Ho scoperto, su un forum dedicato ai Beatles, una serie di articoli tratti da giornali italiani dell'epoca dei loro concerti in Italia.
Sono quasi tutti piuttosto divertenti da leggere, soprattutto quelli che parlano dei fan dei quattro "urlatori di Liverpool" ("uomini e donne, tutti molto giovani, zazzeruti, accaldati, frenetici e pronti alla bagarre per stringersi intorno ai loro idoli") o dei resoconti dei concerti ("Strillano le ragazzine, dimenandosi come ossessi. Tutti in piedi sulle sedie. È un crescendo che mette i brividi. La polizia fa cordone, accorre dove può, calma, minaccia, picchia.")(Notare in quest'ultima la polizia che "picchia" i pericolosi soggetti che ballavano in piedi sulle sedie)
Ma il migliore di tutti è questo, tratto dal Corriere della Sera del 28 giugno 1965, a firma C.L.:
"Opinioni di alcuni personaggi famosi sui Beatles.
Pier Paolo Pasolini: «Non mi so spiegare il successo dei Beatles, questi quattro giovanotti completamente privi di fascino che suonano una musica belluina».
Franca Valeri: «Per me il trionfo dei Beatles è un mistero, sebbene sia convinta che chi riesce ad emergere deve avere le carte in regola per farlo».
Milva: «Non riesco a rendermi conto della loro bravura, eppure c’è gente che impazzisce per loro».
Strehler: «Questi Beatles non mi dicono molto, ma ci deve essere una ragione se vanno tanto forte»."
A me verrebbero delle simpatiche considerazioni su come vengono recepiti i gruppi musicali dei 'ggiovani dai loro contemporanei, in particolare da quelli di qualche anno più anziani, ma direi che è meglio, elegantemente, soprassedere.[1]
Note e links:
[1] Certo, se mi abbandonasse l'eleganza, potrei parlare di come anche le menti migliori di ogni generazione possano non capire un cazzo di quello che succede tra chi ha pochi anni meno di loro.
Potrei parlare anche di come non basti essere tra gli attori più raffinati e brillanti, o tra i più stimati uomini di teatro per capire automaticamente le altre forme d'arte, specialmente se fatte da 'sti famigerati 'ggiovani.
Potrei parlare di come tra chi fa lo stesso mestiere più che la curiosità di capire quello che succede esista la preoccupazione di tenersi stretto il proprio orticello, sparlando se possibile degli altri.
Guardate un po' quante cose cattive avrei potuto dire se non avessi scelto, con qualche difficoltà, lo ammetto, la strada dell'elegante svicolamento...
20 commenti:
uhm, però sono cambiati decisamente i tempi e soprattutto le modalità di percezione della novità dagli anni 60 ad oggi.
E' scontato che i "vecchi" siano sempre piuttosto diffidenti nei confronti del nuovo e si adagino sulle certezza del loro passato ma nel caso specifico erano davvero diversi i tempi
Boh, non ne sono per nulla sicuro.
Erano diversi i tempi, certo.
Erano diversi i vecchi e le modalità di percezione etc., direi di no.
Leggo continuamente, tra blog e facebook, la riproposizione pari pari dello stesso rapporto tra i 40/50 enni di oggi e il "nuovo", con le stesse prese di posizione a favore dei bei vecchi tempi e contro l'attualità e i 'ggiovani che mi fanno dubitare dell'intelligenza di chi le esprime.
Inoltre questi quattro qui, di cui l'articolo riporta le opinioni, non sono proprio quattro pirla qualunque.
Va bene che a parte Milva erano già tutti oltre i quaranta, ma erano anche persone da cui ci si sarebbe aspettata una ben altra capacità di giudizio.
concordo.le modalità di percezione non sono assolutamente cambiate,ora come allora...
dìaltronde,lo stesso criterio è applicabile a chuck berry,a zappa,agli stones..a chi vi pare..
date retta,fra 25 anni leggeremo della poesia degli mp3...
Se vogliamo dare un'attenuante ai commentatori, nel 65 i Beatles erano poco più di una "boy-band" e le loro cose importanti ancora non erano uscite.
Ma cambia poco sul tema del post.
Sono d'accordo che i vecchi non capiscono la musica dei giovani e questo va avanti dagli inizi del '900 e non è cambiato minimamente oggi.
L'unica differenza, magari, è che mentre prima i padri non capivano i figli perchè li consideravano troppo trasgressivi, oggi abbiamo dei padri ex hippy, punk e metallari... che hanno figli che ascoltano gigi d'alessio e valerio scanu quindi non li capiscono perchè li considerano troppo rincoglioniti :)
Sì però oggi c'è una differenza importante.
Molte band "giovani" non propongono cose nuove come facevano a suo tempo i Beatles.
Tranne qualche pezzo un pò più r'n'r non potevi accusare i Beatles di copiare nessuno e lo sconcerto sentendoli per la prima volta doveva esserci per forza.
Se penso non alle prime canzonette ma quando uscì Revolver chissà cosa avranno pensato i primi ascoltatori......
Oggi spesso le giovani band copiano i 60's o i 70's o i 90's (gli anni 80 in verità li copiano in pochi) e molte di loro hanno il sapore di "giàvisto/giàsentito".
Da qua (per quel che mi riguarda eh) nasce un pò di scetticismo.
Ma so personalmente apprezzare chi invece propone o tenta strade più "personali" (negli ultimi giorni sento parecchio i Grizzly Bear, per esempio).
brazzz, scommessa troppo facile.
Secondo me basteranno anche meno di 25 anni!
saluzzishrc, volendo dare un'attenuante ai commentatori sì, ma non volendolo fare si potrebbe obiettare che se quelli lì non risucivano a capire "Ticket to Ride", "Help" o "Hard Day's Night", figurati cosa avrebbero potuto capire di "Tomorrow Never Knows", "Strawberry Fields" o "I'm the Walrus".
La differenza padri/figli, mi dispiace ma no.
Perchè i padri degli appassionati di jazz degli anni '20 erano amanti dell'opera, e il jazz gli sembrava una musicaccia da rincoglioniti ignoranti.
Poi i padri di quelli che ascoltavano il r'n'r negli anni '50 erano, guarda un po', quelli qui sopra.
Che ascoltavano il jazz e il r'n'r gli sembrava una musicaccia da rincoglioniti ignoranti.
Eccetera...
DiamondDog, ti ringrazio per il tuo intervento che esemplifica magistralmente (ancor più dell'esempio di saluzzishrc qui sopra) come l'atteggiamento dei "vecchi" verso la musica (e non solo) dei "giovani" sia assolutamente invariabile nel tempo.
Ognuno pensa che il "nuovo" sia limitato a quello che ha conosciuto lui da giovane.
Al giorno d'oggi poi ci sono fin troppi "autorevoli personaggi" che scrivono su riviste e giornali che, raggiunta la mezza età, si sono auto-convinti che la musica sia finita esattamente come la loro giovinezza.
Per poi stupirsi se i nuovi gruppi trovano più comodo e semplice copiare il passato piuttosto che inventare il presente.
(Ti segnalo che esistono decine di gruppi che si rifanno agli anni '80, tutta la new wave della new wave ad esempio)
Mah, non credo che i quattro avessero nemmeno sentito i Beatles ma che semplicemente commentassero gli echi del successo planetario, delle ragazzine che si strappavano i capelli, i capelli "lunghi" etc.
Presumo non si trattasse di un commento musicale.
ma io musica belluina lo considererei un complimento, detto da uno della generazione precedente ancor più. E sono anche sicuro che ai Beatles come a tutti i gruppi di gggiovani importi poco del giudizio di persone alle quali non si rivolgono. Anzi mi sa che il ricevere giudizi positivi da "anziani" crei qualche interrogativo del tipo "dove stiamo sbagliando?"
tony-face, può essere.
Però stiamo parlando del 1965, i Beatles non erano più l'ultima novità del momento come nel 1963.
Se poi ne parlavano male senza averli nemmeno ascoltati, meglio (peggio) ancora: direi "c.v.d."
:)
fuzz, "musica belluina" nel contesto della frase di Pasolini è evidentemente tutt'altro che un complimento.
La tua interpretazione del tipo "dove stiamo sbagliando" è interessante perchè sposta il conflitto dall'altra parte.
E dall'altra parte secondo me è più giustificato: ne abbiamo già parlato in questo post, secondo me è sempre giusto che i figli non si appiattiscano sulle posizioni dei padri.
Tenete conto che per il successo che avevano nel 1965 i Beatles, il raffronto ad oggi dovrebbe essere effettuato ascoltando le opinioni dell'intellighenzia ultra quarantenne (quello erano Pasolini, Strehler & Co.) riguardo la musica di Lady Gaga. Suppongo che le parole sarebbero le stesse.
E in questo caso, "q.e.d."
:)
No alle, permettimi.
Non c'entra niente il vecchio verso il nuovo, ti ho anche fatto l'esempio dei Grizzly Bear.....
Non c'entra l'età anagrafica, te c'hai la fissa.
C'entra chi propone cose pedissequamente ricopiando il passato o chi tenta strade nuove.
Il mio assunto è che nel 1965 era enormemente più facile tentare strade nuove rispetto al 2004.
Perchè il Rock e il Pop si stavano via via "formando" nella loro struttura, come generi. Ed ognuno apportava un mattoncino.
Oggi è molto più difficile apportare il "mattoncino", qualcuno c'è ma fa una fatica boia.
...chissà perchè ho scritto 2004.....
Occhio che prima del 1965 (anno in cui i Beatles vennero in Italia dove non trovarono masse sterminate ai concerti, anzi...) qua non li conosceva nessuno o quasi e che l'unica fonte di informazione erano rari TG e riviste tipo "Oggi" e "Gente" che li dipingevano (ho i filmati e pure libri con la copia delle riviste) come "4 capelloni senza talento che urlano quanto i loro lungocrinuti fans che qualche genitore dovrebbe mettere a posto a suon di ceffoni".
Più o meno l'informazione era questa.
Al giorno d'oggi qualunque 40enne o 50enne può tranquillamente dare un'occhiata aTUTTO quell oche fa Lady Gaga o chi per lei e farsi un'idea un attimo più accurata (anche se, vedi Corriere o Repubblica, non mancano quasi quotidianamente foto o frasi di Lady gaga - stiamo esemplificando con lei - che fa questo o quell'altro di bizzarro o "sconveniente" ...nè più nè meno del 1965)
in effetti a leggere gli articoli del periodo lo sforzo principale dei giornalisti era il dipingere i Beatles come capelloni urlatori senza talento.
Questa ad esempio è fantastica
Giudizio di un sociologo americano sull’ammiratrice tipo dei Beatles: «È una ragazza da 13 a 16 anni, di estrazione modesta, di razza bianca, di intelligenza inferiore alla media». [Sta. 25/6/1965]
DiamondDog, permettimi tu, non sono d'accordo.
Dipende da cosa uno sceglie di ascoltare.
Se (ad esempio) uno (qualsiasi) ascolta (a caso) e gli piacciono i Darkness (buona vecchia e autoironica miscela di AC/DC, Queen, glam e hard rock)...
Se (ad esempio) uno (qualsiasi) ascolta (a caso) e gli sembrano nuovi i Grizzly Bear, gruppo in giro dal 2004 (oops)...
Ecco, allora non è la musica che non tenta più strade nuove, ma la musica che quell'ipotetico qualcuno ascolta e conosce che non tenta più strade nuove.
Mi sembrano due cose ben diverse.
Poi sono d'accordo, oggi è più difficile di ieri.
Vuol dire allora che i nostri eroi del classic rock non erano poi così bravi, erano semplicmente i primi a fare certe cose.
E vuol dire che i gruppi di oggi che riescono a fare cose nuove sono proporzionalmenete molto più grandi di Beatles e Dylan e tutti gli altri.
E allora non dovremmo smettere tutti di lamentarci della scarsa qualità della musica fatta dai giovani di oggi...?
tony-face, direi proprio di no.
Secondo il sito Hit Parade Italia, nel 1965 tra gli album più venduti in Italia troviamo:
al secondo posto, Beatles for Sale
al terzo posto, Beatles in Italy
al dodicesimo, Help!
Tra i 45 giri invece, nel 1964 e 1965 sono entrati in classifica (tra parentesi la posizione più alta raggiunta)
Help! (3)
Please Please Me (5)
She Loves You (5)
Misery (12)
From Me to You (15)
Twist and Shout (15)
I Should Have Known Better (18)
Ticket to Ride (19)
Yesterday (20)
Tenendo anche presente quanto era più grande di adesso il mercato dei dischi venduti, direi che "qua non li consoceva nessuno" è un'affermazione quantomeno azzardata...
:)
fuzz, quella del "sociologo americano" è molto bella, non l'avevo inclusa perchè stavo parlando di come i Beatles erano visti in Italia.
Però quella frase lì conferma che anche fuori dall'Italia, dove magari i Beatles erano (per ovvie ragioni) più conosciuti che da noi, non è che le opinioni fossero molto diverse.
toh non pensavo fossero così già conosciuti in Italia
Vedi il bello del web? Si imparano ogni giorno cose nuove anche a proposito di argomenti di cui pensiamo di essere esperti.
Pensa che io, qualche giorno fa, ho scoperto da un post su Facebook di Federico Fiumani che in "Siberia" dei Diaframma ci sono due pezzi registrati con la drum-machine, e non me ne ero mai accorto.
Dico, "Siberia", il mio disco di new-wave italiana preferito in assoluto... devo farci un post su questa cosa!
Non mi stupisco che abbiano espresso certi commenti: bei personaggi, ma in quanto a boria non li batte nessuno.
Ma limitarsi a dire che non piacciono senza chiedersi perché hanno successo forse per quelle menti eccelse era un esercizio troppo difficile.
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