetti-speciali alla EL&P o Yes ma certo il rock-teatro produceva divisioni importanti nel pubblico del rock tra tradizionalisti e "progressisti", così è stato facile per i primi mettere sulla graticola tutto il lavoro del gruppo in nome di una ritrovata semplicità all'avvento del punk. Il "lavoro" era stato importante e imponente: i Genesis avevano mofificato il pop elementare del primo album attraverso sonorità folk delle chitarre di Phillips e Rutherford, il flauto di Gabriel e l'organo hammond di Banks. L'impasto echeggiava sonorità antiche ma le liriche nelle metafore prese dall'immaginario di un passato molto vago (Re, angeli, battaglie) si fondeva con la modernità (metropolitana, rotocalchi). L'intenzione di guardare al presente attraverso il filtro del passato non era nuova nemmeno per il rock ma nuovo era il suono che non ricorrendo apertemente a nessun classicismo come Nice, Moody Blues, Procol Harum o King Crimson riusciva ad essere fortemente evocativo. Trespass però si presentava con una cover inequivocabilmente medievale, un vestito che "serviva a vendere". Nursery Cryme e Foxtrot successivamente svilupparono oltre e meglio queste commistioni di passato/presente, con risultati di valore ineguagliato nella rappresentazioni di un mondo malato della idiozia umana (leggersi a titolo di es. Get 'em out by friday, oppure Harlod the Barrell o ancora Supper's Ready). (continua)

Anonimo ha detto...

Finalmente Selling England By The Pound che di questi equilibrismi è il vertice.
Ora, se c'è qualcosa che non si può liquidare in alcun modo come un vuoto esercizio culturale o peggio pseudo-tale è Dancing with the Moonlit Knight. Qui la musica rock è adulta, ma non perchè ambisse a una classicità da accademici che non le appartiene, ma perchè dimostra di poter elaborare e mettere in scena anche una tradizione (che è poi quella dei mistery tales) in modo proprio, moderno e convincente.
La simbologia tipicamente inglese dell'unicorno, del leone qui ironicamente usate anche per dire delle figurine da raccolta-punti, saranno le stesse usate in piena new-wave dagli XTC (Paper and Iron), altro inglesissimo gruppo. ormai altrettanto storico.
Liquidata la pratica simbolico-colta, si passa alla "canzone" I know what I like, tema il rifiuto dei compromessi, la volontà di rimanere se stessi rifiutando le sirene del posto sicuro e sicurezze assortite. Nulla di memorabile, onesta versione Genesis di un brano da cantare in coro. Firth of Fifth è il virtuosismo, un testo breve, la città-cancro sullo sfondo, il fiume del costante cambiamento in primo-piano. Musicalmente ancora oggi è un brano validissimo per la fluidità impressionistica che il tema chiedeva e parti di bravura ma più ancora di grande sensibilità nell'introduzione di piano e con l'assolo centrale di chitarra (elettrica, non mandolino!). A rovinare tutta la facciata e del tutto superfluo, compare in chiusura More Fool Me che vede Phil Collins miagolante accompagnato da chitarra acustica.
The Battle of Epping Forest è un racconto in capitoli, quasi meglio da leggere che da ascoltare ma anche qui non si può che apprezzare la sobrietà della musica: chi si aspetta roboanti tappeti di tastiere o rullate di batteria, visto l'argomento, viene spiazzato dal recitato di Gabriel che racconta un modernissimo di uno scontro di criminalità organizzata. Alle descrizioni ironiche dei personaggi, immancabilmente ricondotti a nomignoli con giochi di assonanze riguardanti ruolo o appartenza, si sommano lontani squilli di tromba e aggiornamenti della situazione in divenire. Divertente anche la storia incastonata a metà, del reverendo divenuto malvivente-guru, raccontata su un tappeto di chitarre acustiche tutt'altro che arcadiche ma al contrario piuttosto acide.
Dopo la battaglia lo strumentale After the Ordeal, pregevole brano in 2 parti, una prima acustica ricorda indubbiamente melodie rinascimentali, la seconda introduce una malinconica chitarra elettrica che viene accompagnata dal piano, poi anche dal flauto.
Poi The cinema show, una favola romantica dove imperversano le tastiere di Banks, tuttavia ancora prive delle ridondanze future, quando strariperà oltre il dovuto rovinando un suono sin qui convincente e per niente "sinfonico". Ottimo Collins ai tamburi. Chiude Aisle of Plenty, il supermercato dove la signora anziana (emblema della vecchia Inghilterra ormai alla fine) non si raccappezza e viene rintronata da offerte e promozioni scandite dalla voce di Gabriel echeggiante tra le rullate di Collins, ennesimo quadretto della modernità infelice dipinto da un gruppo modernissimo.
Insomma proprio quello che si dice: un disco-di-merda.


arc

Simone Cavatorta ha detto...

Arc: Ciao, riporto questa tua frase in modo da poterti rispondere meglio dopo:

"Quest'ottica che aborrisce nel rock qualunque trasformazione in senso "colto", "impuro", insomma diverso dall'asprezza elementare del blues elettrificato e, al limite, frullato con la melodia country-folk, ha avuto grande fortuna con la nascita del punk quando i "dinosauri" del "rock elaborato" agonizzavano per carenze creative, lo sappiamo tutti. Onestà intellettuale vorrebbe che oltre a riconoscere oggettive derive trash nel calderone Progressive (specie in Italia ma non solo), ci fosse a distanza di trent'anni (30!) dal punk una serena pacatezza nella rivisitazione del Progressive tutto, riuscendo finalmente a vedere le cose per quelle che sono smettendo le vesti dei giustizieri e quelle dei difensori acritici."

Guarda, sono l'ultimo che sparerebbe a zero sul progressive, visto che King Crimson e Vand Der Graaf Generator sono fra i miei gruppi preferiti in assoluto (li adoro in ogni loro forma e manifestazione, così come adoro tutto quello che hanno fatto Fripp e Hammill)... e oltre a questi ce ne sono altri inquadrabili in quel genere che apprezzo e ascolto sempre volentieri.
Non si sta facendo un discorso prog sì / prog no (almeno, non lo sto certo facendo io).
Diciamo, per sintetizzare all'osso, che se In The Court, Red, Godbluff e Still Life prenderebbero un bel 10 in pagella nella mia classifica personale, Selling England prenderebbe un 6 e 1/2... cioè, trovo che lo spessore artistico di questo album sia inferiore agli altri che ho citato, ma non è una cosa che posso né voglio dimostrare, è solo una mia valutazione personale basata principalmente sui miei gusti.

Simone Cavatorta ha detto...

Arc: aggiungo, comunque, che sono d'accordo con te sull'importanza dell'aspetto teatrale nella musica dei Genesis: di recente ho visto un bel filmato di un loro show dell'epoca e devo dire che sono rimasto conquistato - molte cose che su disco non mi avevano mai entusiasmato (a partire dalle foto di Gabriel tipo quella con il fiore), nel live show diventano suggestive e per niente pacchiane, e devo dire che Gabriel aveva un talento scenico notevole, a metà fra il cantante e l'attore-mimo.

Anonimo ha detto...

Mi associo, anch'io ho potuto vedere di che pasta fossero i live dell'epoca dopo le perplessità sempre avute sul fatto che "i Genesis fossero meglio dal vivo" come diceva Gabriel.
Comunque un altro aspetto fondamentale che li distingueva senz'altro dai King Crimson era la parte testuale a scapito di quella musicale (secondo me altrettando originale) e che non a caso "imponeva" anche le "rappresentazioni" sul palco

arc

allelimo ha detto...

Intervento bello ed appassionato, grazie arc, davvero.
Probabilmente se la rubrica si fosse intitolata “Dischi che una volta mi piacevano, ma adesso ho cambiato idea, e non penso più come prima che siano il non-plus-ultra della musica” invece di “dischidimmerda” la discussione sarebbe stata meno vivace ed interessante.
Però “dischidimmerda” è diverso da “dischi di merda”, proprio nel senso appena ricordato.

Ma come dici giustamente nel cappello introduttivo, resta il problema del riconoscimento oggettivo.
E dei pregiudizi più o meno sentimentali, che a mio parere però ci sono nelle due direzioni: sia “contro” che “a favore”.
E fino a quando non troviamo un modo per fare una “critica oggettiva”, ogni parere conta per quello che è: un parere - il mio è che “Selling England” non sia un grande disco, il tuo è che lo sia.
Come dici tu: “un album come quello in oggetto viene immancabilmente visto in modo estremista in un senso o nell'altro: o distrutto senza appello in quanto rappresentante di una baracconata rock che si è preso troppo sul serio oppure messo nella teca blindata dei capolavori da adorare.”
Per me, forse è distruzione senza appello, ma mi sembra che anche quello che tu scrivi possa rientrare nell’altra categoria: “teca blindata dei capolavori da adorare” – e quindi, per quanto riguarda l’onestà intellettuale, credo che possiamo tranquillamente riconoscercela a vicenda :)

Su quanto detto da Simone e sulla parte in cui si parla di “.. [aborrire] nel rock qualunque trasformazione in senso "colto", "impuro", insomma diverso dall'asprezza elementare del blues elettrificato e, al limite, frullato con la melodia country-folk”, due cose.
1. del blues e della noia mostruosa che mi provoca suonarlo ho già parlato poco sopra;
2. per il rifiuto della trasformazione in senso colto ed impuro, rimando all’elenco dei miei “top ten”, qui di fianco – almeno 6 di quei dieci (Nick Drake, David Sylvian, Robert Wyatt, Fennesz e anche Sonic Youth e Spacemen3) non mi sembra si possa dire che siano limitati all’asprezza elementare del blues elettrificato.

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: Jimmy Page diceva che il blues, se non sai usarlo, diventa un linguaggio restrittivo e banalizzante ma, se sai utilizzarlo, ti fornisce possibilità espressive pressochè illimitate - il problema è che in pochissimi sanno utilizzarlo, perchè serve aver assimilato decenni di cultura musicale ed è un genere "a togliere" più che "a mettere", dove conta l'interpretazione e non lo spartito.
Anch'io se mi metto lì e vado di pentatonica divento uno strazio per me stesso e per gli altri (soprattutto per gli altri), ma se lo fanno Muddy Waters e keith Richards è tutto un altro discorso.
Non conta il linguaggio, ma l'uomo (o la donna) che ci sta dietro e lo interpreta: ci sono caterve di jazzisti in giro per locali che, pur avendo a disposizione una tavolozza sonora apparentemente molto ampia, non tirano fuori un'idea originale che è una... quello che conta è la personalità, e quella non la si impara... anche dal vecchio e frusto giro di DO si possono tirar fuori ancora centinaia di capolavori, ma deve arrivare chi è in grado di farlo.

Simone Cavatorta ha detto...

Allelimo: il problema del riconoscimento estetico oggettivo non l'hanno risolto i grandi filosofi del passato, figuriamoci se possono risolverlo i critici musicali.
Bach scriveva musica uguale in tutto e per tutto a quella di molti suoi contemporanei... però quando la ascolti è infinitamente e immensamente più bella ... perchè? Mistero

allelimo ha detto...

Simone: sul blues sono d'accordo con te. Dipende dalle persone però, non dal blues in sè stesso - silvano dice "Non si sbaglia quando si segue la via maestra del blues, ma negli altri casi si rischia e si può pure invecchiare male."
Se fosse vero, non ci sarebbe bisogno di essere Muddy Waters o Keith Richards, basterebbe la pentatonica e non sbaglieresti mai.
E comunque, la jam blues è un palla mostruosa :)

Il riconoscimento estetico oggettivo è un problema affascinante e probabilmente irrisolvibile - di conseguenza e nel frattempo, mi ritengo libero di pensare che il gruppo XXX mi piaccia meno del gruppo YYY :)

Sul mistero, vade retro enrico!

silvano ha detto...

Ok la prossima volta specificherò: dipende da chi suona (come sempre del resto).

Simone Cavatorta ha detto...

Non toccarmi Mistero di Ruggeri, uno dei pochi casi di opera d'arte oggettivamente bella e innovativa! ;)
Oh, saran dieci commenti che non si parla di Pink Floyd... che succede? Qui si batte la fiacca! :))

brazzz ha detto...

bè.a me il blues delle origini piace..ho trovato la fat possum records che produce cose favolose..e amo gruppi come little axe che,con l'aiuto ai suoni di adrian sherwood,han crreato cose nuove semplicemnte fantastiche..il blues dubbato di questi ultimi è unico..
pink floyd..no basta.prego..eheh

Simone Cavatorta ha detto...

Brazzz, vogliamo parlare di The Wall Live in Berlin di Roger Waters? Immagino sia tra i tuoi live preferiti. :))

brazzz ha detto...

simone
certo..AL ROGO..in anni di pura essenzialità(wave,no wave)..la insoportabile pomposità e i deliri di waters..CHE PALLE,CHE COSA INSULSA..secondo me.

Simone Cavatorta ha detto...

Ok, ma converrai che l'assolo di Confortably Numb è il migliore della storia... ovviamente insieme a quello di Van Halen in Jump ;))

Scusate, mi son messo a cazzeggiare... la smetto :)

allelimo ha detto...

Ohè voi due, non è che non si parlava di PF da un po' perchè questo è il post sui Genesis? :)
Però grazie per la citazione di "Jump", mi date l'occasione per ripetere una delle mie battute preferite, quella dei Ban Halen... :)

allelimo ha detto...

silvano: bene, allora siamo tutti d'accordo :)
Avevo un po' paura del tono aprioristico ("La strada meastra etc..."), visto che per "Blues" si può intendere Robert Johnson ma anche "Just one Night" di Eric Clapton, i gruppi citati da brazzz ma anche, chessò, Robben Ford - e insomma non è proprio tutto uguale e bello solo perchè è "Blues" :)

ReAnto ha detto...

Amo anche Aqualung :-(

silvano ha detto...

Su Clapton mi sa che siamo d'accordo...mai piaciuto, furbastro e nemmeno grandissimo chitarrista...nemmeno grande...nemmeno...di robben ford la considero una provocazione e non capisco come gli abbiano fatto fare dischi.

allelimo ha detto...

silvano: perchè una provocazione? Per quello che ho ascoltato mi sembra un buon chitarrista senza un briciolo di originalità, il classico esempio del blues inutile - non mi dirai che è "rispettato" nell'ambiente? Se è così, giuro non lo sapevo e non l'ho fatto apposta.

Anonimo ha detto...

@ allelimo
Grazie dei ringraziamenti, anche sul titolo della rubrica che ha scatenato "la diatriba" credo che tu abbia ragione, per quanto forse poteva anche andare peggio (conosco persone più succettibili del sottoscritto !!), chiaro che in quel caso avresti giusto dovuto fronteggiare qualche tonnellata di insulti.
Non sono invece d'accordo su questo: "E fino a quando non troviamo un modo per fare una “critica oggettiva”, ogni parere conta per quello che è: un parere - il mio è che “Selling England” non sia un grande disco, il tuo è che lo sia.
Come dicevo di solito ci si fa un'idea del valore di un album (come di un ristorante, un film, un artista) informandosi da chi ne sa, "ha gli strumenti" per valutare, più opinioni sono concordanti più "oggettiva" può essere l'idea del valore dell'opera. Chiaro che il mio gusto personale conta tantissimo ma non potrò sostenere che quel tal album è una ciofeca solo perchè così ho deciso ma magari perchè altri come me portano argomenti per farmelo dire, e credo che se questi vengono da persone qualificate avrò più probabilità di avere ragione.
Questo a proposito dell'album in questione credo non funzioni, visto che anche la critica meno favorevole l'ha sempre giudicato quantomeno uno dei migliori dei Genesis.
Ultima considerazione (poi giuro che pianto lì): se l'album fosse uscito l'anno scorso avrei maggiore libertà nel valutare pollice verso o no la cosa ma per qualcosa di storicizzato secondo me conta vederlo nella sua "prospettiva", il che vuol dire che alla distanza le cose assumono contorni meno deformati e possono essere serenamente ridimensionate come pure rivalutate.

arc

silvano ha detto...

Non ero ironico per me Robben Ford è quanto di più noioso ed inutile si possa ascoltare. Idem per Clapton: molto ma molto sopravvalutato. Qua a forza di far polemiche e ad usar un po' di ironia non ci si capisce più ;)

allelimo ha detto...

Ah ok, meno male: vedi che un qualche terreno comune si trova sempre... :)

Cannibal Kid ha detto...

mi piace questa rubrica dei dischidimmerda.
almeno, mi piace fino a che non farai a pezzi qualche disco per me sacro :D

allelimo ha detto...

arc: ti rispondo nell'altro post, sia sull'oggettività della critica che sulla storicizzazione del suo oggetto :)

Marco: beh, proponi un paio di "mostri sacri" e poi vediamo che si può fare ;)

sassicaia molotov ha detto...

Bah, se vuoi due bersagli facili Doors e Velvet Underground.
"Other voices" e "Squeeze" son due orfanelli molto tristi.
"Look at the fool" invece è riuscito a farmi rivolgere a Tim Buckley un appassionato "limortaccitua".

allelimo ha detto...

sm: "Other Voices" e "Squeeze" sono dischi che per questioni legali hanno scritto in copertina il nome "Doors" e il nome "Velvet Undergound", ma non sono dischi dei Doors o dei Velvet: troppo facile parlarne male, lì la sfida sarebbe risucire a parlarne bene, dico, i Doors senza Jim Morrison e i Velvet senza Lou Reed... :)

Anonimo ha detto...

Beh..Dei Genesis Nursery Cryme almeno mi piace parecchio...