Che è un disco strano, per come e per quando è nato[1], cioè una decina di anni fa, registrato con Fabio Magistrali al mixer e con ospiti illustri come i Perturbazione, e poi rimasto nel cassetto fino ad oggi. Un biglietto da visita temporalmente un po' fuori fuoco, che sarà seguito a breve da un nuovo lavoro, attualmente in fase di completamento.
Il disco è liberamente ascoltabile e scaricabile, nella sua versione digitale, su Bandcamp.
Se siete interessati ad una copia fisica da lì si può ordinare a partire da 5 euro, mentre la versione digitale è ad offerta libera: anche zero, ma non fate i pitocchi...
Stavo cercando di dimenticarmi del fatto che sono amici per poter parlare liberamente del disco, quando mi è venuto in mente che la conversazione che ho avuto via mail con Alberto[2] qualche giorno fa era meglio di qualsiasi recensione potessi scrivere. E così, eccola qui:[3]
Alberto Casiraghi a me
Alessandro Limonta ha scritto:Infatti: tieni conto che anche il poco tempo che ci siamo potuti permettere per mixare è determinante.
Sentito il cd una prima volta in macchina, prime impressioni:
- belli i suoni delle chitarre e del basso
- non mi piace il mixaggio, poca batteria e strumenti un po' impastati (però non è facile mixare i vostri pezzi, le due chitarre, il basso distorto e le tastiere si "mangiano" quasi sempre gli stessi spazi a vicenda)
E' necessario però ascoltare ad alto volume. Tenendo il livello basso il suono rimane più impastato.
Come mai così poco cantato?Uscivamo dal nostro periodo post rock :-) A parte gli scherzi, i nostri pezzi strumentali erano quelli che al magister piacevano di più, e sono per quelli che lui ha voluto fare questo lavoro. Forse oggi faremmo diversamente, ma sono appunto passati dieci anni.
Da allora, mai più pezzi strumentali.
Non so se è un pro o un contro, ma non riesco mai a incasellarvi in un genere o un'ispirazione ben definita: la vostra musica è sempre difficile da classificare, e a volte può essere un problema.Per noi è una cosa voluta e positiva. Ci rendiamo conto che in questo modo ci seghiamo le gambe sia con il pubblico che con le etichette discografiche.
Ma che ci vuoi fare: la libertà ha il suo prezzo.
Troppi pezzi troppo complessi, con continui cambi di ritmo (ma questa è un'allergia mia)Io sono allergico al contrario, guarda un po'
Nel complesso mi siete piaciuti molto di più nei vostri ultimi live.Tieni conto che negli ultimi live abbiamo suonato solo tre di quei pezzi
La vita agra, Memoria eidetica e Allucinazione Ipnagogica
Il nuovo repertorio è di certo più lineare e di facile lettura (per dire, eh)
Pezzi che mi hanno colpito al primo ascolto: "Via Corelli" e "Memoria eidetica", con un bel giro di basso distorto molto motorpsychiano.Strano che citi Via Corelli che è il brano più lungo, più articolato che abbiamo. E' vero, il ritmo è quasi sempre quello dall'inizio alla fine e l'ispirazione deriva dalla lunghe suite dei Motorpsycho. E' un pezzo che ci piace molto ma dal vivo devi avere due palle così per proporlo. Data la lunghezza (più di 10 minuti) c'è il pericolo che ci si possa addormentare. Però oggi la griderei a squarciagola.
Lo riascolto almeno un altro paio di volte prima di parlarne sul blog.Sii clemente :-)
Ho riascoltato e oltre ai due pezzi citati prima mi è piaciuto in particolare anche "Allucinazione ipnagogica", molto compatto e noise.E' un pezzo che ha richiesto un po' di lavoro sulla definizione della ritmica. Cercavamo di coniugare i nostri ascolti post-rock (siamo alla fine degli anni '90) con la condivisa passione per la psychedelia.
Certo, dire che sia un pezzo psychedelico è forse un po' troppo, visto che è molto noise, come giustamente dici. Però la ripetizione degli stessi temi nella parte finale, il groove del basso, l'uso dei wha-wha e le tastiere, tutto rimandano a una concezione moderna del genere.
Pensiamo ancora a distanza di anni che sia ben riuscito, tanto che è un brano fisso nei nostri live.
Nel complesso devo dire che non sono sicuro di avere capito il perchè del cd.L'obiezione è più che pertinente.
Mi spiego: è bello ma senza esagerare, soprattutto perchè è abbastanza inferiore a quello che riuscite a fare dal vivo adesso. Io avrei invertito l'ordine di pubblicazione: prima il cd con le nuove registrazioni e dopo, casomai, quelle vecchie. Oppure le vecchie registrazioni come bonus di quelle nuove, qualcosa del genere insomma.
Perchè chi arrivasse a conoscere gli Alanjemaal attraverso questo cd potrebbe farsi un'idea che non corrisponde a come siete adesso, dieci anni dopo: più compatti, più asciutti, più decisi.
Del resto pure noi eravamo indecisi se aspettare la pubblicazione del nuovo album e in seguito fare uscire Dalla ruggine.
Sarebbe in effetti stato più logico, se il nostro obbiettivo fosse stato solo far conoscere gli Alanjemaal di oggi. E' così vero questo concetto che fatichiamo a promuovere il cd. E non solo per una questione di qualità, ma proprio perché le redazioni sono ingolfate di cd nuovi da recensire.
Tutto vero, tutto giusto.
Mancano però due elementi.
Il primo, diciamo di carattere "personale/sentimentale" è quello di parlare a noi stessi, al gruppo che eravamo più di dieci anni fa, a quello che siamo stati in tutto questo periodo fino ad oggi.
E per fare questo, per poter ripartire con una nuova consapevolezza dovevamo per forza farlo da dove ci eravamo fermati, dall'ultima volta che ci siamo sentiti una vera band con un vero progetto, con una solida identità.
Non dico che il decennio seguente sia passato invano.
Questo mai.
Dico solo che gli Alanjemaal per troppo tempo sono stati visti come il diversivo, come la via di fuga, come la panic-room necessaria per controbilanciare tutto quello che stava succedendo nel privato di ognuno di noi. Chiariamoci, fosse solo questo lo scopo di suonare in un gruppo è già importantissimo. Stare assieme per tutti questi anni (il nucleo fondante è del 1993) è per forza una scuola di vita. Quindi, si doveva partire da lì, a costo di bruciarci i pochi contatti e di sentirci dire che stavamo sbagliando tutto.
La seconda questione è strettamente musicale.
Neanche il prossimo disco, che stiamo registrando sempre con Fabio Magistrali e che uscirà nel 2013, è così fedele ai live che hai visto tu. Sicuramente suonerà più compatto; sicuramente ha più cantato e quasi nulla di strumentale; sicuramente suonerà meno datato.
Ma nonostante questo ha molti pezzi più riflessivi, più sognanti e, se vuoi, più leggeri, per quanto leggero possa essere un brano degli Alanjemaal.
Quindi, non è detto che il nuovo cd avrebbe fotografato gli Alanjemaal che hai visto live nel 2012, perché è per scelta che i nostri concerti, che hanno scalette che sono un po' il riassunto di 13 anni di vita, siano molto carichi e compatti.
Come è una nostra scelta costante, cercare, coi limiti della nostra imperizia musicale, di trovare vie nuove e ogni tanto cambiare, sempre cercando di mantenere uno stile riconoscibile.
Per dire, sarà molto difficile scrivere per noi un altro pezzo come "Allucinazione ipnagogica". Quel territorio di scrittura lo abbiamo già battuto ed è per noi naturale andare oltre.
Niente da aggiungere, direi.
Certo, se qualcuno degli amici bloggers volesse far girare la voce, la cosa sarebbe molto apprezzata...
Note e links:
[1] Trovate una esauriente biografia del gruppo su Rockit.
[2] Voce e chitarra degli Alanjeemal, nonchè collaboratore assai poco prolifico di questo blog...
[3] Oh intendiamoci, rivista e corretta, tolti gli errori di battitura e un paio di cose private, integrata con una mail successiva.
Non è esattamente un falso, ma nemmeno una vera mail...
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